Festa della mamma a New York, Pironkova outsider: "Mio figlio è orgoglioso di me"

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Festa della mamma a New York, Pironkova outsider: “Mio figlio è orgoglioso di me”

Nella parte bassa del tabellone dello US Open, la bulgara – al rientro nel circuito dopo tre anni – sfida Serena Williams, in proiezione di una possibile semifinale con Azarenka

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Tsvetana Pironkova - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

C’è tanto di straordinario nella storia che sta scrivendo in questi giorni Tsvetana Pironkova, 33 anni tra qualche giorno, riapparsa nel circuito dopo tre anni e una gravidanza. È certamente lei la meno attesa delle tre super mamme che hanno colonizzato la parte bassa del tabellone, con la seria prospettiva che una di loro possa raggiungere la finale. La bulgara, da sfavorita, sfiderà nei quarti Serena Williams. E la vincente potrebbe trovare in semifinale Vika Azarenka, se la bielorussa dovesse disinnescare l’insidia Mertens. Ma Pironkova, ricordiamo, aveva giocato a Wimbledon 2017 l’ultima partita prima di essere catapultata in questo US Open grazie al ranking protetto. Ecco perché non può non sorprendere il suo cammino.

Contro Alizé Cornet ha rischiato di impantanarsi perdendo il secondo set – non ne aveva lasciato ancora uno nel torneo – dopo aver sprecato un match point. Ma è rimasta poi sul pezzo nel terzo, restituendo con gli interessi il break subito in avvio. “Dopo il secondo set ho capito che avrei dovuto cambiare qualcosa per sopravvivere in questa partita – racconta – e ho iniziato a giocare più aggressiva. Ho accorciato i punti e mi è andata bene, ne è valsa la pena“.

Tsvetana Pironkova – US Open 2020 (via Twitter, @usopen)

SENZA PRESSIONE – La giocatrice di Plovdiv si è immersa nella bolla con il fratello Encho, suo storico allenatore. Non ha con sé il figlio Alexander, nato ad aprile 2018. E ammette senza nascondere la commozione: “È sempre più dura stare lontano da lui ogni giorno che passa, sono passati ormai 15 giorni, ma so che è molto orgoglioso di me. La maternità cambia, inutile negarlo. Conosci meglio il tuo corpo, non sei più concentrata solo su te stessa e sei obbligata a organizzarti meglio la vita“.

Niente di strano che la sua corsa possa fermarsi adesso, anche se è passata una vita dai quattro precedenti tutti vinti da Serena tra il 2007 e il 2015. La certezza è che la pressione non sarà nella sua metà campo. “Ho lavorato otto mesi per rientrare – racconta -, ho dovuto soprattutto rimettere a posto il servizio e i colpi da fondo campo. Ma è tutto molto diverso rispetto a prima, se ho ripreso è per godermi il piacere di giocare e la mia priorità deve essere quella. Serena è fortissima mentalmente e fisicamente, non vedo l’ora di giocare contro di lei”. Il suo Slam preferito rimane Wimbledon, dove si è spinta fino alla semifinale ben dieci anni fa. I quarti, a questo livello, le mancavano dal Roland Garros 2016. Quello che verrà sarà guadagnato, ma è già tutto molto bello così.

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