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Martina Navratilova ha sconfitto il cancro: “Pensavo di non poter vedere il prossimo Natale”
La ex numero uno del mondo fa il punto sulla malattia a tre mesi dal ritorno del cancro in un’intervista al giornalista britannico Piers Morgan

Tre mesi fa, Martina Navratilova aveva annunciato al The Times che il cancro era tornato. 13 anni dopo la diagnosi di un tumore al seno, per la ex numero uno del mondo la battaglia contro la malattia tornava a ripetersi. Lo scorso novembre, durante le WTA Finals di Fort Worth, Martina aveva notato l’ingrossamento di un linfonodo al collo e, una volta sottoposta a diversi controlli medici, il responso fu di tumore al primo stadio al seno e alla gola causato dal HPV (Human Papillomavirus), una delle forme più curabili di cancro.
In un’intervista concessa a Piers Morgan, Martina, che ha 66 anni, ha annunciato la guarigione: mancano solo altre due settimane di radioterapia sul seno prima che sia ufficialmente debellata la neoplasia. La doppia diagnosi, ha confessato Navratilova, l’aveva spaventata e costretta a sospendere la sua vita, in particolare il desiderio di adottare un bambino insieme alla moglie Julia Lemigova. “Pensavo di non poter vedere il prossimo Natale. L’approccio mentale (tennis-mode) e la determinazione che avevo quando giocavo a tennis mi ha aiutata a sconfiggere la malattia. Il trattamento è sicuramente la cosa più difficile che io abbia mai fatto”.
In questi mesi sono state numerose le dimostrazioni di affetto di appassionati, tifosi e colleghe, soprattutto la rivale di sempre, Chris Evert. Le due, che hanno dato vita alla rivalità più longeva della storia del tennis, si sono affrontate 80 volte nel rettangolo da gioco ma, fuori dal campo, sono riuscite a mantenere una duratura amicizia che negli anni, si è rivelata preziosa per superare i momenti difficili.
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Intervento chirurgico per Rafa Nadal
Venerdì pomeriggio, il 22 volte campione Slam è stato operato in artroscopia al muscolo ileopsoas dal dottor Cotorro. Sabato mattina i dettagli

Tramite il suo team, Rafa Nadal ha comunicato che nel pomeriggio di venerdì si è sottoposto a un intervento in artroscopia. Lo scopo era quello di riesaminare la lesione al muscolo ileopsoas sinistro. L’operazione è stata eseguita dal medico di fiducia di Rafa, il dottor Ángel Cotorro.
Il campione maiorchino non gioca da quando si era infortunato all’Australian Open e, dopo aver ripetutamente rinviato il rientro, il 18 maggio scorso aveva annunciato la rinuncia al Roland Garros e una pausa di diversi mesi prima della sua ultima stagione. Sabato mattina sarà ancora lui stesso a spiegare nei dettagli l’esito dell’operazione.
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Roland Garros, Musetti: “Un periodo no può capitare, l’importante è uscirne. Ora voglio cavalcare l’onda”
Lorenzo Musetti soddisfatto dopo la vittoria contro Norrie, analizza il suo momento, la sua crescita e la probabile sfida con Alcaraz

D. E stata la miglior partita della tua stagione?
“Probabilmente si, ho espresso il miglior tennis anche tenendo conto del valore del mio avversario. Io credo che sia una conferma del buon periodo che sto vivendo, delle sensazioni che sto avendo in campo, sto trovando grande continuità. Partire subito bene mi mette tranquillità e la toglie al mio avversario. Credo che Cameron si sia trovato in una situazione molto scomoda, è stato bravo a reagire nel terzo, ma in ogni caso queste due mie ultime partite sono quelle più iconiche sinora della mia stagione sulla terra”.
D. Antonio Garofalo ( Ubitennis): Ho visto che ad un certo punto della partita hai variato ritmo, hai alzato molto le traiettorie. Era una cosa dovuta alle palline e alla lentezza del campo o una scelta per mettere in difficoltà il tuo avversario che avevi preparato?
“Penso che Norrie sia un giocatore molto bravo quando colpisce all’altezza delle spalle, se trova una palla più carica e con molto spin va in difficoltà. Credo sia stata la chiave del match aver adottato questa strategia”
D. Hai detto che devi concentrarti su te stesso, ma hai dimostrato di saper adattare la strategia al tuo avversario?
“ Una cosa non esclude l’altra, ogni partita devi concentrarti preparando la partita pensando all’avversario ma cercando di imporre le mie caratteristiche e far giocare l’avversario come voglio io”
D. Vanni Gibertini ( Ubitennis): Sei arrivato a giocare le due migliori partite della stagione in un momento importante come il Roland Garros. E’ successo qualcosa che ha fatto scattare un clic o il percorso che ti ha portato qui era il percorso giusto per arrivare esattamente dove volevi?
“Non lo so, forse non lo sa nemmeno Dio ( ride). Credo che un periodo buio lo abbiamo trascorso tutti, l’importante è uscirne, con la volontà e la forza di mettersi in gioco. Ad un ragazzo giovane come me che ha ancora tante cosa da imparare può fare anche bene avere un paio di mesi in cui le cose vanno male, poi sono stato bravo a lavorare e ad allenarmi e a venirne fuori. Speriamo di cavalcare l’onda”.
D. Sei molto giovane ma hai già una buona esperienza. In questo torneo del Grande Slam ti senti come mai in passato?
” Sì, probabilmente sì, perché io sento che tutto l’equilibrio di cui ho bisogno per essere ben preparato
ad affrontare questo tipo di giocatori in questo tipo di atmosfera è completamente diverso dai normali tornei.
D. Potresti giocare contro Alcaraz al prossimo turno, lo hai già battuto. Se non fosse cresciuto così velocemente magari si parlerebbe più di te, come vedi questa partita? "E' il primo ada ver aperto una strada. ha vinto un torneo del Grande Slam dopo i tre grandi, quindi penso che sia una specie di ispirazione per noi, per me, Holger, Jannik e chiunque altro è dietro di lui, e cerca di spingerlo via e ci prova avvicinarsi. Quindi penso che la partita di Amburgo mi abbia dato molto fiducia. Quindi penso che ci divertiremo e godremo la nostra partita" D. Due anni fa hai affrontato Novak, ora probabilmente Alcaraz. Come sei cambiato in due anni? "Due anni fa è stata la mia prima apparizione nel Grande Slam, era tutto nuovo. Se mi chiedi se mi sento diverso rispetto a due anni fa, io dico si. Mi vedo più maturo, con più esperienza, con molte, molte più partite, vittorie, sconfitte che mi hanno aiutato ad affrontare la vita e come giocatore in un certo modo e in un modo migliore. Quindi direi sicuramente che sono sicuramente più preparato di quanto ero con Nole, ma questo non significa che andrò in campo e vincerò facile. Ma sento di poter gestire meglio tutte le cose intorno a me la prossima partita"
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Roland Garros, Fognini: “Pettorale stirato, ho giocato perché un’occasione così non capiterà più”
“Sono stufo di farmi male, a 36 anni è dura accettare certe cose”. Sconfitto solo al quinto da Ofner, Fabio Fognini non nasconde l’amarezza

Fabio Fognini ha perso al quinto set contro contro Sebastian Ofner, apparentemente limitato da un problema fisico. Così è, infatti, come conferma l’azzurro al termine del match. “Dopo la partita con Kubler mi sono stirato il pettorale. Ho deciso di giocare perché un’occasione così non mi capiterà più. Ultimo o penultimo Roland Garros, senza ombra di dubbio”.
D. Al di là di questo aspetto sfortunato, hai dimostrato in queste ultime settimane che il tennis c’è.
“Sì, peccato perché i treni passano e non tornano più indietro. Ho perso un’altra grande occasione, senza nulla togliere al mio avversario – chi vince merita sempre. Nelle condizioni in cui ero, in cui stavo giocando, sarò sbruffone, non mi interessa, ma difficilmente avrei perso questa partita.”
D. Ora naturalmente recupero, poi la stagione su erba che, avevi detto, non giocherai…
“Mi ero iscritto ai Challenger di Perugia e Parma. In questo momento, non voglio dire cose che non vorrei dire, ma avrei voglia di cancellarmi sia da Perugia sia da Parma e andare da qualche parte a rilassarmi, ho bisogno di quetso. Arrivato a 36 anni, non ho più voglia, forse non lo accetto più, ecco. Non ho più voglia suona male, anche perché mi sono rimesso in sesto nelle ultime due settimane e ho fatto vedere cosa posso fare. Però sono parecchio stufo di farmi male, non lo accetto più. Di sei mesi, ne ho giocati tre. Una volta ho perso con Alcaraz, un’altra con Djere, c’è stata discontinuità.”
D.La scintilla che ti ha fatto ritrovare Corrado [Barazzutti] e anche il tifo del pubblico in questi giorni non sono uno stimolo a provarci malgrado…
“Sì, sì. È il bello e quello che mi mancherà di questo sport una volta che mi ritirerò. Io sono senza dubbio un emotivo che gioca e vive anche per queste partite qua. Oggi il pubblico era dalla mia parte, mi conoscono, mi rende orgoglioso riuscire ancora a riempire un campo come questo, a creare un bell’ambiente. Ma sono stufo, non accetto più determinate cose e, come ho già detto, la decisione finale verrò presa davanti a una birra o a un bel bicchiere di vino in totale tranquillità, guardandomi allo specchio e decidendo il da fare.”