WTA Madrid interviste, Simona Halep: “Qui mi sento come a casa”

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WTA Madrid interviste, Simona Halep: “Qui mi sento come a casa”

WTA Madrid interviste, finale. S. Halep b. D. Cibulkova 6-2 6-4. L’intervista del dopo partita a Simona Halep

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Quanto sei felice per questa vittoria dopo tutti gli infortuni e i ritorni e così via?
Sì, sono molto felice di aver vinto il torneo, come ho detto molte volte è molto speciale per me. La cosa più importante è che qui ho giocato un buon tennis, anzi al massimo, il mio miglior livello. È stato fantastico in campo, voglio tenere questa sensazione per molto tempo.

Quanto è speciale la connessione tra la Romania e questo torneo, il fatto che Nadia ti abbia consegnato il trofeo, Tiriac è il presidente. È questo che lo rende speciale?
Sì, è per questo che mi senti speciale qui. Mi sento come a casa, Gerard mi fa sentire sempre come a casa, lui fa tutto quello di cui ho bisogno. È una speciale sensazione il fatto che molte persone vengano dalla Romania per supportarmi, vedo molte bandiere tra il pubblico.

Tornando agli affari, hai dei punti da difendere a Roma dove hai raggiunto le semifinali. Come paragoni il fatto di aver vinto qui e di dover ora andare a difendere quel risultato?
Onestamente sarà dura andare lì, ma ora voglio solo godermi questo momento, non penso ai punti. Come questa settimana, non ho pensato ai punti, a niente, volevo solo giocare. Ho ancora tempo perché giocherò mercoledì, ho appena visto che avrò un bye. Sì sto pensando a quel torneo e spero di giocare come ho fatto qui. Non sarà facile.

Sei sorpresa di aver vinto questo torneo dopo l’inizio di stagione un po’ lento?
A dire il vero quando sono arrivata qui non mi aspettavo di vincere il titolo, ma dopo essermi allenata con Darren molte ora al giorno sul campo, ho sentito che avevo le mie chance. Giorno dopo giorno giocavo un tennis migliore, questo mi ha aiutato molto ad essere più fiduciosa e ha migliorarmi mentalmente. Nessun infortunio o cose del genere, tutto è andato bene. Per questo che ho potuto vincere quasi tutti i match in due set.

Hai già parlato con il Signor Tirac?
No.

Ancora no?
Lui ha fatto così (pollici verso l’alto). Ma parlerò con lui dopo aver finito.

Dov’è il tuo trofeo?
Non è mio, non lo so, loro lo hanno. Io ne avrò forse un altro. Ma la cosa più importante è che l’ho tenuto in mano in campo, a me importa solo di quel momento.

Quali sono i tuoi pensieri sul torneo in generale e l’organizzazione?
Credo sia uno dei migliori al mondo. Il cibo è incredibile, comunque io ho mangato solo pasta a pranzo, ma una pasta molto buona. Il club è enorme. Tu puoi avere delle stanze per rilassarti prima dei match, gli spogliatoi sono grandi, tutto è buono qui. Anche le persone sono rilassate e si prendono cura di te.

Nel 2014 hai giocato la finale qui e a Parigi, nel 2016 hai vinto qui. Cosa ci sarà dopo?
Vedremo cosa avverrà. Io sperò di riuscire a ripetere il 2014, ma non è facile. So ora di avere fiducia, ma ogni match è diverso e non voglio pensare così lontano. Voglio concentrarmi match per match come ho fatto qui per tenere alta la fiducia.

Dopo il 2014 hai detto che eri diventata una preda e non eri più una cacciatrice, pensi di essere ancora in quella situazione? Quanto credi di essere cresciuta dopo quell’esperienza?
Io faccio ancora la caccia, perché sono numero 7. No comunque non credo che a quel punto loro mi stessero dando la caccia, è normale che le giocatrici che sono classificate tra il numero 20 o 30 vogliano battere una top 10, è così. Anch’io sono stata in quella posizione e so cosa significa. Ma ora ci sono abituata, non mi importa contro chi gioco, non penso più al ranking. Ho più esperienza e spero che questa volta resterò più rilassata, perché è molto importante in questo sport essere rilassati.

Traduzione a cura di Paolo Di Lorito

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