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Al femminile

Quanto vale Sofia Kenin?

I sorprendenti cambiamenti tecnico-tattici di una giocatrice in continua ascesa e con un ruolo nel circuito WTA ancora tutto da definire

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Sofia Kenin - Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

La nuova Kenin del 2019
Invece che farsi abbattere dalle due sconfitte brucianti di Fed Cup, ancora una volta Kenin dimostra di avere un carattere di ferro: le trasforma in un momento di crescita in vista della stagione 2019. E subito, in gennaio, a Hobart, vince il suo primo torneo WTA, battendo Garcia, Jabeur, Flipkens, Martic e Schmiedlova.

Agli Australian Open costringe al terzo set la numero 1 del mondo Halep (Simona vince 6-3, 6-7, 6-4), ancora una volta dopo due ore e 31 minuti di lotta. In febbraio raggiunge la finale ad Acapulco, dimostrando che ormai è perfettamente a suo agio con il livello del circuito WTA. Ma l’aspetto a mio avviso più interessante è che Sofia nel giro di pochi mesi ha dato prova di essere progredita in modo significativo sul piano tecnico e tattico.

Raramente ho visto una evoluzione tanto rapida e profonda. Cerca di spingere di più con il servizio, avanza la posizione di gioco a ridosso della linea di fondo, prende più rischi con il dritto, accettando a volte di commettere qualche errore in più per poter essere lei l’artefice del proprio destino. E se ne ha la possibilità, non esista a prendere in mano lo scambio e perfino a cercare il vincente immediato.

Nel giro di pochi mesi si è lasciata alle spalle l’impostazione passiva, eredità dell’imprinting da junior, in favore di un tennis molto più propositivo e diretto. Non è più la giocatrice che si accontenta di rimanere nello scambio in attesa delle mosse (e dell’errore) altrui. No, la “nuova” Kenin aumenta la spinta e l’aggressività. E così se nel 2018 una avversaria che giocava corto poteva ancora pensare di cavarsela con pochi danni, nel 2019 tutto cambia: alla prima parabola meno profonda, Sofia mette i piedi in campo e carica il colpo definitivo.

In questo modo mette nel mirino avversarie di valore superiore. Probabilmente la partita che rivela al mondo la “nuova Kenin” è quella del terzo turno del Roland Garros, quando elimina in due set Serena Williams (6-2, 7-5).

Ci sono un po’ di dati da valutare in questo match, sintomatico dei suoi progressi stagionali. Il primo: al netto degli ace (10 per Serena, zero per Sofia), Kenin nello scambio mette a segno più vincenti di Williams: 23 a 20. Sofia mostra anche un miglioramento al servizio, in particolare sulla seconda palla; la sua velocità media sulla seconda è 139 km/h, non troppo distante dai 144 orari di Serena.

A queste novità Kenin affianca le qualità del passato: la sicurezza sul rovescio e un animus pugnandi quasi unico. Conferma il suo carattere anche di fronte a un mostro sacro come Williams. Riporto ciò che ho scritto qualche mese fa sul loro incontro: “Normalmente Serena incute così tanta soggezione da rendere difficilissimo chiudere i match contro di lei. Ma Sofia ha fatto eccezione, perché è una delle giocatrici più “impertinenti” del circuito attuale: scende in campo senza timore reverenziale verso chiunque. E lo ha dimostrato (almeno in questa occasione) anche contro una leggenda vivente come Williams.
Non solo. La grande carica nervosa ha spinto Sofia a mettere in dubbio diverse volte le chiamate arbitrali, un atteggiamento che non è piaciuto a una parte del pubblico. Ma anche con gli spettatori sempre più dalla parte di Serena, per Kenin non ha fatto differenza: ha continuato sulla stessa linea, impermeabile a tutto, spinta dalla incontenibile voglia di prevalere. E alla fine ci è riuscita”.

La Kenin di Parigi era numero 35 del mondo, fuori dalle teste di serie; ma era chiaro che continuando a giocare a quei livelli sarebbe salita nel ranking, perché il tennis che mostrava valeva più di quella classifica.

Il resto dell’anno lo conferma: vittoria sull’erba di Maiorca (salvando match point in finale contro Bencic) e  le due semifinali nei Premier di Toronto e Cincinnati, arrivate grazie anche a quattro vittorie su Top 10 (due volte contro Svitolina e contro le numero 1 Barty e Osaka). Risultati che hanno significato l’ingresso in Top 20.

Sconfitta agli US Open da Madison Keys, Sofia vince il terzo torneo dell’anno (e della carriera) a Guangzhou, salendo fino all’attuale numero 15 del mondo. Ultimi dati significativi: al momento è quarta assoluta per numero di vittorie stagionali, con 48 (dietro alle 52 di Barty e le 50 di Pliskova e Bertens), e prima per successi sul cemento, con 37. Risultati che le hanno garantito la certezza di prendere parte al prossimo Masterino di Zhuhai.

a pagina 4: Le prospettive future

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