28/12/2011 11:40 CEST - IL PERSONAGGIO
La lotta di Filip Krajinovic
TENNIS _ Filip Krajinovic, classe 1992, è una delle promesse del tennis mondiale. Nel 2010, all'età di 18 anni, ha sconfitto a Belgrado Novak Djokovic (che però non era al massimo della condizione) e ha raggiunto il suo best ranking alla 170esima posizione per poi essere travolto da un infortunio alla spalla nei primi mesi del 2011. Quando tornerà avrà già vinto la sua lotta. Francesco Pagani
Entrare e uscire dal palcoscenico. In un'istante. Essere una comparsa che desta l'attenzione di pochi e per pochi istanti. Poi essere dimenticato. E lottare, lottare contro l'oblio, contro una forza che non vedi e che ti attrae sempre più in basso, sempre più lontano da dov'eri. Da quello che eri, da quello che sei stato. Lottare per resistere, resistere per lottare, affrontare tutti i giorni una realtà dei fatti che fino a poco tempo prima era celata anche all'occhio più attento. Lottare, vivere una vita. Lottare per raggiungere quel maledetto obiettivo che ti sta davanti, che non ti molla e che tu non vuoi mollare, quell'obiettivo che ognuno di noi ha e che rende ogni strada unica.
Filip, inosservato, dopo aver esordito nel tennis che conta, sta lottando con tutte le sue forze contro un infortunio alla spalla e la sua strada, che doveva essere ricca di piacevoli sorprese e felicità, è diventata impervia. Di quelle strade in cui non vedi mai la fine e se la vedi è perchè si tratta, forse, di un illusorio miraggio. In cui appena assesti qualcosa qualcos'altro va storto. In cui l'avanzamento è lavoro, agonia e sudore. In cui ogni giorno è un piccolo tratto zoppo che speri possa diventare linea retta.
Filip Krajinovic nasce a Sombor, in Serbia, il 27 febbraio del 1992. Inizia a colpire palline da tennis all'età di cinque anni. A tredici anni cambia vita trasferendosi in Florida alla Bollettieri Academy e a livello junior conquista vari titoli che lo rendono, insieme a Tomic, Dimitrov e Harrison, uno dei giovani più seguiti da appassionati e addetti ai lavori.
L'esordio nel circuito professionistico avviene nel 2008 in un torneo Future in Florida, dove è sconfitto al primo turno da Berankis. Dopo aver giocato tutta la stagione raccogliendo poche vittorie, a ottobre arriva il primo grande risultato: Filip raggiunge la semifinale del torneo challenger di Knoxville partendo dalle qualificazioni. Chiude così l'anno alla posizione numero 593, pronto a scalare la montagna di posizioni davanti a sé. Nel 2009 raggiunge la finale in due tornei Future negli Stati Uniti e in un torneo challenger in Spagna, issandosi alla posizione 267 e chiudendo alla 352. L'anno successivo è quello del primo grande salto: Filip gioca ormai solo challenger e a maggio arriva il miglior risultato finora ottenuto da lui in carriera. Gioca in casa, a Belgrado, nel 250 della famiglia Djokovic e riceve una wild card. Vince il primo e secondo turno e si ritrova davanti, nei quarti, all'idolo di casa Novak Djokovic. Nole, dopo aver perso il primo set 6-4, si ritira lasciando strada alla giovane promessa serba. In semifinale Sam Querrey gli sbarra il cammino ma poco importa: è arrivato il risultato di prestigio, il risultato che ti permette di entrare in campo più fiducioso in te stesso, il primo traguardo di una lunga serie. Un mese dopo raggiunge la finale a Kosice, in Slovacchia, che gli permette di issarsi fino alla 170esima posizione mondiale, suo best ranking. Si inizia così a parlare di lui e se prima lo si faceva sottovoce ora sono in molti a dargli credito. È bravo, umile e gioca bene. Ha nel suo rovescio bimane il miglior colpo e, come tipologia di gioco, lo stesso Nick Bollettieri lo paragona ad Agassi. Ci si aspetta l'esplosione.
Il 2011 è però per Filip un bruttissimo anno. Il giovane giocatore serbo è costretto infatti a saltare i primi quattro mesi per un infortunio alla spalla, rientrando a maggio in Italia dove gioca quattro tornei vincendo solamente due partite. Nonostante la pausa le cose non sono andate a posto e la spalla fa ancora male. Filip non riesce più ad aspettare ed opta per la soluzione più drastica decidendo di farsi operare alla spalla. Ora è fuori dai campi e quando rientrerà sarà una nuova persona. Un nuovo giocatore, un nuovo professionista. Avrà quell'aria di chi ha vissuto qualcosa in più degli altri e che, saggiamente, vede le cose in un altro modo, le affronta in un altro ancora con nuove sensazioni e nuove emozioni.
Perché non è solamente importante ciò che raggiungi, ma come lo raggiungi. La strada che percorri. Quella maledetta strada che calpesti ad ogni passo.
Un giorno Filip tornerà sul palcoscenico. Se per cinque, dieci, venti minuti poco importa.
Il battito scrosciante di mani e cuori sarà tutto per lui.
Francesco Pagani
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