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Al femminile

Roland Garros: largo alle giovani

Ashleigh Barty, Marketa Vondrousova, Amanda Anisimova: lo Slam francese ha avuto come dato costante la prevalenza delle tenniste di giovane generazione

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Marketa Vondrousova e Ashleigh Barty - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Marketa Vondrousova
In un torneo che ha offerto la più giovane finale Slam degli anni dieci (una 23enne contro una 19enne) Marketa Vondrousova ha rappresentato il caso più eclatante della affermazione delle teenager. Nata il 28 giugno 1999, con la prestazione di Parigi ha coronato un periodo di notevole continuità ad alto livello, tanto che già prima dello Slam francese era al sedicesimo posto della Race. Oggi nella Race è settima e al numero 16 del ranking.

Dopo l’eliminazione al secondo turno degli Australian Open (per mano di Petra Martic), Vondrousova ha ottenuto questi risultati: finale a Budapest, quarti a Indian Wells, quarti a Miami, finale a Istanbul, quarti a Roma, finale a Parigi. In pratica è da febbraio che, indipendentemente dal livello del torneo, arriva sempre come minimo fra le prime otto. Un percorso in ascesa che si ricollega ai grandi progressi compiuti del 2017 (quando era salita da numero 376 al 67 del ranking), superando la stasi della scorsa stagione (aveva finito il 2018 da numero 67, esattamente la stessa posizione con cui l’aveva cominciato).

Per la comunità di appassionati di Ubitennis, Vondrousova non è certo una scoperta: già nell’aprile 2017, in occasione della sua vittoria al torneo di Biel (ottenuta alla seconda partecipazione in assoluto in un torneo WTA), a tutti coloro che l’avevano seguita era apparso evidente che fosse una ragazzina dotata di un talento superiore. Dopo quel successo in Svizzera ne avevo scritto subito, perché più che per la vittoria aveva meravigliato per il suo modo di stare in campo, caratterizzato da una straordinaria facilità nel colpire. A distanza di due anni rimango convinto che la sua migliore dote sia proprio la speciale fluidità dei movimenti, una souplesse esibita sia nella esecuzione dei colpi che negli spostamenti.

Due teenager sono approdate in semifinale a Parigi: Vondrousova e Ansimova. Due giocatrici che, dalla struttura fisica sino al modo di interpretare il gioco, hanno grandissime differenze, ma che a mio avviso hanno un aspetto in comune: l’estrema naturalezza nel gesto tennistico. E questo è proprio un dono innato, che non si può insegnare, e che siamo a abituati a sintetizzare con la parola “talento”. Il talento di per sé non garantisce successi, ma è di sicuro un ottimo punto di partenza.

Al Roland Garros 2019 Marketa ha offerto una serie di prestazioni di alto livello che le hanno permesso di approdare in finale senza perdere un set, ripercorrendo la strada di Lucie Safarova nel 2015, altra mancina ceca capace di arrivare alla partita conclusiva con uno bilancio di dodici set vinti e nessuno perso.

Nel corso del torneo Vondrousova ha messo in mostra molte qualità, a partire dalla grande rapidità negli spostamenti che le ha permesso una eccezionale copertura difensiva del campo; ed è contemporaneamente riuscita ad ovviare ad alcuni limiti di gioco che ancora rimangono nel suo tennis. A mio avviso sono soprattutto due i limiti attuali: la scarsa incisività al servizio e la posizione spesso lontana dalla linea di fondo durante lo scambio. Due aspetti che potrebbero costarle molto sui campi più rapidi di fronte alle giocatrici più aggressive, ma che è riuscita a mascherare piuttosto bene contro tutte le avversarie trovate in Francia, ad eccezione della finale con Ashleigh Barty.

a pagina 3: Il percorso di Vondrousova a Parigi

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