La penna o i tasti del computer sono strumenti inadeguati per rappresentare la grandezza di Roger Federer. L’elvetico ha avuto la fortuna di ricevere in eredità genetica un talento tennistico e un fisico eccezionali, ma questi doni costituiscono soltanto un requisito essenziale ma non sufficiente per far sì che a un passo dalla mezza età egli continui a infrangere un record dopo l’altro offrendo performance magnifiche .

Pensiamo a ciò che abitualmente fanno giocatori come Tomic o Paire (e ci fermiamo a questi esempi) nelle loro giornate no e pensiamo poi a ciò che invece fa il più vincente tennista di tutti i tempi in situazioni analoghe (vedi match contro Radu Albot): si batte con l’umiltà di un debuttante alle prime armi e alla fine quasi sempre la spunta. Senza questa umiltà, determinazione, voglia di vincere e rispetto per i fan, probabilmente Federer sarebbe diventato un Marat Safin un pizzico più forte, ma certamente non l’atleta iconico che conosciamo. Per il bene di tutti (a partire dagli addetti ai lavori) preghiamo gli Dei del tennis affinchè ce lo concedano ancora a lungo in braghe corte e racchetta in mano.

La vittoria ottenuta domenica a Miami fa di lui il più maturo vincitore di un Master 1000, gli consente di scavalcare Thiem nel ranking ATP, di essere il primo giocatore nel 2019 ad aggiudicarsi due tornei e soprattutto di raggiungere la vetta nella classifica avulsa valida per le Finals londinesi che ai primi dieci posti vede schierati:

Poche le variazioni tra i primi venti della classifica generale: 

• Alexander Zverev mantiene la terza posizione, ma la prematura sconfitta subita contro un commovente Ferrer unita ai 1610 punti in scadenza conquistati nel 2018 a Montecarlo, Monaco e Madrid, lo mettono nel mirino di Federer, che non ha punti da difendere sino a giugno.
• Stefanos Tsitsipas migliora di due posti il proprio best ranking, così come Nikoloz Basilashvili.
• Un altro NextGen, Denis Shapovalov entra per la prima volta in carriera nella top 20.
• Il suo connazionale Felix Auger Aliassime compie il maggiore progresso in classifica della settimana e passa dalla 57esima alla 33esima posizione.
• Nelle retrovie Pablo Andujar grazie alla vittoria ottenuta al Challenger di Marbella ha guadagnato 18 posizioni ed è ora al settantesimo posto. Un miracolo o poco meno per un tennista che a fine 2017 era circa 1600 posizioni più indietro.

Ancora in evidenza il semifinalista di Miami, Felix Augier Aliassime che sale al secondo posto nella classifica riservata ai giovani leoni.

RACE TO MILAN

Il tennis italiano dopo un inizio d’anno molto promettente sta vivendo ora un momento di sonnolenza. Capita. Speriamo che l’incipiente stagione sulla terra rossa lo rivitalizzi, tenendo però presente che, almeno per i nostri due migliori rappresentanti, i punti da difendere sino al Roland Garros incluso sono tanti; esattamente 1140 per Marco Cecchinat  e 505 per Fabio Fognini.

Di seguito gli italiani presenti nella TOP 200:

Osserviamo che:

• Giustino e Travaglia questa settimana hanno un comportamento speculare in classifica: rispettivamente + e – 22; il primo grazie alla finale raggiunta al Challenger di Zhangjiagang (giocatosi la scorsa settimana, ma la classifica durante Miami non si aggiorna) e il secondo a causa della sconfitta al debutto nel Challenger di Saint Brieuc.
• Lorenzo Sonego grazie al secondo turno disputato a Miami torna ad affacciarsi alla top 100

Questa settimana facciamo i complimenti per avere raggiunto il best ranking in carriera a una nutrita pattuglia di under 21…

…oltre all’ormai immancabile indiano Gunneswaran che di questo passo finirà per entrare in top ten entro il 2050.

La risposta alla domanda dell’ultima puntata (chi sono i giocatori ad avere sconfitto Federer su tutte le superfici) è la seguente:

• Nadal-Djokovic-Thiem-Rafter-Tsonga

In questa vi chiediamo di dirci i nomi dei giocatori over 35 che sono stati capaci di figurare tra i primi dieci del mondo da quando esiste la classifica ATP. Siamo convinti che almeno un nome vi verrà subito in mente.