Chi gioca a tennis vive più a lungo? Prestazione e benessere ai tempi del COVID-19

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Chi gioca a tennis vive più a lungo? Prestazione e benessere ai tempi del COVID-19

Il tennis riprenderà, presto o tardi, ma si può ‘giocare’ anche adesso. Seppur non sul campo

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Novak Djokovic - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @wimbledon)
 

È noto da tempo che il movimento e l’attività fisica rappresentano un rimedio per il nostro organismo, soprattutto in questi giorni di quarantena quando addirittura il Ministero della Salute ci spinge, per la prima volta, in questa direzione, anche attraverso spot televisivi che suggeriscono di fare attività fisica (seppur solo dentro casa oppure rispettando le distanze di sicurezza interpersonale previste dalle norme sulle misure di contenimento del Covid-19).

“Mens sana in corpore sano”. Il nostro corpo è una macchina che può funzionare in modo perfetto, ma per fare questo lo dobbiamo risvegliare, portandolo alla vita, in modo tale da non subire più la sua volontà meccanica, ma essere capaci di stabilire un contatto cosciente con esso.

L’uomo, a differenza dell’animale, tende a distinguere ciò che è utile per lui in ogni circostanza. Per questo motivo è in grado di comprendere l’utilità dell’esercizio fisico in un momento così difficile come questo che lo ha calato, suo malgrado, in un contesto di “lockdown” in uno spazio chiuso. Tutto ciò non fa altro che rafforzare il desiderio di praticare attività fisica per uscire dalla meccanicità; mai come adesso è utile, e per certe attività sportive può rivelarsi anche divertente.

Ma quali sono i meccanismi che possono risvegliare la macchina biologico-umana per utilizzarla come strumento ‘magico’ e agire per ridurre l’impatto sulla nostra salute? Come dicevamo all’inizio, fare del sano esercizio fisico fa bene al corpo perché contribuisce ad aumentare le difese immunitarie, ma è anche uno strumento prezioso per combattere ansia e depressione, due sgradite compagne in queste settimane di isolamento. E in questo momento, per “risvegliare la macchina”, non c’è bisogno di cambiamenti traumatici – la situazione lo è già abbastanza di suo -, sono sufficienti piccoli, costanti e graduali miglioramenti della nostra quotidianità dentro le nostre mura, come l’esercizio fisico dimostra. 

ORO PER IL TENNIS – Uno studio epidemiologico danese condotto nel 2018 sulla relazione tra sport e longevità, pone al primo gradino del podio il tennis: è possibile che le persone che hanno denaro e tempo libero per giocare a tennis vivano più a lungo proprio perché hanno abbastanza soldi e tempo libero, e la conseguente interazione sociale che si viene a creare tra i due fattori aumenta i benefici per la collettività.

In questo periodo, però, l’intera comunità tennistica è impossibilitata a scendere in campo – anche se non mancano le proteste per farvi ritorno – ed ecco che il supporto di video-lezioni postate sui social costituisce una valida compagnia per trascorrere un po’ di tempo. Guardando questi filmati e magari riproducendo determinate gestualità con la racchetta dentro casa, con l’aggiunta del supporto di istruttori e maestri che organizzano gruppi su WhatsApp, si possono sentire virtualmente in un campo da tennis. Anche autentici dilettanti della racchetta possono mettersi alla prova, come davanti a un videogioco, e imitare insegnanti o veterani ben più preparati. Questo può accadere perché c’è una sorta di “visione contemplativa”, un gioco interiore che, data la complessità psicologica della condizione di sedentarietà, ci spinge alla ricerca di nuove strategie per stare bene.

Non esistono azioni senza conseguenze, nemmeno nel pensiero – anch’esso mutevole. Il benessere generato dalla pratica del tennis a casa può cambiare anche l’assetto mentale degli scettici, che possono toccare con mano il modo in cui l’attività fisica incide sullo stato psicofisico dell’individuo.

Il tennis in particolare, che sembra proprio un elisir di lunga vita. O più in generale impugnare una racchetta. Lo dice la scienza, e non è la prima volta. Uno studio a cura del Saint Luke’s Mid America Heart Institute di Kanse pubblicato sulla rivista ‘Mayo Clinic Proceedings‘ scende nel dettaglio delle singole discipline e mette il punto sulla socialità: gli sport che coinvolgono almeno due persone allungano la vita più di quelli che si praticano in solitaria. 

La teoria della “bioenergetica” ci insegna che i processi del corpo e della mente appartengono alla stessa categoria, ma a differenza della tradizionale psicoanalisi, studia i comportamenti del soggetto anche in relazione alla sua prestazione fisica. Come usare mente e corpo per raggiungere l’eccellenza? Bisogna perseverare.

Prendiamo spunto da un giovane campione, Jannik Sinner, che proprio poco tempo fa raccontava nelle interviste di allenarsi a casa contro il muro, per ore e ore di esercizi di precisione: nei giochi sportivi deve essere dedicato molto tempo alla preparazione in funzione del numero considerevolmente maggiore di abilità tecniche da apprendere. Alcune delle quali possono essere allenate anche senza mettere piede in campo. Anche Bjorn Borg palleggiava per ore davanti a un muro in cortile, un’immagine resa celebre dal film Borg-McEnroe; la passione e la pratica costante come strumenti per raggiungere la perfezione. 

Per questo gli sportivi professionisti sanno di dover allenare la mente, oltre al fisicoMa vale lo stesso per noi, soprattutto in questo momento di emergenza e indipendentemente dalle nostre risorse personali. Sappiamo di dover raggiungere un traguardo e investiamo maggiore perseveranza nel riuscire in un’attività sportiva che ci appassiona. È questo, concludendo, il percorso che ci porta a beneficiare del benessere che si accompagna allo stato emotivo della performance.

A cura di Fulvio Consoli


Fulvio Consoli è dottore in Scienze Sociali, coach GPTCA e preparatore mentale ISMCA.. Direttore tecnico e sportivo del Progetto “Fiori di Wimbledon” dove si allenano diversi ragazzi con problemi di disabilità fisica e relazionale, Consoli ha scritto “Un mondo in movimento” (2012), libro rivolto a coloro che intendono affrontare con serenità i problemi connessi al decadimento cognitivo e comportamentale, ai professionisti del settore socio-culturale e a chi vuole approfondire la conoscenza dei sistemi riabilitativi con gli sportivi. Membro dello staff tecnico del Country Club di Cuneo con la direzione tecnica del Maestro Moreno Baccanelli.

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