ATP Shanghai: troppo Raonic per Lorenzi. Kyrgios, che vergogna. Murray facile

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ATP Shanghai: troppo Raonic per Lorenzi. Kyrgios, che vergogna. Murray facile

Niente da fare per Lorenzi, dominato dal canadese ingiocabile al servizio. Murray lascia a 5 games a Steve Johnson. Wawrinka non patisce Edmund, Granollers elimina Berdych. Pospisil fa fuori Dimitrov, sfiderà Djokovic. Il solito Paire lotta un solo set, Kyrgios nemmeno quello

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[5] M. Raonic b. P. Lorenzi 6-2 6-4 (Andrea Lavagnini)

Stat Lorenzi Raonic

L’uomo dei miracoli Paolo Lorenzi non riesce nell’ennesima impresa di questa sua magnifica annata ed esce sconfitto dal match con il numero 6 del mondo Milos Raonic. È quest’ultimo il vero miracolato visto che appena cinque giorni fa era stato costretto al ritiro – senza nemmeno scendere in campo – in semifinale a Pechino per un problema alla caviglia destra, dal quale sembra aver pienamente recuperato. Come gli era successo al primo turno contro Garcia-Lopez il numero 1 d’Italia parte “alla Seppi”, concedendo il break nel game d’apertura nonostante una palla dell’1-0 a favore su cui commette doppio fallo. Raonic può quindi impostare da subito il pilota automatico al servizio: senza forzare e scegliendo quasi sempre un taglio esterno (15 prime su 18 in campo) perde solo due punti nel primo set. In risposta poi prova spesso ad aggredire fin dal primo colpo per far perdere sicurezza a Lorenzi sul servizio, cosa che evidentemente ha successo visto lo scarso rendimento di “Paolino” in battuta. Come era auspicabile la palla del canadese è decisamente più pesante rispetto a quella dell’azzurro che di conseguenza viene sovrastato dalla potenza dell’avversario fino a perdere un altro turno di battuta per il 6-2 che chiude il primo parziale. Nel secondo Raonic, in pieno controllo della partita, conquista il break decisivo al terzo game. Lorenzi fa quel che può, ma contro un Raonic con questa sicurezza è veramente difficile sperare di portare a casa il match. La testa di serie numero 5, già qualificato per il masters di Londra, si accontenta di tenere il servizio senza infierire, fino a chiudere comodamente 6-4,  preservando energie preziose per il prossimo incontro dove sarà opposto a uno tra Sock e Lopez. Per Lorenzi una partita comunque dignitosa e un torneo estremamente positivo.

[2] A. Murray b. S. Johnson 6-3 6-2 (Antonio Ortu)

Dopo l’inaspettata uscita di scena di Nadal, il centrale di Shanghai accoglie il numero 2 del mondo Andy Murray che, come nella passata edizione, debutta nel torneo contro l’attuale numero uno USA Steve Johnson. Lo scozzese si presenta da fresco campione di Pechino, quarto successo in Cina compresi i titoli a Shanghai nel 2010 e 2011. Ma l’ultimo incontro con Johnson, ai Giochi di Rio, non è stato per niente agevole per Andy e perciò, causa anche una pericolosa palla break concessa nel primo gioco, parte molto accorto. Dal 2-2 15-30 Murray inanella 11 punti di fila e mette le basi per la conquista del primo set, vinto 6-3 senza tanti patemi. Troppo poco incisivo il numero uno americano, soprattutto dal lato del dritto. Johnson non reagisce nel secondo set e un grande Murray dilaga grazie a un tennis molto più offensivo del solito e turni di battuta convincenti. Due break nel terzo e quinto gioco decidono il set, un 6-2 con cui lo scozzese chiude la pratica in 1 ora e 15 minuti. Niente da fare per l’americano che si è trovato davanti un Murray in grande forma e, sorprendentemente, molto orientato all’attacco. Domani sfiderà Lucas Pouille, nella rivincita della semifinale dominata al Foro Italico dal n. 2 del mondo, che continua la caccia al primo posto nella Race in questo finale di stagione.

[Q] M. Zverev b. [12] N. Kyrgios 6-3 6-1 (Domenico Giugliano e Raoul Ruberti)

Quando Nick Kyrgios, fresco di vittoria a Tokyo e di sbandieramenti su un nuovissimo impegno in allenamento, scende sul Grandstand per il match di secondo turno, il suo avversario quasi non si nota. Si tratta di Mischa Zverev, qualificato numero 110 della classifica mondiale e fratello maggiore del ben più talentuoso Alexander. Si tratta del primo precedente tra i due, nel quale il tedesco pare destinato al ruolo di vittima sacrificale. Il match invece dice tutt’altro, perché il ventunenne australiano praticamente non lo gioca. Nel set d’apertura perde la battuta in avvio, poi è sotto di un doppio break dopo il sesto gioco, il tutto in un tripudio di doppi falli e gratuiti. Sul 5-1 Zverev si distrae e consente a Kyrgios di recuperare uno dei due break, ma Nick è deciso a perdere e nel game successivo cede per la terza volta la battuta, consentendo all’avversario di incamerare il primo parziale con il punteggio di 6-3 e servire per primo nel secondo. L’atteggiamento in campo di Kyrgios è scostante oltre ogni dire, e chi si attende un riscatto da parte sua non ha capito bene la questione – che lui però sarà pronto a chiarire: Zverev ottiene il primo break nel quarto gioco, poi ancora nel sesto. Davvero non c’è partita, e i suoi bei colpi “all’antica”, che hanno mandato il favorito in confusione fin da subito e forse contribuito al suo corto circuito mentale, vengono inghiottiti da un livello agonistico inferiore a quello dell’allenamento col cesto di palle: in occasione del punto per il primo dei due break in questione, addirittura, Kyrgios serve una palla appena oltre la rete e si allontana verso la panchina, ancor prima che la risposta avversaria diventi vincente nel campo vuoto. Sembra anche accusare un problema fisico – o fingerlo? – ma non è una attenuante per quello ben più grande che ha nella testa. Una lunga discussione con il giudice di sedia e i fischi del pubblico pongono fine alla scenata. “Respect the game!” gridano dagli spalti. Ma Kyrgios l’ha detto che il tennis è un gioco che non gli piace.

[3] S. Wawrinka b. [Q] K. Edmund 6-3 6-4 (Gabriele Ferrara)

Stan Wawrinka batte Kyle Edmund con lo score di 6-3 6-4, qualificandosi per la sesta volta in carriera per gli ottavi di finale del Masters 1000 di Shanghai. Il match inizia con l’elvetico che domina gli scambi da fondocampo, prendendo molto bene il centro del campo e smistando benissimo la palla, insistendo molto verso il rovescio di Edmund e trovando anche dei meravigliosi cambi in lungolinea. Il giocatore nato a Johannesburg, nonostante spesso non abbia il tempo per far esplodere il proprio dritto, all’inizio riesce a rimanere in scia grazie al servizio, ma nell’ottavo game spedisce due rovesci in rete ed un dritto inside-in in corridoio che gli costano il break, con “Stan The Man” che non ha problemi a chiudere il parziale col punteggio di 6-3. L’inglese non riesce a fermare l’emorragia e, dopo un paio di errori banali da fondocampo ed uno splendido dritto in diagonale in corsa del numero 3 del mondo, perde la battuta anche in apertura di secondo set, con Wawrinka che si procura tre palle del doppio break nel terzo gioco, ma sciupa l’occasione mostrando eccessiva fretta: 2-1. Nel gioco successivo Wawrinka accusa uno dei suoi consueti passaggi a vuoto, regalando un break point al numero 48 ATP, che centra l’occasione con uno splendido dritto inside-out vincente. Si prosegue senza intoppi fino al 4 pari, quando Wawrinka trova una buona accelerazione col rovescio in cross, seguita da un errore al volo di Edmund, il quale poi manda in corridoio un dritto dal centro verso destra che gli fa perdere il servizio per la terza volta nell’incontro. Il campione degli US Open però ha un altro passaggio a vuoto che consegna due palle break consecutive al rivale: la prima la annulla con un buon dritto in diagonale, mentre sulla seconda il britannico sbaglia una risposta di dritto non impossibile. Tuttavia nel punto successivo Stan sbaglia il colpo in uscita dal servizio e regala un’altra chance all’avversario, ma qui Stan è bravo a mettere un buon servizio. Un errore di dritto di Edmund – colpo con il quale fa fatica quando deve fronteggiare palle basse e con poco peso – ed un approccio in slice vincente di Wawrinka chiudono il match in favore di quest’ultimo in un’ora esatta di gioco. Adesso lo svizzero affronterà Simon agli ottavi.

[11] D. Goffin b. B. Paire 6-1 7-6(0) (Raoul Ruberti)

In contemporanea con Wawrinka scende in campo anche il suo grande amico Benoit Paire, opposto a David Goffin. Il metodico belga è da mesi a ridosso dei primi 10 del ranking, mentre il francese croce e delizia sta vivendo uno dei semestri più neri della propria carriera (da maggio ha vinto due partite nello stesso torneo soltanto a Washington). Posizionandoli ai due lati opposti della rete si ottiene un confronto tra due estremi, sotto il profilo dell’atteggiamento sia tattico sia mentale. Il primo set ne è un fulgido esempio: Paire non sfrutta la differenza di centimetri (16 secondo l’ATP, che forse è generosa col suo avversario) e serve in maniera poco incisiva, Goffin risponde profondissimo al centro e lo coglie puntualmente impreparato nella sua mollezza. Se il punto non arriva già così gli è sufficiente girare attorno al colpo successivo, stavolta in orizzontale, e attaccare gli angoli. Di colpi tagliati neppure l’ombra e lo scambio non si allunga mai, per precisa volontà dello stesso Goffin: il belga è conscio di come il rischio che Paire possa tirare fuori un coniglio dal cilindro aumenti con il proseguire del palleggio. Al contrario tenerlo sempre sul breve, senza mai fargli preparare il dritto in comodità, lo frustra. Il barbuto Benoit non fa scenate ma sembra lì di passaggio, con ancor meno pretese dei bambini a cui Djokovic mette in mano le racchette durante le esibizioni, per far giocare loro qualche punto al suo posto. E non ha più i vent’anni di Tomic e Kyrgios, quindi neppure le loro attenuanti. Stavolta non pesca neanche qualche colpo che meriti di finire negli hot shot del canale ATP: prende diligentemente un break dopo l’altro nel primo set, nel secondo mette un pizzico di concentrazione in più e rimane in scia con due immediati contro-break dal ritmo blando, nel tie-break però collassa non rimediando neppure un punto. Il dramma tuttavia è che, come al solito, la cosa pare non pesargli: persino le proteste verso il giudice di sedia danno l’impressione di un pro forma. Goffin, apparso quasi sorpreso dai propri primi errori gratuiti, giunti già molto avanti nel match, raggiunge Monfils agli ottavi.

Gli altri incontri (Raoul Ruberti e Giovanni Vianello)

La giornata è cominciata con un upset piuttosto eclatante. Tomas Berdych (t.d.s. 7) è stato infatti sconfitto da Marcel Granollers in due tie-break. Molto buona la performance di Granollers in risposta nei momenti conclusivi di ciascun set, ma anche prova sottotono del ceco nei due tie-break, nel primo perché era avanti di un mini-break, nel secondo perché non è mai stato in partita (è andato sotto 6-0 prima di perdere 7-1). Nello Stadium, facile vittoria per Gilles Simon contro l’idolo locale Wu, anche se il transalpino ha concesso un break in avvio di primo parziale, break che tuttavia ha subito recuperato. Perde in tre set lottati Feliciano Lopez da Jack Sock. Feliciano ha subito troppo il potente e liftatissimo dritto dello statunitense sul proprio rovescio. Sconfitto, questa volta da Vasek Pospisil, anche Grigor Dimitrov, che si è dimostrato ancora una volta non molto forte mentalmente e forse ha patito la stanchezza della finale della settimana scorsa a Pechino. Da segnalare un episodio nella partita tra il bulgaro ed il canadese: nel secondo set un bambino raccattapalle è stato colpito da un servizio di Pospisil e per il dolore si è messo a piangere. Dimitrov si è distinto per signoria nel regalare al ragazzino un polsino per consolarlo. In chiusura di giornata, Lucas Pouille si guadagna il terzo turno sconfiggendo in due set (dei quali il secondo si è concluso in un lottatissimo tie-break durato 22 punti) Nicolas Almagro. Duplice 6-4 infine per Roberto Bautista-Agut ai danni di Taylor Fritz. Match dalle poche emozioni, che vira verso un destino spagnolo appena dopo la sospensione per pioggia con un game-braccio di ferro da 24 punti. Ottenuto il break, a Bautista basta giocare da fondo con maggiore solidità dell’avversario fino alla fine. Stesso copione nel secondo set, col break che arriva sul 4-4. Delusione per gli entusiasti del teenager americano, non tanto sotto il profilo del risultato – Bautista lo precede di 52 posizioni in classifica, e il punteggio non è così pesante – quanto su quello del gioco. Le armi a disposizione di Taylor sono ancora pochine, servizio e dritto da fondo. Perciò, quando gli si para davanti qualcuno che fa meglio di lui quelle due cose, l’impressione è che il match non possa finire in altro modo che come oggi, con una sua sconfitta.

Risultati:

[3] S. Wawrinka b. [Q] K. Edmund 6-3 6-4
Granollers b. [7] T. Berdych 7-6(4) 7-6(1)
[11] D. Goffin b. B. Paire 6-1 7-6(0)
G. Simon b. [WC] D. Wu 6-2 6-2
[5] M. Raonic b. P. Lorenzi 6-2 6-4
J. Sock b. F. Lopez 6-3 4-6 6-4
[Q] V. Pospisil b. G. Dimitrov 7-5 7-6(2)
[Q] M. Zverev b. [12] N. Kyrgios 6-3 6-1
V. Troicki b. [4] R. Nadal 6-3 7-6(3)
[15] R. Bautista Agut b. [Q] T. Fritz 6-4 6-4
[13] L. Pouille b. N. Almagro 6-4 7-6(10)
[2] A. Murray b. S. Johnson 6-3 6-2

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