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Alcaraz-Sinner: il nuovo capitolo di una rivalità che è già un classico
Ne abbiamo scritto qualche mese fa, ipotizzando una rivalità che vede un suo nuovo capitolo nella semifinale di Indian Wells. Rivediamo insieme gli altri.

Chi segue lo sport, lo vive e lo racconta, ogni tanto si ritrova a fare i conti con una domanda che può risultare assillante ma che racchiude il senso di quello che si segue, si vive e si racconta: qual è l’essenza dello sport? Sembrerebbe complesso rispondere a questa pur apparentemente impossibile domanda; eppure la risposta è probabilmente più facile di quanto si possa immaginare. Se non altro più diretta. Affonda le radici della propria essenza in quel sacro spirito che brucia nel petto di ogni agonista che sia degno di esser definito tale: lo spirito competitivo, la competizione. Esprimete questo concetto come meglio crediate, il risultato non cambierà di una virgola rispetto ad un finale che è quel cuore che stavamo cercando. E non può esistere competizione senza un confronto, continuo e diretto con uno o più avversari sportivi. Cosa sarebbe lo sport senza rivalità?
Andando oltre la trita e alle volte stantia retorica dell’essere il primo avversario di sé stessi, la storia dello sport si nutre di queste rivalità, affonda i propri denti nel succoso e succulento esibizionismo dei propri attori, chiamati a soddisfare la fame del proprio ego sportivo. Gli esempi nella storia del tennis, nel nostro sport, sono molteplici. Ricordarne qualcuno vorrebbe dire fare un torto ad altri: lasciamo ai nostri affezionati lettori questo esercizio di memoria e per certi versi di stile o, se preferite, di stili.
Una di queste rivalità, che afferisce alla sfera del presente con lo sguardo rivolto al futuro, coinvolge due baldi giovanotti che si guadagnano da vivere girando il mondo con una racchetta in mano, facendo appassionare sia i giovanissimi, alla costante ricerca di punti di riferimento da ammirare, sia i più âgée, anche loro impegnati in una costante ricerca, questa volta però, necessaria ad alimentare il motore della passione. Hanno rispettivamente 19 e 21 anni, si chiamano Carlos e Jannik e probabilmente saranno chiamati ad essere protagonisti assoluti del prossimo decennio tennistico. Incroceranno le proprie strada in questo 2023, nella quanto mai attesa semifinale del primo 1000 della stagione, in scena nel deserto californiano di Indian Wells. Ma la prima vera stagione in cui i due hanno affilato le spade dando vita a tre match, uno più bello dell’altro e su tre superfici diverse è quella che si è conclusa con lo spagnolo numero uno al mondo: 2-1 in favore di Sinner il bilancio delle sfide nel 2022. Sostanziale parità, 2-2, se consideriamo invece l’intera carriera dei due giocatori, che si sono trovati uno di fronte all’altro per la prima volta a Parigi nel 2021, con in palio il titolo di enfant prodige del tennis mondiale. A vincere è Alcaraz, con un equilibratissimo 7-6/7-5; in buona sostanza il degno antipasto del ricco menù del 2022.
Sono passate soltanto poche ore da quando a Wimbledon si è appena spento l’eco dei festeggiamenti per i 100 anni del campo centrale; una messa laica che ha visto ripercorrere la storia di quel mitico rettangolo da sogno in cui i più grandi hanno saputo vincere ed emozionare. Non è un caso che la prima partita dopo quel tourbillon di emozioni sia quella tra Sinner ed Alcaraz, primo incontro Slam tra i due: il presente che mette la propria firma sulla cambiale del futuro. Il match degli ottavi di finale lo vince l’azzurro, forse anche in maniera più semplice del previsto: dominando il primo set, controllando il secondo, perdendo il terzo al tie break e sancendo la propria superiorità nel quarto. Gioco partita incontro e accesso ai quarti di finale.
È sulla terra rossa croata ad Umago che la saga di Sinner e Alcaraz trova la prima di una, si spera, lunga serie di finali tra i due. Alcaraz arriva a questo match da favorito e campione in carica del torneo. Non semplice per Jannik che però sa di avere le sue possibilità e sa come sfruttarle. Scrive Michelangelo Sottili, nostro inviato ad Umago nel suo articolo di commento alla finale: “Il campione uscente si arrende in tre set a Jannik Sinner che, perso il primo set al tie-break, è uscito da un pericoloso momento di difficoltà all’inizio del secondo parziale quando ha salvato sei palle break di cui tre consecutive. È stato quello il momento di svolta dell’incontro: con Alcaraz ormai pronto a spiccare il salto verso il traguardo, la tenacia di Sinner nel rimanere in quel game ha iniziato a creare qualche crepa nelle certezze spagnole e di sicuro è stata portatrice sanissima di gran fiducia per Jannik, di nuovo bravo a contenere la reazione dell’avversario e a prendersi il parziale con l’indigesto bagel virtuale”. Tenacia italiana, crepe spagnole. Questa la sintesi estrema di ciò che è stato ad Umago, una settimana dopo Amburgo. Anche lì terra rossa, anche lì un italiano in finale. Musetti che batte Alcaraz, ma questa è un’altra storia.
La storia che stiamo raccontando invece ha trovato nell’ultimo atto la sua più estremamente affascinante conclusione. Sono le 3 di mattina a New York la città che per definizione non dorme mai: anche perché stavolta a tenerla sveglia ci sono due moderni gladiatori che hanno trovato nell’ “Arthur Ashe” il loro ideale colosseo. Sinner è avanti 2 set a 1 dopo aver vinto due tie break tirati all’inverosimile; nel terzo set ottiene il break che gli permette, sul 5-4 di servire per il match. Sembrerebbe la terza vittoria su tre incontri nel 2022. Ma è la magia di questo sport, crudele nella sua meraviglia, a cambiare il finale. Il controbreak di Alcaraz è realtà e per certi versa la partita finisce qui. Sinner prova una reazione ma il 7-5 finale non ammette repliche. Il quinto set è accademia spagnola. La sensazione è che i fortunati possessori di un biglietto per l’incontro potranno raccontare ai propri figli di aver visto una delle partite più belle ed intense che il tennis moderno sia stato in grado di produrre. Magia su magia.
Cosa ci hanno detto questi tre match? Tecnicamente diversi perché diverse erano le tre superfici su cui sono avvenuti gli incontri che hanno avuto una chiave comune. Lo spagnolo ad oggi è in possesso di maggiori soluzioni tecniche rispetto a Sinner: devono però funzionare al 100% e al massimo della propria espressione, perché altrimenti sia la solidità mentale di Sinner e sia un migliore approccio alla rete, potrebbero rappresentare un punto di svolta definitivo. Quando Carlos abbassa il proprio livello, anche solo un attimo, Jannik è sempre pronto ad approfittarne, perché sa leggere il momento, ha imparato a conoscere a fondo il proprio avversario.
E sarà proprio il match di domani a dirci se anche nel 2023 questo potrà essere considerato il leit-motiv della sfida tra i due; un canovaccio non scritto in attesa della sua rappresentazione scenica, la prima delle quali è già storia, prima ancora che la stessa venga vissuta: è il destino delle grandi sfide, il destino dei futuri campioni. Ed è proprio dalla storia di questa stagione che le prime indicazioni sembrano volgere verso quella che è da considerarsi come un’inevitabile crescita tecnica e fisica di Sinner, per certi versi ripercorrendo i passi fatti da Alcaraz un anno prima: nel 2021 abbiamo lasciato Alcaraz vincente a Milano, al torneo Next Gen, con il fisico di un ragazzino, ce lo siamo ritrovati in Australia uomo. Ecco perché Sinner è chiamato allo stesso percorso da compiere per arrivare al livello di colui che ha chiuso la scorsa stagione al numero 1 al mondo, riproponendosi come suo alter ego, sua nemesi, suo avversario principale. I match dello scorso anno parlano in tal senso avendo trovato nell’altoatesino probabilmente l’avversario che lo ha messo più in difficoltà nei singoli incontri disputati durante la stagione. La speranza azzurra passa proprio dai precedenti, andando oltre il risultato e guardando alle prestazioni. Prestazioni che hanno visto Sinner in gran spolvero in questo inizio d’anno, conquistando tre semifinali consecutive nei tre tornei a cui ha partecipato, vincendone uno, in finale a Montpellier con Cressy e perdendo da Medvedev a Rotterdam. Cosa succederà domani è difficile da prevedere: di sicuro quello che possiamo dire è che il tennis è in buone mani, le mani di due ragazzi degli anni 2000 che sono pronti ad incrociare le proprie racchetta in questo 2023 e negli anni a seguire. Il tennis rinnova se stesso, rigenerandosi ogni volta, passa anche e soprattutto da loro due.
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Pagelle Indian Wells: Alcaraz da numero 1 e la vendetta di Elena
Carlos Alcaraz domina Medvedev e torna in vetta al ranking. Rybakina si prende la rivincita su Sabalenka. Un ottimo Sinner mentre Berrettini…

È stato un bel torneo, il primo master 1000 della stagione, ma noi dobbiamo prima occuparci dei problemi di casa nostra.
È evidentemente tutta colpa di Melissa Satta (10) e della pubblicità. Si sa, Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere, Matteo Berrettini (3) non vince più e Taro e amaro è stato questo torneo di Indian Wells. Con un bagno di umiltà, il nostro ha deciso di “retrocedere” al challenger di Phoenix e non è che lì le cose siano andate molto meglio, anche se ci sta di perdere contro un ex Pallone d’oro. Ma dicevamo, il Tribunale dei Social ha individuato la colpevole nella femme fatale che ha osato distrarre Matteo dalla fatica settimanale, perché diciamolo, fino a pochi mesi fa Berrettini faceva vita da asceta, votato alla castità ed il massimo che poteva concedersi era una serata in casa ad ascoltare una playlist con le canzoni di Sonego (5), oppure una partita a PlayStation con Sinner. Ovviamente anche gli spot hanno la loro colpa, perché i soldi si sa, impigriscono, mica come fino ad un paio d’anni fa quando il nostro Matteo andava avanti a pane e acqua e per fortuna c’era la mensa del Foro italico a sfamarlo. Stendiamo una velina pietosa e andiamo avanti, augurandoci che da Miami la ruota possa girare o, perché no, Melissa si innamori di Alcaraz o Medvedev.
Per fortuna ci ha pensato Jannik Sinner (8) a tenere alto il tricolore in terra americana, battendo un altro top-5 e arrendendosi solo allo scatenato Alcaraz. Anche Jannik però va bocciato, vorrà mica cavarsela con una semifinale ad Indian Wells, una roba che riesce persino a Tiafoe (8), perché non esiste che un giocatore che veste la maglia dell’Italia, nota potenza del tennis mondiale che ha dalla sua trenta slam, perda contro uno sbarbatello diciannovenne spagnolo. Insomma Sinner alla veneranda età di ventuno anni e mezzo non ha ancora raggiunto una semifinale di uno slam, non ha ancora vinto un 1000 e non è ancora arrivato nei primi 8 del mondo. Giocatore finito, e senza nemmeno essere stato fidanzato con Melissa Satta, figuriamoci.
E veniamo al torneo. Rune (5) le ha prese dal vecchio Stan (7) e ha dimostrato ancora una volta di essere il più simpatico del circuito. Non siamo informati sulle frequentazioni di Casper Ruud (4) ma i rumors raccontano di serata milanese in compagnia di Berrettini e dunque tutto torna. Lorenzo Musetti (4) invece sta mettendo in atto una strategia geniale: perdere tutte le partite possibili e immaginabili per non avere punti da difendere nel 2024, l’anno della sua consacrazione. Ha vinto Carlos Alcaraz (10), che torna numero 1 del mondo e finché a Djokovic sarà concesso di giocare un torneo su tre, così sarà. Medvedev (9) si è arreso dopo una carrellata di vittorie consecutive, anche se non gli va bene il campo, non gli vanno bene le palle, forse nemmeno il pubblico e gli avversari: figuriamoci se fosse tutto di suo gradimento.
Ha vinto anche Elena Rybakina (10) che si è presa una gustosa rivincita dopo il ko australiani contro Sabalenka (9). Insomma dietro Swiatek (7) c’è vita e consentiteci un pensiero dolce alla “vecchia” Petra Kvitova (7) che è tornata a ruggire Le azzurre? Salviamo Camila Giorgi (6) che per un’oretta ha messo sotto Pegula e Martina Trevisan (6) che ha vinto una partita. Si va a Miami, mi ami o non mi ami, questo è il problema, l’importante è che nulla distragga i giocatori…
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ATP Indian Wells, Alcaraz: “Mi aspettavo una partita più dura. Sentiamo la mancanza di Novak”
“Il mio tennis non è migliorato, ma ora non subisco la pressione” Sul ritorno al numero 1, Carlos Alcaraz dice: “Essere davanti a giocatori come Novak Djokovic e gli altri top player è straordinario”

Vittoria e ritorno in vetta al ranking. La domenica di Carlos Alcaraz in quel di Indian Wells non poteva avere un finale migliore. Il tennista spagnolo si scrolla di dosso i fantasmi dei problemi fisici di inizio anno e con una solida prestazione regola in due set il russo Daniil Medvedev. Nella conferenza stampa post match lo spagnolo commenta le sue prestazioni nel deserto della California e la gioia di essere tornato in testa alla classifica mondiale ATP.
MODERATORE: Benvenuti alla conferenza stampa di Carlos Alcaraz. Prima di tutto, congratulazioni, Carlitos. Il tuo primo titolo qui a Indian Wells, il tuo terzo titolo ATP Masters 1000 e tornerai al numero 1 del mondo. Potresti riassumere la tua settimana qui a Indian Wells.
ALCARAZ: “È fantastico sollevare il trofeo qui e riconquistare la posizione numero 1 del ranking. Direi che questo è stato il torneo perfetto. È stata un’ottima settimana per me, volevo davvero vincere questo torneo e per me è fantastico.”
D. Quali progressi hai fatto nel tuo gioco dallo scorso anno quando qui ad Indian Wells hai giocato la partita con Nadal, e 12 mesi dopo sei il numero 1 al mondo? Cosa hai migliorato nel tuo tennis?
ALCARAZ: “Non penso che il mio tennis sia migliorato così tanto dallo scorso anno. Quello che ho migliorato molto è il non subire la pressione, giocare in maniera rilassata. Questa è per me la cosa più importante. Ecco perché mostro un ottimo livello di gioco, perché mi sento come se non ci fosse pressione su di me. Sto giocando rilassato e direi che ho migliorato molto questo aspetto. È per questo che sto giocando ad un buon livello.”
D. Guardando dall’esterno, sembra che quando giochi, non hai dubbi sui tuoi colpi. È vero? Hai completa fiducia nei tuoi colpi ogni volta che colpisci la palla? Perché sembra davvero che tu non abbia dubbi su quello che stai facendo e su quale sia la cosa giusta da fare.
ALCARAZ: “Non ho dubbi sui miei colpi. Mi sento davvero a mio agio in campo. Mi fido di ogni colpo che gioco. È per questo che sto giocando un ottimo livello, perché se sbaglio qualcosa, non mi importa di aver commesso un errore. Sto solo cercando di giocare al 100% ogni colpo.”
D. Il tuo match è durato un minuto in meno rispetto al primo set della finale femminile. Ti sei sorpreso da quanto bene sei riuscito a giocare oggi e di quanto sei stato dominante? O ti aspettavi che fosse così?
ALCARAZ:” Onestamente, non me lo aspettavo. Mi attendevo una partita più dura. Ma possiamo dire che ho giocato in maniera perfetta. Ho già detto in passato che contro Daniil devi giocare al meglio e devi gestire l’aspetto tattico al massimo. Contro di lui è sempre una partita tattica e oggi sono stato perfetto. Ecco perché è sembrato un successo facile, ma non è stato così” (sorridente).
D. Di nuovo al n. 1. Come ti senti ora a riuscirsi di nuovo?
ALCARAZ: “È bello tornare al numero 1. Ovviamente ogni giocatore vuole essere il numero 1, e per me è di nuovo un sogno diventato realtà. Ovviamente essere davanti [in classifica] a giocatori così importanti come Novak e come gli altri top player, è una sensazione straordinaria.”
D. Congratulazioni. Molti giocatori possono essere nervosi nel giocare le finali dei tornei importanti come Indian Wells, US Open, ma guardandoti sembra che tu sia molto sciolto e rilassato. Hai un segreto su come riesci a farlo?
ALCARAZ: “Cerco di sembrare sciolto e rilassato ma onestamente ero nervoso. Si tratta di un aspetto che ho affrontato con il mio team, capire come fare per mostrare all’avversario che sono rilassato, che mi sto godendo la finale. Ma ovviamente è normale essere nervosi e devi essere in grado di gestirlo. Tutti i migliori giocatori del mondo gestiscono la tensione davvero bene in queste sfide ed infatti esprimono un livello molto alto. Questo è quello che cerco di fare. Ma ero nervoso (sorridente).”
D. Ben fatto. È passato quasi un anno da quando hai giocato l’ultima volta con Novak Djokovic. Tu hai saltato l’Australian Open; lui non è presente negli Stati Uniti. È una sfida di cui senti la mancanza e che non vedi l’ora di giocare?
ALCARAZ: “Certo. Novak è uno dei migliori giocatori del mondo. Se vuoi essere il migliore, devi battere i migliori. Voglio davvero giocare di nuovo contro Novak. Sentiamo la sua mancanza nel tour e speriamo di riaverlo molto presto. Sarà incredibile giocare di nuovo contro di lui.”
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Scanagatta: “Alcaraz trionfa su un Medvedev irriconoscibile. Sinner gli aveva reso la vita molto più dura” [VIDEO]
Il Direttore Ubaldo Scanagatta commenta la finale maschile di Indian Wells 2023, vinta dallo spagnolo 6-3 6-2

Alcaraz trionfa su un Medvedev irriconoscibile. Sinner gli aveva reso la vita molto più dura. E lui meriterebbe di essere considerato il secondo giocatore del torneo. Ma che straordinaria varietà nel tennis di Carlitos! Una decina di Serve&volley, volée acrobatiche alla Boris Becker, tocchi deliziosi alternati a fucilate impressionanti. Tre smorzate vincenti di fila, tutte diverse. Medvedev non ha fatto neppure un ace e soltanto nell’ultimo game e’ arrivato a 40 sul servizio dello spagnolo di nuovo n1 del mondo. La striscia vincente di Medvedev si ferma a quota 19. Anche i campioni possono avere brutte giornate.