Svedesi in panchina: Bjorkman-Johansson dopo Edberg-Norman ma i giocatori dove sono?

Rubriche

Svedesi in panchina: Bjorkman-Johansson dopo Edberg-Norman ma i giocatori dove sono?

Pubblicato

il

 

Il paradosso svedese: sempre più allenatori nelle panchine più prestigiose del circuito ATP e sempre meno successi per i giocatori. Bjorkman e Johansson sono solo gli ultimi di una lunga serie

Idioma ostico lo svedese. Ma c’è una parola di questa lingua scandinava che ormai conoscono molte stelle del circuito ATP: “tränare”, allenatore. Infatti nelle ultime stagioni si sta assistendo ad un boom di coach svedesi nei vertici del tennis al maschile.

I pionieri in questo senso sono stati Stan Wawrinka e Grigor Dimitrov quando si sono accasati rispettivamente con Magnus Norman e Mikael Tillstrom, fondatori assieme al connazionale Niklas Kulti dell’accademia “Good to Great”. Mentre il sodalizio tra Dimitrov e Tillstrom, ex discreto singolarista negli anni ’90, è durato poco più di un anno (dal settembre 2012 all’ottobre del 2013), Norman, finalista al Roland Garros 2000, siede ancora saldamente sulla panchina del n.2 di Svizzera. Non c’è da stupirsi di ciò dato che la collaborazione con l’allenatore nato a Filipstad nel 1976, iniziata a partire dalla primavera del 2013, ha portato Wawrinka ad elevare in maniera nettissima il suo rendimento e all’incredibile trionfo di Melbourne nel 2014. Proprio mentre Stan alzava il trofeo più importante della sua carriera, l’altro elvetico nei Top Ten, quello che di Grandi Slam ne ha vinti 17, Roger Federer, rimpolpava il numero dei coach svedesi sul tour ingaggiando la leggenda Stefan Edberg, suo idolo d’infanzia. Altro “matrimonio” che sta procedendo a gonfie vele quello tra Edberg e Federer. Se il fenomeno svizzero sta vivendo una seconda giovinezza tennistica è anche grazie al suo attuale mentore che l’ha convinto a mantenere finalmente un’attitudine più aggressiva e verticale sul rettangolo di gioco, che gli permette di risparmiare energie essenziali per arrivare in fondo ai tornei ed essere competitivo contro giocatori meno “anziani” di lui. Da menzionare anche la breve parentesi di Fernando Verdasco lo scorso anno con Thomas Enqvist, vincitore di 19 titoli in carriera in singolare e finalista agli Australian Open del 1999, da Montecarlo al fianco di Ernests Gulbis.

In questi ultimissimi giorni però altri due ex tennisti svedesi, della stessa generazione di Norman ed Enqvist, sono rientrati nel circuito come coach. Si tratta di Jonas Bjorkman e Thomas Johansson. Il primo affiancherà nei prossimi mesi il n.3 del ranking Andy Murray, almeno finché Amelie Mauresmo non si sarà ripresa dalla maternità. In realtà era già previsto che Bjorkman entrasse a far parte nel team del campione scozzese in prova per un determinato periodo di tempo. La gravidanza della Mauresmo ha però posto il problema a Murray di trovarsi una nuova guida tecnica. Così il vincitore di Wimbledon 2013 ha optato per l’ex n.4 al mondo, ricordato da molti per il suo serve and volley impeccabile, per la sua sportività e il suo buon umore. È notizia di ieri che Johansson, invece, si è accaparrato una delle panchine probabilmente più stimolanti del circuito. Infatti il 40enne di Linkoping, vincitore dell’Australian Open 2002 su gentilissima concessione di un distratto Marat Safin, è appena diventato allenatore del più giovane giocatore tra i primi 100 (e probabilmente dalla prossima settimana tra i primi 50), ovvero il croato classe 1996 Borna Coric. Una partnership sicuramente interessante con la possibilità per Johansson di plasmare uno dei tennisti più promettenti del tennis mondiale.

Tuttavia questa abbondanza di coach ad alto livello contrasta con un periodo nero per il tennis svedese, abituato a sfornare talenti del calibro di Bjorn Borg, Mats Wilander e, più recentemente, Robin Soderling, oltre che di alcuni tra i nomi già citati. Le classifiche parlano chiaro. Nessun giocatore tra i top 100 in singolare. Per trovare il n.1 di Svezia bisogna andare fino alla posizione n.171, ricoperta dal 19enne di origini etiopi Elias Ymer, che quest’anno sta cominciando a mettere in mostra il suo potenziale, con vittorie come quella di settimana scorsa a Barcellona su Nick Kyrgios. Paradossale il fatto che proprio Ymer abbia da poco deciso di lasciare la fredda Stoccolma proprio per la più temperata capitale della catalogna, passando alla corte di Galo Blanco. Il resto è noia, come direbbe il compianto Franco Califano. Nel ranking di doppio resiste Robert Lindstedt, di solo un anno più giovane del già citato Norman, alla 34esima posizione. Non è un caso quindi che in Coppa Davis, la Svezia, che per ben 7 volte ha conquistato l’insalatiera (quinta nazione per numero di successi), quest’inverno sia costretta ad affrontare lo spareggio per rimanere nel World Group I europeo e non retrocedere ancora.

Una sconfitta sarebbe un’umiliazione tremenda e una disfatta difficile da mandare giù per un movimento che una volta era una fucina di fenomeni in campo. Ma che ora i fenomeni li vede solo trionfare nei box di alcuni dei migliori tennisti al mondo.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement