Australian Open, Tsitsipas: “Come ho vinto il quinto set? Lo tengo per me"

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Australian Open, Tsitsipas: “Come ho vinto il quinto set? Lo tengo per me”

Dopo la vittoria contro Jannik Sinner, Stefanos Tsitsipas parla di fan, del perché si trovi così bene a Melbourne e di come è riuscito di nuovo a girarla al quinto… senza svelare troppi segreti

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Stefanos Tsitsipas – Australian Open 2023 (foto via Twitter @AustralianOpen)
 

Jannik Sinner gliel’ha resa resa molto più tosta rispetto a un anno fa, gli ha recuperato due set di svantaggio e pareva avere l’inerzia favorevole al quinto, ma nel parziale decisivo Stefanos Tsitsipas ha dominato i propri turni di battuta e ha approfittato di un paio di errori azzurri per assicurarsi il quarto di finale contro quel Jiri Lehecka che apparentemente è avversario migliore di Auger-Aliassime. Migliore nel senso che probabilmente Tsitsipas preferisce lui rispetto a Felix, ma anche che è stato migliore del canadese.

In ogni caso, dopo Jannik, tocca a Stefanos dire la sua sulla sfida appena conclusa, oltre che sui nomi nuovi di questo Australian Open, sulle sue cartoline prefirmate e altro ancora, cominciando dall’inizio del quinto set al quale è arrivato subendo il recupero dell’avversario, quindi non nella migliore delle condizioni. “Si trattava solo di restare rilassato e prepararmi per la battaglia nel quinto” spiega Stef. “Sembrava che l’inerzia fosse cambiata drasticamente. C’era un divario che non riuscivo a colmare. Ho fatto qualche modifica tecnica, mi sono dato l’opportunità di giocare più rilassato e ciò mi ha aiutato a servire meglio. Sono stato più reattivo in risposta e brekkare è stato un gran momento”.

D. C’è qualche nome nuovo, Korda, Lehecka. C’è più pressione per vincere uno Slam perché ci sono più avversari per il titolo?

“No, io faccio il mio gioco e i titoli arrivano se gioco bene, va da sé, credo. Tutti dobbiamo gestire la pressione quando giochiamo, ogni volta è una gara diversa in condizioni e contro avversari differenti. Non direi che molti giocatori pensino ai tornei futuri, perché il tennis è uno sport in cui devi rimanere presente, altrimenti la tua mente vaga, crea ogni sorta di scenari e non è così che ottieni il massimo nelle prestazioni.”

D, L’anno scorso è stata a senso unico con Jannik. Quest’anno hai iniziato sempre dominando, ma lui è stato capace di girarla. Cosa ha migliorato? Come ti sei adeguato nel quinto?

“Ripensandoci, ho fatto scelte che non sono state delle migliori. Penso però che sia importante tenermelo per me e tornare a lavorarci. Non tutto deve essere reso pubblico. Ma è una sensazione, qualcosa che ha mostrato qualcosa di diverso nella prima parte del match e che per qualche motivo ho deciso di non seguire oppure mi sono messo in testa di poter fare cose più estreme. Sembra che non abbia funzionato affatto. L’aspetto più importante è che ho lottato.”

D. Hai passato mezz’ora a firmare le cartoline ieri? Quante ne porti, dove hai preso l’idea?

“Certo, lo faccio sempre. Mi è venuta durante la pandemia, con il distanziamento sociale. I fan sono la cosa più importante quando siamo in campo, sono proprio una grossa parte del perché facciamo le cose in maniera fantastica quando giochiamo”.

D. Qualche parola sulla tua relazione con Melbourne, che energia ti dà, perché è diversa?

“Sono cresciuto con un clima molto simile nell’Attica sudoccidentale, qui mi ricorda casa. Inoltre, ovunque guardi, vedo facce greche, greci che parlano greco. Quando sei lontano da casa, è importante avere questa sensazione, connettersi ancora di più con la cultura del posto dove ti trovi. Melbourne è la seconda città per grandezza dopo Atene con la maggiore presenza di greci. La considero il mio Slam di casa. I francesi hanno il Roland Garros, i brit hanno Wimbledon, gli americani lo US Open. Per me è l’Australian Open.”

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