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06/10/2011 23:49 CEST - Storie di tennis

Quelli...della prima volta

TENNIS- Nel 2011 sono già dieci i tennisti che hanno centrato la prima vittoria ATP. Per qualcuno si è trattato del coronamento di una fantastica annata (Raonic, Dolgopolov, Mayer, Tipsarevic, Dodig, Anderson), per l'Italia la fine di un lungo digiuno (Seppi ad Eastbourne cinque anni dopo Volandri), per altri di una vera e propria fiammata (Sweeting a Houston). Ripercorramo le loro stagioni. Stefano Tarantino

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Crediamo che il sogno di un qualsiasi tennista che sbarchi nel circuito professionistico sia non solo quello di approdare stabilmente nei piani alti della classifica ATP ma soprattutto quello di alzare prima o poi un trofeo e lasciare un segno indelebile nella storia del tennis (non parliamo poi di chi riesce a vincere uno Slam naturalmente).

Ebbene in questa stagione è toccato a ben dieci tennisti di alzare per la prima volta una coppa, di vincere per la prima volta un torneo ed iscrivere così il proprio nome in un albo d'oro.
Naturalmente non per tutti la vittoria conseguita ha avuto lo stesso significato.

Per alcuni ha rappresentato la fine di una sorta di maledizione, per qualcun altro è stato il primo segno lasciato nel tennis che conta, per altri ancora ha rappresentato il viatico per una fantastica stagione e così via.

Con questo articolo noi ci proponiamo di rivivere queste dieci imprese, analizzando le stesse all'interno della stagione di chi l'ha compiuta e provando a ipotizzare le prospettive future della carriera di ciascun giocatore.

Nell'elencarle seguiremo l'ordine cronologico nel quale si sono susseguite nel corso del 2011.

JOHANNESBURG – KEVIN ANDERSON

Il lungagnone sudafricano (203 cm.) inizia la stagione da nr. 61, fa subito bene arrivando in semifinale a Brisbane (battuto da Roddick) poi decide di fare sul serio nel torneo di casa di Johannesburg. Ecco allora battuti nell'ordine lo svizzero Bohli, l'israeliano Sela, lo slovacco Beck, il francese Mannarino ed in finale l'indiano Devvarman.

Si potrebbe dire che non sono proprio avversari di primo livello, ma il sudafricano conseguito il primo successo si scioglie e fornisce nel prosieguo della stagione prestazioni di tutto rispetto. Così abbiamo i quarti di finale a Delray Beach, quelli a Miami, quelli sulla terra rossa dell'Estoril e quelli sul cemento di Atlanta. Per finire vittoria nel primo turno su Roddick a Pechino. Kevin Anderson è attualmente al nr. 31 in classifica che è il suo best ranking.

Dotato di un ottimo servizio e di un ottimo gioco di volo è sicuramente migliorato a livello di tenuta mentale e come abbiamo visto ha sviluppato anche la capacità di imporre il proprio gioco un po' su tutte le superfici.

Non è proprio giovanissimo (classe 1986) ma siamo convinti che possa ancora togliersi qualche soddisfazione.

ZAGABRIA – IVAN DODIG

Altra “prima volta” in patria.

Già, perché Ivan Dodig è nato in Bosnia (per la precisione a Medjugorje), ma risiede oramai da tempo proprio a Zagabria. Inizia il 2011 alla posizione nr. 81, ma disputa una serie di tornei ad altissimo livello che lo portano gradualmente al best ranking (nr. 33, attualmente è al nr. 35).

Il botto lo fa proprio ad inizio stagione quando come abbiamo detto vince il torneo di Zagabria.

Ivan batte nell'ordine Granollers, Marchenko, Ljubicic, Garcia-Lopez ed in finale il tedesco Berrer. Poi però non si ferma ed inanella i quarti a Delray Beach, una prestigiosa semifinale a Barcellona (fermato solo da Nadal poi vincitore) ed addirittura una finale sull'erba a s'-Hertogenbosch (battuto da Tursunov) a testimonianza della sua capacità di farsi valere (come nel caso del sudafricano Anderson) su tutte le superfici. Fantastica la vittoria nel secondo turno del torneo ATP 1000 di Montreal su Rafa Nadal al terzo set (oltretutto in rimonta e sotto di un break nel set decisivo), soltanto un infortunio ne ha limitato i risultati in quest'ultimo scorcio di stagione, ma il potenziale del venticinquenne croato rimane inalterato. La voglia di lottare compensa ampiamente mezzi tecnici non di primo livello.

SAN JOSE' - MILOS RAONIC

Una delle più gradite sorprese di questa stagione.

Appena 20 anni, Milos Raonic è ad inizio anno il nr. 156 della classifica ATP, ma ben presto si mette in luce grazie soprattutto ad un servizio devastante, a colpi molto potenti e ad un buon gioco di volo.

Il canadese (di origine montenegrina essendo nato a Podgorica) fa vedere di che pasta è fatto già agli Australian Open. Parte dalle qualificazioni ed arriva direttamente agli ottavi battendo tra gli altri Llodra e Youzhny. Lo ferma solo Ferrer, ma ormai è come se si fosse tolto un tappo e Milos straripa.

Arriva il primo centro a San José, dove Raonic batte nell'ordine Malisse, Blake, Berankis, Monfils (che però si ritira ancor prima di giocare) e Verdasco (superato in finale con due tie break).

Non finisce qui, la settimana dopo è in finale a Memphis dove solo il miglior Roddick della stagione riesce a fermarlo battendolo in tre set (fantastico il punto sul match point dell'americano che si tuffa in recupero su una voleé dell'avversario indovinando un fantastico passante lungolinea).

Raonic raggiunge poi una semifinale sulla terra rossa dell'Estoril (battuto da Verdasco) ed un quarto di finale sull'erba di Halle.

Sfortunatissimo a Wimbledon, cade male all'inizio del match di secondo turno contro il lussemburghese Muller ed è costretto al ritiro. Questo problema fisico (con conseguente operazione all'anca) lo sta limitando ancora oggi, anche se proprio a Tokio in questi giorni è tornato alla vittoria.

Salito sino al nr. 25 ATP (attualmente è nr. 30), potenziale illimitato, il suo futuro non potrà che essere roseo.

HOUSTON – RYAN SWEETING

Il Manzoni avrebbe detto: “Fu vera gloria”? E noi rispondiamo: “Ai posteri l'ardua sentenza”.

Solo il tempo ci potrà dire se questo giocatore americano sarà davvero degno di essere presente nelle sfere dell'alta classifica. Molto alto (196 cm.), ottimo servizio, nato alle Bahamas ma residente a Fort Lauderdale, Ryan ha avuto un ottimo avvio di stagione per poi praticamente scomparire d'improvviso.

Partito ad inizio anno come nr. 113 della classifica, l'americano riesce a superare le qualificazioni nello slam australiano dove passa anche un turno battendo lo spagnolo Gimeno-Traver (lo fermerà bruscamente Rafa Nadal lasciandogli quattro giochi in tre set), poi raggiunge i quarti a Delray Beach (anche in questo caso partendo dalle qualificazioni) e fa il terzo turno ad Indian Wells (sempre superando le qualificazioni, lo ferma di nuovo Nadal).

Poi arriva la settimana di gloria in quel di Houston.

Sweeting supera il polacco Smyczek, Sam Querrey e Gabashvili in tre set, Ivo Karlovic in semifinale ed il giapponese Nishikori in finale. Ma chi si aspetta l'esplosione del giovane americano (a luglio ha compiuto 24 anni) rimane deluso.

Al successo di Houston fanno seguito una semifinale nel challenger di Sarasota e poi un prosieguo di stagione deludente, appena 5 vittorie e 15 sconfitte.

Lo si aspetta al varco in cerca di una conferma di quanto di buono fatto vedere ad inizio stagione.

CASABLANCA – PABLO ANDUJAR

Terraiolo come da tradizione della scuola spagnola, Andujar inizia la stagione nelle retrovie (nr. 70), ma riesce nel corso del 2011 ad imporsi all'attenzione soprattutto con buoni risultati sull'amata terra.

A testimonianza della maturità agonistica oramai raggiunta, lo spagnolo fa i quarti a Costa do Sauipe (Brasile), poi coglie il primo successo della sua carriera a Casablanca.

In Marocco Andujar batte i francesi Serra e Chardy, i connazionali Riba e Montanes e poi in finale il nostro Potito Starace (fiaccato dalla maratona del giorno prima con il rumeno Hanescu).

Lo spagnolo da poi continuità al primo torneo conquistato, infatti raggiunge i quarti a Nizza, un'importante finale a Stoccarda (battuto dall'inossidabile Ferrero in finale), quarti a Kitzbuhel ed ancora finale a Bucarest (dove lascia il titolo a Florian Mayer).

Insomma lo spagnolo ha trovato quella continuità e quella regolarità (almeno sulla terra) che sino all'anno scorso gli mancava, non crediamo possa raggiungere chissà quali traguardi (best ranking raggiunto nel corso dell'anno è stata la posizione nr. 43), ma che si possa togliere qualche altro sfizio non è da escludere.

EASTBORNE – ANDREAS SEPPI

Nel caldo mese di luglio, nello scenario (non proprio scontato) dell'erba inglese termina il lungo digiuno del tennis maschile italiano. Andreas Seppi finalmente centra il primo titolo della sua carriera ed oltretutto permette ad un azzurro di trionfare in un torneo del circuito ATP cinque anni dopo il successo di Filippo Volandri a Palermo nel 2006.

Purtroppo la stagione di Andreas ha ben poche luci.

Il bolzanino dopo aver brillato solo in qualche challenger trova la settimana della vita sull'erba di Eastbourne dove batte il tedesco Kamke, il “rookie” americano Young, il belga Rochus, il russo Kunitsyn in semifinale ed il serbo Tipsarevic in finale (terminata con l'avversario che in preda ad una vera e propria crisi di nervi si ritira quando è oramai irrimediabilmente sotto nel terzo sul 3-5).

Raggiunge poi i quarti ad Umago, a Kitzbuhel e a Bucarest. Purtroppo il nostro rappresentante (nr. 51 ATP) pur essendo dotato di buoni mezzi tecnici non è mai riuscito ad affermarsi ad altissimi livelli (il suo best ranking è stato il nr. 28 raggiunto nel 2008) mancando in alcuni momenti soprattutto a livello mentale, palesando più volte una cronica incapacità nel portare a casa match praticamente vinti.

Resta la soddisfazione della prima vittoria nel circuito che ci piace considerare come un giusto premio alla carriera, ma crediamo che a 27 anni per Seppi il meglio sia già venuto.

Sia ben chiaro, saremmo ben contenti di essere smentiti.

UMAGO – ALEXANDR DOLGOPOLOV

Genio e sregolatezza, classe ed estro, insomma fate un po' voi, noi facciamo fatica ad inquadrare un giocatore come Dolgopolov, capace all'interno dello stesso match di colpi fantastici e poi di incredibili passaggi a vuoto.

Ma l'ucraino ha mezzi ed età dalla sua parte, sta a lui decidere quando irrompere con forza nei piani alti della classifica.

Già adesso comunque è nr. 19 (ha iniziato l'anno al nr. 48) a coronamento di una stagione di tutto rispetto con ottimi risultati conseguiti su tutte le superfici.

Gran partenza con i quarti a Sydney replicati agli Australian Open (battuti Tsonga e Soderling al quinto set, fermato da Murray). Finale a Costa do Sauipe (battuto da Almagro), semifinale ad Acapulco (battuto da Ferrer), semifinale a Nizza (stavolta lo ferma Hanescu) e poi finalmente la vittoria ad Umago.

In terra croata Alexandr usufruisce di un bye al primo turno, poi batte il nostro Volandri, lo spagnolo Ramos, l'altro spagnolo Ferrero, prima di trionfare in finale sull'idolo di casa Marin Cilic.

Seguiranno poi ancora i quarti a Winston Salem e la semifinale a Metz.

Siamo convinti dipenda solo da lui, se lo vorrà sarà uno dei protagonisti del prossimo futuro.

KITZBUHEL – ROBIN HAASE

Limitato in alcuni momenti della sua carriera da infortuni, finalmente l'olandese Haase ha giocato una stagione con un minimo di continuità in più che gli ha permesso di raggiungere il suo best ranking (attuale, è nr. 41, ad inizio anno era nr. 65) e di cogliere tra le altre cose il primo successo in carriera.

Dotato di un ottimo servizio e di buoni colpi d'attacco, come nel caso di Dolgopolov, l'olandese ogni tanto tende a distrarsi durante i suoi match perdendo il filo del discorso ed andando incontro ad inopinate sconfitte.

Nel corso dell'anno Haase ha raggiunto i quarti a Chennai ed a Nizza (partendo dalle qualificazioni), poi è arrivata la vittoria di Kitzbuhel.

In terra austriaca l'olandese ha superato il nostro Starace, Lopez, Andreas Seppi (insomma giustiziere degli italiani), il brasiliano Souza ed in finale lo spagnolo Montanes.

Subito dopo da segnalare anche i quarti a Winston Salem.

Crediamo che se in grado di limitare i propri vuoti di concentrazione ( e se non bersagliato dagli infortuni) Robin Haase possa fare anche meglio, non sappiamo quanto sia possibile vederlo un domani nei TOP 10, ma di sicuro tra i primi 20 potrebbe tranquillamente arrivarci.


BUCAREST – FLORIAN MAYER

Nonostante i suoi 28 anni, questo giocatore tedesco è stato capace di giocare la più bella stagione della sua carriera, con una costanza di gioco e di risultati da far invidia ai suoi colleghi più giovani.

Ci sembra quanto mai meritato non solo il best ranking raggiunto nel corso dell'anno (nr.18, attualmente nr. 22) ma anche la sospirata conquista del primo titolo.

Andiamo con ordine. Mayer parte alla grande, quarti a Brisbane e semifinale a Sydney (battuto da Stepanek), poi semifinale a Zagabria (battuto da Berrer), quarti a Dubai, finale a Monaco (sconfitto da Davydenko), quarti a Roma, conquista della World Team Cup con la sua nazionale, poi quarti ad Halle e ad Amburgo.

Insomma risultati di rilievo e su tutte le superfici, grazie ad un servizio molto efficace e ad un diritto molto potente.

Logica conseguenza di questa fantastica stagione la meritata vittoria nel torneo di Bucarest dedicato a quei due mostri sacri di Nastase e Tiriac.

Mayer usufruisce di un bye al primo turno, poi batte Berlocq, lo spagnolo Ramos, il nostro redivivo Volandri in semifinale e poi in finale travolge lo spagnolo Andujar al quale lascia solo quattro giochi.

Immaginare che si possa fare meglio di una stagione del genere per uno che è già un po' avanti con l'età (da un punto di vista “agonistico” naturalmente) ci sembra difficile, ipotizzare che il buon Florian rimanga per il futuro un osso duro da affrontare è invece molto probabile.

KUALA LUMPUR – JANKO TIPSAREVIC

L'ultima “prima volta” in ordine cronologico, come nel caso di Mayer, quanto mai meritata.

Come i suoi connazionali Djokovic e Troicki, Janko Tipsarevic sullo slancio della vittoria in Davis del 2010 ha saputo costruirsi una stagione di tutto rispetto, dimostrando di aver raggiunto alla non più giovane età di 27 anni una maturità agonistica e tecnica.

Ed allora era veramente strano che uno con i suoi mezzi non avesse ancora vinto un torneo.

Finalmente c'è riuscito la settimana scorsa al quinto tentativo in carriera, ma tutto il 2011 come nel caso di Mayer è stato giocato a livelli altissimi.

Subito una semifinale a Chennai (battuto da Malisse), poi finale a Delray Beach (sconfitto da Del Potro), semifinale a Belgrado (fermato da Djokovic), la finale a Eastbourne contro Seppi della quale abbiamo detto, quarti a Washington, semifinale agli Open del Canada (la prima in un ATP 1000, battuti Berdych e Verdasco prima di perdere con Fish), fantastici quarti di finale agli US Open (dove perde con Djokovic dopo aver due giocato due set alla pari con il connazionale) ed infine il sospirato “hurrà” a Kuala Lumpur.

Tipsarevic usufruisce di un bye al primo turno, poi batte il nostro Cipolla, Davydenko che si ritira dopo appena quattro game, il giapponese Nishikori ed in finale il “ritrovato” Baghdatis.

Anche lui non più giovanissimo ma molto completo nei vari colpi, lo vediamo sulla breccia (attualmente al suo best ranking al nr. 13) ancora per un po'.

Non sappiamo se nel finale di stagione avremo altri vincitori “novelli”, ci auguriamo nel prossimo futuro di celebrarne qualcuno in più tra i nostri tennisti.

Stefano Tarantino

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