Lettere al direttore: quel record di Djokovic così sottovalutato

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Lettere al direttore: quel record di Djokovic così sottovalutato

Chi ha sofferto di più per le rimonte subite fra John McEnroe e Stefan Edberg di fronte a Lendl e Chang? Troppo gossip per Berrettini-Tomljanovic? Ancora e sempre GOAT…

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Novak Djokovic - Bercy 2019 (foto via Twitter, @RolexPMasters)
 

Vi avevo invitato a scrivermi delle lettere perché io potessi rispondervi, cercando di andare contro la mia natura per essere il più sintetico possibile. Anche questa settimana siete stati numerosi e di questo vi ringrazio. Di seguito le mie risposte alle sei domande che ho selezionato: continuate a scrivermi a scanagatta@ubitennis.com.


Grazie alle repliche di Eurosport (che però non perde mai il viziaccio delle sintesi; per me una partita di tennis è come un film, va vista per intero), mi sono rivisto a distanza di poche ore due rimonte storiche, ormai nel mito, che hanno segnato la storia del torneo di Parigi e hanno pure segnato una svolta per i 2 protagonisti più celebri di queste sfide. Nella prima in finale nel 1984, Lendl rimontava 2 set al miglior McEnroe (e forse al miglior giocatore) che si sia mai visto sullo Chatrier. Per John quella sconfitta è stata la più bruciante della sua carriera e come ammesso da lui stesso ancora ci pensa e magari ci perde il sonno. Dopo quella finale sciagurata, iniziò la sua repentina discesa, e rivinse solo un altro Slam pochi mesi dopo. Mentre Lendl finalmente si bloccò dall’essere l’eterno perdente e iniziò il suo dominio. Che si concluse di nuovo sempre a Parigi cinque anni dopo, con un’altra rimonta passata alla storia, assai più incredibile della prima. In questo caso però “il pollo” fu di nuovo lui, come lo aveva definito agli inizi della carriera Connors. Ed anche lui dopo quella sconfitta clamorosa per mano di un ragazzino impertinente dagli occhi a mandorla targato USA, vinse solo un ultimo slam pochi mesi dopo, quasi che il destino volesse riprendersi quello che gli aveva consegnato 5 anni prima. Ci sono analogie tra queste due partite? E chi davvero ha più da recriminare per come è andata a finire?Simone Frosali, Carmignano (PO)

Le brutte e dolorose sconfitte spesso lasciano il segno. In questo caso è indubbio, come Simone sottolinea. Non ho mai visto giocare McEnroe meglio di quella volta sulla terra rossa. La battaglia con Lendl, con tutto quel successe, Supermac che se la prese con un fotografo i cui ripetuti clic lo deconcentrarono fino a fargli perdere la testa e il match che stava dominando, è stata addirittura oggetto di un film che mi sono trovato a presentare. Mentre sulla famosa rivalità, mai sopita neppure a fine carriera, fra Lendl e McEnroe, aveva scritto per noi Enzo Cherici e nel ricostruire la cronaca di quel celebre match Luca de Gaspari.

Per chi non lo avesse intuito la seconda “delusione” è quella che, per 4-6 4-6 6-3 6-3 6-3 patì Lendl negli ottavi contro Michael Chang nel torneo dell’89 che è stato forse il più sorprendente nella storia del Roland Garros moderno, o Open che dir si voglia. Il torneo fu vinto dallo stesso Chang, che annullò 10 palle break a Edberg in finale nel quarto set, quando lo svedese conduceva due set a uno. Ovviamente perse al quinto. Edberg sfruttò soltanto 6 pallebreak su 25 nel match! In quell’anno Arantxa Sanchez sorprese Steffi Graf. Due ragazzi di 17 anni, 34 in 2, trionfarono a Parigi. Se non fu sorpresa quella!

Non andava interpretato alla lettera invece quel “chicken!” sibilato da Jimmy Connors a Ivan Lendl quando il tennista ceco si arrese a lui praticamente senza lottare perché, all’ultima giornata del round robin, sapeva che perdendo si sarebbe qualificato come secondo nel girone e avrebbe affrontato in semifinale il più morbido Gene Mayer, che aveva chiuso come primo nell’altro gruppo, mentre vincendo si sarebbe imbattuto in Bjorn Borg. Che infatti batté in semi l’incavolatissimo Connors e in finale Lendl che aveva fatto bene i suoi calcoli. Ma la traduzione di “chicken” non era pollo, in quel caso, ma “vigliacco”! Connors non era tipo da mandarle a dire dietro le spalle. E non era tipo da far calcoli e perdere apposta neppure se avesse dovuto giocare contro sua madre Gloria.

Chi ha avuto più da recriminare fra McEnroe e Edberg? Il secondo ha avuto molte più occasioni, quindi lui. Però ha sofferto più certamente, per via di un carattere certo differente (nonché per l’odiato avversario cui aveva lasciato il passo), John piuttosto che Stefan. Una correzione poi: se è vero che Mac avrebbe vinto solo un US Open dopo quella batosta parigina, Edberg ha invece vinto Wimbledon ’90, due US Open, ’91 e ’92, e fatto quattro finali dopo Parigi ’89, nonché tre semifinali. Insomma, ha dimenticato quasi del tutto quel che McEnroe non dimenticherà mai.

P.S. Non si lamenti per le sintesi di Eurosport, lei che ama i match da gustare per intero. Si immagina se dovesse prendere piede l’UTS di Mouratoglou? È sicuro di poterlo escludere?


Egregio Direttore, ancora la questione GOAT. Valgono di più gli Slam o le settimane da n. 1? Le ATP Finals che danno più punti, sono più importanti dei Master mille, perché ci sono i primi 8 al mondo? Gli scontri diretti a favore, sono sintomo di una chiara superiorità tra i due contendenti? E il numero di finali raggiunte, di semifinali? Gli scontri diretti? Federer – Nadal 16-24: il margine è tale che non ci dovrebbero essere dubbi per stabilire chi è più forte dei due. Ma nei primi 10 (2004-2007) il bilancio è 7 a 3 per l’iberico. Negli ultimi 8 incontri nei quali Nadal gode invece di classifica migliore rispetto al vecchio Federer gli scontri diretti sono 7-1 per lo svizzero. Sulla terra battuta è 14-2 per Nadal, indiscutibile re del “rosso”. Ma il più vincente è anche il più grande? Secondo me, ovviamente tifoso di Federer, il più grande non lo si stabilisce solo dai numeri. Futuro Goat Novak Djokovic? Fortissimo tennista, forse il più vincente, non potrà mai essere considerato il più Grande. Non c’è veramente paragone fra i due. Djokovic, più forte di Federer e più vincente, non potrà mai raggiungere la qualità tennis che esibisce Roger. Mi pare che Roger abbia anche un record di 24 finali vinte consecutiveVincenzo

Caro Vincenzo, e con te intendo rispondere a tutti. Ho dovuto tagliare più di metà delle cose che hai scritto. E ciononostante… Non c’era una domanda, ma una tesi. Vi prego di farmi domande brevi. Non scrivete articoli. Togliete spazio agli altri. Sul GOAT vorrei non rispondere più. Fra Slam vinti, confronti diretti e/o anagrafici, anni migliori e peggiori, rivali più forti e meno forti, per me il dato più impressionante è quello delle semifinali Slam consecutive. Ma è anche vero che se a fronte di quelle uno non avesse poi vinto mezzo Slam, o ne avesse vinti 5 meno di un altro, occorrerebbe tenerne conto.


Buongiorno, non so esattamente chi pubblichi notizie su Berrettini ma quando le leggo mi sembra di sfogliare Novella 2000 e trovo tutto ciò molto poco “sportivo”. Io sono interessata al tennis ma leggere continuamente notizie sulla vita privata di Berrettini, (cosa che peraltro non mi pare sia mai stata fatta in nessun altro caso) dandone una relazione quasi quotidiana mi innervosisce molto. Di Berrettini e Ajla veniamo informati dettagliatamente da quando si sono scambiati il primo sguardo e a me non me ne può fregar di meno, sono cavoli loro! Mi sorge anche il dubbio che lui ci sguazzi in questo frangente perché diversamente farebbe in modo di essere più discreto il che mi fa scendere verticalmente l’indice di gradimento anche come tassista (volevi scrivere tennista? Oppure fai la tassista?). Tempo addietro ero iscritta ai fans di Camila Giorgi su Facebook ma quando mi sono accorta che gli apprezzamenti erano rivolti più alla parte estetica e non a quella tennistica, dopo averlo fatto presente (e ho avuto molti consensi positivi) mi sono tolta. P.S. Non disdegno alcune note o informazioni sulla vita privata dei giocatori ovviamente purché rimangano entro i dovuti limitiGiulia Molteni Ricci

Cara Giulia, prendo doverosamente atto dei suoi rimbrotti. Ma non mi sono accorto che si sia esagerato in tal senso. Di flirt fra giocatori ce ne sono sempre stati diversi seppur non tantissimi. I primi che mi vengono a mente sperando di non infastidirla ulteriormente, Connors-Evert, Malisse-Capriati. Stepanek-Hingis, fino ai più recenti Fognini-Pennetta, Monfils-Svitolina, Wawrinka-Vekic, Thiem-Mladenovic hanno sempre fatto la gioia dei fotografi, dei rotocalchi, delle trasmissioni televisive. Insomma, che se ne parli diffusamente è abbastanza normale.

Matteo Berrettini e Ajla Tomljanovic (Tennis United)

Può anche essere che in un periodo in cui non si sono giocati tornei, e che i giocatori si sono espressi più in video-chat che sui campi da tennis, si sia dato maggior risalto alle loro apparizioni di quel tipo… in assenza di altre. Tutti noi rappresentanti di media ci siamo trovati a lambiccarsi il cervello per escogitare argomenti su cui scrivere. Credo che Ubitennis, che ha quasi incredibilmente raggiunto anche 60.000 visite in certi giorni recenti nonostante non si giocasse, abbia offerto ai propri lettori anche servizi di qualità. Tutt’altro che gossip tipo Novella 2000.

Il web consente grande libertà ai lettori: quella di scegliere con lo scorrere di un polpastrello sul cellulare, o del mouse sul computer, dove soffermarsi e dove no. Non tutti i gusti sono alla vaniglia. Noi cerchiamo di soddisfare le curiosità, non malsane credo, della gamma più varia dei lettori. Senza per questo diventare gossippari, pubblicare foto di tenniste seminude. C’è chi adora gli aspetti tecnici, chi i profili dei giocatori, chi le interviste, chi le ricostruzioni storiche, chi le discussioni sul GOAT, chi si eccita solo se scriviamo di Federer, Nadal e Djokovic, chi è un fan di AGF e della sua rubrica per nulla gossippara sulle tenniste. Ma è vero che di Giorgi a volte sono state più apprezzate – da alcuni lettori – certe qualità estetiche che magari quelle intellettuali, anche se io avrei preferito si sottolineassero quelle tecniche. Ma non siamo tutti uguali. Dovremmo essere comprensivi anche con i gusti degli altri.


Caro Ubaldo, inutile ribadire i complimenti a Ubitennis, io rimpiango ancora le tue telecronache con Tommasi, Clerici e Lombardi. Premesso che non sono un tifoso di Novak Djokovic, perché quando si parla di slam non si fa mai riferimento ai 4 slam consecutivi vinti dal campione serbo tra Wimbledon 2015 e il Roland Garros 2016? Mi pare incomprensibile attribuire il titolo di career slam a chi ha vinto tutti i 4 grandi tornei e non quotare con un titolo questa sua performance; che oltretutto dovrebbe avere un certo peso nelle periodiche discussioni sul GOAT…eros.fontanesca@gmail.com

Trovo, Eros, che tu abbia ragione. Se ne è parlato più per il Serena Slam, sebbene lei non fosse la prima ad averlo conseguito – di sicuro c’è Martina Navratilova (1983-1984) – che non per Nole. Ingiustizia. Nole, salvo Don Budge che vinse sei Slam di fila fra il ’37 e il ’38 e Rod Laver con i suoi due Grand Slam (1962 e 1969), in campo maschile è stato il solo altro tennista che abbia vinto quattro Slam di fila anche se non nello stesso anno. L’exploit, come dice Eros, gli è riuscito fra il 2015 e il 2016. A differenza di Budge e Laver che potevano godere del fatto che tre Slam su quattro si giocavano sull’erba, Novak ha vinti i suoi quattro consecutivi su quattro superfici diverse, quindi direi che alla fin fine i suoi trionfi valgono ancora di più. Oltretutto non va dimenticato che nel 2015, quando vinse appunto tre Slam, l’unico che gli sfuggì fu il Roland Garros dove si arrese soltanto in finale di fronte a uno straordinario quanto sorprendente Stan Wawrinka.

A vincerne tre di fila invece sono stati diversi giocatori, a cominciare da Laurie Doherty 1903-1904. Jack Crawford 1933 (è a causa sua che si parlò, per le penne di Frank Kieran e Allison Danzig sul New York Times per la prima volta di Grand Slam: ma Crawford perse proprio l’ultima finale a Forest Hills contro Fred Perry pur essendo stato in vantaggio per due set a uno: ebbe un attacco di asma). Tony Trabert nel ’55, Lew Hoad nel ’56, Roy Emerson nel ’65-‘66, Pete Sampras nel ’93-‘94, Roger Federer 2005-06 e nel 2006-07, Nadal 2010, Djokovic 2011-2012 e 2018-2019.

(Finale Roland Garros 2015 – foto by ART SEITZ)

Ciao Ubaldo, volevo chiederti un parere su un’idea che mi sono fatto vedendo le Next Gen finals. Io cambierei i punteggi tennistici a seconda del tipo di torneo. Nei tornei ATP 250 si potrebbe giocare al meglio dei 3 set, ciascuno dei quali da 4 games CON I VANTAGGI; nei 500 al meglio dei 5 set (ciascuno da 4 games) SENZA VANTAGGI; nei Masters 1000 al meglio dei 5 set (ciascuno da 4 games) CON I VANTAGGI; infine negli Slam al meglio dei 3 set (ciascuno da 6 games) CON I VANTAGGI. In questo modo aumenterebbe l’appeal dei tornei minori riducendone il tempo di giocoFrancesco Putignano (Taranto)

Ciao, perdonami Francesco ma c’è già una tale confusione per raccapezzarsi – soprattutto per i non addetti ai lavori – quando in un torneo c’è un tiebreak finale a 6, oppure a 12, oppure non c’è proprio – che aggiungerne altra non mi parrebbe proprio il caso, anche se capisco la logica che lo ispira. Le regole dovrebbe essere sempre le stesse. Sennò non si capisce più nulla. E anche l’archiviazione delle statistiche dovrebbe far seguito a sistemi contabili coerenti. Perché dopo anni nessuno si ricorderebbe più se uno ha vinto quel torneo in 3 set, in 5, con game a 4 oppure a 6. Occorrerebbe mettere una quantità di asterischi per spiegare come si è giocato quella volta, in quel posto.


Non ti è parso eccessivamente egoista e ingeneroso Dominic Thiem a rifiutarsi di contribuire al sostegno dei tennisti meno forti e peggio classificati con la scusa che molti si impegnano poco e non lavorano abbastanza?Carlo S. Palermo

Premesso che Aleksej Grigor’evič Stachanov in confronto a Thiem era quasi un vero dilettante, perché l’austriaco è il lavoratore più infaticabile e quasi ossessivo che ci sia dai tempi di Guillermo Vilas, e quindi ai suoi occhi quasi tutti gli altri tennisti possono apparire degli scansafatiche, le sue prime dichiarazioni non gli hanno procurato grandi manifestazioni di simpatia. Tirar fuori 30.000 dollari per un giocatore che ha guadagnato 25 milioni di dollari senza contare le sponsorizzazioni, non avrebbe dovuto essere un problema.

Però occorre riconoscere che Dominic è un ragazzo molto serio che non si è nascosto dietro un dito, non è stato ipocrita o politically correct come magari qualche altro che la pensava allo stesso modo ma non si è esposto al pubblico ludibrio. È stato onesto nel dire come la pensava. Anche perché non era per nulla chiaro con quali criteri si sarebbe dovuto attribuire soldi dal n.500 o dal n.750 in giù. Giocatori che in buona parte sono semiprofessionisti che ci rimettono quando giocano… motivo per cui paradossalmente spendono di più se giocano rispetto a quando non giocano. Ok, per un giovane il Covid-19 è stato un brusco stop, ma avrebbe l’ATP stabilito il criterio di aiutare i giovani più dei meno giovani? E come? Non toccava, anche secondo me, ai giocatori autotassarsi in base al ranking o ad altro, ma semmai all’ATP – è o non è un sindacato giocatori? – che oltretutto ha un bilancio niente male (a differenza della WTA).

Thiem ha fatto, suo malgrado, la figura del taccagno. Secondo me ha sollevato una questione di principio. Si deve aiutare chi non lavora duro per emergere, o anche chi lavora duro ma non ha sufficiente talento? In quale altra professione ciò avviene? Forse nel mondo sono una decina di migliaia i calciatori che guadagnano intorno o più di 100.000 euro l’anno. Ma fra i tennisti a quella cifra non arrivano in 200. Uno che prova a fare il professionista di tennis lo fa a suo rischio e pericolo, sapendo quali sono le condizioni di mercato. Chi non ce la fa a entrare fra i primi 200 è destinato a soffrire. Detto questo, Thiem si è lasciato prendere un po’ più dalla lingua che… dalla mano sul portafogli.


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