Fed Cup
Fed Cup play-off: USA sul 2-0 in Australia. Russia-Bielorussia e Romania-Germania sull’1-1
Il costante bombardamento da parte di Madison Keys e la solidità Christina McHale portano gli USA sul 2-0 contro l’Australia. A Cluj-Napoca, Romania e Germania sono sull’1-1: Angelique Kerber supera facilmente la Begu, Simona Halep pareggia dopo una battaglia di quasi tre ore contro Andrea Petkovic. In Russia-Bielorussia facili vittorie di Daria Kasaktina e Viktoria Azarenka

FED CUP, World Group, play-off
AUSTRALIA – USA 0-2 (dal nostro inviato a Brisbane, Robbie Cappuccio)
Sicuramente non il risultato che ci aspettava a conclusione della prima giornata qui a Brisbane per i play off della Fed Cup e USA a un passo dalla vittoria. Per l’occasione la superficie della Pat Rafter Arena (oltre 2000 spettatori oggi e tantissimi bambini) è stata cambiata in terra rossa, in modo da agevolare sia Stosur (semifinalista al Roland Garros nel 2012 e finalista nel 2010) che Gavrilova (quarti a Roma l’anno scorso). Mentre il pronostico dell’incontro di apertura è stato rispettato, con Madison Keys in splendida forma e braccio al fulmicotone che si sbarazza abbastanza facilmente di Daria Gavrilova, un pò troppo nervosa al suo esordio in Fed Cup coi colori verde oro dell’Australia, la sorpresa viene dal secondo singolare, dove Christina McHale vince in recupero lo scontro con Sam Stosur, protagonista dell’ennesima “stosurata”, e porta gli Stati Uniti sul 2-0, lasciando poche speranze alla squadra di casa.
Madison Keys (USA) b. Daria Gavrilova (AUS) 6-4 6-2
La giornata si apre con l’esordio di Daria Gavrilova a difendere i colori Australiani dopo il nulla osta in extremis dell’ITF. Dopo 6 giochi equilibrati in cui i nervi prevalgono sui colpi Keys trova la misura e inizia a bombardare Gavrilova che fa il tergicristallo, si rifugia in lob, cerca di spezzare il ritmo, ma non ce la fa a contrastare la potenza dell’americana: Dasha perde il servizio al fatidico settimo gioco con un doppio fallo e finisce per perdere il primo set 6-4.
Una Gavrilova remissiva nel secondo set – “colpivo palle alte (leggi pallonettoni) troppo spesso e non ero abbastanza agressiva” confessa in conferenza stampa – non può nulla contro i fendenti da fondocampo di Keys, specialmente il dritto anomalo ad uscire: delle specie di missili terra-terra a partire dalla risposta al servizio, ben più potente del servizio dell’australiana. E così il secondo set si trasforma presto in un monologo americano dal terzo gioco in poi, quando Gavrilova affossa in rete uno smash da una distanza di circa un metro dalla rete. Keys invece continua a macinare vincenti: saranno 28 in totale per lei, contro i soli 4 dell’australiana.
Christina McHale (USA) b. Sam Stosur (AUS) 3-6 6-1 7-5
Le speranze di riequilibrare il match da parte dell’Australia sono riposte in Sam Stosur. Ah, il mindset, l’approccio mentale! Quanto è costato a Sam nella sua carriera?!? Una partita a scacchi tra le due, che giocano in modo tatticamente simile: lunghi scambi, dritto con topponi (soprattutto Stosur) ad uscire, rovescio alternato tagliato o piatto.
Un bel set con begli scambi, e le giocatrici che coprono chilometri di campo. Stosur fa prevalere la sua classe e esperienza e si porta 5-2 e set point per poi trasformarsi lentamente in colei che quasi quasi ce la fa e poi crolla. McHale salva il set e poi altri 3 set point sul servizio dell’australiana fino a cedere grazie ad una specie di demi volee di Stosur da fondo campo: 6-3 Stosur ma i segni sono già tutti là.
Ed ecco il cambio di inerzia: Stosur va in totale confusione con una serie pazzesca di errori non forzati. Sul 3-0 manda due palle sul soffitto e due in tribuna e poi perde il gioco successivo a 0. Il set finisce 6-1 in 25 minuti e Stosur è talmente stordita che inizia il terzo set camminando verso la metà campo sbagliata accorgendosene solo quando si trova sulla linea di fondo assieme a McHale!!
L’australiana fronteggia subito 2 palle break ma tiene e riesce ad uscire dall’abulia. Continuano gli scambi lunghi come nel primo set, e ce ne sono di pregevoli, come una stop volley di rovescio di McHale che si porta sul 2-2. Stosur ha ripreso confidenza, ma gli errori non forzati (44 nel match conotro i 33 di McHale) eccedono i vincenti (27 alla fine per l’australiana, 33 per l’americana). Il settimo gioco è drammatico a dir poco. 15-30 e ace, ma poi vincente di rovescio da parte di McHale e prima palla break. Salvata. Facile passante di rovescio sbagliato da Stosur. Palla break. Braccio di ferro a topponi di dritto e Stosur si salva. E così via per lunghissimi minuti con 6 palle break salvate da Stosur che alla fine tiene il gioco e la Pat Rafter Arena esplode: 4-3 Australia. Altre giocatrici avrebbero approfittato del momento per chiudere: non Stosur. O forse è merito di McHale che non si fa minimamente turbare dall’occasione persa (“ho solo cercato di rifocalizzare e non pensare ai punti passati ma a quelli a venire”) dice McHale in conferenza stampa. E rifocalizza bene riportandosi in parità sul 4-4 e poi sul 5-5. Stosur serve (malino) e commette due errori non forzati di troppo lasciando il gioco a McHale. Al cambio campo scaraventa per terra la bottiglietta d’acqua e il “pat pat” sulla gamba da parte della capitana Alicia Molik a nulla serve. McHale ha l’occasione e non se la fa scappare chiudento il terzo set 7-5 alla prima occasione.
In conferenza stampa Mary Joe Fernández, capitana USA, non nasconde la soddisfazione per le vittorie e per la scelta di McHale su Vanderweghe per il singolo. “So far, so good (fin qui tutto a posto)” dice Fernandez “abbiamo visto come le giocatrici si allenavano, come si sentivano sul campo e abbiamo preso la decisione” che si è rivelata vincente. “È un compito arduo a dir poco” commenta invece una realista Alicia Molik.
ROMANIA-GERMANIA 1-1 (Gabriele Ferrara)
Alla Sala Polivalenta di Cluj-Napoca (terra indoor) va in scena uno scontro tra Romania e Germania che si preannuncia incerto ed equilibrato. Come si poteva prevedere, alla fine della prima giornata le squadre si sono aggiudicate un match per parte, con Kerber e Halep che si sono imposte rispettivamente su Begu e Petkovic. Domani, probabilmente, sarà decisiva la sfida tra le due vincitrici di oggi.
A. Kerber b. I. Begu 6-2 6-3
Nel primo match di singolare Angelique Kerber non ha problemi nel superare Irina-Camelia Begu, sconfitta con lo score di 6-2 6-3 in un’ora e ventisei minuti di partita.
I precedenti vedevano la tennista di Brema in vantaggio per 3-2, avendo vinto l’ultimo scontro la settimana scorsa nei quarti di finale di Charleston, anche se la rumena ha vinto l’unico scontro a livello Slam, quando lo scorso anno prevalse al primo turno degli Australian Open.
Si parte con la numero 3 del mondo che appare inarrestabile sia con il dritto lungolinea che con il rovescio in diagonale – i suoi due colpi migliori – mentre la giocatrice rumena appare in confusione, producendo poco gioco da fondocampo e non capendo a quale arma aggrapparsi per mettere sistematicamente in difficoltà l’avversaria. La Kerber dà spettacolo – notevole il passante con il dritto lungolinea che la porta sul 4 a 1 – e si porta avanti 5-1, anche se nell’ottavo game commette due errori gratuiti con il rovescio e concede un break point, ma Begu lo sciupa sbagliando in lunghezza una risposta di rovescio non impossibile, consentendo così alla teutonica di incamerare il primo set con il punteggio di 6-2 in 31 minuti.
Nel terzo gioco del secondo set la numero 35 Wta annulla con coraggio una palla break, ma- dopo un rovescio lungolinea vincente della Kerber ed un errore della rumena con il medesimo colpo – è costretta a cedere il servizio. Nel gioco successivo la tedesca è costretta ai vantaggi, ma riesce a trovare un gran dritto in cross ed un rovescio lungolinea estremamente profondo e potente che induce all’errore l’avversaria: 3-1. Nonostante riesca a salvare tre palle break nel quinto game, la ventiseienne di Bucarest non crea problemi alla tedesca nei suoi turni di battuta, con Angelique che mantiene una buona percentuale di prime (64%) e che si difende, come sempre, in maniera meravigliosa. Sul 5-3 la campionessa degli Australian Open trova due ottimi rovesci in diagonale e, dopo un errore di Begu con lo stesso fondamentale – in questo caso in lungolinea – archivia l’incontro con lo score di 6-2 6-3 in un’ora e ventisei minuti di gioco. Ottima prestazione della tedesca, troppo superiore ad un’avversaria che ha commesso molti errori (34 non forzati in totale).
S. Halep b. A. Petkovic 6-4 6-7(5) 6-4
Gli head to head vedevano la rumena avanti 5-1, avendo vinto anche il loro scontro più importante, ovvero la semifinale del Roland Garros 2014, quando l’attuale numero 6 del mondo si impose in due set.
Si parte con Halep che si porta avanti 3-1 e che si procura cinque chance del 4-1, non riuscendo però a concretizzarle. Nel game successivo la rumena commette un doppio fallo e, dopo un paio di ottime accelerazioni di dritto della Petkovic, concede il controbreak all’avversaria, che però sul 3 pari si fa strappare nuovamente la battuta. La giocatrice tedesca va costantemente in difficoltà quando si scambia sulla diagonale del rovescio, con la venticinquenne di Constanta che archivia il primo set per 6-4. Nel terzo gioco del secondo parziale la Halep sfrutta un paio di gratuiti dell’avversaria e, con l’ennesimo rovescio lungolinea, centra il break. La ventottenne di origini bosniache, che negli ultimi mesi è apparsa in grande difficoltà soprattutto dal punto di vista psicologico, sembra sempre più sfiduciata. Tuttavia, sul 3-2, l’allieva di Darren Cahill accusa un piccolo passaggio a vuoto e, dopo un rovescio lungolinea che termina in rete, concede il controbreak. Sul 4 pari Halep preme sul dritto dell’avversaria, che commette due errori gratuiti e che sulla palla break accorcia molto con questo fondamentale, consentendo alla rivale di chiudere comodamente in lungolinea e di salire 5-4. Ciò nonostante, nel decimo gioco la rumena gioca malissimo e, dopo aver affossato in rete un rovescio in diagonale, perde nuovamente il servizio. Si arriva al tiebreak, dove la giocatrice di Tuzla trova tre splendide accelerazioni di dritto e va avanti 5-2, trovandone un’altra per il 6-3, chiudendo poi 7-5 con uno schiaffo al volo.
Nella frazione decisiva la rumena approfitta delle difficoltà croniche di Petkovic sul lato del rovescio, portandosi avanti 4-2. Nel gioco seguente, tuttavia, sembra avere troppa fretta e. dopo un gratuito di rovescio, cede la battuta. Sul 4-3 la finalista del Roland Garros 2014 trova un gran rovescio lungolinea e si procura un break point, ma la tedesca si salva chiudendo a rete dopo aver spinto bene con il dritto. Tuttavia, Petkovic sbaglia un rovescio e un dritto in difesa, perdendo un’altra volta il servizio: 5-3 Halep. La teutonica, però, non molla e trova due splendide accelerazioni di dritto e si porta sul 30-40, ma Halep è brava a salvarsi facendola muovere repentinamente verso destra. Nonostante ciò, la rumena rimane troppo lontana dal campo e sbaglia malamente due dritti, con la rivale che rientra dunque sul 5-4. Nel decimo game, ancora una volta, Petkovic sente la tensione e sbaglia due dritti tutt’altro che impossibili e va sotto 15-40. Stavolta Halep gioca bene e induce all’errore l’avversaria dal lato destro, archiviando il match con il punteggio di 6-4 6-7 (5) 6-4 in due ore e quarantanove minuti di dura lotta. Prestazione altalenante da parte della rumena, mentre la tedesca potrà ripartire da questo incontro per ricominciare ad esprimersi ad altri livelli, magari già dalla giornata di domani, che sarà dunque decisiva per l’esito finale di questo appassionante scontro.
RUSSIA-BIELORUSSIA 1-1 (Tommaso Voto)
A Mosca una Russia priva della Divina Sharapova, ferma per le note vicende doping-Meldonium, deve difendersi dall’assalto della Bielorussia di Vika Azarenka.
Kasatkina b. A. Sasnovich 6-3 3-6 6-1
Davanti ad un pubblico poco caloroso e con gli spalti praticamente mezzi vuoti, Daria Kasatkina conquista il primo punto della sfida dei play off di Fed Cup tra Russia e Bielorussia. È proprio la giovane russa il perno su cui la capitana Myskina ha impostato le sue convocazioni in vista di questo scontro contro la nazionale dell’ex n.1 Vika Azarenka. La Russia, finalista di Fed Cup appena qualche mese fa, rischia seriamente di uscire dall’elite del tennis mondiale dopo ben 18 anni, perché costretta a giocarsi questi play off con una formazione sperimentale e decisamente inesperta. La Bielorussia schiera, invece, Vika Azarenka, che, dopo i trionfi americani (Indian Wells e Miami), è pronta a giocare un brutto scherzo alla Madre Russia.
Il primo set è “on serve” fino al quinto gioco, poi è un doppio fallo della bielorussa a spezzare l’equilibrio del match. Ottenuto il 3 a 2 Kasatkina inizia ad imporre il suo gioco da fondo campo con più facilità, anche perché la differenza di “cilindrata” e di peso di palla, tra le due, è abbastanza evidente. Aliaksandra, n.100 della classifica WTA, non riesce a contenere l’esuberanza della russa, che con il diritto ribalta, spesso e volentieri, l’inerzia dello scambio a suo favore. La partita è molto mediocre, perché il gioco è frammentato e privo di elementi spettacolari. La bielorussa è in chiara difficoltà, infatti subisce il secondo break consecutivo e permette alla russa di andare sul 5 a 2. La tensione gioca brutti scherzi alla tennista di casa, che spreca due set point e perde addirittura il servizio. Tuttavia è una rimonta effimera, perché si apre un drammatico nono gioco, che ha una durata di ben 19 punti, in cui Kasatkina ha altri 6 set point. Sarà l’ottavo il punto che regala il primo atto alla russa, ma, in questi ultimi minuti, la dinamica del match sembra quantomeno propendere verso un match più equilibrato.
Il rendimento della Sasnovich, nel secondo set, è decisamente migliore, anche perché è più sicura con i colpi da rimbalzo e con il servizio ottiene punti facili. Questo cambio destabilizza la russa, che si innervosisce ed il suo gioco ne risente. La bielorussa è impeccabile in battuta e si porta avanti 5 a 2, poi subisce la reazione della Kasatkina, che ottiene il controbreak. La giocatrice di casa gioca a sprazzi, non è costante e perde troppo spesso la misura dei suoi colpi. Questo rinvigorisce Aliaksadra, che strappa la battuta (per la terza volta nel set) alla n.32 del mondo e chiude sul definitivo 6 a 3. La russa è in crisi, non riesce più a tenere il ritmo dei primi minuti e continua a fare molta fatica quando Sasnovich spinge con il diritto. Durante il cambio campo Myskina cerca di tranquillizzare la sua giocatrice, perché comprende che perdere questa partita comprometterebbe l’intera sfida di Fed Cup.
Ed è proprio la giocatrice di casa a partire meglio dai blocchi ed ha dominare il parziale dal primo all’ultimo game. Lo score definitivo è un 6-1 netto, che non lascia scampo alla bielorussa, che ha avuto praticamente un crollo. Per la Russia questa vittoria è importante, anche perché in questa sfida, con una formazione rimaneggiata, parte sfavorita. Ora il secondo match vedrà in campo Gasparyan e Vika Azarenka.
Azarenka b. M. Gasparyan 6-2 6-3
Vika Azarenka liquida in due facili set Gasparyan e riporta la parità nella sfida tra la Russia e la Bielorussia. È stato un match a senso unico, in cui l’ex n.1 ha dimostrato di essere tornata finalmente al top della forma. Il 2016 della bielorussa è, fin’ora, praticamente perfetto (unico neo la sconfitta agli Australian Open contro la futura campionessa Kerber). Già nel duplice successo americano (Indian Wells e Miami) si è vista in campo una Vika aggressiva, tonica e capace di dettare lei i ritmi del match.
Il passaggio sulla terra battura, seppure indoor, non ha dato alcun problema all’ex n.1 del mondo che, al netto di qualche sbavatura, ha saputo neutralizzare il gioco vario e potente della sua avversaria.
Gasparyan, che ha nel rovescio ad una mano un colpo stilisticamente quasi perfetto, è stata in partita solo per alcuni tratti, ma è troppo acerba ed inesperta per poter sperare di fare partita pari contro una big del tennis femminile.
C’è da dire che il match era iniziato con un break a favore della russa, ma Azarenka ha man mano sistemato il suo tennis ed ha poi imposto un ritmo da fondo campo praticamente impossibile da tenere per la sua avversaria.
Una volta scaldati i “motori” Vika ottiene il controbreak immediato e da quel momento il primo set diventa una formalità. Un 6-2 netto che fotografa in modo cristallino il gap tecnico che esiste tra le due protagoniste in campo.
Anche il secondo parziale si apre con un break a favore della russa, ma il finale del film resta identico, perché Azarenka picchia duro, costringe Gasparyan alla difensiva e, una volta pareggiato i conti sul 2 a 2, non ha più alcun problema a mettere fine alle ostilità.
Vika ottiene così l’ 1 a 1 nella sfida contro la Russia e, molto probabilmente, sarà il doppio a decidere chi tra le due nazionali retrocederà.
Fed Cup
Le Finals della Billie Jean King Cup 2022 si giocheranno a Glasgow
La nazionale azzurra di Tathiana Garbin sarà impegnata dall’8 al 13 novembre nella Emirates Arena scozzese che ospiterà anche un girone delle Finals di Coppa Davis

La ITF ha comunicato che la sede prescelta per le Finals della Billie Jean King Cup 2022 sarà Glasgow, con l’organizzazione della federazione britannica, la LTA. La fase finale della massima competizione a squadre del tennis femminile andrà in scena dall’8 al 13 novembre sul campo indoor della Emirates Arena, che a settembre ospiterà pure un girone delle Finals di Coppa Davis: sarà la quarta volta in quasi sessant’anni di storia (la prima edizione fu nel 1963) in cui la Gran Bretagna ospiterà le finali di questa competizione, originariamente chiamata Fed Cup. Ci sarà anche l’Italia della capitana Tathiana Garbin, grazie alla vittoria sulla Francia nel turno eliminatorio di aprile; le altre contendenti per il titolo di campionesse del mondo di tennis saranno le giocatrici di Gran Bretagna, il paese ospitante, Australia, Belgio, Canada, Cechia, Kazakistan, Polonia, Spagna, Slovacchia, Svizzera e USA. Il formato prevede quattro gironi da tre squadre, con le vincitrici di ogni girone che approderanno nelle semifinali. “La LTA ha presentato una candidatura molto consistente nel contesto di una gara molto competitiva – ha detto il presidente ITF, David Haggerty -. Hanno ospitato già con successo delle gare di Coppa Davis e non vediamo l’ora di portare la più grande competizione a squadre del tennis femminile davanti all’appassionato pubblico scozzese”.
Billie Jean King Cup
Coppa Davis e Billie Jean King Cup: ecco chi sostituirà Russia e Bielorussia
Walkover, bye, wild card e ripescaggi in un turbinio di emozioni regolamentari da cui sono scaturiti i nomi delle nazioni che beneficiano dell’esclusione delle squadre russe e bielorusse

Avevamo lasciato la Coppa Davis ai Qualifiers, i tie di qualificazione per il primo atto delle Finals, quello a gironi in programma a settembre. Come per la Billie Jean King Cup, i cui “preliminari” si disputeranno il 14-15 aprile, si poneva innanzitutto il problema di sostituire la nazione già ammessa alla fase finale in quanto campione in carica dopo la decisione da parte dell’ITF in seguito all’invasione dell’Ucraina. Nel 2021, infatti, entrambe le manifestazioni sono state vinte dalla Russian Tennis Federation, che sarebbe la Russia ma non si può dire per via della sanzione per il doping di Stato, per quanto il titolo vinto come RTF sia comunque finito insieme agli altri nella bacheca russa. Vediamo allora su quali criteri la Federazione Internazionale si è basata per decidere chi sostituirà le squadre escluse, quindi anche quelle bielorusse.
Per quanto riguarda la Billie Jean Cup, il Board dell’ITF conferma che il posto della RTF sarà preso dalla semifinalista con classifica più alta tra le due sconfitte nel 2021, vale a dire l’Australia. Gli aussie vantano infatti il primo posto del ranking, mentre gli Usa, battuti nell’altra semifinale, sono quarti. Come ovvia conseguenza, l’Australia non giocherà i Qualifiers del prossimo aprile, mentre la nazione avversaria, la Slovacchia, beneficerà di un bye e si ritrova anch’essa direttamente alle Finals. Un walkover anche per il Belgio che avrebbe dovuto giocarsi la qualificazione contro la Bielorussia.
Se qualcuno cantava le donne come “dolcemente complicate”, per i maschi la faccenda è inutilmente complicata. Anche in Coppa Davis, il posto della RTF alle Finals è preso dalla semifinalista 2021 meglio classificata, la Serbia, undicesima. In realtà, l’altra semifinalista – la Germania – è piazzata molto meglio, quinta, ma la squadra che a sorpresa ha schierato Sascha Zverev si è qualificata sul campo (del Brasile). Dunque, il diritto della Serbia alle Finals non deriva dall’essere l’unica candidata, bensì dal fatto che, delle due, è la semifinalista con ranking più alto una volta esclusa la Germania. Ma non finisce qui.
Già, perché alla squadra di Novak Djokovic e compagni era stata offerta una wild card, quindi a settembre sarebbe stata presente in ogni caso; così, però, si libera un invito che andrà a una delle 12 perdenti dei recenti tie di qualificazione. L’annuncio del nome della fortunata sarà dato a tempo debito.
Ricapitolando, nelle quattro sedi che ospiteranno i gironi e che non sappiamo quali saranno ma speriamo che una sia Casalecchio di Reno (da non confondere con Reno, Nevada), gareggeranno la Croazia finalista 2021, la semifinalista Serbia, l’invitata Gran Bretagna, le 12 vincitrici di inizio marzo (Argentina, Australia, Belgio, Corea, Francia, Germania, Italia, Kazakistan, Olanda, Spagna, Svezia, Stati Uniti) e, appunto, la wild card misteriosa. Metà di queste si guadagneranno la fase finale davvero finale di fine novembre in un posto che l’ITF rivelerà in seguito. Le cose, l’importante è spiegarle bene evitando gli anacoluti.
Per concludere, la Bielorussia avrebbe dovuto disputare i playoff del World Group I del 4-5 marzo; la nazione avversaria, il Messico, ha ricevuto un walkover e a settembre competerà nel WG I. Rimane il problema di assicurare che nei World Group I e II ci sia il numero corretto di squadre. Quindi, l’Uzbekistan gareggerà nel WG I in quanto miglior classificata tra le perdenti dei playoff, mentre la Cina e la Tailandia in forza del loro ranking giocheranno nel WG II nonostante la sconfitta nei relativi playoff.
Coppa Davis
La Federazione Tennis Ucraina chiede all’ITF l’espulsione delle federtennis russa e bielorussa
Così la lettera pubblicata su Facebook: “La Russia e la Bielorussia non solo non devono ospitare competizioni sul proprio territorio, ma nemmeno devono partecipare a tornei”

Sono da poco iniziati i negoziati tra le delegazioni ucraina e russa, ma si combatte ancora, mentre sullo sfondo c’è lo spettro della minaccia nucleare evocato da Putin. E continuano anche le reazioni del mondo sportivo all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Al recente annuncio di Elina Svitolina che devolverà i suoi prossimi prize money per sostenere i propri connazionali, si aggiunge ora la Federazione Tennis Ucraina che pubblica sul proprio account Facebook la lettera indirizzata a David Haggerty e Ivo Kaderka, presidenti rispettivamente dell’ITF e di Tennis Europe. Nella lettera viene chiesto di espellere le federtennis russa e bielorussa dai due organismi. Ecco il testo indirizzato alla International Tennis Federation:
“La Federazione Tennis Ucraina esprime la sua richiesta per l’espulsione immediata della Federazione Tennis Russa e della Federazione Tennis Bielorussa dalla ITF.
Le ragioni non hanno probabilmente bisogno di essere spiegate, ma ecco alcuni fatti.
Il cinico e sanguinoso attacco senza precedenti di Russia e Bielorussia all’Ucraina è in atto da ormai quattro giorni. Civili stanno morendo, anche donne e bambini; l’infrastruttura civile sta crollando.
È una guerra su vasta scala che riporterà il nostro Paese indietro di decenni. Tutto questo sta accadendo nel centro geografico dell’Europa. Il mondo non vedeva niente di simile dalla Seconda Guerra Mondiale. È in corso una spietata guerra di annientamento.
La Russia e la Bielorussia non solo non hanno il diritto di ospitare competizioni sul proprio territorio, ma nemmeno di partecipare in ogni torneo a squadre e individuale all’estero.
Il Consiglio direttivo della Federazione Tennis Ucraina spera in una Vostra forte posizione in considerazione di questa richiesta.”

Una richiesta assolutamente decisa, ma altrettanto comprensibile, quella della federtennis ucraina a firma del proprio presidente Sergiy Lagur. Lascia un po’ incerti il significato del passaggio sulla partecipazione ai tornei individuali, ma immaginiamo che, più che un’esclusione tout court dei tennisti di Russia e Bielorussia, si chieda di non mostrare bandiere e simboli di quelle due nazioni. In ogni caso, in attesa delle decisioni dei due organi interpellati, ricordiamo che restano fuori dalla loro competenza i tornei dello Slam, oltre naturalmente quelli dei circuiti ATP e WTA. Non dimentichiamo neanche le prese di posizione dei tennisti russi: da Daniil Medvedev ad Andrey Rublev, che già a Dubai ha avuto modo di pronunciarsi contro la guerra. Con loro si è espresso con gli stessi toni Karen Khachanov.
