Chi mancherà, chi ritornerà e chi esordirà – Ormai l’assenza di Juan Martín del Potro non è più una notizia. Ci si chiede, piuttosto, se e quando l’argentino tornerà mai a giocare. L’ultimo Slam giocato da del Potro resta quindi l’Australian Open dello scorso anno, quando perse al secondo turno da Roberto Bautista-Agut. Non ci sarà nemmeno Julien Benneteau, che ha saltato anche il Roland Garros a causa della pubalgia e che l’anno scorso uscì al primo turno, battuto in tre set da Gilles Muller. Non sono stati annunciati per ora altri forfait per cui il cut-off è alla posizione numero 100 dato che ben sei tennisti hanno chiesto di entrare in tabellone grazie al ranking protetto. Oltre a del Potro, che però rinuncia al posto, ci saranno Tommy Haas, Nicolás Almagro, Florian Mayer, Radek Stepanek e Janko Tipsarevic. Con il ritiro di del Potro e Benneteau entrano in tabellone anche Filip Krajinovic e Marinko Matosevic. Essendo cominciate le qualificazioni, il posto di eventuali tennisti ritirati sarà preso da un lucky loser.
Tra i tennisti che torneranno c’è Milos Raonic, la cui assenza è stata breve e significativa dato che il suo ritiro dal Roland Garros ha comportato la promozione del futuro campione Stan Wawrinka tra le prime otto teste di serie (ammesso che abbia significato veramente qualcosa, cabala a parte). Tommy Haas tornerà a giocare uno Slam nel torneo dove nel 2009 raggiunse una delle sue quattro semifinali a livello Major (le altre tre le ha raggiunte a Melbourne). Haas, dopo un lungo stop, è tornato a giocare a Stoccarda, dove ha passato un turno prima di arrendersi a Bernard Tomic. Anche il suo connazionale Florian Mayer, che era già tornato a giocare a Parigi, ha raggiunto il suo migliore risultato a Wimbledon, dato che a Londra ha giocato un quarto di finale nel 2004 (al debutto) e nel 2012.
Le wild-card sono state assegnate a Liam Broady, Matthew Ebden, Kyle Edmund, James Ward, Denis Kudla, Brydan Klein, al campione dell’edizione 2002 Lleyton Hewitt e al vincitore di ‘s-Hertogenbosch Nicolas Mahut. Per Broady e Klein si tratta dell’esordio assoluto, non solo a Wimbledon ma anche in uno dei quattro Slam. Oltre a loro esordiranno a Wimbledon anche Borna Coric, Diego Schwartzman, Chung Hyeon (all’esordio assoluto in uno Slam), Tim Smyczek, João Souza, Thanasi Kokkinakis, Alexander Zverev (anche lui non ha mai partecipato ad uno Slam), Damir Dzumhur, Lucas Pouille e Filip Krajinovic.
Le teste di serie – Come sanno ormai anche i sassi (anche quelli meno istruiti), Wimbledon non segue pedissequamente il ranking ATP e prevede invece un calcolo ad hoc che valorizza maggiormente i risultati ottenuti sull’erba negli ultimi due anni. Questo algoritmo aggiunge il 100% dei punti conquistati nei tornei su erba negli ultimi 12 mesi e il 75% del miglior punteggio ottenuto su erba nei 12 mesi precedenti l’ultimo anno ai punti ATP di ciascun giocatore nella settimana precedente al torneo, cioè quella in corso. Di conseguenza, queste sono le teste di serie:
1-2: Djokovic – Federer
3-4: Murray – Wawrinka
5-8: Nishikori – Berdych – Raonic – Ferrer
9-12: Cilic – Nadal – Dimitrov – Simon
13-16: Tsonga – Anderson – López – Goffin
17-24: Isner – Monfils – Robredo – Bautista-Agut – Gasquet – Troicki – Karlovic – Mayer
25-32: Seppi– Kyrgios – Tomic – Cuevas – García López – Fognini – Sock – Thiem
Le teste di serie non si possono incrociare tra loro prima del terzo turno. Il regolamento prevede che al terzo turno le prime otto teste di serie non possano incontrare i tennisti compresi tra la diciassettesima e la ventiquattresima posizione. Inoltre, i primi quattro del tabellone non possono essere sorteggiati agli ottavi contro i tennisti compresi tra la nona e la dodicesima posizione (che invece pescano quelle tra la quinta e l’ottava posizione). Questo significa che i primi quattro, agli ottavi, pescano tra la tredicesima e la sedicesima testa di serie.
Salta all’occhio la posizione di Rafael Nadal, addirittura fuori dai primi otto, il che significa che il maiorchino giocherà uno Slam con la più bassa testa di serie di sempre (quando esordì con una testa di serie, al Roland Garros 2005, era già numero 4). La decima posizione fa sì che il suo cammino potrebbe essere complicato già dal terzo turno. Negli ultimi tre anni ha perso con tennisti dal ranking a tre cifre e paradossalmente avversari così impegnativi fin da subito potrebbero costringerlo a tenere altissima la soglia di attenzione e a dare quindi il meglio di sé già dalla prima settimana, cosa che a Wimbledon non è successa quasi mai. Al terzo turno i pericoli sono almeno tre: John Isner, restato fuori dai primi sedici per un soffio, Gaël Monfils e Ivo Karlovic. Decisamente più agevoli gli altri cinque, anche se uno di loro (Gasquet) ha giocato una semifinale a Wimbledon. Agli ottavi – cioè il risultato ottenuto da Nadal lo scorso anno – il compito dovrebbe essere davvero complicato: se Tomas Berdych e Milos Raonic saranno in condizioni accettabili potrebbero costituire un ostacolo davvero insormontabile per un Nadal ancora alla ricerca del suo miglior tennis.
Passando alle prime posizioni del ranking, i primi otto avranno comunque qualche grattacapo già dal terzo turno: tra i tennisti che sono nell’ultima fascia ci sono pericoli da non sottavalutare come lo specialista Andreas Seppi, i parvenu che hanno già giocato un quarto di finale a Wimbledon, cioè Nick Kyrgios (lo scorso anno) e Bernard Tomic (nel 2011) e Jack Sock, che a Wimbledon ha vinto il torneo di doppio lo scorso anno in coppia con Vasek Pospisil. Per quanto riguarda il quarto turno la mina vagante per i primi quattro ha un nome e cognome ben preciso: Jo-Wilfried Tsonga, ritrovatosi a Parigi e pronto a sorprendere di nuovo nel suo Slam preferito. Gli altri tre (Anderson, López e Goffin) non costituiscono un pericolo serio – almeno non per i primi tre, mentre per Wawrinka vale il solito teorema: tutto dipende da come si alza al mattino. Per i tennisti tra la quinta e l’ottava posizione il tennista più pericoloso, dopo tutto, sembra Nadal. È vero che Cilic e Dimitrov l’anno scorso giocarono un ottimo torneo ma entrambi sembrano molto distanti da quel livello e Simon, sull’erba, non dovrebbe spaventare nemmeno i meno avvezzi alla superficie, cioè Ferrer e Nishikori. Ricapitolando: i primi quattro vorranno evitare Tsonga, quelli che stanno subito dopo si augurano di non pescare Nadal, che dopo tutto è uno dei cinque campioni in tabellone (e uno dei tre ad aver vinto il torneo più di una volta).
Infine un occhio a chi non è compreso tra le teste di serie: i tedeschi Philip Kohlschreiber, Tommy Haas e Florian Mayer si trovano tutti molto bene sull’erba (tutti e tre hanno giocato almeno i quarti a Church Road) e se non fosse per le condizioni deficitarie di Haas e Mayer costituirebbero un tridente temibilissimo. Occhio naturalmente a Lukas Rosol e Sergyi Stakhovsky, che possono vantare scalpi eccellenti, all’imprevedibile Aleksandr Dolgopolov e a Marcos Baghdatis, che ha giocato una semifinale a Wimbledon nel 2006. Alla lista ci sentiamo di includere anche uno dei cinque campioni in tabellone, cioè Lleyton Hewitt: l’australiano giocherà il suo ultimo Wimbledon e crediamo che nessuno vorrà trovarselo nei primi turni.
Gli italiani – Sono sempre loro quattro: Andreas Seppi, Fabio Fognini, Simone Bolelli e Paolo Lorenzi. Di questi quattro quello che ha meno possibilità è Lorenzi, decisamente poco a suo agio su questa superficie. Nemmeno Fognini si può definire uno specialista, ma la testa di serie potrebbe garantirgli un percorso agevole fino al terzo turno. Bolelli può far bene su questa superficie (l’anno scorso impegnò Nishikori fino al quinto set e complessivamente a Wimbledon ha vinto più partite di Fognini) ma non avendo una testa di serie può uscire molto presto. Andreas Seppi, tornato numero 1 italiano dopo la finale di Halle, è uno di quei tennisti da tenere d’occhio. Forse ha zero chance con i primi quattro e quasi nulle con Berdych e Raonic ma con Ferrer e Nishikori potrebbe dar vita ad un match scoppiettante, magari al quinto set. Seppi è di gran lunga il migliore dei nostri sull’erba: ci ha vinto un titolo (Eastbourne 2011) e a Wimbledon ha raggiunto gli ottavi nel 2013. L’anno scorso uscì al primo turno e dunque avrà motivazioni extra per risalire ulteriormente in classifica e cercare di migliorare il suo best ranking, distante solo nove posizioni. Nel tabellone di qualificazioni erano rimasti al turno decisivo tre azzurri: Luca Vanni, Andrea Arnaboldi e Matteo Donati. Sono stati eliminati tutti e tre, per cui Vanni e Arnaboldi dovranno rimandare l’esordio a Wimbledon mentre Donati dovrà pazientare almeno un altro paio di mesi prima di esordire in uno Slam.
Il programma – Si comincia lunedì 29 giugno e si termina domenica 12 luglio. Il sorteggio del tabellone principale si terrà domani, venerdì 26 giugno, alle ore 10 locali (le 11 italiane). Il programma per il torneo maschile, che prevede la tradizionale domenica di riposo, è il seguente:
Primo turno: lunedì 29 e martedì 30 giugno
Secondo turno: mercoledì 1 e giovedì 2 luglio
Terzo turno: venerdì 3 e sabato 4 luglio
Ottavi di finale: lunedì 6 luglio
Quarti di finale: mercoledì 8 luglio
Semifinali: venerdì 10 luglio
Finale: domenica 12 luglio
Si comincia a giocare ad ora di pranzo (alle 12:30 italiane), le semifinali scatteranno alle 14 mentre la finale si giocherà a partire dalle 15. Wimbledon è uno dei due Slam ad essere dotati di tetto retrattile (ma solo sul Campo Centrale) perciò si gioca anche in caso di pioggia. Le sessioni notturne non sono previste ma gli organizzatori possono decidere di far giocare o terminare gli incontri sul Centrale con il tetto coperto e le luci artificiali (non oltre le 23 locali, però), anche spostandoli dai campi laterali.
I record – Partiamo dal campione in carica, nonché numero 1 del mondo, Novak Djokovic. È dai tempi di Roger Federer (2003-2007) che un tennista non vince (almeno) due edizioni di fila. Djokovic non c’è mai riuscito nei tornei degli Slam che non siano gli Australian Open e ci proverà di nuovo a Wimbledon dopo il fallito assalto al Career Grand Slam. Dovesse vincere il titolo salirebbe a quota tre e aggancerebbe il suo allenatore Boris Becker e John McEnroe oltre a Bill Tilden, Fred Perry e John Newcombe. Inoltre Novak staccherebbe nel computo totale il folto gruppo di chi si è fermato a quota otto Slam, cioè Ivan Lendl, André Agassi e Jimmy Connors oltre a Fred Perry e Ken Rosewall. Piccola curiosità: nessuno di coloro che è salito a quota nove si è fermato lì, nemmeno prima dell’Era Open. Evidentemente la doppia cifra è un obiettivo troppo allettante.
Roger Federer proverà ancora a staccare tutti – tennisiti dell’Era Open e precedenti – vincendo l’ottavo titolo a Wimbledon. Solo Rafael Nadal è riuscito a vincere lo stesso Slam più di sette volte, lui diventerebbe il secondo. Inoltre, ma pare quasi inutile sottolinearlo, lo svizzero ritoccherebbe il record di Slam complessivi che già gli appartiene. La sua vittoria in un Major sarebbe la quinta più anziana nell’Era Open dopo le tre di Rosewall (Australian Open 1972, Australian Open 1971 e US Open 1970) e quella di Gimeno (Roland Garros 1972). A Wimbledon, quindi, diventerebbe il tennista a vincere il titolo con più primavere alle spalle. Il record appartiene ad Arthur Ashe, che vinse a Londra nel 1975 all’età di 31 anni, 11 mesi e 25 giorni. Se raggiungerà la finale, Federer andrà in doppia cifra per quanto riguarda le finali nel suo Slam preferito e diventerebbe così il primo tennista dell’Era Open a giocare almeno dieci finali nello stesso Slam.
Andy Murray, invece, cercherà di vincere il secondo titolo londinese e il terzo complessivo. L’ultimo Slam vinto risale proprio a Wimbledon di due anni fa. Da allora ha giocato solo una finale, agli Australian Open quest’anno. Ad ogni modo gli mancherebbe ancora un titolo per agganciare Fred Perry, che vinse tre titoli a Wimbledon.
Infine arriviamo a Rafael Nadal. Bi-campione a Wimbledon come Djokovic, proverà a raggiungere Becker e McEnroe. Inoltre, dovesse arrivare in finale raggiungerebbe Björn Borg a quota sei finali ma con uno score decisamente peggiore dato che lo svedese ne vinse ben cinque.
Gli altri tennisti che hanno qualche possibilità di raggiungere dei buoni risultati sono, in ordine di classifica, Stan Wawrinka, Kei Nishikori, Tomas Berdych e Milos Raonic. Di loro quattro, solo Tomas Berdych ha giocato una finale, nel 2010, mentre Milos Raonic può vantare una semifinale, raggiunta lo scorso anno. Nishikori e Wawrinka, invece, non si trovano molto bene sull’erba: il giapponese non ha mai raggiunto i quarti, lo svizzero ci è arrivato lo scorso anno dove si è tolto pure il lusso di vincere un set contro Federer. Ma è difficile immaginare uno di loro quattro – a cui potremmo aggiungere il due volte semifinalista Tsonga – tra i vincitori. Del resto, Wimbledon è l’unico Slam che dal 2003 ad oggi è esclusivo appannaggio dei cosiddetti Fab Four.