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02/01/2012 12:52 CEST - L'ARGOMENTO

Nadal:"E' mancato qualcosa"

TENNIS - Rafael Nadal in una lunga intervista concessa al “Pais” racconta il suo 2011, riflettendo con serenità sugli aspetti buoni e meno buoni della sua annata tennistica. E rilancia per il 2012:” Voglio tornare a vincere e voglio che il successo dipenda da me. Per farlo devo ritrovare un livello medio di tennis molto alto. Spero di essere al meglio tra Indian Wells e le olimpiadi.” Stefano Broccoli

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Nella tranquillità della sua Maiorca, Rafa Nadal sta trascorrendo il periodo natalizio e prepara la stagione che verrà. Seduto sulla terrazza del Tennis club di Manacor, dove da piccolo iniziò a giocare, lo spagnolo si lascia andare e parla ampiamente del suo 2011, spaziando su diverse tematiche. E’ obiettivamente difficile dare un voto alla sua stagione; con un torneo dello slam vinto e altre due finali giocate si può considerare un’annata notevole. Ma per uno che l’anno prima aveva fatto 3/4 di slam, è ben poca roba. Soprattutto perche ha ceduto il testimone e i 3/4 di slam ad uno più giovane di lui, che gioca a tennis meglio di lui e che quest’anno è stato dominante anche dal punto di vista atletico. Considerando questi aspetti, è naturale porsi dei dubbi sul suo futuro. Ce la farà Nadal a trovare le contromisure contro un Djokovic così cresciuto fisicamente e con più soluzioni tecniche di lui? E se nel 2012 perdesse anche a Parigi quale sarebbe il suo contraccolpo psicologico? Qualcuno ha anche pensato che Nadal , come Borg a suo tempo, è ad alti livelli da tanti anni e che magari non sarebbe assurdo un suo ritiro anticipato. Tutte ipotesi, ovviamente. Nadal invece sembra piuttosto sereno. Lucido nell’analisi e voglioso di ripartire al meglio nel 2012:” Voglio tornare a vincere e voglio che la vittoria dipenda da me. Quest’anno spesso ho pensato di non avere il controllo della situazione. Ho vinto diverse partite, ma molte per demeriti dei miei avversari più che per meriti miei. Ho perso intensità un po’ in tutto; Nei colpi, ma soprattutto nelle gambe e nella testa. Queste ultime due cose, mi sono mancate nei match contro Djokovic, e devo ritrovarle se voglio tornare a vincere. Fanno parte delle mie caratteristiche, come Federer ha un gioco brillante e completo. Inoltre sono stato troppo prevedibile per lunghi tratti della stagione. Spero di recuperare tutte queste cose nel 2012. Se non da gennaio, di certo da aprile.”

Rafa si sofferma poi sui match con Novak Djokovic, alcuni dei quali sono stati determinanti per invertire il corso della loro rivalità:” Ad Indian Wells stavo facendo io la partita e potevo vincere ma poi ho iniziato a giocar male. Avessi vinto quell’incontro, non sarei stato preso dall’ansia per quelle successive. A Miami ho avuto un colpo di calore e, nonostante ciò, ho lottato e per poco non vincevo. La sconfitta che fa più male è quella di Roma. Cosa ho sbagliato lì? Davvero non so, forse non sono riuscito a dare di più . Agli Us open invece, ero al limite e ho portato anche lui al limite. Solo che ho sofferto di crampi dal match con Nalbandian, che mi hanno reso discontinuo anche in finale. Eppure ero lì, se avessi fatto il break all’inizio del quarto set chissà cosa sarebbe successo. Lui era ancora intontito. Cosa posso fare? Devo essere più aggressivo, giocare più dentro il campo. E cercare in questo modo di elevare il mio livello medio così da non dover raggiungere sempre il limite.”

Potrà sembrare presuntuoso il buon Rafa, ma per lui è normale non voler essere secondo a nessuno. Il sei volte campione del Roland Garros cerca comunque di analizzare la sua stagione con obiettività:” Quest’anno ho vinto un torneo dello slam, un’altra coppa davis con il mio paese e ho raggiunto dieci finali. C’è da esserne orgogliosi. Bisogna essere autocritici sulle cose, ma non farne un dramma. Altrimenti entri in una spirale in cui tutto ti sembra insufficiente. Questa è la mentalità giusta, ambiziosa, sempre che non ti porti ad essere infelice di quello che fai. A volte mi chiedo perche la gente parli per parlare. Ad esempio quando dicono che mi infortuno spesso. Ho avuto dei problemi ma non come Tsonga, Del Potro. Da 7 anni non vado oltre la seconda posizione del ranking. E per come funziona il tennis, ciò sarebbe impossibile se mi facessi male spesso.”

Viene chiesto poi a Rafa in merito alla sua decisione di saltare la Davis nel 2012, se ci sia dietro qualche altra ragione, come sostenuto dall’allenatore di Juan Carlos Ferrero, Antonio Martinez. La risposta di Rafa è secca e un po’ seccata:” Non c’è stato alcun condizionamento esterno riguardo la mia scelta. Le questioni politiche non mi interessano. Penso solo a giocare a tennis, che è la cosa che mi riesce meglio. Io amo la davis, è una competizione speciale ma credo che qualcosa vada cambiato. Parlerò di questo con la federazione internazionale. Dirò a loro che stanno suicidandosi, che non fanno sforzi per migliorare una competizione bellissima. Perché invece non fare un davis di due anni? Così tanti dei migliori la giocherebbero e acquisterebbe valore. Il problema è anche economico, perche bisogna trovare gli sponsor che pagano di più. Sono loro che complicano la situazione. A me piace giocare la davis ma lo spazio, obiettivamente, è poco, e l’organizzazione del circuito Atp non aiuta.”

Proprio su quest’aspetto Nadal fa alcune condivisibili riflessioni:” Il livello dei giocatori e l’intensità dei match sono cresciuti tantissimo negli ultimi 10-15 anni. E’ assurdo che il calendario non migliori, anzi sia più difficile e sempre più ricco di tornei. Per tutti sarebbe meglio se le carriere dei giocatori si allungassero. E’stato dimostrato che quando ci sono grossi cambiamenti drastici nel ranking, la gente perde interesse. Io, Murray, Djokovic e Federer ci siamo sempre stati negli ultimi anni. Questo crea interesse, le rivalità. Le persone vogliono vedere partite che siano speciali, che abbiano una tradizione. Bisogna fare il possibile affinché queste ci siano anche in futuro.”

L’intervista si fa meno formale e Rafa ribadisce i motivi per cui ama stare a Maiorca quando non è in giro per tornei:” Adoro stare a casa. Qui non sono il tennista Rafael Nadal. Posso improvvisare, organizzare una partita di calcetto o di squash con i miei amici, posso vedere la mia famiglia. Mi piace la vita isolana, il poter vedere facilmente le persone che amo. Noi Nadal siamo una famiglia molto unita, capeggiata da nonno Rafael Nadal. Lui è un musicista di professione. Gli avrebbe fatto piacere se avessi seguito le sue orme ma la musica non fa per me. Mi piace ascoltarla ma sono un disastro! Di lui ammiro molto l’entusiasmo che ci mette, la voglia di imparare sempre cose nuove. Anche io sono un tipo passionale, faccio ciò che mi piace con amore e non riesco a concepire  le cose diversamente.”

Questo è Rafael Nadal. Detronizzato nel 2011 ma pronto a rimettersi in gioco nel 2012, almeno nelle intenzioni. E chissà che non sia lui a gridare per una volta in più degli avversari, Vamos!

 

 

Stefano Broccoli

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