Il servizio spuntato punisce Berrettini quasi quanto un ottimo Rublev

Editoriali del Direttore

Il servizio spuntato punisce Berrettini quasi quanto un ottimo Rublev

Purtroppo un Berrettini a… mezzo servizio non è neppure un Berrettini a metà. La percentuale delle sue prime poco sopra al 50%. Ne ha risentito anche la risposta. Medvedev-Rublev sarà derby russo show. Ma oggi non mi perdo Shapovalov

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Matteo Berrettini - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

Un anno fa fummo felicissimi di poter raccontare che Matteo Berrettini aveva raggiunto per la prima volta gli ottavi in uno Slam. Accadde a Wimbledon. E la dura lezione che gli inflisse il suo idolo Roger Federer non ci tolse la gioia di aver constatato che il tennis italiano aveva trovato un giovane capace di darci anche future soddisfazioni. Allo US Open ne avemmo conferma già al momento in cui Matteo si ritrovò nuovamente in ottavi contro Rublev, lo stesso avversario di ieri sera. Eravamo ancora una volta felicissimi. E ci saremmo rallegrati con lui anche se avesse perso. Ma Matteo battè il giovane russo in maniera convincente e poi, sulla scia di quel successo, lottò magnficamente nei quarti con Monfils, centrò la sua prima semifinale e un posto tra i top-ten. Per un set e qualcosa di più fece match pari con Rafa Nadal, che avrebbe poi vinto il torneo.

Ieri sera Matteo ha perso contro Rublev dopo aver giocato alla grande per un set, prima di smarrire il servizio, un’arma fondamentale per il suo tipo di tennis. Aveva tenuto 45 turni di servizio senza mai subire un break, ne ha tenuti altri sei di fila contro Rublev, quanti gli sono bastati per vincere 6-4 il primo set, ma poi le prime sono scese intorno al 50%, una sì e una no, e dopo aver perso il game di battuta sul 2-1 è sceso di livello – quasi che avesse subito un contraccolpo psicologico – anche con la risposta. Tanto che Rublev dal 3-1 in poi ha perso solo tre punti in tre turni di servizi, e addirittura soltanto due nel terzo set.

Soltanto sul finire del quarto Matteo è riuscito a conquistarsi un’altra palla break dopo quella trasformata nel primo set. Troppo poco per sperare di sovvertire un trend in cui il pallino del gioco l’aveva decisamente preso il giovane russo. Senza punti gratuiti provenienti dal servizio Matteo ha provato a cercare di farli in qualche altro modo, ricorrendo anche a molte palle corte, ma snaturando un po’ il suo gioco abituale. È difficile pensare di poter attaccare con un colpo, il dritto, e di difendersi con l’altro, lo slice di rovescio. In un caso il corpo si protende in avanti con la conclusione del colpo, nell’altro caso si finisce all’indietro nel trasferimento del corpo salvo che si sia deciso di andare all’attacco seguendo un chop.

Forse l’aver perso quel servizio sul 2-1 nel secondo è stato un piccolo trauma per Matteo che fisicamente era meno brillante e reattivo. Forse troppa tattica ha tolto istintività al tennis di Matteo. Aveva deciso di giocare molte palle corte e di insistere sul rovescio slice, ma così ha perso qualcosina in aggressività e ha ceduto il pallino del gioco al russo che ha saputo approfittarne, soprattutto sulla diagonale del rovescio. La sorpresa sta anche nel fatto che il russo ha servito meglio di Matteo, al di là dei nove ace messi a segno contro i cinque del romano.

Detto questo non vanno sottovalutati i grandi meriti di Rublev, uno dei tennisti dal tennis più spettacolare e brillante fra i giovani in circolazione. Destrimane ma abbastanza simile al mancino Shapovalov come shot-maker. Il contrario, insomma, di quei giocatori alla Medvedev (o alla Murray) che sono magari più solidi e più abili tatticamente, capaci di variare i ritmi di gioco con improvvise accelerazioni oltre che capaci di grandi recuperi, ma meno spettacolari e divertenti. Sarà interessante assistere nei quarti al contrasto di stile che mostrerà il derby russo, fra due coetanei che si conoscono da sempre, hanno giocato mille volte fin dai match interclub (“Daniil lottava palla su palla, si difendeva facendo se necessario anche mille pallonetti…” ha ricordato Riblev ridendoci su; è un ragazzo di straordinaria simpatia). È intelligente e simpatico anche Medvedev, ma i due si assomigliano come… una formica e una cicala.

Andrey Rublev – US Open 2020 (via Twitter, @usopen)

Rifacendomi al “comincio” di questo editoriale voglio dire che anche se ovviamente dispiace che non ci sia più Berrettini e quindi nessun italiano in gara all’US Open, tuttavia sarebbe ingeneroso lamentarsi per una sconfitta giunta negli ottavi di uno Slam. Come dicevo più su, raggiungere gli ottavi è già un bel risultato. Significa essersi piazzati fra i primi 16 tennisti del torneo, 16 su 128. E perdere contro un talento come Rublev, sebbene battuto tre volte su quattro da professionisti, non può essere considerata una macchia disonorevole nel percorso di un tennista. Rublev ha la stoffa del top-ten e Berrettini non sarà il solo ottimo giocatore ad averci perso.

Il match fra Berrettini e Rublev era cominciato con un’ora di ritardo, per via del fatto che la sorprendente mammina bulgara, Tsvetana Pironkova, si era divorata un matchpoint nel secondo set con Cornet e si era ritrovata al terzo per vincere ugualmente. Mi capita un sacco di volte, soprattutto nelle gare femminili, che quando faccio il tifo per chi ha vinto il primo set perché il match finisca prima… chi conduceva mi faccia il dispetto di perdere il secondo! Vabbè, scusate la confidenza. Chissà che il prolungarsi dell’attesa non abbia un po’ sfibrato anche la carica adrenalinica di Matteo.

Detto questo mi fa piacere, al di là di tutto, che la mammina che era stata assente per tre anni – da Wimbledon 2017 – sia giunta ai quarti di finale. La ricordavo capace di sorprendere Venus Williams a Wimbledon, adesso dovrà ripetersi contro Serena che si è vendicata della sconfitta patita una settimana fa qui nel Western&Southern di Cincinnati New York con la greca Sakkari. Lì dopo aver vinto primo set e servito per il match nel secondo aveva perso al terzo. Oggi ha perso il secondo set e quando temevo che avrebbe patito la distanza, invece ha vinto bene al terzo.

Così almeno una “mamma” raggiungerà le semifinali di questo US Open che all’inizio ne allineava ben 9: o Tsvetana o Serena. E la vincente potrebbe arrivare ad affrontare una terza mamma, Vika Azarenka che ha battuto Muchova (5-7 6-1 6-4) alla fine di un match assai serrato e potrebbe approfittare dell’exploit della belga Mertens che ha sorpreso con un doppio 6-3 la campionessa dell’ultimo Australian Open Sofia Kenin, testa di serie n.2. Vi ricordo che nella storia degli Slam solo tre mamme ne hanno vinto uno: Margaret Court, Evonne Goolagong e Kim Clijsters.

Per quanto riguarda il torneo maschile, registro che Thiem si è liberato di Aliassime dopo aver sofferto soltanto nel primo set, dominando secondo e terzo set, nel corso dei quali gli ha lasciato un solo game per set. L’austriaco troverà il leprotto l’australiano De Minaur che, annullati quattro setpoint consecutivi nel tiebreak del primo set a Pospisil avanti 6-2, centra per la prima volta i quarti di finale di uno Slam. Difficile non pensare alle ultime ATP Next Gen Finals di Milano, quando Jannik Sinner aveva battuto proprio de Minaur…e qui tutti ricorderete il modo rocambolesco in cui Jannik ha perso da Khachanov dopo aver vinto i primi due set, ma subendo poi un attacco infinito da parte dei crampi.

Khachanov avrebbe poi perso al terzo turno proprio da De Minaur, dopo essere stato avanti due set a uno. L’australiano che ha vissuto in Spagna tutto il periodo del lock-down dominò quarto e quinto set, 6-3 6-1. L’idea che al suo posto nei quarti avrebbe potuto esserci Jannik non mi esce dalla testa! Vabbè, occorre aver pazienza. Riccardo Piatti l’ha sempre detto. Credo però che De Minaur non abbia chances contro Thiem che ha detto di aver giocato nel secondo e nel terzo set meglio di sempre o quasi. Una semifinale Thiem-Medvedev sarebbe la semifinale dei più degni eredi dei Fab Four. Thiem ha fatto due finali a Parigi e una in Australia, Medvedev una all’US Open, sono i numeri 2 e 3 del tabellone. Senza più Djokovic forse possono dispiacersi di non essere stati sorteggiati in due diverse metà del tabellone.

Ma non se ne lamentano di certo i protagonisti dei quarti maschili di oggi. Cioè Shapovalov e Carreno Busta, entrambi in qualche modo miracolati perché il canadese si era trovato sotto due set e 2-5 al quarto con Fritz, mentre lo spagnolo ha potuto sfruttare la squalifica giustamente comminata a un improvvido Djokovic. E cioè Zverev-Coric, con il tedesco che se riesce a liberarsi dalla sindrome del doppio fallo vale un posto in finale, anche se il croato che ha annullato sei matchpoint a Tsitsipas non ha nulla da perdere e può credere – dopo aver contratto il Covid – di essere entrato in un periodo molto più fortunato.

Nei quarti donne si prevede grande equilibrio fra Brady, che ha perso solo 19 game, e la kazaka Putintseva, unica non americana delle quattro in campo oggi. Osaka dovrebbe invece liberarsi abbastanza agevolmente di Rogers, che il suo torneo lo ha probabilmente già vinto.

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