Miami: del Potro spazza via Nishikori, bene Cilic e Chung, fuori Dimitrov

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Miami: del Potro spazza via Nishikori, bene Cilic e Chung, fuori Dimitrov

L’argentino prosegue il suo momento magico lasciando quattro giochi al giapponese, ancora lontano dai suoi livelli migliori. Grigor eliminato da un ottimo Chardy

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[5] J.M. del Potro b. [26] K. Nishikori 6-2 6-2 (dal nostro inviato a Miami, Luca Baldissera)

Il terzo match in programma sul centrale di Crandon Park è uno di quelli che hanno molti significati per chi lo gioca. Una storia di ritorni da infortuni pesanti, uno riuscito e vincente, l’altro ancora incerto e pieno di dubbi. Da un lato, l’argentino Juan Martin del Potro (29 anni, 6 ATP), dall’altro il giapponese Kei Nishikori (28 anni, 33 ATP). Il primo ormai recuperato definitivamente al grande tennis, fresco vincitore a Indian Wells, il secondo alla sua prima apparizione da tempo in palcoscenici di questo prestigio, dopo aver avuto l’umiltà di ricominciare a trovare forma e ritmo nei challenger. Sono passati quasi 10 anni dal loro primo incontro, New York 2008, del Potro conduce per 5-2. Il favorito, sulla carta, dovrebbe essere chiaramente Juan Martin, ma la stanchezza di tante partite e vittorie consecutive potrebbe avere un prezzo da pagare. Alla fine, prevale facilmente del Potro, purtroppo Nishikori non è ancora al livello dei migliori e si vede.

Ci prova, il simpaticissimo Kei, soprattutto all’inizio, si ricorda di essere stato, e magari di poter essere ancora, uno dei migliori ribattitori del circuito, entra con coraggio sulle risposte, e si procura palla break nel secondo game, non trasformata. Pochi minuti dopo, è Juan Martin ad andare con decisione all’assalto della battuta avversaria, e dopo tre occasioni è lui a piazzare la zampata: 3-2 e servizio in suo favore. Purtroppo per Nishikori, quando un giocatore come del Potro prende l’avvio e va in vantaggio, fermarlo è quasi impossibile. Un secondo break, sigillato da un drittone nell’angolo, manda l’argentino sopra 5-2, parte il coro “Olee olee olee olee, delpoo, delpoo”, qui un argentino gioca in casa, lo sanno tutti. Tre bastonate di servizio, un errore di Kei, e il 6-2 per Juan Martin va in archivio, sono passati 34 minuti. Rivedere in azione un giocatore della qualità di Nishikori è un piacere, ma la ruggine e le incertezze sono ancora evidenti, e sono troppe per competere contro il tennista del momento. Certo, qualche anticipo di rovescio, qualche recupero tirato su a mille all’ora, un magnifico lob liftato nel finale sono stati uno spettacolo, però mancano la continuità e la consistenza punto dopo punto, game dopo game.

A inizio secondo set, subito altro break per Juan Martin, che sta dimostrando di essere guarito veramente, e il punto che lo porta 2-0 ne è l’emblema: rincorsa all’indietro a inseguire un bel pallonetto di Kei, e lungolinea di rovescio vincente, spalle alla rete, tirato solo con i polsi, proprio quei polsi tanto sofferenti per anni. “I miei polsi vanno bene, sì. faccio ancora molta terapia, ogni giorno. Ma va bene. Il mio rovescio sta ancora migliorando, a volte vario con lo slice, con le palle corte. Spero di poter colpire pieno sempre di più, a due mani. Mi piace colpire in quel modo“, racconterà Juan Martin in conferenza stampa.

Nel momento in cui si rende conto di non avere scampo nella battaglia da fondocampo, Nishikori, da giocatore intelligente qual è, prova ad attaccare, ma incappa in diverse imprecisioni al volo. Dispiace vedere il doppio fallo di frustrazione che gli costa tre palle del secondo break, così come il rovescio in rete che manda delPo avanti 4-1 e servizio. Il Kei che andava in finale allo US Open, che soffocava gli avversari con gli anticipi fulminanti dal lato sinistro non lo avrebbe sbagliato neanche bendato. La partita, virtualmente, finisce qui, il 6-2 conclusivo è inevitabile, per Nishikori la speranza è che la salute gli consenta di fare di questa pesante sconfitta null’altro che un passaggio, necessario, verso il ritorno al tennis che gli compete. Juan Martin, stanco com’è, non poteva chiedere di meglio di un match facile e veloce, per lui adesso il serbo Filip Krajinovic, primo confronto, i quarti di finale sono nel mirino. Olè olè olè, delPo. Il pubblico del più latinoamericano dei master 1000 è tutto per te.

J. Chardy b. [3] G. Dimitrov 6-4 6-4 (Andrea Ciocci)

Deposto il re, il torneo in cerca di dominatore sembra averlo trovato nel devastante del Potro delle ultime settimane. Di sicuro il ruolo non toccherà a Grigor Dimitrov. Che non gli si attagliasse lo si era già capito dal balbettio messo in scena contro il tedesco Marterer. Oggi, il numero 4 del mondo ha dissipato ogni dubbio facendosi sorprendere da un ottimo Jeremy Chardy. Il bulgaro non è mai parso convinto di potercela fare. Abbandonato da un dritto ballerino, specie quando il braccio non deve tremare, ha ceduto al francese, abile nel far valere la pesantezza dei suoi colpi. Specie nelle combinazioni servizio-dritto. La prima frazione è fedele alla regola del servizio. Ma è palese la mancanza di fiducia della terza testa di serie. Concede 3 palle break nell’ottavo gioco. Salvandosi. Ma cede malamente quando serve, sul 4-5, per rimanere nel set. Sanguinosi alcuni errori di dritto, indicativi di un precario stato di formaNel secondo parziale, Dimitrov sembra autoconvincersi con una serie di pugnetti. Il problema è che non riesce a procurarsi una palla break dal 2-2 del primo set. E, puntualmente, ancora una volta molla di testa in chiusura di set. Un periodico 6-4 garantisce a Chardy l’accesso agli ottavi di finale del Miami Open per la prima volta in carriera. Ennesimo passo falso per il bulgaro, lontanissimo parente del vincitore delle ATP Finals.

[2] M. Cilic b. V. Pospisil 7-5 7-6(4) (Michelangelo Sottili)

Marin Cilic conferma i due precedenti e supera il n. 77 ATP Vasek Pospisil in un incontro dal punteggio equilibrato, con il croato che, tuttavia, è parso sempre in controllo. Il ventisettenne canadese, pur lontano dal suo best ranking (25° nel 2014), sembra tornato sulla strada giusta e si sta ricostruendo una classifica accettabile. In controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza dei colleghi, Marin sceglie di iniziare in battuta, colpo destinato a farla da padrone in questo match. Si gioca su pochi colpi e, le poche volte che i due entrano nello scambio, a comandare è Cilic, dotato di una palla più pesante e più abile a spostarsi per sventagliare di dritto, con risultati però altalenanti. Graziato al terzo game da una volé canadese a campo aperto (evidentemente non) impossibile da sbagliare, il croato nato a Medjugorje fa la differenza al dodicesimo gioco con una gran risposta in allungo sulla battuta slice di Pospisil: è set point, subito trasformato con il nono vincente di dritto.

Sotto lo sguardo preoccupato del coach Rainer Schüttler, Pospisil resta attaccato all’avversario anche nel secondo parziale in cui non cambia il leitmotiv – e non cambierebbe neanche il risultato se Cilic sfruttasse uno dei tre match point consecutivi sul 6-5. Vasek vince poi lo scambio più prolungato e bello dell’incontro: recupera l’impossibile sfoderando anche un paio di rovesci a una mano di solo polso per poi infilzare di dritto quell’omaccione sempre indeciso sul se e quando prendere la rete. La sconfitta è però solo rimandata perché, al tie-break, Cilic rientra nei panni del numero 3 del mondo e chiude. Tra scelte bizzarre (swing sudamericano su terra), rinunce (Buenos Aires, Acapulco) e sconfitte al secondo incontro (Rio, Indian Wells), l’eletto a primo e forse unico inseguitore dei due fenomeni dopo il primo Slam dell’anno ha non troppo inopinatamente ceduto il ruolo a Juan Martin del Potro. Agli ottavi il croato dovrà battere John Isner o Mikhail Youzhny per eguagliare il suo miglior risultato (del 2013) sull’isolotto.

[19] H. Chung b. [Q] M. Mmoh 6-1 6-1 (Corrado Boscolo)

Procede spedita la corsa di Chung a Miami. Michael Mmoh, novità del torneo, termina il suo ottimo torneo in Florida. Nessun precedente tra i due a livello ATP, una vittoria di Chung al Maui Challenger. Una partita che vede protagonisti due rovesci estremamente validi, mentre sul piano tattico è un logoramento a chi sfonda per primo l’avversario da fondo, almeno nelle primissime battute. Primo strappo operato da Chung, che si prende il break grazie a due doppi falli di Mmoh. La precisione dell’asiatico è una garanzia che porta diversi punti in tasca, con il giovane americano che è costretto ad arretrare la posizione in campo. Di certo la maratona contro Bautista Agut, nonostante il giorno di pausa non aiuta la tenuta fisica. Chung balza via veloce sul 4-1 pesante, e chiude senza problemi il primo set con il passante. Se nei primi scambi il ventenne americano aveva dato l’impressione di fare partita contro Chung, con il proseguire dei punti si è infranto sul muro avversario. Tanti gratuiti per Mmoh, ma oggi il semifinalista di Melbourne Park sembra di una cilindrata superiore. Secondo set, stessa musica con Chung che conferma di essere in palla, breakka subito l’avversario, volando 3-0. Giocatore di casa che pare annebbiato, senza benzina e non riesce ad arginare la forza d’urto del numero uno d’Asia. La frustrazione di Mmoh non trova soluzione, e il match scivola via senza particolari sorprese. Finisce al limite dell’ora di gioco, con Chung che passeggia verso gli ottavi. Partita francamente senza storia.

GLI ALTRI INCONTRI (Raffaello Esposito)

Si gioca per gli ottavi e l’aria a Crandon Park comincia a essere rarefatta. Ai margini degli incontri di cartello entrano fra i migliori sedici del torneo anche Joao Sousa (80 ATP), Filip Krajinovic (27 ATP).

Il primo a festeggiare è stato Sousa, opposto a Jared Donaldson (49 ATP). Il portoghese gioca il primo set fra doppi falli – cinque in quattro turni – errori di fretta e urla assortite. Cerca sempre di spaccare la palla manco fosse Connors, gli errori si accatastano copiosi e il 6-1 è logica conclusione di tutto ciò, con il buon Jared che ottiene il massimo dal suo gioco lineare ed efficace, senza troppi fronzoli. Set point godibile con attacco su drop e volée in contropiede. D’improvviso a metà secondo le cose cambiano. Donaldson infatti ha un crollo fisico evidente, respira a bocca aperta, i suoi colpi si accorciano di un metro e Sousa è pronto a cogliere l’occasione del pareggio con un filotto di tre games consecutivi. Lo statunitense nel decider, cerca di giocare veloce chiedendo molto anche alla seconda palla, resiste come può ma crolla al decimo gioco. Sousa negli ottavi incontrerà Chung. Poco dopo sul Court 1 il serbo Filip Krajinovic si dimostra troppo solido per l’erratico Benoit Paire, forse pago dello scalpo di Novak Djokovic. Filip si invola sul 3 pari del primo set dopo aver rimontato, brekka ancora dopo quasi otto minuti di lotta – gentile omaggio del dritto avversario – e da lì incamera altri sei giochi consecutivi fino al 3-0 del secondo. In quel frattempo Paire ciondola indolente per il campo, accatasta errori alternati a doppi falli e dopo aver salvato le apparenze con qualche colpo dei suoi stringe la mano al vincitore. Per Krajinovic ora del Potro.

Nella notte italiana è toccato poi ai due bombardieri nordamericani. Il primo a scendere in campo è John Isner (17 ATP) che affronta Mikhail Youzhny (102 ATP). I precedenti – sempre su palchi nobili – davano il russo in vantaggio 2-1 ma entrambe le sue vittorie erano datate, anche se ottenute sul cemento all’aperto. Il russo stavolta non ha potuto molto, John ha avuto una discreta serata alla battuta e questo, unito alla debolezza (sei doppi falli…) di quella avversaria ha fatto la differenza in un incontro che è andato poco sopra l’ora di gioco. Per lui agli ottavi scontro fra mani pesanti contro il favorito del torneo, quel Marin Cilic (3 ATP) che lo ha battuto per sette volte in nove incontri, l’ultima sull’erba del Queen’s lo scorso anno. Per finire è stato Milos Raonic (25 ATP) a passare il turno sconfiggendo in due set Diego Schwartzman (16 ATP). Air Canada non ha tremato in battuta annullando bene le sole tre palle break concesse, mentre su quella avversaria si è mostrato concreto e aggressivo. Dopo un primo set terminato al tie break per 7 punti a 5 Milos prende il volo nel secondo strappando per due volte il servizio all’argentino e confezionando il comodo 6-3 che lo porta al turno successivo. Il suo avversario sarà il francese Jeremy Chardy (90 ATP), contro il quale ha sempre vinto (6-0) ma spesso faticando.

Risultati:

[19] H. Chung b. [Q] M. Mmoh 6-1 6-1
J. Sousa b. J. Donaldson 1-6 6-3 6-4
[22] F. Krajinovic b. B. Paire 6-3 6-3
[2] M. Cilic b. V. Pospisil 7-5 7-6(4)
[5] J.M. del Potro b. [26] K. Nishikori 6-2 6-2
J. Chardy b. [3] G. Dimitrov 6-4 6-4
[14] J. Isner b. M. Youzhny 6-4 6-3
[20] M. Raonic b. [13] D. Schwartzman 7-6(5) 6-3

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