US Open, Djokovic sconsolato: “Il pubblico mi fischia? Non ci posso fare nulla”

Interviste

US Open, Djokovic sconsolato: “Il pubblico mi fischia? Non ci posso fare nulla”

Ma Nole ci tiene a sottolineare che la sua stagione non è finita. “Spero di poter giocare ancora diversi tornei e difendere la prima posizione mondiale”

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Novak Djokovic - US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)
 

Non è mai piacevole doversi ritirare nel corso di un ottavo di finale Slam. Lo è ancora meno se ti chiami Novak Djokovic e sei abituato a lottare sempre fino alla fine, spingendo sempre al limite il proprio corpo. Ma quando il dolore è insostenibile e ti rende impossibile esprimere anche solo metà del tuo potenziale, anche un grande guerriero deve arrendersi. E così Nole, sotto 2 set a 0 contro Stan Wawrinka sull’Arthur Ashe Stadium, ha alzato bandiera bianca. Quella spalla che già lo aveva portato sull’orlo del forfait al secondo turno contro l’argentino Juan Ignacio Londero faceva troppo male per continuare a stare in campo. Così il fenomeno serbo ha abbandonato il torneo, tra qualche inopportuno fischio del pubblico. 

In conferenza stampa, un Djokovic prevedibilmente accigliato conferma che l’infortunio è alla spalla sinistra. Cerca di distogliere l’attenzione dal suo problema fisico: i giornalisti gli chiedono se sia stato un riacutizzarsi del problema, lui risponde laconico “sfortunatamente sì”. Poi si complimenta con il suo avversario, con il quale ha condiviso tante battaglie in carriera. “Stan è un grande giocatore, gli auguro il meglio per il resto del torneo”, dice. Nole non vuole parlare del suo infortunio. E allora si passa ad un altro argomento spinoso, gli ululati del pubblico statunitense mentre si indirizzava verso gli spogliatoi. Il n.1 del mondo ha ancora meno voglia di parlare di questo argomento e taglia corto. “Cosa ci posso fare se mi fischiano?”, ha risposto in maniera piccata. No, non ci può fare nulla Djokovic. E a volte mantenere la calma di fronte alle provocazioni è difficile anche per lui, come dimostrato dal confronto con quel suo hater durante l’allenamento. “Mi dispiace per il pubblico. Erano venuti a vedere un match intero e non c’è stato”. Peccato che il pubblico sia meno dispiaciuto per lui.

Novak Djokovic si ritira contro Stan Wawrinka allo US Open 2019 (foto via Twitter, @RolandGarros)

A questo punto allora meglio parlare dell’infortunio e della decisione di ritirarsi. “È frustrante, molto frustrante. Ma ovviamente non sono né il primo né l’ultimo tennista a doversi ritirare durante un incontro agli US Open”, commenta. Poi rivela che in realtà il problema andava avanti da un po’ di tempo: “Ho fatto dei trattamenti e ricevuto delle diagnosi nelle ultime due settimane. Continuerò a farlo anche nei prossimi giorni e vediamo come risponde la spalla”, prosegue. “Il dolore era costante da alcune settimane. Alcuni giorni faceva più male, altri meno. Ho preso alcune medicine per cercare di ridurlo istantaneamente. A volte funzionano ma non sempre”. 

Ora per lui ci sarà un po’ di riposo ma la sua stagione non è finita. E ci tiene lui stesso a ribadirlo. “Non giocare velocizza sempre il recupero”, sottolinea. “Ho in mente di giocare a Tokyo e spero di riuscire a farlo. La stagione non è finita per me. Certo non ci sono più tornei dello Slam da giocare. E non è andata affatto male per me. Ne ho vinti due su quattro e disputato la semifinale a Parigi. Ho avuto una gran stagione nei tornei dello Slam. Non mi posso lamentare. Ma ci sono ancora un sacco di tornei”. E di qui alla fine dell’anno c’è anche a questo punto la prima posizione mondiale da difendere dall’assalto di Nadal. Nole ha dominato il finale di stagione nel 2018 e dunque deve confermarsi per essere sicuro che lo spagnolo non lo scalzi dalla vetta. “Ho molti punti da difendere e proverò a rimanere n.1 al mondo”, afferma il serbo. “Rafa sta giocando alla grande. Ma ci sono anche Roger e altri tennisti. Spero di avere l’opportunità di competere perché quando sono sano in Asia tendo a giocare bene. Lo stesso vale per gli eventi indoor. Di solito vado forte negli ultimi due mesi dell’anno”. 

La conseguenza più immediata di questo ritiro è l’allontanarsi dell’obiettivo di raggiungere il record di Slam di Federer, che addirittura potrebbe compiere un allungo che gli manca ormai da tempo. Ma allontanarsi non è sinonimo di svanire. “Non è un segreto che voglio battere il record di Slam di Roger. Ma allo stesso tempo è una strada ancora lunga per me. Spero di poter giocare ancora molti anni. Non vedo la fine dietro all’angolo”, conclude. Insomma, Djokovic spera che questa non sia altro che una battuta d’arresto nella strada che conduce ad essere il miglior tennista di tutti i tempi. E allora i fischi potrebbero trasformarsi in applausi finalmente. 

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