Giuseppe Fischetti, coach di Zeppieri, dopo l'impresa su Molcan: "Giulio è un foglio bianco sul quale poter scrivere" [ESCLUSIVA]

Flash

Giuseppe Fischetti, coach di Zeppieri, dopo l’impresa su Molcan: “Giulio è un foglio bianco sul quale poter scrivere” [ESCLUSIVA]

Il coach romano ha aggiunto: “Fisicamente e mentalmente Giulio deve migliorare molto”. Il sogno del main-draw grazie al forfait di Musetti

Pubblicato

il

Giuseppe Fischetti, coach di Zeppieri - Roma 2022 (foto Ubitennis)
 

Questa prima giornata degli Internazionali BNL d’Italia 2022, che ha visto il via del tabellone di qualificazione sia maschile che femminile, è stata avara di soddisfazioni per i colori azzurri. Anzi potremmo definirla una disfatta più totale, nonostante comunque i nostri si siano ben disimpegnati. Va ricordato però, – ad onor del vero – che tutti i rappresentati italiani oggi scesi in campo erano molto giovani e con poca esperienza a questi livelli. Ma allora perché siamo così negativi? Perché in termini di risultati ci sono stati giorni migliori per così dire, visto le cinque sconfitte raccolte dalle nostre ragazze in altrettanti incontri di primo turno delle QualiAlvisi, Brancaccio, Raggi, Di Sarra e Rubini; tutte provenienti dalle Pre-Qualificazioni – e constatando che non è andata purtroppo neanche bene ai nostri alfieri con l’uscita di scena al primo round del tabellone cadetto di Ferrari, Fonio e Forti. Ma in mezzo a questo mare di delusioni, spicca per fortuna un’onda dalle proporzioni oceaniche: l’univa vittoria italica a fronte di otto ko. L’eroe di questa impresa, perché di questo si tratta, è il mancino n. 229 del ranking Giulio Zeppieri. Il 20enne, cresciuto a Latina, ha superato un avversario molto ostico su questa superficie, anch’egli mancino, che proprio nella settimana apripista della stagione sulla terra battuta era giunto fino all’ultimo atto dell’ATP 250 di Marrakech, arrendendosi solamente al ritrovato David Goffin. Stiamo parlando del n. 1 di Slovacchia, nonché n. 47 ATP Alex Molcan (tds n. 4 del tabellone di qualificazione), nel cui box siede nientemeno che il guru Marian Vjada – padre tennistico di Nole Djokovic. Ci ricordiamo inoltre di non averlo affrontato nel tie giocato in trasferta contro la Slovacchia per accedere alla fase finale della Coppa Davis, poiché all’ultimo momento fu fermato dalla positività al Covid. Giulio si è imposto in rimonta dopo oltre due ora e mezza di battaglia per (3)6-7 6-3 6-2.

LA COMPLICITA’ DI MUSETTI FONDAMENTALE – Nel primo parziale il tennista italico è riuscito a ricucire lo strappo dello slovacco, che si era portato sul 4-1. Poi però al tie-break ha subito l’accelerata decisiva del suo più esperto contendente dal 3-3, con 4 punti vinti consecutivamente da Alex. Nei due set successivi, invece, il romano ha sempre avuto il controllo delle redini della partita. Si è infatti issato in entrambi sul 5-1, con la differenza che nel primo caso non è stato in grado di chiudere i conti della frazione al primo tentativo, facendosi contro-breakkare e perdendo così il doppio break di vantaggio; mentre quando ha dovuto servire per vincere la sfida non ha tremato e alla prima chance ha posto fine alla contesa. Da evidenziare la prova al servizio del giovane tennista italiano – come vedremo uno dei suoi punti di forza – con 7 ace scagliati e il 67% di conversione con la prima; ma anche la freddezza nel cancellare le palle break: 10/13 per il giocatore del Bel Paese contro il 4/10 dell’avversario. Infine sottolineiamo che questo era il secondo H2H tra i due, dopo il successo della tds n. 4 del seeding cadetto al Challenger di Milano 2019 (doppio 6-1). Il classe 2001 è venuto alla ribalta del grande pubblico nel 2019 quando fu sconfitto dal connazionale, di un anno più giovane, Lorenzo Musetti nella semifinale dell’Australian Open Junior. Ebbene proprio al tennista di Carrara, Zeppieri deve molto visto che senza il forfait del n. 5 d’Italia, per lui le porte del Foro sarebbero già state chiuse da un bel pezzo.

Questo perché il mancino azzurro, aveva si preso parte al torneo di Pre-qualificazione come tds n. 4 del seeding, ma era stato sconfitto prima nei quarti di finale da Giovanni Fonio e poi nello spareggio per entrare nelle qualificazioni da Gian Marco Ferrari. Ma come detto grazie al ritiro di Musetti, Luca Nardi è scalato nel main-draw e Giulio ha potuto beneficiare di un invito per il tabellone cadetto. Per celebrare questo straordinario successo, avvenuto contro un avversario che lo precedeva in classifica di ben 182 posizioni, il suo coach Giuseppe Fischetti – sulla panchina di Zeppieri dal mese di febbraio dopo la sofferta separazione con lo storico coach di Giulio, Pietro Melaranci – si è concesso ai microfoni esclusivi del direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta, al termine della gioia datagli dal suo allievo, sui gradoni del Pietrangeli.

 

L’EMOZIONI DOPO L’IMPRESA – Il direttore parte chiedendo all’intervistato quali sensazioni ed emozioni stia provando in questo momento, dopo la grande impresa del suo pupillo, e quali sono i piani futuri per Zeppieri. Il coach romano si dimostra molto entusiasta e soprattutto veramente orgoglioso di quanto ammirato: “La sensazione è bellissima. Giulio è un ragazzo che ha un grande potenziale. Quello che ha fatto oggi è un qualcosa di speciale e anche se avesse perso la partita, sarei comunque stato fiero di lui perché oggi ho visto il nostro lavoro in campo. Questo è un momento importante, ma aldilà del risultato è importante perché è un ragazzo che ha sofferto tanto”. Qui Fischetti ricorda che il suo allievo è stato costretto ad affrontare un grave infortunio cinque mesi fa: “Nell’ultimo periodo, è stato fuori per un brutto infortunio, si è rotto il malleolo a dicembre durante il Challenger di Napoli ancora prima di giocare. Io a quel tempo non lo allenavo ancora, però lo sentivo perché siamo amici da tempo. Ha sofferto tanto, è stato tanto fermo. E adesso penso che si meriti questa bella soddisfazione e sono convinto che anche lui adesso sa che bisognerà lavorare e dare continuità. Ma aldilà del bel risultato, delle emozioni c’è da portare avanti un lavoro lunghissimo e siamo solamente all’inizio.

ATP Roma, il tabellone: Nadal dalla parte di Djokovic, Alcaraz nel quarto di Zverev. Sette azzurri in tabellone

SI DICEVA CHE ZEPPIERI AVESSE PIU’ TALENTO DI MUSETTI. COME MAI ALLORA SI E’ FERMATO? – A questo punto quando viene domandato all’allenatore di Giulio come mai, nonostante anche lui fosse salito alle luci della ribalta assieme a Musetti e addirittura venisse presentato come un giocatore con più talento del toscano, alla fine i due hanno avuto una crescita diametralmente opposta con Lorenzo che è giunto già al grande tennis e Zeppieri che invece ha subito una forte frenata; il diretto interessato si è così espresso:Sicuramente ogni ragazzo ha il suo percorso, probabilmente Giulio come percorso di maturità, di maturazione proprio come persona ci sta impiegando un pochino di più come consapevolezza. E’ un ragazzo, ripeto con grandi margini, con grande potenziale; ma rispetto a Lorenzo [Musetti, ndr] e addirittura a Jannik [Sinner, ndr] deve rimboccarsi le maniche e lavorare perché davanti a lui ha un lavoro veramente lunghissimo e duro. Partendo secondo me, dalla considerazione fondamentale che tutte le componenti devono salire insieme perché ci deve essere un equilibrio”.

I PUNTI DI FORZA E GLI ANELLI DEBOLI – Il direttore Scanagatta incalza ancora, curioso di sapere quali siano i punti di forza del tennista di Latina e quali gli aspetti del suo gioco su cui deve migliorare maggiormente:Fisicamente e mentalmente Giulio deve crescere molto, penso che abbia tante qualità nelle mani, penso che siano veramente veloci e che abbia tanta facilità nel far uscire la palla. Però se poi non c’è una componente fisica che ti fa sentire dentro il campo sicuro e di poter star lì e lottare tutti i punti, poi anche quella mentale di conseguenza scende“. Quindi si comprende come il classe 2001 sia al momento un giocatore più forte dal punto di vista tecnico che mentale. Il coach conferma descrivendo anche i vari fondamentali dell’azzurro: “E’ più avanti lì (tecnicamente) ma non è assolutamente arrivato. E’ vero che ha tante qualità, ma crescendo fisicamente e mentalmente riuscirà a portare ancora più in alto il suo potenziale tecnico. Tutte le componenti debbono andare insieme. Il dritto è in questo momento il colpo con il quale fa più male, insieme al servizio che è un’arma secondo me di ottimo livello. Ha molta facilità nel servire, però è un colpo sul quale deve mettere molta attenzione. Stiamo lavorando su quello, sui tempi e sull’andare a servire sempre con un’idea propositiva, d’iniziare il punto legando il servizio al primo colpo; così facendo può veramente fare male con questo fondamentale. Lui soprattutto da ragazzo aveva nel rovescio il colpo un pochino più naturale. Aveva un ottimo tempo e riusciva a stare vicino al campo. Poi spesso come succede, magari lavorando tanto sul diritto e mettendo tanta attenzione lì. Ma secondo me più che un fatto tecnico, è diventato un fatto d’intenzione; magari è diventato più passivo e ha perso un po di cattiveria nella ricerca di palla”.

I MARGINI DI CRESCITA SONO ELEVATI, IL RESTO DEL TEAM – Con la seguente espressione Fischetti ci fa capire i margini di miglioramento del ragazzo e contestualmente la sua fortuna nell’avere la possibilità d’incidere a 360°:Ma veramente la cosa bella da allenatore è che Giulio è come se fosse un foglio bianco sul quale poter lavorare e scrivere. Poi ci lavoro da poco, da febbraio. Abbiamo iniziato in corsa ad un torneo. Quindi ci serve tanto tempo per conoscerci, però stiamo facendo un bel lavoro. C’è un rapporto fantastico e sono aiutato da un team eccezionale, da Umberto Rianna a Lorenzo Beltrame. Insomma il ragazzo è stra-seguito ed io cercherò di fare il massimo. Giulio è supervisionato dalla Federazione, io sono il suo allenatore, a supervisionare il progetto c’è Umberto. Ci sono i preparatori atletici che ci aiutano, quindi il nostro lavoro è a tutti gli effetti di team”.

CHI E’ FISCHETTI E LE SPERANZE VERSO PARIGI – Conclusione della chiacchierata; con focus sulla storia di Giuseppe, i suoi trascorsi da giocatore e le esperienze che lo hanno portato fino ad allenare; e sul prosieguo del torneo romano e della stagione con in vista il Roland Garros: “Non ho mai fatto tornei, sono diventato sparring a vent’anni nel tennis femminile e da lì ho avuto la fortuna di girare e di fare tante esperienze, di stare dentro al circuito e di crescere. Sono di Roma. Sì, Giulio è nato a Roma, ma è sempre vissuto a Latina. Adesso però ci alleniamo a Roma e quindi si è spostato”.

Al prossimo turno Giulio giocherà contro il serve&voller Maxime Cressy, vincente 6-1 6-3 Francesco Forti, e con queste parole si è espresso sul franco-statunitense: È un giocatore molto diverso da tutti. Poi i programmi sono cecare di star più a lungo dentro il torneo e poi allenamento prima di partire per Parigi la settimana successiva. Sperando che giocherà le qualificazioni, adesso è cinque posti fuori dall’accesso“.

Continua a leggere
Commenti

Flash

Roland Garros: clamoroso a Parigi, Daniil Medvedev fuori al primo turno

Il campione di Roma cede dopo più di quattro ore di lotta e scempi a Thiago Seyboth Wild

Pubblicato

il

[Q] T. Seyboth Wild b. [2] D. Medvedev 7-6(5) 6-7(6) 2-6 6-3 6-4

Finisce con la sospettabilissima torcida brasiliana in delirio, a far da cornice al ragazzo brasiliano immobilizzato sulla sua seggiola in un sorriso irreversibile, pari per densità e stupore allo sguardo di Duda Matos, coach beneficato da un pomeriggio di follia nient’affatto ordinaria, confuso e felice. Thiago Seyboth Wild, ventitreenne da Marechal Candido Rondon, mai apparso tra i primi cento giocatori del ranking ATP nonostante un dritto non comune e già vincitore dello Us Open Junior 2018 dopo aver battuto Lorenzo Musetti in finale, ha cacciato al primo turno dello Slam rosso Daniil Medvedev, il quale aveva appena dimostrato di poter fare la voce grossa anche sul mattone tritato durante l’incredibile trasvolata romana di dieci giorni fa. “Un’inaspettata storia d’amore con la terra rossa – aveva sogghignato ai cronisti nella conferenza stampa post-trionfo al Foro Italico –? Forse no, ma credo possa nascere una buona amicizia“. Qualche dubbio nettamente prevaricato da una comprensibile dose di rinnovata autostima, e parevano comunque lontani i tempi in cui il burbero Daniil, costretto da esigenze lavorative a giocarsi la primavera sul rosso, dichiarava d’immaginarsi i campi blu per far passare la nottata.

Ma il percorso di adattamento all’odiata clay di un tempo dovrà proseguire ancora a lungo, a quanto pare, e lo stop forzato di pochi minuti fa non autorizza previsioni positive per quanto riguarda il perseguimento dell’obiettivo. Seyboth Wild, un titolo ATP in carriera (Santiago 2020, ultimo torneo pre-interruzione per l’emergenza pandemica, fu il primo nato nel 2000 a vincere un torneo maggiore), best ranking al numero 106 delle classifiche mondiali, fino a oggi non aveva mai vinto un match di tabellone principale negli Slam. Medvedev, da par suo, aveva perso per l’ultima volta all’esordio in un Major proprio a Parigi, contro Marton Fucsovics nell’anomala edizione autunnale del 2020, e continua ad avere un brutto rapporto con il quinto set: aggiornata la specifica statistica, il russo vanta un preoccupante 3-9. Era arrivata una sconfitta anche nell’unico altro match finito al quinto sulla terra parigina, nel 2019 contro Pierugo Herbert, e insomma i segnali storici iniziano a incoraggiare pensieri funesti. Medvedev lascerà sguarnito l’ultimo spicchio di tabellone da dominatori designati. L’ultimo campione di Roma a salutare Parigi all’esordio era stato Sascha Zverev, nel 2017.

 

Difficilino mettere ordine in un match segnato da parecchi alti rilevanti e altrettanti bassi sciagurati, ma sia detto subito ciò che subito va detto: Seyboth Wild ha meritato la vittoria, e ha pure rischiato di doversi mangiare le mani. Avanti di un set vinto al tie break dopo aver rimontato il subitaneo svantaggio di un break, il brasiliano si è trovato avanti sul 6-4 nel tredicesimo gioco del secondo grazie a una risposta baciata dal nastro che ha messo a nudo la presa estrema di Daniil, ma al momento di chiudere con il servizio a favore il dritto di Thiago, sin lì prodigo di vincenti, è finito lungo dopo un servizio che gli aveva apparecchiato l’esultanza. Un altro errore con il dritto, stavolta meno grave in coda a uno scambio da venti colpi ha favorito il pareggio a sei, e quando Medvedev si è portato sul 7-6 grazie a un pallonetto da campione ampiamente scenografico, l’occasione della vita sembrava sfumata: sul set point Russia, Seyboth Wild ha buttato un facilissimo smash a due passi dalla rete, mentre i cronisti di tutto il mondo erano pronti a ricopiare la storia di un finale già scritto mille volte.

Partito con il piglio giusto, pronto a spaccare qualsiasi palla arrivasse corta nella propria metà campo, fino a quel momento indisponibile a lasciare che il filo della partita si attorcigliasse nella classica ragnatela tattica tessuta dallo scafato avversario, Seyboth Wild, un solo match giocato al quinto set in tutta la carriera fino al pomeriggio di oggi, è parso pagar grave dazio alle insidie proposte dalla distanza tre su cinque. Un break subìto all’inizio del terzo set, un timido tentativo di reazione fino alla palla del tre a due sciupata, e un finale di frazione in picchiata, più per distrazione e scoramento che per meriti di un Medvedev disordinato e in costante lite col servizio, a volte utile a cavarlo dai molti momenti di ambasce in battuta (12 palle break salvate sulle 19 concesse), ma molto più spesso a cacciarlo nei guai (quindici doppi falli alla fine).

Messe le cose a posto con il netto 6-2 del terzo set e di fronte a un avversario apparentemente sulle gambe, Daniil è inopinatamente partito scarico all’inizio del quarto, ed è finito sotto 3-0 prima di recuperare il break grazie alla non richiesta partecipazione del brasiliano, annebbiato dai fumi della pressione quando ha affossato in rete la voleé di rovescio per il 3-2 che ha rimesso in pari l’ordine dei servizi su una palla destinata al corridoio esterno. Il segnale che il pomeriggio sarebbe stato comunque complesso si è manifestato nel game successivo: sul 40 pari conciliabolo esteso tra Medvedev e giudice arbitro su palla contestata, fischi del pubblico al russo, il quale con plateali gesti dell’indice ripetutamente portato alla bocca intimava i tifosi al silenzio. La concentrazione è qualità sprovvista di tasto per l’attivazione a piacimento, massime nel caso di Medvedev, che nel punto successivo ha puntualmente concesso palla break compiendo un disastro a rete, per poi subire un rispostone da Wild con il rovescio lungolinea che ha di fatto spostato ogni decisione al quinto.

Il servizio, da precario strumento di salvataggio, si è a quel punto trasformato nel nemico pubblico numero uno: dieci i giochi andati in archivio nel parziale decisivo, cinque i break totali, di cui quattro consecutivi dal due pari al 4-3 Brasile, settimo gioco rivelatosi per l’ennesima volta quello simbolico nelle giornate infernali con protagonista il feltro giallo. Lo scoppiettante dritto di Seyboth Wild, quarantasette, dicasi quarantasette, vincenti con il fondamentale in tutta la partita, aveva smesso di collaborare per un’oretta buona. Il brasiliano, bravo e baciato dagli Dei di un pomeriggio che vale almeno una stagione, ha salvato nel frattempo capra e cavoli con il rovescio anche anomalo, mandando ai matti lo scocciatissimo favorito. Ma sul 5-4, al momento di servire per l’incontro, la prova del nove innumerevoli volte fallita per scarsa abitudine al trionfo dal peone di turno, la tremenda catenata che aveva costretto così tante volte Medvedev a rincorrere nei pressi dei teloni è all’improvviso ricomparsa, giusto in tempo per marchiare a fuoco il sovvertimento di pronostico più clamoroso della giornata: inside-in prima; inside-out poi, per chiudere dopo quattro ore e quindici minuti di altalena vorticosa. Thiago Seyboth Wild giocherà per la prima volta in vita sua un secondo turno Slam, e la porta sul terzo non dovrebbe essere chiusa a chiave da Quentin Halys o Guido Pella. Daniil Medvedev avrà di che riflettere: storia d’amore no, s’era detto. Ma anche le buone amicizie vanno coltivate nel tempo.

Continua a leggere

Flash

Davide Vavassori, papà-coach di Andrea: “Vittoria più importante della carriera, ha avuto coraggio” [ESCLUSIVA]

Il padre di Andrea sottolinea tutti i progressi del figlio e allievo: “È cresciuto tantissimo dal punto di vista mentale, non possiamo più dirgli nulla”

Pubblicato

il

Andrea Vavassori (in basso) abbraccia il padre Davide (in alto) dopo la vittoria al primo turno contro Kecmanovic - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Una vittoria che Andrea Vavassori non dimenticherà mai: il torinese annulla cinque match point (qui la cronaca di Gibertini) e batte al quinto da 0-2 sotto Miomir Kecmanovic, regalandosi la prima gioia in un primo turno di uno Slam. Adesso affronterà al secondo turno Genaro Alberto Olivieri e ha una buona occasione per andare ulteriormente avanti. A fine partita abbiamo incontrato Davide Vavassori, coach e padre di Andrea. L’emozione per questo successo è palpabile: “Se c’è una partita che uno sogna di vincere in uno Slam, questo sicuramente è il modo giusto, rimane sicuramente impressa. Oltre cinque ore di partita: è cresciuto tanto dal punto di vista mentale, perché prima alcune partite se le faceva sfuggire per problemi di tenuta mentale. Adesso non possiamo più dirgli nulla, il mental coach è stato bravissimo“.

Un match durato oltre cinque ore, difficilissimo anche dal punto di vista fisico: “Lui ha dei piccoli avvertimenti muscolari e sin dal terzo set mi diceva che gli stavano per venire dei crampi. Gli ho detto di integrarsi bene, era normale avesse dei fastidi anche per la tensione. Faccio i complimenti a tutto il mio team, Gianni Stantigli al mental coach, Davide La Tommasina che è il secondo coach, Federico Dal Lago che è il terzo coach e Marco Sesia che è il preparatore atletico. Lui non è abituato a giocare tre su cinque, il primo set si poteva portare a casa, ha sbagliato un dritto abbastanza semplice. Sotto di uno, due set si sentiva in ansia, io gli ho detto di rimanere calmo perché tre su cinque può sempre succedere di tutto. Lui è riuscito a rimanere lì, poi ci vuole un pizzico di fortuna“.

Andrea Vavassori che è stato coraggioso in ogni momento del match; “Con il servizio e il dritto era sopra, mentre con il rovescio era sotto perché lui (Kecmanovic, ndr). Avanti non era semplice andarci, ma quando c’è andato è stato coraggioso. Doveva aver coraggio ed è stato coraggioso nel momento giusto. Sicuramente è la vittoria più importante della carriera, per com’è andata, per essere in uno Slam e perché l’avversario ha giocato per la classifica che gli compete. Passato questo scoglio abbiamo uno spot di tabellone che non è male (al secondo turno dovrà giocare contro l’argentino Olivieri, ndr). Ci godiamo questa soddisfazione da maturi (ride, ndr)”.

 

Continua a leggere

Flash

Roland Garros, programma day 4: Giorgi si merita di nuovo il Centrale. Djokovic nel serale. Ci sono anche Musetti e Fognini

Non perdere il LIVE su Ubitennis. Il serbo opposto a Fucsovics. Occhi anche su Arnaldi-Shapovalov e sul numero 1 Alcaraz contro Daniel. In campo Errani, Sabalenka e Kasatkina

Pubblicato

il

Novak Djokovic - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
Novak Djokovic - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Dopo l’esordio con Cornet, Camila Giorgi ritorna sul centrale anche al secondo turno contro la testa di serie n. 3 Jessica Pegula alle ore 11:45. Il programma del day 4 del Roland Garros prosegue con il numero 1 ATP Carlos Alcaraz come terzo match sul centrale opposto al giapponese Taro Daniel. La sessione serale sarà escluisva Novak Djokovic contro l’ungherese Marton Fucsovics non prima delle ore 20:15. Il campo Suzanne Lenglen apre i battenti alle ore 11 con Tsitsipas contro Carballes Baena, e poi una doppietta femminile con tds numero 9 Kasatkina contro l’ex finalista Vondrousova, e poi la tds numero 2 Sabalenka contro Shymanovich.

Non perdere il LIVE su Ubitennis

Compeletando il discorso azzurri, come ultimo match sul campo 7 troviamo Lorenzo Musetti, testa di serie numero 17 che se la vedrà col russo Alexander Shevchenko alle 19 circa; mentre alle 11 aprirà il programma sul campo 6 Fabio Fognini con l’australiano Jason Kubler. Matteo Arnaldi invece impegnato contro Denis Shapovalov alle ore 16 circa sul campo 12. Sul versante donne spazio anche all’ex finalista Sara Errani, come terzo match sul campo 9 alle 16 circa contro la romena Irina Begu. Altri match di spicco sono: Wawrinka-Kokkinakis alle 13 circa sul Court Simonne-Mathieu

 

Continua a leggere
Advertisement
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement