Parigi dà, Parigi toglie: un anno di Marco Cecchinato - Pagina 2 di 2

Italiani

Parigi dà, Parigi toglie: un anno di Marco Cecchinato

Dalla semifinale del Roland Garros 2018, al primo turno del 2019. Dall’obiettivo top 10, al numero 40 del mondo. Da Vagnozzi a Uros Vico. Un bilancio degli ultimi 12 mesi di Marco, che oggi debutta sull’erba del Queen’s contro Raonic

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Marco Cecchinato - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

PRONTI, ATTENTI, VIA: SI RIPARTE – Il 2019 inizia con la spada di Damocle della cambiale dei 720 punti che si avvicina sempre di più, ma all’inizio per Cecchinato sembra non contare. La prestazione a Doha è brillante: dopo aver eliminato Lajovic, Pella e Stakhovsky in maniera netta, perde contro Berdych in semifinale disputando un’ottima partita. I miglioramenti tecnici fanno ben sperare, il suo rovescio sembra molto più pesante sul cemento e il dritto pare essere tornato quello micidiale del Roland Garros. Marco si presenta al suo secondo main draw dell’Australian Open con ottime premesse, che i primi due set contro Krajinovic sembrano confermare.

Le variazioni sono molte e tutti i suoi colpi viaggiano che è un piacere, si concede pure il lusso di un bagel nel secondo set, ma all’improvviso qualcosa si rompe. Come successo già nei mesi precedenti appena arrivano le difficoltà Cecchinato si disunisce, prende 6-1 nel terzo e il suo tennis cala di qualità. Nel quarto va a servire per il match ed ha pure un match point nel tie-break, che perde, per poi concedere subito un break “psicologico” nel primo game del set decisivo. Krajinovic a quel punto deve solo gestire e vince 4-6 0-6 6-1 7-6 6-4: è una mazzata durissima per Cecchinato, visto soprattutto il suo livello di gioco. È probabilmente la prima vera crepa di un 2019 che già di suo sembrava ricco di pressioni.

NUMERO 1 D’ITALIA – In soccorso di Marco viene l’amata terra rossa, questa volta in versione sudamericana, ma le prime due partite sono preoccupanti. Prima perde contro il protegé di Nadal, Munar, e poi, a Buenos Aires, è sul punto di crollare contro Christian Garìn. Notare bene, il Garìn di inizio stagione era un lontanissimo parente di quello attuale. Tanto che la sua partita è costellata da errori marchiani da fondo, errori che ‘salvano’ Cecchinato che nei match successivi elimina Carballes-Baena e Pella e si conquista la finale contro l’idolo di casa Diego Schwartzman.

La finale è un vero e proprio bagno di sangue a favore di Ceck, con Schwartzman completamente dominato da fondo e incapace di trovare le misure al servizio di Cecchinato, che serve in maniera perfetta quei kick che lo avevano portato a giocare una semifinale Slam. La miglior partita a livello di tennis di Cecchinato da quella con Djokovic. Una vittoria tutto meno che scontata, con Schwartzman che aveva eliminato Thiem e che giocava in casa. La sconfitta successiva contro Bedene a Rio, un giocatore che ha sempre sofferto, è indolore. E grazie al periodo negativo di Fognini, Cecchinato si trova al best ranking di numero 16, ma soprattutto è per la prima volta il numero 1 d’Italia.

Marco Cecchinato – Buenos Aires 2019 (foto via Twitter, @ArgentinaOpen)

CECK CHIAMA TERRA La cambiale del Roland Garros si avvicina sempre di più e il cemento americano non ha smosso la classifica. È arrivato il momento decisivo della stagione di Marco Cecchinato, quello della terra battuta. A Montecarlo approfitta del ritiro di Dzumhur per avanzare e trovarsi contro un Wawrinka ancora in ripresa atletica. Il primo set finisce con un bagel, con Wawrinka in versione 2015 e Cecchinato completamente assente dal campo. Questa difficoltà a carburare nel primo set, diventerà purtroppo una costante del 2019 di Marco. L’azzurro va anche sotto di un break nel secondo parziale ma approfitta di un momento di distrazione di Wawrinka per controbreakkare. Il suo tennis comincia a salire di rendimento piano piano, come un diesel, e nel frattempo Wawrinka va in letargo, complice anche una condizione fisica non ottimale.

Marco vince 0-6 7-5 6-3: è un’ottima vittoria soprattutto dal punto di vista mentale, ma non convince per il gioco espresso, con momenti di appannamento completo. Il turno successivo è contro Pella, per regalarsi un quarto di finale con Nadal che coronerebbe un’annata. Va tutto male, Cecchinato è febbricitante e regala il primo set dopo essere stato avanti 4-0. Prova a rialzarsi nel secondo ma Pella è un muro e chiude 6-4 4-6 6-4. Cecchinato addirittura salta Budapest dove era campione in carica per i postumi della febbre e si presenta bene a Monaco, smantellando Klizan all’esordio per 6-1 6-3. Batte Fucsovics al turno successivo in una partita assurda, giocando male e perdendo il primo set 6-1. La pioggia gli viene in aiuto e dopo aver fronteggiato un match point riesce a ribaltarla. In semifinale perde con Garìn che nel frattempo è nella forma migliore della carriera.

CECK NON C’È E PARIGI INCOMBE – Dal punto di vista di un buon terraiolo si tratta di buonissimi risultati, ma le aspettative su Cecchinato sono radicalmente cambiate, e il suo inizio di stagione lascia un po’ l’amaro in bocca. Le prestazioni non migliorano, anzi peggiorano, tra Madrid e Roma. A Madrid, su una terra piuttosto veloce, perde 6-0 4-6 6-1 contro uno Schwartzman in crisi nera. Ormai quella di perdere il primo set sembra essere diventata una regola.

Al primo turno di Roma perde di nuovo il primo set contro De Minaur al rientro dall’infortunio, ma si salva grazie alla sua esperienza sulla superficie. Il fatto però che abbia sofferto contro un giocatore con colpi così piatti è sintomo del pessimo stato di forma del tennista siciliano. Confermato nel secondo turno dove perde nettamente (anche qui dopo essere stato sopra 3-0 nel primo) 6-3 6-3 da Kohlschreiber tra le proteste per essere stato messo sul Campo 2: “Il vento, il sole, le ombre e la terra. Sotto c’era il cemento…”. Anche qui, Kohlschreiber è un avversario insidioso per chiunque, ma a livello di gioco il momento difficile è palpabile.

LA DELUSIONE PARIGINA – Il momento è finalmente arrivato. Cecchinato si presenta ai nastri di partenza del Roland Garros 2019 con una pesante cambiale di 720 punti da coprire. La fortuna lo assiste e il sorteggio gli regala un tabellone abbastanza semplice fino al quarto turno, dove troverebbe Federer. Il primo turno gli riserva quella che è l’ultima partita di Mahut in singolare a Parigi. Un match per certi versi insidioso, visto il pubblico e un Mahut senza niente da perdere. Al contempo semplice per le caratteristiche del francese, un giocatore da serve & volley puro. E infatti i primi due set rispettano le attese, con Cecchinato che va avanti 2 set a 0.

Mahut lascia andare completamente il braccio, e complice anche un calo di Cecchinato, trascina l’azzurro al quinto. L’impressione è che il gioco di Mahut, così poco ortodosso per un terraiolo puro come Marco, lo stia mandando fuori giri. Soprattutto Cecchinato ha nette difficoltà in risposta, che come abbiamo potuto vedere non sono nuove. Mahut nel quinto continua a tartassare l’azzurro anche da fondocampo, trovando delle botte notevoli. Il francese chiude il match con un game clamoroso in risposta, trovando due vincenti di rovescio in anticipo direttamente sul servizio di Cecchinato.

Marco Cecchinato – Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell’Olivo)

SI TIRANO LE SOMME – Arriviamo quindi ad oggi. Per Cecchinato il 2019 è stato un anno con pochi alti e tanti bassi, che l’hanno fatto sprofondare alla 40esima posizione del ranking. A livello di gioco Marco non è mai riuscito, se non in rare occasioni, a ripetere le prestazioni del RG 2018. Dimostrando anche sulla terra un gioco troppo dipendente dal servizio per rendere a quei livelli. Il Cecchinato visto in Francia merita tutti gli elogi possibili, è stato probabilmente il giocatore più simile a Federer (versione terra) visto negli ultimi anni. Tutti speravano riuscisse a confermare quegli standard di rendimento, ma ad oggi non ci è riuscito. Va detto che era una missione quasi impossibile, e le statistiche di Parigi 2018 ci chiariscono il perché:

  • 129 km/h di velocità del dritto: record del torneo
  • spin di rovescio più alto del torneo
  • più del 70% di prime in campo
  • servizio in kick mortifero e continuo, fondamentale soprattutto contro Djokovic
  • più del 50% di punti vinti con la seconda, una media alla Nadal

Esaminando le statistiche del 2018, si confermano molte tendenze del gioco di Cecchinato, soprattutto lo spin estremo che riesce a dare col rovescio. Che infatti è stato (e continua ad essere) uno dei suoi talloni d’Achille principali sul cemento.

(clicca per ingrandire)

In sostanza, se Cecchinato avesse mantenuto questa costanza di rendimento sarebbe stato un top 5, ma il tennis è soprattutto uno sport di stati di forma. Viste anche le difficoltà in risposta (specie sul cemento), il calo al servizio avuto in questa stagione spiega molti dei problemi. Sicuramente anche il peso mentale di essere favorito è stato un fattore in certe partite.

CONFERME CERCASI – Cecchinato entra più che mai nella fase decisiva della sua carriera: è stato solo un fuoco di paglia oppure è veramente materiale da top 20 fissa? La recente separazione con lo storico allenatore Simone Vagnozzi, e il cambio di guida tecnica con Uros Vico segna ancora di più questo momento come spartiacque della sua carriera. Con la stagione sulla terra finita e quella su erba (Marco è in tabellone al Queen’s e debutterà oggi contro Milos Raonic, mentre la prossima settimana sarà a Eastbourne) e cemento alle porte, Cecchinato dovrà superare i propri limiti, come già fatto in quelle due settimane magiche a Parigi.

Sicuramente, comunque andrà, Cecchinato ha cambiato la storia del tennis italiano. Ha nuovamente fatto appassionare tanti tifosi e dato un impulso incredibile alla sua generazione di giocatori, che poco dopo la sua esplosione ha portato a quello che è probabilmente il miglior momento del tennis azzurro dagli anni ’70. E la speranza è che la fiamma di Cecchinato non si sia già spenta.

Articolo a cura di Giorgio Di Maio

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