Gaudenzi: "I tornei ATP dovrebbero giocarsi in sicurezza nonostante le circostanze"

Interviste

Gaudenzi: “I tornei ATP dovrebbero giocarsi in sicurezza nonostante le circostanze”

Dopo le polemiche su Djokovic e l’Adria Tour, torna a parlare il Chairman ATP. I tornei programmati al momento non sembrano a rischio: “La salute va sempre messa in primo piano, ma non possiamo azzerare i rischi”

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Andrea Gaudenzi (foto ATP Tour 2019)
 

Manca circa un mese e mezzo alla ripartenza della stagione tennistica 2020. ATP e WTA hanno pubblicato due settimane fa il calendario rimodulato che scandirà i ritmi della stagione post-Covid. Il presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi, dopo la bacchettata a Novak Djokovic, è tornato sugli argomenti che riguardano il Tour e la sua imminente ripresa e al sito ATP ha ribadito un concetto fondamentale di questi tempi: La nostra priorità numero uno è stata quella di proteggere la salute. E così sarà sempre. Resta l’elemento che ci dice come e quando il tennis può essere in grado di riprendere. Non prendiamo decisioni senza consultare esperti medici competenti. Disponiamo di protocolli robusti ed esaustivi da implementare in occasione degli eventi ATP al fine di mitigare i rischi di infezione, ma dobbiamo anche essere realistici sul fatto che non è possibile rimuovere tutti i rischi”.

Oltre a una prima valutazione di natura sanitaria, è stato (e sarà) necessario prendere decisioni delicate per tutto l’universo tennistico: “Dopo la salute, il nostro obiettivo principale è quello di perseguire il bene più grande per il nostro sport e di cercare di recuperare il più possibile della stagione in termini di gioco, punti di classifica, premi in denaro e offrendo il nostro sport ai fan che sono desiderosi di rivedere il tennis. Ci rendiamo conto che la ripresa del calendario non è assolutamente perfetta: ci piacerebbe avere più eventi, più opportunità di gioco e più spazio tra i nostri eventi per facilitare la programmazione dei giocatori”.

La realtà è che l’impatto economico della crisi ha fatto sì che i tornei minori siano meno in grado di resistere alla tempesta rispetto a quelli in cima ha precisato il Chairman. “Ciò significa che dovremmo bloccare l’intero Tour fino a quando la situazione non sarà tornata alla normalità? Il nostro giudizio è che si debba iniziare da qualche parte e se abbiamo tornei ai massimi livelli in grado di svolgersi in un ambiente sicuro, offrendo opportunità di guadagno non solo per i giocatori ma per l’intero settore, beh, questo è un inizio. A lungo termine, sono ottimista sul fatto che con le misure preventive sviluppate e l’unità dimostrata dalle parti interessate, il tennis tornerà più forte che mai e continuerà a crescere per gli anni a venire“.

Ciò che è accaduto lo scorso weekend all’Adria Tour ha generato molta preoccupazione all’interno del circuito, oltre che tra appassionati e addetti ai lavori. Dopo la scoperta della positività di Dimitrov, una serie di contagi a catena – ultimo in ordine di tempo quello di Ivaniseviccausati da un generale disinteresse verso le misure basilari per il contenimento del COVID-19 (nessuna mascherina, spalti gremiti, partite di calcio e basket) hanno messo il tennis sotto una luce negativa a livello globale, nonostante sia di base uno degli sport con le dinamiche di gioco più adatte al rispetto del distanziamento sociale.

Gruppo A, Adria Tour 2020 a Zara (foto HTS/Mario Ćužić)

Gaudenzi al momento non sembra mettere in discussione la ripresa dei tornei programmata per agosto: “Penso che sia naturale la preoccupazione. La situazione globale del coronavirus si sta rapidamente sviluppando e presenta molte incognite. Credo che le nostre precauzioni e i nostri protocolli siano ben formati e, in base ai piani attuali, alcuni dei più grandi eventi ATP dovrebbero essere in grado di giocarsi in sicurezza nonostante le circostanze. Alla fine, però, possiamo anche attuare i piani più solidi, ma la collaborazione e l’approvazione da parte dei governi locali saranno fondamentali e continueremo a monitorare le restrizioni ai viaggi internazionali settimanalmente, con l’evolversi della situazione”.

La fine della pandemia è ancora lontana, ma per Gaudenzi è opportuno guardare anche agli obiettivi a lungo termine, valutare come migliorare il circuito e far crescere il numero di appassionati: “Possiamo fare meglio come sport? Credo di sì, altrimenti non avrei assunto questo ruolo. Per me la domanda è: come si può unire uno sport e collaborare in modo significativo per alzare l’asticella per tutti? A questo proposito, dobbiamo chiederci se la distribuzione del montepremi funziona come previsto, nella direzione che vogliamo intraprendere come sport. Abbiamo in atto un piano strategico che spera di affrontare questi temi. L’attenzione, in primo luogo, è far crescere l’intera torta per l’intero sport, ma anche garantire la ridistribuzione attraverso tutto l’ecosistema del tennis fino al Challenger Tour, il che è necessario se vogliamo uno sport sano che sia attraente e praticabile come percorso professionale”.

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