La legge di Stan: Wawrinka batte Djokovic in quattro set, terzo titolo Slam in carriera

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La legge di Stan: Wawrinka batte Djokovic in quattro set, terzo titolo Slam in carriera

Stan Wawrinka supera in una battaglia di quattro set il numero uno del mondo Novak Djokovic, per conquistare il suo terzo Major in carriera. Lo svizzero vince la sua undicesima finale consecutiva. Tre successi Slam su altrettanti tentativi. Al terzo turno aveva salvato match point contro Evans. Djokovic menomato e contestato per un MTO nel quarto set

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[3] S. Wawrinka b. [1] N. Djokovic 6-7(1) 6-4 7-5 6-3 (da New York, il nostro inviato)

Djokovic Wawrinka stats finale US Open 2016

Siamo giunti all’atto conclusivo degli US Open, e della stagione Slam 2016. Di fronte, per quello che qui chiamano il “Men’s Singles Championship”, il numero uno del mondo e campione in carica, il serbo Novak Djokovic, e il numero 3, lo svizzero Stan Wawrinka, semifinalista l’anno scorso. I confronti diretti vedono Djokovic avanti 19-4, ma le ultime due affermazioni di Wawrinka sono state pesanti (sono state le ultime due volte che i due si sono affrontati in uno Slam, e in entrambe le occasioni poi Wawrinka vinse il titolo), nei quarti di finale a Melbourne 2014 e in finale al Roland Garros 2015. L’ultimo match agli US Open era stato nel 2013, una lotta terminata 6-4 al quinto per il serbo che si era trovato sotto due set a uno. Per Novak è la finale numero 21, ne ha vinte 12, per Stan è la terza, 2 su 2 per lui finora, con una striscia aperta di 10 successi in finale consecutivi. A questa partita Djokovic arriva avendo giocato per 8 ore e 58 minuti, Wawrinka per 17 ore e 54, praticamente il doppio. Sono le 16.25 quando i due finalisti terminano di provare i servizi, prima dell’inizio del palleggio di riscaldamento la consueta, pittoresca cerimonia tipicamente americana che introduce gli eventi sportivi di rilievo, con bandiere, marines in alta uniforme, e inno nazionale. Il pomeriggio newyorkese è perfetto per giocare a tennis, un bel sole che però non arriva al campo, ombreggiato dalle alte tribune dell’Arthur Ashe Stadium, niente vento, temperatura ben più fresca dei giorni scorsi.

Inizia alla battuta Djokovic, e tiene a 30, un paio di errori per ciascuno in avvio, 1-0. Nel primo punto del secondo game, difesa da fenomeno di Nole che fa partire l’applauso entusiasta del pubblico, che gremisce il centrale fino alle ultime file in alto, la cosiddetta “piccionaia”. Si arriva ai vantaggi, e una steccata di dritto di Stan (già la seconda) manda il serbo a palla break, subito convertita incassando l’errore su un rovescio comodo dello svizzero, 2-0. Continua solido Nole, piazza anche uno smash non banale (per lui, da sempre incerto in questo colpo, non è facilissimo), e chiude il game con un ace, 3-0. Entusiasmo degli spettatori quando vengono inquadrati in successione dai maxischermi Michael J.Fox, Guillermo Vilas e Rod Laver, nel frattempo Wawrinka si scuote, spinge bene con il dritto, piazza una pregevole stop-volley di rovescio, e tiene a 15, 1-3. Prosegue il “celebrity spotting” con Kevin Spacey, Hillary Swank e Anna Wintour, prosegue anche Djokovic che sale 4-1 senza difficoltà. Nel game successivo Stan ancora in difficoltà, palla break Nole che lo svizzero annulla bene con servizio e accelerazione di rovescio, poi ancora drittone inside-in e ace a chiudere il game per lui, 2-4. Bravo Wawrinka, ma sta giocando un po’ troppo con il fuoco. Djokovic sembra centrato e solido, nei suoi game di battuta lascia le briciole, il 5-2 è cosa di un attimo, e poco dopo arriva il 15-40 con due set point, il primo annullato col servizio, il secondo fallito male dal serbo con un errore di rovescio rispondendo a una seconda. Spara il primo super rovescio lungolinea della giornata Stan, poi ancora drittone inside in, 3-5. Al servizio per il primo parziale, Nole subisce la pressione crescente di un Wawrinka finalmente entrato in partita, 0-40 e tre palle del contro break, sulla prima ace esterno Djokovic, poi riga pizzicata e conseguente errore di Stan, ma sulla terza pesantissimo doppio fallo che consegna il 4-5 a Wawrinka, set nuovamente in equilibrio. Solido e pesante adesso il tennis dello svizzero, che tiene a 15 e agguanta il 5-5.

Tira il fiato dopo aver completato la rimonta Wawrinka, Nole va 6-5 senza problemi, dagli spalti sorridono Sienna Miller e James Spader, non abbiamo ancora visto cose memorabili ma il match è godibile. Picchia bene, e picchia duro Stan con il servizio e le sue botte da fondo, siamo al tie-break, epilogo che forse va un po’ stretto al serbo, il secondo dei set point avuti nell’ottavo game era stata una buona occasione sprecata male. Subito 2-0 e minibreak Nole, poi puntone da standing ovation per Stan con scambio ravvicinato a rete, 1-2, poi passante lungolinea strepitoso di Nole, 3-1, poi servizio vincente, 4-1 per il serbo, poi gratuito Stan, 5-1, poi ancora dritto lungo dello svizzero, 6-1 e 5 set point per Djokovic, che incassa il terzo errore consecutivo su palla facile dello svizzero e chiude alla prima occasione, 7-6. L’impressione è che l’andamento del punteggio sia dipeso molto da Wawrinka, nel bene ma purtroppo per lui anche nel male, il tie break onestamente lo ha un po’ buttato via, da parte sua Nole sta giocando se non con la brillantezza dei giorni migliori, sicuramente con sufficiente solidità per trovarsi giustamente in vantaggio.

Va al servizio Stan a inizio secondo set, 1-0 per lui senza sussulti, bene anche Nole, 1-1, da notare come diverse volte ormai nel match, ne ho contate tre, il serbo abbia chiuso con disinvoltura degli smash non semplici, anche da fondocampo, per lui è segno di grande sicurezza in se stesso. 2-1 Wawrinka ancora in modo regolare, non c’è un posto libero adesso nello stadio, nel quarto game Djokovic incappa in un doppio fallo e va ai vantaggi, Stan annusa l’occasione, molla tre fucilate consecutive di rovescio, l’ultima delle quali piega la racchetta in mano al serbo e gli consegna la palla break, subito trasformata dal “signature shot” di Wawrinka, la botta lungolinea ancora di rovescio all’incrocio delle righe. Palesemente innervosito, Nole reagisce immediatamente e si prende lo 0-40, tre opportunità di controbrekkare, la prima fallita con un rovescio a metà rete, la seconda e la terza annullate da buoni servizi di Stan, poi ace e gran scambio di legnate da fondo vinto di forza dallo svizzero, 4-1 per lui, non benissimo le percentuali di realizzazione per Djokovic a questo punto del match. Tiene Nole per il 2-4, nel game successivo dopo uno scambio durissimo sul 30-30 un rovescio in cross del serbo viene chiamato fuori, Hawk-Eye decreta che per un pizzico la palla ha toccato la riga, palla del contro break, e Wawrinka spara lungo un dritto non difficile, forse di rabbia, 3-4, poi 4-4 in poco più di un minuto, passaggio a vuoto di Stan che potrebbe costargli caro, ma va riconosciuto a Djokovic il merito della grande consistenza e continuità mentale, fisica e tecnica (in questo preciso ordine), lui è sempre, sempre lì, gli puoi anche salire sopra a tratti, ma appena cali ti azzanna e recupera, bravo e basta. Bravo anche Wawrinka a non demoralizzarsi per il svantaggio sfumato, con personalità riprende a spingere e sale 5-4, spara manate in serie anche nel game successivo mandando Nole a difendersi sui teloni, arrivando al 15-40 e due set point. Sul primo bravissimo Djokovic in pressione e poi con la volée di dritto, sul secondo gli scappa largo un dritto piuttosto comodo, ed è 6-4 Stan, un set pari. Una bella finale con diversi momenti di notevole intensità, scambi anche divertenti, ed equilibrio sia nel punteggio che nel gioco, il pronostico è apertissimo a questo punto.

A inizio terzo set, con lo svizzero al servizio, dopo uno scambio lunghissimo colpevolmente non chiuso da Stan e magnificamente difeso e portato a casa da Novak, si va 15-40, subito due palle break, annullate entrambe bene da Wawrinka, sulla prima pizzica la riga, sulla seconda sfonda alla grande con il rovescio lungolinea. Si va ai vantaggi, poi spinge bene Djokovic, terza palla break, scambio duro in cui Stan non trema e tira fino a trovare l’errore del serbo, poi erroraccio in risposta Nole, bastonata esterna col servizio a 131 miglia (211 kmh) Stan, 1-0, per la prima volta in vantaggio lo svizzero dopo quasi due ore di partita, altre occasioni sfumate per Djokovic, potrebbero costare care alla fine. Intanto, già nel game successivo, un bel passante di dritto manda Stan a palla break sul 30-40, poi ancora intelligente slice nei piedi di Nole seguito un altro passante, ed è break, 2-0 Wawrinka, che ha ragione a indicarsi la testa con il suo caratteristico gesto di auto-incitamento. Il primo punto del terzo game vede uno smash non chiuso da Djokovic, e può anche questo essere un sintomo di minore sicurezza, ma sul 30-30 Stan fallisce una chiusura di dritto, e affronta anche lui palla break. Senza paura lo svizzero spara un rovescio sulla riga, poi servizio-dritto, poi lo scambio della partita, una difesa miracolosa con il chop di dritto di Stan che sibila a un millimetro dal nastro, seguita dal passantone di rovescio anticipato, 3-0 Wawrinka, gran match in questa fase soprattutto per merito suo. Ancora incertezze su un paio di smash per Nole nel quarto game, le palle alte sono davvero un termometro del suo stato di forma e della sua scioltezza di braccio, arriva un pericolosissimo 0-30, ma il serbo si salva, chiudendo finalmente una schiacciata anche con rabbia, e accorcia, 1-3. Primo punto del quinto game, un rovescio pazzesco chiuso in controbalzo da Stan, roba che riescono a fare solo lui e l’altro svizzero, poi lungolinea sempre di rovescio che lascia immobile Nole a metri dal colpo, è spettacolo Wawrinka adesso, ovazioni a ripetizione del pubblico. Djokovic però non molla, ammirevole e anche umile a tratti, e si arrampica a palla break, ma gli scappa la risposta. Poi sullo scambio errore Stan, ancora break point, e il nastro impedisce alla palla dello svizzero di arrampicarsi oltre, 2-3, adesso tocca a Wawrinka riflettere sull’occasione sprecata per allungare nel punteggio.

Scende il tramonto, siamo a 2 ore e 25 di partita, vengono accese le luci dello stadio, la skyline di Manhattan che si può ammirare se si arriva all’ultimo anello in alto dell’Arthur Ashe è una meraviglia. Sul campo, Stan e Nole continuano a darsele di santa ragione, ci vuole il miglior Djokovic, che finisce l’ultimo durissimo punto del sesto game piegato sulle ginocchia, per pareggiare 3-3. Ancora bene Stan in spinta costante per il 4-3, chiudere un vincente o forzare all’errore Nole è pressochè impossibile se non alla terza-quarta accelerazione di fila, bella intensità di entrambi. Pareggia Djokovic, 4-4, poi Wawrinka da 40-0 si fa raggiungere sul 40 pari, momento decisivo se ce n’è uno, errore Nole, poi errore Stan, poi servizio vincente, poi ancora errore, sono tesi entrambi e si vede, due errori in risposta del serbo mandano Wawrinka al cambio campo avanti 5-4, la gente si alza in piedi ad applaudire. Molto solido ancora Djokovic al servizio, 5-5 senza rischi. Poi gran drop-shot Nole, drittone Stan, un paio di nastri che dicono di no al serbo, 6-5 Wawrinka. Per una volta un po’ incerto nel suo game di battuta, Nole si fa trascinare ai vantaggi, e sul 40-40, al termine dell’ennesimo scambio di cazzotti più che di dritti e rovesci, sbaglia in lunghezza e affronta un set-point: qui di tattica e braccio Stan fa il capolavoro, prima rallenta e taglia, poi va in cross, ottiene il liftone diagonale che voleva, ci sale sopra e chiude con una manata di dritto lungolinea spaventosa, 7-5 e due set a uno per lui, il match è bellissimo ora.

Apre Stan al servizio il quarto parziale, e continua imperterrito il bombardamento con entrambi i fondamentali, per come sta giocando lo svizzero in questa fase, se non avesse davanti un fenomeno di tenuta come Novak, avrebbe già spazzato via dal campo chiunque altro, 1-0 per lui. Sul 30 pari del secondo game, Djokovic si comincia a toccare l’interno della gamba sinistra, all’altezza degli adduttori, poi la punta della scarpa destra, sbaglia due dritti e consegna il break a Stan, 2-0, sembra davvero non muoversi più bene Nole ora, la situazione sembra il più classico dei K.O. tecnici nella boxe, a furia di allunghi e recuperi un guaio muscolare può capitare, speriamo non sia così, si va 3-0 Wawrinka, Djokovic rinuncia a rientrare verso il campo dopo aver risposto all’ultimo servizio esterno di Stan. Quarto game, il serbo al servizio è immobile, spinge da fermo, c’è aria di ritiro, bello l’urlo ritmato “Nole, Nole” dagli spalti, ma Djokovic continua a sparare pallate lunghe senza spinta delle gambe, l’impressione è che rimanga in campo per rispetto dell’avversario, il doppio fallo con cui manda Stan a palla break per il 4-0 è una resa. Solo di orgoglio Nole la annulla con un buono smash, poi servizio vincente, poi ancora doppio fallo, siamo al conto alla rovescia ormai, il game dell’1-3 sembra solo allungare la sofferenza del serbo, che va a sedersi e chiama il medical time-out. Nole si fa curare il piede destro, l’alluce, forse è lì il problema, ma se è così è strano il modo in cui il serbo si tocca e zoppica. Sono passate 3 ore e 25 minuti di partita, e di botte tremende con cui alla fine Wawrinka ha letteralmente mandato al tappeto Djokovic, dispiace prima di tutto per Novak, e solo poi per l’esito praticamente ormai scontato del match. Va al servizio Stan sul 3-1, anche un po’ distratto (colpevolmente) dall’avversario menomato, torna in mente la finale di Melbourne 2014 contro Nadal in cui si vide la stessa situazione, arrivano due palle break per Nole, annullate, poi una terza, fallita anch’essa, in modo sinceramente inaspettato per tutti vista l’evidente zoppia mostrata prima Djokovic sembra muoversi meglio adesso. Wawrinka, comunque, si scuote dal momento di incertezza, affonda un paio di colpi, e sale 4-1.

Nole spinge tutto, trova il 2-4, lotta anche in risposta, ma a tratti si blocca con una smorfia di dolore, sul 5-2 che per Stan arriva senza problemi ancora in campo il medico, sempre a lavorare con la fasciatura al piede destro del serbo che va poi al servizio per salvare il match. Un paio di buone prime palle e di attacchi, Djokovic tiene a 15, ora il momento della verità per Wawrinka, 5-3 e servizio. Dritto lungo di Stan, può essere che senta la tensione e l’importanza del momento, rovescio largo, 0-30, ovazione ritmata della folla, drittone lungolinea Stan, 15-30, risposta in rete Nole, 30-30, meno due, siamo a 3 ore e 53 minuti di partita. Ancora gratuito Nole, match point, dritto in rete Stan, parità, strepitosa combinazione rovescio lungolinea e dritto Stan, Nole a terra, match point numero due. L’errore finale di Djokovic incorona il campione degli US Open 2016: il suo nome è Stanislas Wawrinka, detto Stan.

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