Prima finale al Mutua Madrid Open per Andrey Rublev che con il successo su Taylor Fritz si mette alle spalle settimane cupe per lui.
D. Quanto sei felice della tua prestazione oggi?
“Sono davvero felice di essere arrivato in finale qui a Madrid per la prima volta. Non me lo aspettavo e sono davvero felice perché è uno dei circoli in cui ho bellissimi ricordi: la finale della Coppa Davis e ora la finale 2024”.
D. L’unico campo che non si addice al tuo gioco è quello in erba, come mai con i colpi che hai? Madrid è sicuramente casa tua: l’altitudine, il modo tuo di giocare piatto hanno inciso o cosa?
“Non mi esprimo molto bene in altitudine perché mi piace giocare aggressivo e duro e con l’altitudine non è facile. Devi prenderti più cura della palla. Non puoi giocarci facilmente. Madrid non è così alta e quindi sei comunque in grado di controllare la palla. Sull’erba, non lo so, ho fatto bene la scorsa stagione. Ho giocato due volte la finale di Halle e i quarti di Wimbledon. Ma non abbiamo così tanti tornei sull’erba come accade per altre superfici. L’anno scorso ho giocato solo due tornei su erba. Ho giocato la finale ad Halle e i quarti di Wimbledon. Ma la stagione su erba è molto breve”.
D. Pellegrino Dell’Anno, Ubitennis. Si vedono tanti infortuni in questo periodo, Medvedev, Alcaraz, Sinner. Daniil ha detto che più partite giochi, più rischi di avere infortuni.
“Dipende. Ogni giorno che vai in campo o ti alleni è un rischio, perché comunque diamo la massima intensità nelle cose che facciamo. Non importa cosa fai se giocare o allenarti, ogni giorno corri un rischio perché non siamo seduti su un letto, a casa. Quando ti senti bene fisicamente, hai meno possibilità che succeda qualcosa. Quando non stai facendo le cose bene o quando sei veramente stanco o hai qualche problema con il tuo corpo, anche se provi solo ad allenarti rischi di subire infortuni. Ogni giocatore è responsabile per sè stesso, quindi alla fine devi conoscere il tuo corpo. Dove spingerti oltre i limiti o dove rallentare un pò, perché alla fine ogni giorno si corre un rischio”.
D. Dato che questa è la prima volta che vai in finale in uno di questi Masters 1000 che durano due settimane, cosa pensi a riguardo?
“È dura, perché ci sono vantaggi e svantaggi. Ad esempio, mi sento bene perché ora ho un giorno di riposo prima della finale e posso riprendermi un pò, recuperare fisicamente ed essere più pronto per domenica. Poi ovviamente mentalmente è un po’ più difficile, perché devi rimanere concentrato per due settimane, non una sola. Quindi mentalmente forse diventa pesante gareggiare per due settimane”
Q. All’inizio della settimana hai detto che ovviamente le cose possono cambiare rapidamente nel tennis. Lo hai detto anche in campo. Puoi spiegare, secondo la tua opinione, perché ciò accade? Perché le cose possono cambiare così velocemente?
“Perché nel nostro sport abbiamo eventi ogni settimana e abbiamo anche grandi tornei molto frequenti. Non dobbiamo aspettare molto per riscattarci come accade in altre discipline. Nel tennis, la cosa buona è che quasi ogni settimana abbiamo una possibilità, o almeno ogni mese, di sicuro. Inoltre la stagione è molto lunga ed è normale avere alti e bassi. La cosa buona è che quando hai troppi bassi in un momento, dovresti risalire. Non puoi sempre perdere al primo turno. Almeno la cosa buona è che più perdi al primo turno e più ci sono possibilità di vincere un paio di partite la volta successiva. Questa è la settimana giusta (sorride)”.
Q. Cosa pensi di Felix Auger-Aliassime?
“Tutte le partite che abbiamo giocato insieme io e Felix sono state molto intense, sempre match da tre set. L’ultima partita l’abbiamo giocata a Rotterdam, non so quanti match point ho salvato”.
D. Con Fernando Vicente lavori da molti anni. Non è solo una questione di tennis. Il suo personaggio? Ti tranquillizza e come ti trovi con lui?
“Sicuramente mi tranquillizza. Mi calma. È super gentile e divertente. È sempre bello passare del tempo con lui fuori dal campo, sì è perrfetto”.