Binomi coach-tennista nel circuito ATP: chi i più rappresentativi del 2023 e previsioni per il 2024 - Pagina 2 di 2

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Binomi coach-tennista nel circuito ATP: chi i più rappresentativi del 2023 e previsioni per il 2024

Vagnozzi e Cahill premiati per il fruttuoso lavoro con Sinner. Ivanisevic sfiora le stelle con Djokovic, confusione nell’angolo Tsitsipas, sicurezza paterna nel box di Shelton. Berrettini in cerca di stimoli e continuità con Roig

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Jannik Sinner e il suo team - ATP Finals 2023 (foto: X @atptour)
 

Rapporti paterni e nuovi precettori

Stefanos Tsitsipas – Apostolos Tsitsipas
Non si può di certo affermare che il 2023 del tennista greco abbia confermato le aspettative iniziali. Dopo la finale agli Australian Open, un infortunio ha rallentato la stagione del 25enne di Atene che poi, dopo essersi ripreso, non ha più giocato ai suoi ritmi più alti. Complice un viavai nel suo angolo che ha visto più volte alternarsi suo padre Apostolos e l’australiano ex giocatore Mark Philippoussis. Risultato? Solamente confusione, poiché nel box ora siede stabile Tsitsipas senior, deciso più che mai a far tornare il sorriso a suo figlio nel campo da gioco. Paula Badosa ci è già riuscita, ma con la brutta figura a Torino e gli avversari sempre più agguerriti il sentiero sarà più ripido che mai.

Ben Shelton – Bryan Shelton
Fino a metà del 2022 nessuno aveva mai sentito nominare Ben Shelton. Ora, a distanza di un anno e mezzo, è la promessa statunitense numero uno. A fianco di suo papà Bryan (intervistato in esclusiva), sempre pronto a incitarlo e a regalargli un sorriso a trentadue denti a bordo campo, la stella americana è entrata nel tennis che conta a partire prima da un ottimo exploit all’Australian Open nel quale si è spinto sino ai quarti di finale. A seguire, la storica semifinale allo US Open a suon di missili terra aria da fare impazzire i tifosi e per concludere il primo titolo in quel di Tokyo. Best ranking al numero 15 e non ci ferma qui. La top 10 chiama e Ben è pronto a rispondere quanto prima nel 2024.

Holger Rune – Boris Becker
Ci voleva un intervento invasivo e immediato per risollevare la stagione di Holger Rune. Partito in quarta con le finali a Montecarlo e a Roma e i quarti al Roland Garros e a Wimbledon, il giovane danese, vuoi per un infortunio, vuoi per un periodo no, da luglio in poi ha fatto veramente molta fatica a reggere i ritmi di chiunque. Arrivato Bum Bum Becker nel suo angolo, le cose sono cambiate nel giro di poche settimane. Qualificatosi in extremis per le Finals di Torino, il livello di Rune si è decisamente alzato nel fine anno, tanto da potersela giocare sia con Djokovic che con Sinner. I margini di miglioramento ci sono e Boris li ha scovati. La voglia di lavorare c’è e le ambizioni sicuramente non mancano al danese. Anche lui sarà da tenere d’occhio il prossimo anno.

Arthur Fils – Sebastien Grosjean/Sergi Bruguera
Anche qui c’è molta carne al fuoco. Il francese Arthur Fils si è fatto notare in questo 2023 – ha scalato vertiginosamente il ranking e ha conquistato il suo primo titolo ATP a Lione – non solo per i successi raggiunti, ma anche per le impressionanti doti che a occhio nudo si possono notare appena sferra uno dei suoi dritti a sventaglio. Semplicemente esplosivo e con una tonicità che, se ben contenuta e utilizzata a proprio vantaggio, potrà dare del filo da torcere a molti il prossimo anno. Grosjean e Bruguera hanno notato qualcosa in lui e sono pronti a plasmarlo per permettergli di fare il salto di qualità nel 2024. Arthur ci crede, loro anche e non dimentichiamoci di tutto il pubblico francese, bisognoso da anni di una stella transalpina a cui affidare le proprie speranze. Ci si riaggiorna tra dodici mesi.

C’è anche chi ritorna…

Rafael Nadal – Carlos Moya
Pochi ci credevano, ma tutti ci speravano. Rafa compreso. Il campione iberico tornerà in pista a partire dall’ATP 250 di Brisbane a seguito di un 2023 che l’ha visto iniziare in vetta al ranking, per poi infortunarsi, sperare in un improbabile rientro in terra europea, a seguito operarsi come ultima spiaggia, vivere la convalescenza con flebili seppur vive speranze di rientrare e, infine, tornare a calcare il rettangolo da gioco tanto amato. E Carlos Moya c’è sempre stato per lui. Gli allenamenti nelle ultime settimane procedono bene, tutti non vedono l’ora di ammirare il mancino di Manacor all’opera e lui stesso si considera pronto per tornare alle competizioni. Con molta probabilità questo sarà il suo ultimo anno da professionista della racchetta e non si sa se effettivamente tornerà a potersela giocare con i top in cima alla classifica. Lui però dice di sentirsi pronto e l’informazione è già arrivata a tutti. Circuito avvisato, mezzo salvato.

Matteo Berrettini – Francisco Roig
Che sia un nuovo inizio? Tutti noi azzurri appassionati di tennis lo speriamo di cuore. Sia per poter tornare a vedere il martello funzionare come negli antichi fasti – giusto per rinfrescare la memoria: ex numero 6 al mondo, finale a Wimbledon, semifinali all’Australian Open e allo US Open, doppio titolo al Queen’s e due qualificazioni alle ATP Finals -, sia perché Matteo Berrettini se lo merita. Gli infortuni hanno ampiamente condizionato la carriera del giocatore romano, recentemente separatosi dal suo mentore Vincenzo Santopadre per unirsi a Francisco Roig (ex coach di Rafa Nadal), che si spera possa regalargli una nuova stagione della sua vita tennistica. Rivederlo in top 10 a giocarsela con tutti e, ancora di più, con l’Insalatiera in mano sarebbe il giusto premio per la tenacia e la perseveranza che Matteo ha nei confronti di questo sport. Speriamo quindi che l’aria fresca gli faccia bene e che non ci siano altre pesanti ricadute. Ad maiora.

Altre novità nelle squadre degli italiani

È chiaro a tutti che i picchi italiani di queste ultime stagioni hanno come volto quello di Sinner e Berrettini, ma subito dietro a loro c’è un’armata azzurra pronta a darsi da fare e ispirata a raggiungere grandi risultati quanto prima. Ad esempio, un’aggiunta del calibro di Corrado Barazzutti potrà fare solo bene a fianco di Lorenzo Musetti e Simone Tartarini nelle prime settimane del 2024. La stagione del tennista carrarino non è stata all’altezza delle aspettative, ma non si può di certo buttare via una 27esima posizione in classifica a fine anno. I margini per costruire un gioco più efficace e una mentalità glaciale ci sono tutti; del talento non serve dire più di tanto. Lo possiede di natura e dovrà imparare a utilizzarlo a suo vantaggio quanto più spesso possibile.

Parlando di Matteo Arnaldi, invece, la sua crescita è stata importante in tutto il 2023. Partito abbondantemente fuori dalla top 100 e terminato tra i primi 50, passando per i primi exploit ATP sino agli ottavi Slam allo US Open, il 22enne sanremese ha terminato la stagione regalando un punto fondamentale all’ItalDavis poi vincitrice dell’Insalatiera. Alessandro Petrone, suo coach, ha informato che stanno lavorando molto in queste settimane della off season per prepararsi al meglio in vista della trasferta oceanica. Matteo Civarolo (già aiutante di Matteo a Sanremo) darà un supporto fondamentale per la crescita di Arnaldi e tutti noi siamo curiosi di vederlo all’opera nel circuito ATP torneo dopo torneo. Ultimo ma non per importanza è Luca Nardi, recentemente protagonista alle Next Gen ATP Finals di Gedda in compagnia del suo fidato amico Flavio Cobolli. A sgrezzare il diamante pesarese ci penserà Giorgio Galimberti, consapevole delle qualità del giovane tennista. Quest’anno il classe 2003 marchigiano ha fatto fatica a salire in cattedra tra i più grandi, ma vedendolo giocare e sapendo i miglioramenti che può apportare al suo gioco e al suo approccio al match, la top 100 nel 2024 ci auguriamo possa essere solo il primo traguardo di tanti.

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