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Al femminile

Stoccarda, la storia di un torneo che fa storia

Da Sharapova a Siegemund, da Goerges a Kerber: protagoniste e partite memorabili del Premier di Stoccarda, al decimo anno su terra battuta

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Edizioni e partite memorabili su terra battuta
Da quando il torneo di Stoccarda si disputa sulla terra battuta queste sono state le vincitrici e le finaliste:

In tre occasioni chi ha vinto a Stoccarda ha poi vinto nello stesso anno il Roland Garros: Kuznetsova nel 2009, Sharapova nel 2012 e nel 2014. Nel 2009 fu l’intera composizione della finale a ripetersi a Parigi, sempre con Kuznetsova vincente su Dinara Safina. In Germania Svetlana vinse 6-4, 6-3, in Francia 6-4, 6-2.

Stoccarda 2010 è stato l’ultimo torneo conquistato da Justine Henin su terra, prima del secondo e definitivo ritiro causato dalla caduta a Wimbledon qualche mese dopo. Nel 2011 ci fu la sorpresa della vittoria di Julia Goerges, capace di superare in finale la numero 1 del mondo Wozniacki. Quello fu il torneo della rivelazione di Goerges come giocatrice in grado di vincere appuntamenti importanti, anche se per ritrovarla con una simile qualità di tennis abbiamo dovuto aspettare oltre sei anni, fino alla seconda metà del 2017.

Ma da quando si disputa su terra forse l’edizione di livello più alto è stata quella del 2012. A mio avviso uno dei tornei meglio giocati di quella stagione, se non il migliore in assoluto. Con le prime otto giocatrici del mondo presenti in tabellone e le prime quattro (Azarenka, Sharapova, Kvitova, Radwanska) approdate in semifinale dopo diversi match combattutissimi e di alta qualità. Ne cito alcuni: Azarenka contro Barthel (forse nella sua migliore stagione, sconfitta 6-4, 6-7, 7-5), Radwanska contro Li Na (3-6, 6-2, 6-3), Sharapova contro Kvitova (7-6, 6-4), Sharapova contro Stosur (6-7, 7-6, 7-5). Quest’ultima partita addirittura superiore per intensità al match giocato fra le stesse protagoniste al Roland Garros nel 2014. Davvero una serie di grandi match.

Meno appassionante la finale, vinta piuttosto nettamente da Sharapova su Azarenka, a conferma della differenza di gerarchie fra terra e cemento; nel gennaio 2012 infatti, Azarenka aveva sconfitto Sharapova agli Australian Open per 6-3, 6-0. Della finale in Germania si ricorda anche lo scontro spalla contro spalla  durante il cambio campo alla fine del primo set, una specie di remake di un altro famoso “bump”, avvenuto quindici anni prima tra Venus Williams e Irina Spirlea, agli US Open 1997. (QUI la testimonianza di Spirlea sull’episodio).
Ma a Stoccarda 2012 non ci furono solo “cattive azioni”. Ricordo Azarenka soccorrere una sfortunatissima Petkovic dopo l’infortunio alla caviglia che costò ad Andrea sei mesi di stop e un crollo in classifica terribile (dalla Top 10 al numero 180 del ranking):

Nel 2013 e 2014 secondo e terzo successo di Sharapova, dopo alcune grandi lotte al terzo set: nel 2013 contro Safarova, Ivanovic e Kerber. L’anno dopo ancora tre set contro Safarova (superata dopo un match equilibratissimo, caratterizzato da tre tiebreak), e poi in una memorabile finale di nuovo con Ivanovic. Nel 2014 il confronto Sharapova/Ivanovic avvenne in più tornei, con alcuni attriti caratteriali culminati nella partita di Cincinnati. Il tris di vittorie a Stoccarda di Sharapova (insieme ai due successi al Roland Garros) ha certificato la sua evoluzione tecnica: da giocatrice da campi veloci in tennista con i migliori risultati ottenuti su terra.

Negli ultimi tre anni abbiamo assistito alle affermazioni delle giocatrici di casa. Prima una doppietta di Angelique Kerber, che nel 2015 dette vita a una lottatissima finale contro Wozniacki. A mio parere torneo di livello molto alto, vicino per qualità a quello del 2012 (altri match significativi: Kerber-Sharapova 2-6, 7-5, 6-1, Halep-Muguruza 3-6, 6-2, 6-3, Wozniacki-Halep 7-5, 5-7, 6-2).
Per Kerber Stoccarda è stata una specie di isola felice, che le ha permesso di affermarsi su terra a dispetto della cronica difficoltà di rendimento sulla superficie. Ma evidentemente il mix che unisce indoor al supporto del pubblico le permette di compiere il salto di qualità che non le riesce negli altri tornei sul rosso.

Poi nelle ultime due edizioni la sorpresa è stata Laura Siegemund. Nel 2016 finalista, battuta nel derby tedesco da Kerber, e nel 2017 addirittura vincitrice, in finale contro Kiki Mladenovic. Storia particolare quella di Siegemund, che si è scoperta tennista importante alla soglia dei 30 anni. E autentica enfant du pays visto che è nata proprio a Filderstadt, sognando da ragazzina di vincere il torneo che allora si svolgeva a pochi passi da casa.

Partendo dalle super-prestazioni di Stoccarda, Siegemund ha compiuto un salto di qualità decisivo e sostanziale, e scalato il ranking. Quello che colpisce di Laura è l’atipicità del suo tennis, che si basa sulla capacità di costruire lo scambio basandosi, più che sulle geometrie, sulla variazione dei tempi di gioco; una qualità molto rara nel panorama contemporaneo.

a pagina 3: il tabellone a 32 del 2018

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