Tante partite sono state migliori di Djokovic-Federer

Editoriali del Direttore

Tante partite sono state migliori di Djokovic-Federer

MELBOURNE – L’austriaco è piaciuto moltissimo contro Nadal. Ha battuto Zverev 6 volte su 8 e Novak Djokovic in 4 delle ultime 5 occasioni

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Roger Federer e Novak Djokovic - Austrlian Open 2020 (foto via Twitter @AustralianOpen)
 
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da Melbourne, il direttore

Non è stata una bella partita, quella giocata da Djokovic e Federer in semifinale all’Australian Open, la loro cinquantesima. Novak l’ha vinta con merito, dall’alto di una superiorità indiscussa nell’occasione, nonostante un avvio palesemente in sordina, probabilmente perché – come ha raccontato lui stessocondizionato dalla sensazione che Roger Federer non potesse muoversi al meglio. E che giocasse diversamente da come avrebbe giocato se non avesse avuto paura di farsi male producendosi in un allungo difensivo che gli sarebbe potuto costare caro. Djokovic ha rischiato, sull’1-4 e 0-40 di perdere il primo set, con Federer che prendeva tutti i rischi possibili per accorciare i colpi – lo ha spiegato Roger in conferenza che non era il caso di tentare di giocare un match difensivo – e così Novak è approdato a quella finale che tutti gli pronosticavano fin dall’inizio.

Federer aveva perso tre set a zero (7-6 6-3 7-6) qui nel 2008 in semifinale da Nole che avrebbe vinto il suo primo Slam e poi di nuovo nel 2011 (7-6 7-5 6-4) – mentre nel 2016 gli era riuscito di vincere un set, pur perdendo nettamente gli altri tre – che sono punteggi poco diversi da quest’ultimo 7-6 6-4 6-3 in cui non c’è stata suspense altro che nel primo set e per il resto è tutto apparso assai scontato.

Del resto, una volta detto che Djokovic è stato bravissimo nell’aprire il suo discorso sul campo con Jim Courier complimentandosi per prima cosa con Roger per il rispetto che aveva mostrato verso il torneo e il pubblico scendendo in campo pur sapendo di non essere al 100 per 100, si deve aggiungere che se Novak non perde da Federer dal 2012 a Wimbledon negli Slam (e addirittura dallo US Open 2009 in uno Slam sul cemento) era fortemente improbabile che dovesse succedere proprio oggi. Tre set su cinque sono una distanza che non perdona chi non è al meglio della condizione fisica. E Federer, nel timore di farsi male, non si era neppure allenato ieri e quasi per niente anche oggi.

Novak Djokovic – Australian Open 2020 (foto via Twitter @AustralianOpen)

Oltretutto stasera faceva anche un bel caldo. Nella giornata si erano toccati i 40 gradi e la sera, anche se si era scesi sui 37, era aumentata però fortemente l’umidità. Insomma la superiorità fisica di Novak su un match 3 set su 5 non poteva non avere il sopravvento. Novak, a mio avviso, non ha neppure spinto a fondo, quasi non volesse maramaldeggiare. È stato attento a non farsi più sottomettere come all’inizio, ma una volta che recuperato il primo set ha controllato avversario e partita senza strafare. Non si è mai avuto la sensazione che a Federer potesse riuscire la terza rimonta del torneo. Roger temeva di farsi male e di peggiorare il suo stato rischiando di compromettere tutta la grandissima organizzazione messa in piedi per il “Match for Africa” del prossimo 7 febbraio con Rafa Nadal a Città del Capo cui tiene Roger moltissimo: “Soprattutto ci tengono i miei genitori. C’è voluto tanto tempo per finalmente poterlo organizzare, ma ormai tutto dovrebbe essere a posto (43.000 biglietti sono stati venduti in un battibaleno…)”. Roger ha tenuto a specificare: “Ci siamo adoperati perché non potessero assistervi soltanto quelli con tanti soldi” .

Djokovic si è reso perfettamente conto che quel Federer che sparava tutto, ace e colpi strapitosi per accorciare i palleggi, non sarebbe andato lontano. Ora Novak può vincere il suo ottavo Australian Open, ma certamente sarà più a rischio con Thiem e – in  misura minore – con Zverev di quanto lo era con questo Federer malmesso. Thiem ha fortemente impressionato per come ha battuto Nadal, anche se lo spagnolo non era al massimo. L’austriaco che aveva cominciato ad allenarsi con Thomas Muster ma con il quale non si è poi trovato bene e ha già divorziato, ha battuto Djokovic negli ultimi due incontri (a Londra nelle finali ATP e al Roland Garros nel giugno scorso in quella memorabile partita giocata in due spezzoni). Ma, più significativamente ancora, lo ha sconfitto 4 volte delle ultime 5. Il bilancio complessivo resta favorevole a Djokovic – 6 a 4 – ma vuol quindi dire abbastanza poco.

Vero che Thiem deve prima battere uno Zverev che è raggiante per aver riscattato con questa sua prima semifinale di Slam un pessimo periodo che va avanti dal 2019, ma anche con il tedesco Thiem ha il conforto di aver conseguito 6 vittorie in 8 incontri. La possibilità che ci sia un nuovo vincitore di Slam mi sembra insomma più legata a Thiem che a Zverev. Sono quasi certo che Nole preferirebbe affrontare Zverev. A un tennista orgoglioso come Nole, l’idea di sfidare un tennista che l’ha battuto 4 delle ultime 5 volte che ci ha giocato non può assolutamente far piacere. La pressione dell’ottava conferma sarà tutta sulle sue spalle. Thiem, alla terza finale di Slam ma alla prima sul cemento, non avrà nulla da perdere.

Dominic Thiem – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Una finale Thiem-Djokovic insomma, a questo punto, sarebbe la miglior finale possibile per un torneo che ci ha regalato grandi, grandissime serata grazie a Federer (contro Millman e Sandgren), a Kyrgios (contro Khachanov e Nadal), a Nadal contro Thiem, anche se proprio l’attesissimo cinquantesimo duello Djokovic-Federer non è stato all’altezza delle aspettative. Federer e Djokovic hanno offerto colpi e sprazzi di gioco da veri fenomeni quali sono. Ma quando capisci subito chi vincerà, il tennis è meno divertente.

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