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06/10/2011 23:49 CEST - Tornei ATP

Fognini a Pechino: stop e rimpianti

TENNIS - A Pechino, l'azzurro rimette in piedi una partita che sembrava persa. Contro Cilic va sotto 6-2 3-0, poi 4-1, ma rimonta, annulla un match point, gioca un tiebreak perfetto (vinto 7-1), ma sul più bello regala un break che lancia il croato alla vittoria 6-2 6-7 6-3. A Tokyo Raonic sbaglia troppo nei momenti importanti e Nadal si impone 7-5 6-3; Murray domina Bogomolov 6-2 6-1. Alessandro Mastroluca

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ATP PECHINO
Fognini si impegna, solo a tratti, si indigna, soprattutto con se stesso sbattendo un paio di volte la racchetta a terra, e getta la spugna. Dopo 48 minuti la partita sembra finita, con Cilic in vantaggio 6-2 3-0 (poi sarà anche 4-1). Fabio rimette in piedi la partita, annulla un match point, forza il secondo set al tiebreak e lo gioca come meglio non potrebbe come dimostra il 7-1 finale. Ma qui gli manca il colpo del ko. In una partita che ne ha racchiuse tante, in cui gli errori l’hanno fatta da padroni assoluti, l’azzurro rimette Cilic in partita con due doppi falli nel giro di tre punti. E stavolta l’allungo è definitivo: finisce 6-2 6-7 6-3

Fabio parte piano, ottiene solo un punto dei primi sette, spara largo un dritto a tutto braccio e regala subito due palle break (0-1 15-40). Il ligure annulla la prima grazie al dritto affossato a rete del croato, ma sul punto successivo il rovescio lo tradisce e Cilic fa subito corsa in testa.

Ma la fuga dura poco: Fognini fa bene a chiedere il Falco sulla seconda in kick di Cilic che è finita larga. Risultato: controbreak a zero per l’azzurro, che nel game successivo si salva da 0-30 e sfrutta le difficoltà del croato, soprattutto col dritto, sulle palle basse.

Il match però continua a procedere a strappi e si mantiene su livelli tutt’altro che eccelsi. Fognini si incarta in due doppi falli nello stesso game e Cilic torna ad allungare sul 4-2.

Il ligure concede due set point di fila con altrettanti doppi falli (quarto e quinto del match) e completa un set negativo con un dritto affossato a rete.

Tutto resta tanto, troppo facile per Cilic che allunga con un 3-0 “leggero” nella forma (nel senso che matura con un solo break di vantaggio) ma pesante nella sostanza: il parziale di 7 giochi a 0 racconta meglio di ogni altro dato l’andamento più che a senso unico del match.

Il croato non fa niente di eccezionale ma spesso quando concede qualche spiraglio è l’azzurro stesso che si chiude qualunque possibilità: come sul 2-4 15-30 servizio Cilic quando affossa un altro dritto e sbatte a terra la racchetta. Ma Cilic entra in modalità “saldi di fine stagione” e stecca due dritti da sinistra uno via l’altro che servono all’azzurro il break che lo riporta in partita sul 3-4.

Si interrompe così, dopo 5 set, la tradizione per cui negli scontri diretti chi perde il parziale non vince più di due giochi. Le due sfide precedenti si erano infatti concluse 62 60 per l’azzurro a Montecarlo 2009 e 62 62 per il croato nella recente semifinale di Umag.

Quando vuole Fabio dimostra di saper trovare anche buone soluzioni come la combinazione servizio-dritto in contropiede in diagonale che fa da preludio all’aggancio sul 4-4.

Fognini arriva alla soglia della sconfitta. Un regalo di dritto porta il numero 1 di Croazia al match point, ma il buon Marin ricambia la cortesia al quadrato con due errori molto gratuiti.

È una danza di errori che tiene il set sul filo dell’equilibrio ma certo concedono pochissime occasioni per infiammarsi sia il fin troppo educato pubblico cinese che gli spettatori davanti alla tv: una di queste è il rovescio con cui l’azzurro allunga al tiebreak.

Qui Cilic entra in una spirale di confusione e impotenza. Fognini trova un paio di belle soluzioni, approfitta del secondo doppio fallo del match del croato che spara un dritto insensato lungo di un paio di metri e va al cambio campo con l’azzurro in vantaggio 6-0, preludio al 7-1 finale. Fognini porta così a 7-5 il bilancio dei tiebreak giocati nel 2011 (12-9 quello di Cilic).

Purtroppo quando riesce a portare l’inerzia, il momentum, dalla sua parte, con un avversario certamente sfiduciato per aver visto sfumare una facile vittoria, Fabio fa di tutto per ridargli morale: incappa in due doppi falli negli ultimi tre punti del game che valgono il sorpasso sul 2-1.

La resa la firma il nono doppio fallo e il dritto senza alcuna idea e senza alcuna speranza che muore alla base della rete e lancia il 23enne di Medjugorje a servire sul 5-2.

L’azzurro si gioca le ultime cartucce, quelle delle disperazione, che liberano il braccio e fanno crescere i rimpianti perché al rovescio in cross sulla riga di Fognini (0-30) segue un attacco scriteriato del croato e un’accelerazione lungolinea del ligure che trova la riga e recupera un break.

Ma come tutte le più belle cose, anche l’illusione della rimonta dura poco. Il croato trova un dritto devastante e si procura due match point: basta il primo, il secondo del match, perché “Fogna” spara un rovescio in avanzamento sul nastro.

Cilic è nei quarti di finale. Fognini riparte con qualche rimpianto in più in valigia.

Negli altri match, uno svogliato Tsonga ha alzato la potenza e l’efficacia dei colpi solo alla fine di ciascun set per avere la meglio del numero 3 di Cina, Ze Zhang, numero 389 del mondo. Qualche appassionato lo ricorderà mettere alle corde Ivan Ljubicic l’anno scorso al Masters-1000 di Shanghai: il croato, numero 3 del mondo, vinse solo 57 63 64 approfittando delle stesse difficoltà sulla seconda palla evidenziate oggi, con un modesto 39% di punti vinti.

I tennisti in Cina” commentava l’anno scorso l’ex promessa Zheng Shaoxuan, “non hanno le stesse opportunità di giocare ad alto livello delle ragazze”. A giudicare dalla classifica ATP, in cui il primo cinese è alla posizione 348, le cose non sono cambiate.

1] J Tsonga (FRA) d [WC] Z Zhang (CHN) 63 64
J Ferrero (ESP) d M Granollers (ESP) 64 64
K Anderson (RSA) d A Montanes (ESP) 76(3) 76(4)
M Cilic (CRO) d F Fognini (ITA) 62 67(1) 63

ATP TOKYO
È mancato qualcosa a Raonic: troppi errori, troppi regali, troppe occasioni mancate. Troppi i “che sarebbe successo se” della sua partita contro Rafa Nadal. Che sarebbe successo senza il doppio fallo sul set point, che era anche la prima palla break concessa nel match. Che sarebbe successo se non avesse schiacciato a rete un dritto abbastanza comodo dopo due accelerazioni che avevano chiuso Rafa nell’angolo destro sull’1-1 40-40 nel secondo set. Che sarebbe successo, nel punto successivo, se la demi volée di rovescio non fosse finita larga di qualche centimetro. Che sarebbe successo senza i quattro dritti sbagliati in un game disastroso che regala a Rafa il break decisivo per allungare 4-2 e preparare il terreno per la vittoria.

Il maiorchino si impone 7-5 6-3 in un’ora e mezza giocando una partita attenta, molto furba. Non si spazientisce per i punti diretti col servizio del canadese (che chiude con 8 ace e 24 punti su 28 con la prima), tiene bene i suoi turni di battuta, perdendo un solo punto con la seconda, e aspetta il momento giusto per esporre i difetti dell’avversario.

Curiosamente i due si erano affrontati una volta sola, l’anno scorso, sempre a Tokyo, sempre in ottavi, e anche allora Raonic aveva conquistato otto game: era finita, però, con un doppio 6-4.

Raonic ha il merito di cercare un tennis propositivo, ma il difetto di non essere sorretto da condizione e concentrazione per metterlo a frutto. Impiega una frazione di secondo in più per prendere posizione a rete e si apre ai passanti dello spagnolo. È troppo rigido nell’esecuzione del dritto, si piega poco con la schiena, lascia scendere troppo la palla e non sempre riesce a mettere la testa della racchetta sotto per generare rotazione.

Nei quarti ci sarà un altro déja vu, contro il colombiano Santiago Giraldo che piuttosto a sorpresa ha eliminato in due set 6-4 7-6 Dimitry Tursunov. L’anno scorso Rafa aveva sfidato il colombiano al primo turno a Tokyo, vincendo 6-4 6-4. Nel complesso conduce 3-0 negli h2h senza aver ceduto nemmeno un set.

Non ha avuto problemi, invece, Andy Murray contro Alex Bogomolov jr: arrivato a Tokyo dopo aver raggiunto il suo best ranking di numero 38 del mondo, ha raccolto solo tre game. Murray ha chiuso 6-1 6-2 e ha conquistato la 18ma vittoria nelle ultime 19 partite giocate.

L’americano figlio di genitori russi (il padre è stato allenatore di Kafelnikov e Medvedev, il nonno giocatore e allenatore della nazionale di pallamano con cui ha vinto anche l’oro olimpico) aveva aperto a Miami la crisi dello scozzese, battendolo 75 63 in poco più di un’ora e mezza. Allora Bogomolov era numero 118 del ranking: per Murray, reduce dallo stop contro Donald Young a Indian Wells, quella era la prima volta che subiva due sconfitte di fila contro avversari fuori dai top-100 dal 2004 (perse da David Sherwood, n.331, nel Future di Edinburgo e la settimana successiva dal belga Peter Wessels, n.137 al primo turno del Challenger di Bolton).

Il “paziente scozzese” si è preso la rivincita sull’americano, ex campione USTA under-18 e vincitore dei Nationals nel 2001, più celebre per il suo breve matrimonio con la bella Ashley Harkleroad, già a Cincinnati.

A Tokyo il match non ha praticamente avuto storia: Murray ha strappato tre volte il servizio all’americano, decisamente troppo falloso e incapace di reggere da fondo, nel primo set. Ha infilato un parziale di 5 giochi a 0 dal 2-1 al 6-1 1-0, ma Bogomolov è riuscito a restare nel match solo fino al 3-2. Poi regala il break a 15 con tre errori gratuiti: Murray si limita a un solo vincente, arrivando bene su un tentativo di drop e chiudendo il punto. Un pesante doppio fallo porta lo scozzese al primo match point, ma l’americano si salva aggrappandosi a una prima esterna che costringe Murray a rispondere a rete. Ma alla seconda opportunità il dritto di Bogomolov vola lungo e Murray vola nei quarti.

(3) D Ferrer b. M Ebden 46 62 62
(1) R Nadal b. M Raonic 75 63 
S Giraldo b. D Tursunov 64 76(4)
(2) A Murray b. A Bogomolov Jr. 61 62
D Nalbandian b. I Dodig 76(2) 62
 

Alessandro Mastroluca

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