Michael Mmoh: pettorali nudi e cinque bandiere

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Michael Mmoh: pettorali nudi e cinque bandiere

Il n.2 del tabellone junior festeggia le vittorie con uno “striptease”. Gioca per gli Usa, ma potrebbe farlo per l’Arabia Saudita, la Nigeria, l’Irlanda o l’Australia

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Nole e Rafa fate largo: c’è il rischio che tra non molto i vostri pettorali messi a nudo sui campi potranno non essere più quelli che mandano in deliquio le tifose, e perché no anche qualche tifoso, in ogni angolo del mondo. Ad essere accolti da gridolini d’estasi potrebbero essere quelli di Michael Mmoh, 17enne speranza “polietnica” del tennis americano, che ama festeggiare ogni vittoria con uno striptease. Recentemente gli è capitato abbastanza spesso, tanto da riuscire a raggiungere la posizione numero 485 del ranking Atp ed ora vorrebbe ripetersi nel torneo junior degli Us Open dove è testa di serie numero 2, dietro all’altro americano Taylor Fritz.

Mmoh ha scelto la bandiera a stelle e strisce, ma se volesse potrebbe giocare con i colori di ben cinque Paesi. Michael infatti è nato e cresciuto in Arabia Saudita, a Riyadh, ed il padre Tony giocò da professionista (trent’anni fa vinse anche un incontro agli Us Open e fu numero 105 del ranking) e disputò le Olimpiadi di Seoul ’88 per la Nigeria prima di trasferirsi negli Usa e diventare cittadino americano. La madre, Geraldine O’Reilley è invece nata in Irlanda ed ha anche la nazionalità australiana (e come lei quindi anche i figli).

L’idolo sportivo di Tony Mmoh era Michael Jordan, motivo del nome che ha dato al suo unico figlio maschio, che però dopo essersi trasferito a Washington Dc con la famiglia cominciò a stravedere per Andy Roddick. Quest’anno ha raggiunto le semifinali ai tornei junior degli Open d’Australia e del Roland Garros, mentre a Wimbledon è stato eliminato al terzo turno. Ma il ricordo più bello è sicuramente quando a Londra Djokovic gli chiese di aiutarlo nel riscaldamento prima del match contro Gasquet. Quel giorno Nole era in ritardo e così il suo coach, Boris Becker, cominciò a chiacchierare con Michael raccontandogli i tempi in cui giocava con suo padre.
“So benissimo cosa gli ha raccontato – dice ridendo Mmoh senior – Che c’era questa “gara” su chi aveva le cosce più grosse, lui o io”.

Da New York Antonio Volpe Pasini

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