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Guida a Wimbledon femminile

A Wimbledon vincerà una giocatrice che si è già affermata ai Championships o si imporrà un nome nuovo, come nel 2017 con Muguruza?

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Le altre teste di serie (17-32)
Anche per la seconda parte delle giocatrici con il privilegio della testa di serie occorrerà attendere la decisione relativa alla assegnazione o meno di un posto a Serena Williams, che potrebbe far uscire dalla lista Dominika Cibulkova (posizione 32). Scorrendo i nomi non mancano certo le giocatrici interessanti, che hanno le qualità per fare bene su erba.

Entro le prime 20: Ashleigh Barty (posizione 17), Naomi Osaka (18), Magdalena Rybarikova (19). Le prime due sono giovanissime e in crescita, mentre Rybarikova è la semifinalista di Wimbledon 2017 e la finalista di Birmingham 2018, dove ha messo in mostra un tennis da vera specialista, molto vicino all’eccellenza dello scorso anno.
Poi Anastasija Sevastova (posizione 21) che secondo me non ha le armi per vincere il torneo, ma per provocare eliminazioni eccellenti sì. Segnalo (posizione 22) Johanna Konta, la giocatrice di casa che l’anno scorso è stata capace di arrivare fino in semifinale, anche se nel 2018 non è ancora riuscita a esprimersi agli stessi livelli di dodici mesi fa. Al 23 Barbora Strycova, un’altra tennista come Sevastova che potrebbe rivelarsi pericolosa per le più forti se non si troveranno nella loro migliore giornata, e che in ogni caso sull’erba ci sa fare.

Alla posizione 24 Maria Sharapova, che non ha bisogno di presentazioni e che, in un momento in cui non sembra essere brillantissima fisicamente, potrebbe apprezzare una superficie che riduce il numero di colpi per scambio. E poi Sharapova ha già vinto i Championships, anche se ormai 14 anni fa (2004); in più vanta una finale (2011) e tre semifinali (2005, 2006, 2015). Statistica curiosa riguardo a Maria: l’ultimo torneo vinto su erba in carriera risale al 2005 (Birmingham).

Sarà interessante seguire anche Anett Kontaveit (numero 27), per la quale però i dati ci dicono che sull’erba rende meno che sulla terra rossa. Alla posizione 28 Mihaela Buzarnescu, una giocatrice dai limiti non del tutto definiti: non solo a noi osservatori, ma forse perfino a lei stessa, visto che sta vivendo a 30 anni compiuti la stagione della affermazione. Esordirà nel tabellone principale di Wimbledon proprio fra qualche giorno, dato che in carriera aveva provato due volte a superare le qualificazioni (2012, 2017) senza riuscirci. La scorsa settimana a Birmingham ha dimostrato di cavarsela anche sui prati, arrivando sino in semifinale.
Penultima testa di serie potrebbe essere Agnieszka Radwanska, finalista nel 2012. Speriamo che si sia del tutto ripresa dai problemi alla schiena che l’hanno costretta a dare forfait al Roland Garros. Ultima (o prima delle escluse) Dominika Cibulkova (32), cha vanta due quarti di finale a Wimbledon (2011 e 2016).

Serena Williams
Si è aperto un dibattito sulla questione Serena-testa di serie: giusto o no assegnarla? Mi pare che ci siano argomenti validi da entrambe le parti, rendendo la decisione non semplice. Qui non c’è lo spazio per approfondire il tema, per cui mi limito a una valutazione, del tutto personale, sulla situazione tecnica.

Ragionando in senso tecnico la domanda a cui rispondere è questa: la attuale Williams vale o no una testa di serie? La mia risposta è: sì, la vale. Secondo me quanto ha mostrato a Parigi è già sufficiente. Al Roland Garros ha sconfitto la numero 70 Kristyna Pliskova, la 17 Ashleigh Barty e la 11 Julia Goerges. Se aggiungiamo il fatto che si giocherà su erba e non su terra, penso ci siano gli elementi necessari per affermarlo.
Sempre rimanendo sul piano strettamente tecnico: secondo me dare a Serena un posto tra le 32 significherebbe anche fare un favore alle altre teste di serie, che eviterebbero il rischio di incontrarla nei primi turni. Se ha superato il problema ai muscoli pettorali, secondo me Williams è una delle prime favorite del torneo. Sul suo percorso penso ci siano soprattutto due incognite: la solidità del fisico e la continuità di rendimento. Bisognerà cioè capire se il suo corpo è pronto a sostenere molti match nel giro di pochi giorni (dal rientro non lo ha ancora mai fatto) e se non soffrirà di alti e bassi, che con poco allenamento alle spalle potrebbero essere un rischio concreto.

Fuori dalle teste di serie
Fuori dalle teste di serie ci sono diversi nomi da tenere d’occhio. In ordine di classifica WTA: Makarova, Krunic, Martic, Kanepi. Fra la trentesima e la cinquantesima posizione sono diverse le tenniste che potrebbero eliminare qualche testa di serie e spingersi avanti, verso la seconda settimana. Oltre il 50mo posto credo vadano ricordate almeno Flipkens, Vekic, Riske, e poi Safarova e Azarenka, già in passato semifinaliste a Wimbledon e che nel 2018 hanno giocato poco, ma che di sicuro le più forti si augurano di evitare al momento del sorteggio.

Le italiane
Con Errani bloccata dalla nuova sanzione per doping, soltanto una giocatrice italiana è sicura del posto nel tabellone principale: Camila Giorgi. Dopo 18 anni non ci sarà Francesca Schiavone.

Proveranno a farsi strada attraverso le qualificazioni quattro tenniste che, da professioniste, non hanno mai giocato sui campi di Church Road: Jasmine Paolini, Martina Trevisan (entrambe avevano già partecipato alle qualificazioni del 2017) , mentre Deborah Chiesa e Jessica Pieri sono all’esordio assoluto. Come sempre nelle qualificazioni fondamentale sarà il sorteggio, visto che a volte si possono trovare percorsi estremamente difficili, altre volte molto più abbordabili.

a pagina 5: Le quote dei bookmaker + I risultati nei tornei su erba degli ultimi anni

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