Stephens dà sponda a Osaka: "Aiuterà anche altri a parlare, non è sbagliato farsi aiutare"

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Stephens dà sponda a Osaka: “Aiuterà anche altri a parlare, non è sbagliato farsi aiutare”

L’ex campionessa dello US Open, che sta provando a rilanciarsi, ha raccontato i suoi momenti più difficili: “Ho perso i miei nonni per il Covid-19, mi pentirò per tutta la vita di non essere stata ai loro funerali per il tennis”

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Sloane Stephens - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Il viaggio nella mente dei protagonisti del circuito è adesso tema dominante. L’ha spinto in prima pagina Naomi Osaka (e sul caso ci è tornato il direttore Scanagatta nell’ultimo editoriale), l’ha sottolineato in giallo Sloane Stephens. Prendendo le distanze, con garbo, da chi tende a minimizzare. Nelle parole dell’ex campionessa dello US Open 2017, una dimostrazione di vicinanza concreta alle difficoltà psicologiche esplicitate dalla giapponese.

Penso che della salute mentale dei giocatori non se ne parli abbastanza – ha commentato -, sostengo Naomi e penso che la sua uscita pubblica aiuterà anche altri a parlare di come si sentono. I sentimenti sono reali e siamo tutti umani, quindi spero che si prenda tutto il tempo di cui ha bisogno. Ho letto delle cose poco carine su di lei, ma non dovrebbe esserci spazio per prendere a calci chi è già a terra. Specie se si tratta di una giocatrice che tutti apprezziamo molto“.

Nella profondità e nella decisione delle parole di Stephens si trova traccia del viaggio interiore che negli ultimi tempi ha dovuto compiere anche lei. Il momento più difficile l’ha vissuto in Australia, all’inizio della stagione, quando ha dovuto fare i conti in famiglia con la tragedia del Covid-19 . Il virus le ha portato via una zia e i nonni, ai cui funerali non ha potuto partecipare trovandosi a Melbourne per la quarantena obbligatoria. “Ripensandoci avrei dovuto chiedere di lasciare la bolla e di tornare a casa – racconta -, è qualcosa di cui mi pentirò per il resto della mia vita, perché ho dato la priorità al tennis rispetto alle cose che mi stavano accadendo“.

LA RISALITA – Il percorso per ritrovare la serenità è passato anche dalla necessità di non negarsi gli aiuti. “Non c’è nulla di sbagliato nell’essere in terapia o avere un consulente del dolore“, ha tenuto a rimarcare. Stephens, ben lontana dal momento migliore della sua carriera, sta però provando a ritrovare fiducia anche dai risultati. È scesa al numero 59 del mondo dopo essere stata 3 nel 2018, agli Internazionali è stata costretta a partire dalle qualificazioni e non le accadeva dal 2012. Nel mezzo, le tormentate evoluzioni del suo staff tecnico: dopo la separazione nel 2018 dal coach di lungo corso, Kamay Murray,è passata da altre collaborazioni (con Sven Groeneveld è durata appena quattro mesi) fino alle più recenti esperienze con Diego Moyano e Darian King.

In vista della stagione su terra, ha lavorato a Barcellona con Francis Roig e Jordi Villarò, partnership che sta iniziando a produrre risultati considerando la semifinale raggiunta a Parma e il primo turno passato superato a Parigi in quello che rimarrà però il grande giorno di Carla Suarez Navarro. Al secondo turno ha battuto un po’ a sorpresa Karolina Pliskova, al termine di un match che per almeno un’ora è stato di altissima qualità. Adesso le si propone un’altra sfida complessa contro Karolina Muchova, giocatrice assai polivalente che all’Australian Open ha sfiorato la finale. Una sfida che vale un posto agli ottavi; Sloane non ne gioca uno a livello Slam dal 2019, quando si spinse fino ai quarti proprio qui a Parigi.

Stephens, in ogni caso, trasmette a chi la ascolta la sensazione di una che il peggio potrebbe averlo messo alle spalle. “Penso che il tennis sia uno sport soggetto a cambiamenti molto veloci – ha concluso, speranzosa -, bisogna farsi trovare pronti quando le cose volgeranno per il meglio“.

Suarez Navarro e Stephens – Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
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