Berrettini e un fisico che scricchiola

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Berrettini e un fisico che scricchiola

Con il ritiro dal torneo di Miami, ricapitoliamo i guai fisici che hanno segnato la carriera di Matteo Berrettini: a partire dal ginocchio, passando per addominali e caviglia

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Matteo Berrettini - Nitto ATP Finals Torino 2021 (foto Twitter @atptour)
 

Sta iniziando a diventare un’abitudine: il grosso corpo di Berrettini – che si è sempre meritato i complimenti per la sua notevole mobilità considerando la stazza – ha le sue crepe, e le pause necessarie a riparare queste crepe sono sempre più frequenti. Matteo ha annunciato il ritiro dal torneo di Miami per un problema alla mano destra e dunque salterà il secondo Masters 1000 della stagione. La mano destra è una zona che finora non era mai stata coinvolta da infortuni precedenti, dunque o si tratta di un problema nuovo, o qualcosa già presente ma che non era mai stato rivelato ai media. Nel suo ultimo match giocato, la sconfitta con Kecmanovic a Indian Wells, nemmeno Luca Baldissera aveva notato segni di possibili problemi fisici, e la mano destra se non altro gli era stata utile a servire 14 ace.

I guai fisici purtroppo stanno accompagnando sempre più spesso il cammino del tennista romano lungo il tour e ci sono due dati che lo certificano in maniera lampante. Nella sua carriera da professionista, Berrettini ha perso solamente tre incontri per infortunio e altrettanti ritirandosi senza scendere in campo. Ebbene, per i ritiri il primo è datato 2015 (aveva 18 anni) mentre gli altri due sono di memoria freschissima: Finals di Torino contro Zverev a novembre dello scorso anno, e secondo turno di Acapulco appena un mese fa; stesso discorso per i walk over: i primi due sono avvenuti nei Futures quando era ancora un teenager, l’ultimo invece è il cocente ottavi di finale di Melbourne del 2021 mai andato in scena contro Tsitsipas. Ciò che si evince dunque è un maggior addensarsi di infortuni e ritiri negli ultimi due anni, a riprova dell’enorme carico di sforzo al quale si sta sottoponendo il fisico del n. 6 per restare a questi livelli.

Cerchiamo ora di ricapitolare gli infortuni principali che hanno segnato la carriera di Berrettini:

  • febbraio 2016, infortunio al ginocchio (piatto tibiale sinistro). Sei mesi stop
  • 18 luglio 2019, distorsione alla caviglia destra. Un mese stop
  • 13 febbraio 2021, infortunio agli addominali. Due mesi stop
  • 18 luglio 2021, risentimento muscolare. Out Olimpiadi
  • 14 novembre 2021, infortunio agli addominali. Ritiro contro Zverev, off season
  • 23 febbraio 2022, infortunio agli addominali. Ritiro contro Paul
  • 25 marzo 2022, infortunio alla mano destra. Out Miami

La prima rilevante battuta d’arresto risale al 2016 quando Matteo iniziò a frequentare con insistenza il circuito Challenger, ma l’esperienza francese di Cherbourg terminò con un grave infortunio al piatto tibiale sinistro: da fine febbraio tornò ad assaggiare il campo solamente a settembre nei più confortanti tornei Futures. Tra l’altro al rientro fu anche costretto a saltare la finale raggiunta a Reggio Emilia contro Travaglia (primo walk over di Berrettini), per un altro problema alla spalla. In occasione dell’infortunio al ginocchio – ad oggi il più grave della sua carriera – Matteo affermò: “Grazie a quell’esperienza sono cresciuto moltissimo dal punto di vista umano e ho potuto anche allungare la mia carriera”. La speranza è che lo stesso valga per gli infortuni che seguirono.

A tal proposito successivamente ci fu la brutta distorsione alla caviglia destra rimediata in allenamento dopo la stagione sull’erba 2019, che impedì l’allora n. 20 del mondo di difendere il titolo conquistato a Gstaad. In quel caso la lunga pausa fu quasi benefica perché tornò in campo per l’estate nord-americana, e sul cemento di Flushing Meadows piazzò l’acuto che gli diede risalto internazionale raggiungendo la semifinale con Nadal.

Il secondo stop, come un fulmine a ciel sereno, arrivò durante gli Australian Open del 2021 quando Matteo era pronto ad affrontare Tsitsipas agli ottavi di finale. Nel match precedente contro Khachanov tuttavia, durante l’esecuzione di un dritto qualcosa è andato storto e già allora apparvero i primi dolori. Tutto si è concluso con un infortunio agli addominali che lo ha tenuto lontano dai campi per due mesi, e il rientro a Montecarlo non fu affatto felice. L’anno 2021 iniziato in quel modo, nonostante le vette raggiunge sull’erba, finì con lo stesso andazzo: sempre un problema agli addominali lo costrinse a ritirarsi dal già citato match contro Zverev, così significativo davanti al pubblico italiano da non trattenere le lacrime.

Nell’estate dello scorso anno inoltre ci fu il ritiro preventivo dai Giochi Olimpici di Tokyo per un guaio muscolare, scelta arrivata a ridosso della competizione e la tempistica non lo rese esente da critiche. Tornando al 2022 infine abbiamo i due stop recentissimi stop: uno a match in corso contro Paul ad Acapulco per l’ormai classico problema agli addominali, e poi la new entry odierna del problema alla mano destra. Questo chiude l’excursus medico del Berrettini-tennista e ora, in attesa di apprendere qualcosa in più sulla natura del problema e sui tempi di recupero, si può solo augurare a Matteo una pronta guarigione.

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