Da CiCi Bellis a Madison Keys: il futuro del tennis USA

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Da CiCi Bellis a Madison Keys: il futuro del tennis USA

Sloane Stephens ha vinto a Washington il suo primo torneo WTA, confermando la crescita complessiva delle giovani statunitensi. Ecco chi sono le giocatrici del futuro del tennis USA che sostituiranno Serena e Venus Williams

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Ricordate Melanie Oudin e il suo “believe”?
Era il settembre 2009 e gli statunitensi si erano emozionati per una diciottenne giocatrice della Georgia, che era riuscita ad arrivare sino ai quarti di finale nello Slam newyorkese, sconfiggendo una dopo l’altra quattro russe (Pavlyuchenkova, Dementieva, Sharapova e Petrova). “Believe!” (“credici!”) era il motto che si era scelto, e che aveva accompagnato le sue imprese, tanto che lo aveva scritto sulle scarpe.

In quel momento gli appassionati americani potevano pensare che il tennis femminile USA non si identificasse esclusivamente con le sorelle Williams, ma potesse avere anche un futuro a lungo termine. Se si guardava il ranking di allora, infatti, tra le prime cento giocatrici del mondo non c’erano giovani statunitensi, a parte Oudin: oltre a Serena e Venus, le altre presenti erano Varvara Lepchenko, uzbeka naturalizzata da un paio di anni (già ventitreenne) e Jill Craybas, addirittura del 1974.

La nazione-guida nel tennis degli ultimi decenni, rischiava di rimanere senza ricambio generazionale, scoprendosi sorprendentemente fragile. Tanto fragile che quel “believe” più che un semplice atteggiamento ottimistico sembrava quasi un atto di fede di fronte ad una situazione estremamente precaria. Certo, c’erano sempre le Williams; ma poi?

Per quanto mi riguarda non ho mai considerato Melanie Oudin come una giocatrice tecnicamente e fisicamente in grado di fare da leader per lo sviluppo di un movimento tanto importante come quello americano. Dopo quel memorabile Flushing Meadows, Oudin non ha mantenuto le speranze; inizialmente per la classica difficoltà a confermarsi che spesso vivono le teenager, ma poi anche per l’enorme sfortuna che l’ha colpita sul piano fisico, con una infinita serie di tribolazioni di salute, culminate addirittura con due operazioni al cuore.

E così quando Venus ha cominciato a calare di rendimento (non le era ancora stata diagnosticata la sindrome di Sjögren) e soprattutto quando Serena si era dovuta fermare quasi un anno (prima per l’infortuno al piede poi per l’embolia) il tennis statunitense ha attraversato un periodo difficilissimo. Esattamente quattro anni fa, nella classifica uscita il 9 agosto 2011, nessuna giocatrice americana era presente fra le prime trenta. La prima, al numero 31, era Bethanie Mattek-Sands.

Negli anni successivi Venus e Serena sono risalite, con Serena stabilmente al vertice, ma è l’intero movimento che nel frattempo è rifiorito. E se i risultati di Serena sono diventati tanto notevoli da mettere quasi in secondo piano ragionamenti a lungo termine, si può comunque dire che, anche per quanto riguarda il futuro, il peggio è alle spalle. E il ranking lo testimonia.

Oggi tra le prime cento ci sono dodici giocatrici USA, mentre undici seguono tra il centesimo e il duecentesimo posto; e per la maggior parte si tratta di giocatrici giovani o giovanissime, con buone prospettive per il futuro.
Tra quelle presenti oltre il centesimo posto almeno due hanno già fatto parlare di sé per la precocità, CiCi Bellis e Taylor Townsend. Ma anche Shelby Rogers e Nicole Gibbs hanno raggiunto risultati degni di nota. Considerato che per quasi tutte la carriera è ancora agli inizi, le presento in ordine di età invece che di ranking (comprese tra il centesimo e il duecentesimo posto):

– Catherine “CiCi” Bellis
Nata l’8 aprile 1999, capace l’anno scorso di sconfiggere Dominika Cibulkova a Flushing Meadows, a quindici anni ha mostrato una maturità sorprendente. In una età in cui le coetanee ancora faticano a racimolare i primi punti WTA è già numero 158 del mondo; significa essere sicuramente un fenomeno in termini di precocità. D’altra parte lo è sempre stata in tutte le categorie (è stata numero uno junior nel 2014).
Ora però arriva il difficile, visto che nel tennis professionistico contano molto il fisico e la continua applicazione mentale, aspetti che nei circuiti giovanili sono invece ancora tutti da sviluppare.

– Katerina Stewart
Nata il 17 luglio 1997, attuale numero 159 del mondo, semifinalista agli US Open 2014 junior, ha scalato le posizioni prendendo parte agli ITF americani. Ha cominciato da pochi mesi l’esperienza del circuito professionistico maggiore: wild card agli US Open 2014, recentemente ha disputato le prime qualificazioni in un WTA europeo, a Bad Gastein. Per il momento ha costruito la classifica giocando (e vincendo) soprattutto sui campi in terra, caratteristica non proprio usuale per una tennista statunitense.

– Louisa Chirico
Nata il 17 maggio 1996, numero 5 delle classifiche junior nel 2013 quando era stata semifinalista a Wimbledon e Roland Garros, sempre fermata da Belinda Bencic.
Delle quattro teenager qui citate mi pare quella fisicamente più matura, e più vicina ad essere pronta ad affrontare gli sforzi del circuito professionistico. Alta 1,75, sta sviluppando un gioco piuttosto potente che costituisce una base importante per fare strada nel tennis contemporaneo.
Oggi è numero 120 della classifica (best ranking 110), e proprio nel torneo di Washington appena concluso ha mostrato un significativo salto di qualità riuscendo per la prima volta in carriera a sconfiggere due giocatrici come Heather Watson e Alizè Cornet.

– Taylor Townsend
Mancina, nata il 16 aprile 1996 attualmente 199 del mondo (ma con un best ranking di 94), è già stata in grado di battere Alizè Cornet di fronte al suo pubblico, al Roland Garros 2014. Salita alla ribalta anche per le polemiche con la USTA, la federazione americana (che aveva minacciato di non appoggiarla se non fosse calata di peso) ha mostrato di possedere un gioco fuori dagli schemi, con improvvise accelerazioni di dritto e la tendenza a verticalizzare e a prendere la rete.
In questi ultimi mesi i risultati sono in regresso, ma gli alti e bassi sono tipici delle giovanissime. A mio avviso tecnicamente è una delle più interessanti della sua generazione, mentre mi pare ancora lontana dall’eccellenza sul piano fisico ma anche della costanza mentale.

– Sachia Vickery
Nata l’11 maggio 1995. Numero 6 delle classifiche junior nel 2012, semifinalista all’Orange Bowl 2011 (sconfitta da Yulia Putintseva), attualmente è numero 136 delle classifiche mondiali (108 il best ranking).
Possiede un gioco da fondo abbastanza solido, ma dovrà dimostrare di potersi costruire delle armi in più oltre ad un discreto rovescio per supplire ad una statura che potrebbe penalizzarla nel circuito maggiore (è alta 1,62). Nel tennis professionistico attuale se non si dispone di grande potenza occorre fare leva su altre doti: capacità tattica, applicazione mentale, qualità tecniche, mobilità, anticipo, etc. In almeno uno (o meglio ancora, in più d’uno) di questi aspetti occorre essere di livello superiore per colmare il gap fisico che si concede all’avversaria.

– Jennifer Brady
Nata il 12 aprile 1995, sino ad ora ha trascorso la sua carriera giocando quasi esclusivamente negli Stati Uniti, se si eccettua qualche torneo subito fuori dai confini (Messico, Canada). Come Nicole Gibbs, ha seguito la carriera sportiva universitaria, giocando per la UCLA sino al 2014, anno in cui la sua squadra ha vinto il campionato NCAA.
Si è poi allenata presso la Academy di Chris Evert. Ferma per una frattura da stress nella prima metà del 2015, ha ripreso subito con buoni risultati negli ITF che le hanno consentito di entrare per la prima volta tra le prime 200 al mondo (attualmente è numero 195).

– Nicole Gibbs
Nata il 3 marzo 1993, semifinalista agli US Open junior 2011, è stata campionessa universitaria americana (NCAA) sia in doppio che in singolare con l’università di Stanford. Ha deciso di passare professionista nel 2013 (significa che prima poteva giocare i tornei open, ma non accettare i premi in denaro).
Attuale numero 110 del mondo (ma con un miglior ranking 84 nel marzo di quest’anno), vanta in carriera un secondo turno agli Australian Open 2015 ma soprattutto il terzo turno agli US Open dell’anno scorso, quando seppe sconfiggere Caroline Garcia e Pavlyuchenkova, prima di perdere da Flavia Pennetta.
Ha già dimostrato di poter superare la soglia significativa delle prime cento, ma per farne parte stabilmente occorre una maggiore costanza di rendimento.

– Shelby Rogers
Nata il 13 ottobre 1992, attualmente è numero 157 della classifica, ma vanta un 70mo posto come best ranking, ottenuto nel 2014.
Il suo momento migliore è stato proprio dodici mesi fa, quando era stata capace di arrivare in finale a Bad Gastein partendo dalle qualificazioni e sconfiggendo lungo il percorso Suarez Navarro, Errani, Giorgi, prima di perdere da Andrea Petkovic. Un paio di settimane dopo, in Canada, aveva fatto scalpore il doppio 6-0 inflitto a Eugenie Bouchard nel match vinto in tre set contro la fresca finalista di Wimbledon (6-0, 2-6, 6-0).
In tutte queste occasioni Rogers aveva messo in mostra notevoli doti di colpitrice, con cui ovviava a qualche limite di mobilità. Fosse stata in grado di proseguire su quei livelli i progressi in classifica sarebbero stati significativi, ma invece dopo quel periodo di grazia i risultati hanno cominciato a latitare.

A PAGINA 2 LE GIOCATRICI IN TOP 100, KEYS, STEPHENS E LE ALTRE!

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