Guida a Wimbledon femminile - Pagina 2 di 5

Al femminile

Guida a Wimbledon femminile

A Wimbledon vincerà una giocatrice che si è già affermata ai Championships o si imporrà un nome nuovo, come nel 2017 con Muguruza?

Pubblicato

il

 

1. Simona Halep
Halep è reduce dal primo successo Slam in carriera. Sicuramente una enorme iniezione di fiducia e di autostima, anche se con qualche controindicazione a breve termine: attraverso i racconti delle giocatrici sappiamo che la più immediata conseguenza dopo il primo Slam è un periodo pieno di impegni extratennistici. Impegni che procurano molte distrazioni rispetto alla normale routine di allenamento di una professionista. Ed effettivamente al ritorno in patria Simona, che è popolarissima in Romania, è stata festeggiata con tutti gli onori. Sotto questo aspetto la vicinanza in calendario tra i due Major europei non la favorisce, visto che avrà meno tempo per metabolizzare il tutto.
In questo periodo ha deciso di non affrontare alcun torneo di preparazione, e quindi solo a Wimbledon scopriremo la sua condizione. Ragionando quindi alla cieca, mi verrebbe da dire che per lei potrebbero essere più rischiosi del solito i primi turni, di assestamento tecnico e mentale. Ma se riuscisse a superarli indenne, penso che la vittoria di Parigi potrebbe rivelarsi importante nelle fasi decisive, come un elemento di ulteriore forza mentale.

2. Caroline Wozniacki
Pur essendo campionessa junior di Wimbledon 2006 (a soli 15 anni vinse in finale contro Magdalena Rybarikova), Wozniacki nelle competizioni a livello WTA non ha raccolto particolari risultati sull’erba (un solo torneo vinto, nel 2009, sui 28 del suo palmarès). A Wimbledon per lei il quarto turno si è rivelato un limite invalicabile: lo ha raggiunto sei volte, compreso lo scorso anno, ma poi ha sempre perso nel lunedì degli ottavi.
Al momento non mi pare ci siano particolari novità che potrebbero modificare il suo rendimento; però rimane sempre la possibilità di un tabellone particolarmente favorevole per sperare di fare meglio.

3. Garbiñe Muguruza
Muguruza è la campionessa in carica di Wimbledon, vinto nel 2017 malgrado fosse reduce da una sconfitta per 6-1, 6-0 a Eastbourne contro Barbora Strycova. Quest’anno Garbiñe a Eastbourne non giocherà, ma si presenta ai Championships avendo ancora come ultimo risultato una sconfitta da Strycova. L’ha infatti incontrata a Birmingham e questa volta ha perso per 6-2, 6-4: almeno nel numero di game raccolti è in progresso.
Battute a parte, conoscendo Muguruza abbiamo imparato a non dare troppa importanza alle prestazioni nei tornei di preparazione, dato che si tratta di una giocatrice particolare, capace di alzare il rendimento negli Slam. Questo è un periodo in cui ha mostrato qualche difficoltà con il suo colpo meno naturale, il dritto, ma chi ci dice non riesca a sistemarsi tecnicamente proprio quando conterà di più?

4. Sloane Stephens
Dopo l’operazione al piede che l’aveva tenuta ferma per molti mesi, Stephens era tornata all’attività agonistica proprio a Wimbledon 2017. Senza match alle spalle, aveva perso al primo turno contro Alison Riske. Sono passati dodici mesi e da allora tutto è cambiato: Sloane ha vinto uno Slam (US Open 2017), poi un torneo importante come Miami 2018, e di recente ha raggiunto la finale in un altro Major (Roland Garros 2018).

Stephens è una giocatrice molto completa e duttile, quindi ha i mezzi per fare bene su qualsiasi superficie; però penso che l’erba sia il terreno meno adatto a lei sul piano caratteriale. Sull’erba infatti sono molto importanti i colpi di inizio gioco, servizio e risposta, mentre Sloane tende a non forzare molto questi fondamentali, per giocarsi invece il punto con più colpi. Al momento su erba contro le Top 20 ha un record negativo (1-6) e l’unica vittoria l’ha ottenuta contro Carla Suarez Navarro, non una specialista dei prati. Per questo penso che a Wimbledon per fare bene dovrà riuscire a forzare la propria indole, prendendo più rischi. Ultima nota: anche lei, come Simona Halep, ha deciso di non giocare match di preparazione e quindi si presenta a Londra avendo come ultimo incontro disputato la finale del Roland Garros.

5. Elina Svitolina
I numeri di Svitolina su erba sino a oggi sono inequivocabili: appena il 43,5% di vittorie (10 partite vinte, 13 perse) e nessuna Top 20 sconfitta (0-3). Per questo a Wimbledon non le si chiederà di fare miracoli. Chissà, forse affrontare il torneo con meno responsabilità le potrebbe consentire di rendere al meglio, e alcuni innegabili progressi compiuti al servizio rispetto ai primi anni di carriera potrebbero aiutarla. In fondo lo scorso anno è comunque riuscita ad approdare al quarto turno (sconfitta da Jelena Ostapenko).

6. Caroline Garcia
Difficile inquadrare Garcia in vista del torneo di Wimbledon. Sulla carta il suo tennis atletico e offensivo, con un ottimo servizio e una risposta aggressiva, sembrerebbe adatto all’erba. Del resto due anni fa ha vinto il torneo sull’erba di Maiorca. Però a Wimbledon non ha ancora ottenuto grandi risultati. Come mai?
Qualche dubbio tecnico si può avere sull’apertura piuttosto ampia del movimento del dritto, non adattissimo ai rimbalzi sfuggenti dell’erba. Ma la mia sensazione è che il principale problema sia mentale, e che dipenda molto dall’importanza dell’evento. Ricordo che in carriera Caroline solo una volta ha raggiunto una quarto di finale Slam (Roland Garros 2017). L’anno scorso a Wimbledon venne sconfitta al quarto turno dopo una dura lotta (7-6(3), 4-6, 6-4) da Johanna Konta, che sarebbe poi arrivata in semifinale.

7. Karolina Pliskova
Sull’erba ci sono due Pliskova, e non lo dico nel senso che sul circuito ci sono due tenniste che sono gemelle. No, parlo sempre di Karolina: c’è la giocatrice dei tornei di preparazione sui prati, e c’è la giocatrice di Wimbledon, l’evento Slam. La prima ha un record di 31-13, la seconda di 8-7. Uno scarto abissale, che si traduce anche in un altro dato negativo: la ex numero uno del mondo a Londra non è mai andata oltre il secondo turno. Qualche volta in passato Pliskova ha avuto sorteggi non fortunati, incontrando giocatrici in forma e da erba come Lisicki e Vandeweghe. Ma Karolina ha perso anche da Misaki Doi nel 2016. Insomma c’è qualcosa che non si può addebitare solo a fattori esterni e che dipende da lei.

L’anno scorso a Wimbledon era considerata la favorita numero uno, anche perché reduce dalla semifinale del Roland Garros e dalla vittoria a Eastbourne. Invece al secondo turno aveva ancora una volta perso: si era spinta avanti per un set e un break contro Rybarikova (6-3, 3-2 e servizio) prima che la partita girasse. Risultato: secondo e terzo set per Rybarikova (3-6, 7-5, 6-2). Quest’anno nuova occasione: le basterebbe vincere due partite per migliorare il suo record. E questo dà la misura di quanto poco sia riuscita a ottenere in passato ai Championships.

8. Petra Kvitova
Domenica scorsa Kvitova ha portato a cinque i suoi successi stagionali con la vittoria a Birmingham, torneo che aveva già vinto lo scorso anno. A dispetto del risultato identico, non penso però che Kvitova si presenti a Wimbledon nelle stesse condizioni del 2017. Allora era rientrata da circa un mese dopo l’operazione alla mano, e la sua forma atletica era approssimativa. E ai Championships sarebbe uscita al secondo turno, sconfitta dalla sua “bestia nera” Madsion Brengle.

Quest’anno Petra arriva sicuramente con una preparazione migliore e con alle spalle una stagione positiva (attualmente è seconda nella Race), ma non negli Slam: eliminata al primo turno in Australia e al terzo in Francia. Bisognerà vedere come riuscirà a gestire la pressione e se non le capiterà in tabellone qualche tennista estremamente dotata in difesa, la tipologia di giocatrice che forse soffre di più, a volte sino a mandarla in crisi.

a pagina 3: Le teste di serie 9-16

Pagine: 1 2 3 4 5

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement