TENNISPOTTING maggio, Dimitrov e Raonic: le speranze ardite e poi tradite

Rubriche

TENNISPOTTING maggio, Dimitrov e Raonic: le speranze ardite e poi tradite

Pubblicato

il

Dimitrov si procura il matchpoint contro Berdych con una epica volée in tuffo (foto C. GIULIANI)
 

TENNIS TENNISPOTTING – Il sole caldo e alto, le palline che viaggiano alte, in sicurezza e nel cono visivo dell’arbitro che può anche non abbassare lo sguardo tanto sono alte le traiettorie, con i piedi dei giocatori che si allontanano dalla riga di fondocampo ancora di più del solito: è la terra battuta e se non sei fisicamente pronto aspetta giugno, ché poi si gioca su erba.

Streaming gratuito e scommesse live: tutto il tennis su bwin.it

A cura di Claudio Giuliani e Daniele Vallotto

Si giocano due Master 1000 a maggio: Madrid e Roma. Poi chi vuole, chi non è arrivato troppo in fondo – e quindi logoro – a questi due tornei, può mangiarsi un pretzel a Düsseldorf (che nel 2015 non ci sarà) o sorseggiare un espresso a Nizza. Perché poi c’è il Roland Garros, di cui parleremo a giugno, però. Madrid e Roma si giocano praticamente di fila, ci sono tutti i migliori e sono, o dovrebbero essere, tutti nel culmine della forma psicofisica.

TENNISTA DEL MESE
Claudio Giuliani: La legge del contrappasso al contrario vede Rafael Nadal vincere il torneo di Madrid grazie all’infortunio di Kei Nishikori, mentre a Roma in finale lo spagnolo perde da Djokovic. Sulla terra battuta solo Novak ha le armi, la tenacia e la pazienza per battere il maiorchino, specie due set su tre. Tre su cinque, come vedremo in seguito, è difficile se non impossibile. Ad ogni modo Nadal ha rischiato di finire i mesi di aprile e maggio senza titoli sulla terra battuta, roba da appendere la racchetta al chiodo. Ma comunque non scelgo nessuno dei due per eleggere il giocatore del mese, che secondo me è Milos Raonic. L’ho visto dal vivo a Roma in due occasioni e mi ha impressionato per i miglioramenti intravisti nel primo trimestre. Tra l’altro ritengo che la superficie migliore per lui sia proprio la terra battuta, quella che gli concede più tempo per la sua ampia apertura di diritto. Di rovescio è leggerino ma sulla terra deve contenere e ha quindi il tempo per girare attorno alla palla e caricare col diritto, movimento ampio e lungo che sul veloce non riesce ad avere la stessa efficacia se la velocità del gioco è più alta. Il match con Djokovic è stato molto bello; Novak ha rischiato di uscire ma alla fine ha meritato perché rispondere per due ore a servizi sempre sopra i 215 kilometri orari con punte molto ripetute di prime palle oltre i 230 è cosa che solo lui può fare. Bravo Raonic e bravo anche Bolelli che l’ha fatto soffrire nel primo turno del torneo.

Daniele Vallotto: Milos Raonic non lo amo particolarmente e il suo maggio non mi ha entusiasmato. A Roma, se guardiamo il livello degli avversari, non è che abbia fatto sfracelli ma è arrivato dove il suo ranking gli ha permesso di arrivare. Bolelli, Tsonga e Chardy non sono dei tennisti banali ma è anche ora che i giovani comincino a essere costanti e a battere chi sta sotto di loro. A conti fatti, Raonic ha giocato la migliore partita della settimana quando ha perso: un brutto paradosso per chi vuole diventare un campione. Per cui scelgo Novak Djokovic che a Roma gioca un torneo molto buono, non eccellente ma certamente di buon livello (e poi si presume che l’eccellenza arrivi tre settimane dopo). E dire che il percorso al Foro Italico non è stato mica semplice: un set ceduto a quella vecchia volpe di Kohlschreiber (uno dei miei preferiti nel circuito), uno a Ferrer, uno a Raonic e poi il primo set della finale ceduto a Nadal. Ma i due set con cui ha spazzato via il maiorchino fanno dimenticare tutte le incertezze della settimana e ci consegnano un Djokovic carichissimo per il Roland Garros. Ma quando si dice che tre su cinque è un altro sport non è che si stia esagerando, eh…

DELUSIONE DEL MESE
Claudio Giuliani
: Ero in tribuna a guardare Fabio Fognini che veniva eliminato da un ottimo Lukas Rosol. Non la considero una sorpresa. Il miglior giocatore italiano ha avuto sempre un rapporto complicato con il torneo di casa e i romani non sono tanto inclini a tollerare certi atteggiamenti da sbruffone. Infatti Fogna lascia il campo fischiando e battendo le mani in maniera provocatoria. Vabbè, andiamo oltre. Nadal ha deluso. A Madrid è arrivato in finale con un tabellone ridicolo in quanto a difficoltà per lui (Monaco, Nieminen, Berdych, Bautista-Agut) ed è andata come detto. A Roma ha sudato tantissimo fino alla semifinale, battendo al terzo set un ottimo Simon, poi Youzhny sempre al terzo e poi Murray. Deludente. Ancora una volta un altro segnale che Nadal non è, nel periodo dell’anno che preferisce, il miglior Nadal. Per me è lui la delusione del mese di maggio.

Daniele Vallotto: L’indecisione è tanta ma alla fine mi arrendo all’evidenza e per il terzo mese di fila scelgo Nadal per la delusione del mese. Il problema è che il torneo vinto è decisamente immeritato e quello che perde in finale è decisamente meritato. A Madrid lo spagnolo passeggia (c’è Berdych ai quarti ma oramai è poco più di un bye, il ceco, specie sulla terra) e poi in finale trova la folgorazione della settimana: Kei Nishikori. A Roma cede set a Simon, Youzhny (!), Murray (!!) e poi in finale non riesca ad arginare SuperNovak dopo aver vinto il primo set. Vorrei però spendere qualche parola sulla finale di Madrid. Seguo Nishikori con una certa costanza (diciamo dal 2011 in poi) e penso quel set e mezzo contro Nadal sia stato il migliore che abbia mai giocato. Precisione, profondità, timing, ritmo: tutto Bollettieri in un’ora circa. Si può apprezzare o meno il Bollettieri pensiero ma è indubbio che Kei abbia sviluppato in maniera eccezionale e del tutto personale gli insegnamenti della sua Academy. Ne è risultato un tennista molto simile a Davydenko, forse più potente e veloce: un Kolya 2.0. E per qualche minuto, penso che Nadal abbia temuto che lo spirito del russo fosse sceso sulla Caja Magica. Il rovescio della medaglia è però un fisico minuto e forse un po’ fragile e così Nishikori ha dovuto rimandare l’appuntamento con il primo Master 1000, che avrebbe ampiamente meritato. Purtroppo, se non migliorerà il suo vero punto debole, cioè il servizio, sarà sempre costretto a chiedere il massimo al proprio corpo per vincere qualcosa di grosso.
Tornando a Nadal, penso ci siano pochi dubbi che quella del 2014 è la peggior campagna rossa di sempre. Ma, come per Raonic, c’è un paradosso: se dopo la vittoria di Madrid, il Nadal in conferenza stampa si mostra pessimista, quello dopo la sconfitta di Roma è inspiegabilmente ottimista. E vedremo che non è un bluff.

COLPO DEL MESE
Claudio Giuliani:
Ero a non più di cinque metri da Grigor Dimitrov quando ha fatto questo colpo sotto i miei occhi e dentro l’obiettivo della mia reflex. Se avrete la pazienza di guardare tutti i replay del colpo vedrete che in quello da dietro il bulgaro dà alla volée una traiettoria esterna assurda. Mi piace molto anche questo recupero di Nadal, dove dimostra la solita manualità sottovalutata dai più, ma Dimitrov è sempre presente negli Hot Shot di ogni torneo. Questo mese tocca a lui.

Daniele Vallotto: Ci vuole bravura a catturare il momento e poi ci vuole un po’ di fortuna ma anche e soprattutto un po’ di intuito. E quindi bravo bravissimo a Grigor Dimitrov, che gioca un colpo che coglie di sorpresa anche lui (a giudicare da come si rialza di colpo per festeggiare col Pietrangeli in piedi) e bravo bravissimo anche a Claudio, perché certe volte la storia si sta svolgendo sotto ai nostri occhi e nemmeno ce ne accorgiamo.

PARTITA DEL MESE
Claudio Giuliani
: Il miglior Murray dell’anno si vede a Roma, contro un buon Rafael Nadal dopo i primi turni thriller del torneo. Il match è in programma di sera e il pubblico assiepa corposo il centrale del Foro Italico. I due si spartiscono i primi due set, con Rafa sotto shock nel primo ma che nel parziale seguente dà prova di essere sempre lui, gasandosi con il suo gancio sinistro tirato al cielo. Il terzo set è il migliore del torneo, con continui capovolgimenti e i due che si rincorrono nel punteggio, mettendo a segno finalmente punti spettacolari. Il pubblico gradisce le oltre due ore e mezza di gioco di tennis muscolare sì, ma di una lotta serrata fra un Nadal che sembra il solito sul rosso e un Murray finalmente ritrovato. C’è poco da fare: sulla terra si gioca così, ci vogliono i muscoli, i polmoni e il cuore. In questa partita due dei migliori esponenti di questo tipo di tennis hanno reso incerto l’esito della partita fino agli ultimi due game. Potevano fare meglio? Non credo. Il pubblico se ne è andato soddisfatto e per me il match del mese è loro. Menzione anche per lo scoppiettante Berdych-Dimitrov e per Wawrinka-Haas, partita divertente ma con Stan sempre distratto. Il ragazzo svizzero ogni volta che vince un torneo ha bisogno forse di un mese di vacanza.

Daniele Vallotto: Visto che con Raonic sono stato un po’ severo più sopra, scelgo la sua semifinale contro Djokovic. Due ore buone di incertezza totale ma alla fine viene fuori la maggiore caratura e soprattutto il fisico migliore. Djokovic, con le tre ore contro Raonic, dimostra che per batterlo due su tre serve essere al 100% e probabilmente nemmeno basta. Riepilogo le sue sconfitte nei Master 1000: Federer a Montecarlo (e fu un ottimo Federer), Tsonga a Montreal dopo la sbronza di Wimbledon (e contro il miglior Tsonga dell’anno), Robredo a Cincinnati (l’unica sconfitta ingiustificabile) e Federer a Shanghai. Due sconfitte più che comprensibili (Shanghai e Montreal), una in cui era forse scarico (Montecarlo) e una quarta (Cincinnati) che tradisce la voglia matta di Djokovic di vincere quel torneo. A ben pensarci, le due sconfitte più deludenti dell’anno subìte dal serbo sono quelle arrivate nei due grandi tornei che gli mancano. Io non penso che sia un caso.

SORPRESA DEL MESE
Claudio Giuliani
: Vedere un Milos Raonic così competitivo sulla terra battuta non può che essere una sorpresa per me. L’ho sempre considerato un giocatore noioso da vedere, almeno fino all’avvento del team Piatti-Ljubicic. Ora invece gioca con giudizio ed è diventato un avversario temibile per tutti. Però l’ho già eletto giocatore del mese. Possiamo considerare Nishikori una sorpresa? Si parla di lui come uno dei prossimi a salire nei piani alti da molto. Gioca bene da anni ma senza picchi di regolarità. A Madrid ha fatto vedere cosa è in grado di fare, ma, onestamente, non mi ha sorpreso vederlo giocare bene. Mi sorprenderà quando vedrò giocarlo bene con regolarità. E allora divago un po’ – avrai clemenza spero – la sorpresa del mese è Roger Federer. Sì, perché è stata veramente una sorpresa per tutti trovarlo a Roma qualche giorno dopo la nascita dei gemelli maschi. Si è palesato il martedì mi pare, il giorno prima di scendere in campo e perdere contro Chardy, ottimo peraltro. Il martedì pomeriggio sono riuscito a intrufolarmi sul balcone dei uno degli sponsor del torneo, per ammirare Roger che si allenava (!) con Potito Starace, fuori dal torneo per mancato invito da parte degli organizzatori. Sorrideva, scherzava, giocava blando: un uomo felice e distratto. Ha fatto felici tutti i suoi tantissimi fan (e gli organizzatori) per questa improvvisata abbastanza a sorpresa. Nessuno lo avrebbe biasimato di nulla in caso di assenza. E nulla gli è stato detto quando ha perso da Chardy sul centrale il giorno dopo. Aveva fretta di tornare a casa. Arrivederci Roma.

Daniele Vallotto: Dominic Thiem comincia a far parlare di sè a febbraio, quando impegna Murray fino al terzo set a Rotterdam e fa capolino in top-100 dopo Indian Wells, quando passa le qualificazioni, batte Kosakowski e Simon e si arrende onorevolmente a Benneteau. Ma a maggio il ragazzino che si prepara fisicamente portando tronchi di 25 chili sulle spalle fa qualcosa di più: batte un top-10 (Wawrinka) in un grande torneo (Madrid) dopo aver perso il primo set per 6-1 e gli appassionati del rovescio a una mano tirano fuori il taccuino per segnarsi il suo nome. Deve fare ancora molta strada ma i segnali che manda da Madrid in poi saranno più che incoraggianti. Ah, guardate cosa si inventa qui per recuperare la smorzata di Wawrinka: se lascia stare il gel può regalare tante soddisfazioni alla rubrica di Luca Baldi.

DOPPIETTA DEL MESE
Daniele Vallotto:
Due coppie di gemelli, incredibile a dirsi, figurarsi a farsi. Roger Federer festeggia l’arrivo di altri due eredi e naturalmente la coppia è di maschi perché pure la par condicio dev’essere rispettata. Non sapremo mai se è il GOAT ma certamente è l’unico numero 1 ad avere una doppia coppia di gemelli. Come dice Bethanie Mattek-Sands: questo ragazzo ci dovrà lasciare qualche record! #OverAchiever

MARIA MONTESSORI EDUCATION AWARD
Claudio Giuliani:
Per il secondo mese di fila vince il premio il nostro Fabio Fognini che, appena sconfitto in campo al primo turno del torneo da Dolgopolov, ha pensato bene che la sua prima preoccupazione dovesse essere quella di assicurarsi che in conferenza stampa non ci fossero giornalisti della nostra testata. “Se non se ne va il giornalista di Ubitennis non parlo”, questa la frase del miglior giocatore italiano, cui abbiamo contribuito a dare notorietà. La vicenda, amplificata dalla sorella di Fabio, Fulvia, già campionessa mondiale di trollaggio su Twitter, è stata ripresa anche da diversi quotidiani generalisti, seppur con qualche errore.

TWEET DEL MESE
Il suo humour inglese non l’abbandona mai (cit.)

L’indice della rubrica:

TENNISPOTTING gennaio: Wawrinka e la fine dell’età adulta del tennis
TENNISPOTTING febbraio: il ritorno dello Jedi Federer
TENNISPOTTING marzo: il gioco si fa duro? Allora vince Djokovic
TENNISPOTTING aprile: Nadal, da capitàno a marinaio del Mar Rosso

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement