Francesca Schiavone, a 35 anni la scalata continua

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Francesca Schiavone, a 35 anni la scalata continua

Per la regina di Parigi 2010 il tempo passa ma la voglia di “scalare la montagna” continua. Oggi, a 35 anni, Francesca Schiavone è ancora capace di offrire performance eccelse come quella contro la Kuznetsova a Parigi. E il prossimo Wimbledon sarà il suo 60° slam consecutivo. Fin dove arriverà?

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Combatto per scalare la montagna” confessa una commossa Francesca Schiavone dopo la memorabile vittoria ai danni di Svetlana Kuznetsova, 19 Wta, al 2° turno del Roland Garros 2015. A quasi 35 anni, lo scorso 28 maggio la milanese firma un’impresa dai contorni leggendari battendo la ex n. 2 del mondo per 6-7(11) 7-5 10-8 dopo quasi 4 ore di gioco e dopo averle annullato un matchpoint; non si tratta di una semifinale o della conquista di un torneo, eppure quell’exploit segna, ancora una volta, una tappa importante nella carriera della regina di Parigi 2010, una pietra miliare nel destino di una tennista la cui fiamma agonistica non si spegne mai. L’impresa della “Schiavo” sul meraviglioso campo n. 1 di Porte d’Auteuil è preziosa per tante ragioni: per l’elevata qualità del tennis della Kuznetsova, avversaria eccezionale e sempre estremamente ostica; per la carica agonistica e le scintille del tennis delle due campionesse quando si trovano faccia a faccia – indimenticabile il match maratona del 2011 agli Australian Open, il più lungo disputato in un major femminile (4 h 44 ) e vinto da Francesca dopo aver annullato ben 6 matchpoint alla russa – da anni spesso protagoniste insieme di battaglie fino all’ultimo respiro. Ma, soprattutto, la vittoria parigina è preziosa per il tempo che passa e che, invece, a quasi 35 anni, l’azzurra ha saputo “fermare” per ritrovare quell’alchimia, quell’esplosività, quella precisione e quella rabbia ruggente che caratterizzano il suo essere campionessa.

Oggi la Leonessa del tennis italiano spegne 35 candeline. Certo, tempus fugit e, nonostante una condizione atletica straordinaria, l’affaticamento e il repentino calo di energie e di spinta sono in agguato, rischiando così di tradire uno dei bracci più belli della storia del tennis femminile.  Ed è ciò che è accaduto a Parigi, purtroppo, subito dopo aver battuto la Kuznetsova: il tennis di Francesca si “scioglie” lentamente di fronte alla 24enne Andreea Mitu, n. 100 del mondo, non riuscendo più  a trovare la giusta spinta dei colpi per contrastare le bordate alquanto istintive della rumena. Tuttavia, questo non le impedisce di essere ancora una delle più grandi lottatrici e artiste della racchetta nel circuito, capace di dar vita ad un tennis raro e sopraffino. Francesca Schiavone è, forse, l’esempio più perfetto di un tennis a 360° non solo tra le tenniste ancora in attività ma nella storia del tennis rosa tout court. Atleta formidabile, la milanese è abilissima nel gioco di tocco, un funambolo a rete e nei colpi in controbalzo; possiede, inoltre, una spiccata percezione del campo e delle sue geometrie, riuscendo a trarre profitto da tutti gli angoli e le linee. È maestra nelle variazioni, propinando alle avversarie alti e profondi top di dritto così come un back di rovescio – magistrale e a una mano – che, a guisa di scheggia, schizza via, millimetrico e velenoso. Nonostante tale polivalenza tecnica e una preparazione fisica ottimale, i risultati eclatanti tardano ad arrivare nella lunga carriera di Francesca.  Professionista dal 1998, finora annovera 6 titoli nel proprio palmares (Kitzbühel 2007; Mosca 2009; Barcellona e Roland Garros 2010; Strasburgo 2012 e Marrakesch 2013) nonché altre 11 finali disputate e 7 vittorie in doppio.  Ma l’inaspettato e magico trionfo al Roland Garros in quel 5 giugno 2010 è certamente il fiore all’occhiello della sua carriera, exploit leggendario realizzato in finale contro Samantha Stosur con lo score di 6-4 7-6 che la porta a diventare l’unica donna italiana a conquistare una prova dello slam in singolare. In quelle due memorabili settimane parigine la nostra Leonessa disputa il torneo della vita, offrendosi gli scalpi di Li Na, Maria Kirilenko, Caroline Wozniacki ed Elena Dementieva, prima di tramortire Sam Stosur in finale. Inoltre, compie un’impresa forse ancora più complessa di quella realizzata nel 2010, riuscendo ad arrivare nuovamente in finale a Porte d’Auteuil l’anno successivo superando, non senza qualche brivido, Jelena Jankovic e Anastasia Pavljucenkova; ha la meglio in semifinale su Marion Bartoli per poi arrendersi purtroppo nel match decisivo alla cinese Li Na. La Schiavone detiene inoltre il best ranking tra le tenniste azzurre issandosi, il 31 gennaio 2011, al n. 4 Wta.

Ma forse il meglio di sé, nel tempo, Francesca Schiavone lo offre in Federation Cup, partecipandovi dal 2002 al 2012 con 23 convocazioni. Ma, soprattutto, porta la squadra azzurra alla vittoria ben 3 volte:  nel 2006, nel 2009 e nel 2010 detenendo, inoltre, il record del numero di match vinti in Fed Cup (26 – 19).  Francesca, 35 anni e attuale n. 78 del ranking, è la terza tennista più anziana ad essere nelle top 100, dopo Kimiko Date-Krumm (44 anni) e Venus Williams (35 anni lo scorso 17 giugno). Ma, forse, il record più significativo per lei arriverà fra una settimana a Wimbledon, quando potrà vantare la 60a partecipazione consecutiva ad un torneo del grande slam, seconda soltanto alla 39enne giapponese Ai Sugiyama (62), senza dimenticare che l’azzurra riesce a disputare i quarti di finale in tutti e 4 i major.

Insomma, la fiamma arde ancora per la Leonessa e, anche se l’erba complessivamente non le ha mai regalato le soddisfazioni che avrebbe meritato, chissà che a Church Road, suo 60° slam, non possa ancora far sentire il suo inconfondibile ruggito. Certo, la delusione rischia di trovarsi dietro l’angolo, costretta a confrontarsi con tenniste sempre più giovani, capaci di mantenere un tennis “fresco” e incisivo anche nelle partite più lunghe e complicate. Insomma, la scalata continua. Auguri Francesca!

 

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