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I migliori colpi in WTA: smash, ganci, veroniche
Undicesima puntata della serie dedicata alle giocatrici migliori nel singolo colpo. Da Pliskova a Williams, da Garcia a Martic: chi possiede gli ‘overhead’ più efficaci del circuito?

Le puntate precedenti:
1. I migliori colpi in WTA: il servizio
2. I migliori colpi in WTA: la risposta
3. I migliori colpi in WTA: il dritto
4. I migliori colpi in WTA: il rovescio a due mani
5. I migliori colpi in WTA: i rovesci a una mano
6. I migliori colpi in WTA: la smorzata
7. I migliori colpi in WTA: il pallonetto
8. I migliori colpi in WTA: volée e schiaffo di dritto
9. I migliori colpi in WTA: volée e schiaffo di rovescio
10. I migliori colpi in WTA: le demivolée
Per la serie dedicata ai migliori colpi in WTA, ecco l’articolo che affronta il quarto e ultimo tema relativo al gioco di rete: gli overhead. Ricordo che la classifica è riservata alle tenniste in attività, comprese fra le prime 100 del ranking.
Trovate la spiegazione completa sui criteri utilizzati per definire le graduatorie nella prima parte dell’articolo dedicato al dritto. Mentre per quanto riguarda le logiche che mi hanno portato alla suddivisione del gioco di rete in quattro temi, rimando all’articolo uscito martedì 5 maggio. In sintesi, le categorie previste sono queste:
– Volée e schiaffo al volo di dritto
– Volée e schiaffo al volo di rovescio
– Demivolée
– Overhead
Gli overhead
Come ho spiegato nell’articolo del 5 maggio, ho deciso di riunire nella classifica di questa settimana i colpi di volo eseguiti al di sopra della testa (appunto, over head in inglese). Mi riferisco agli smash, alle veroniche (volée alte dorsali di rovescio), ai ganci, e a tutto questo genere di soluzioni affini.
La decisione di riunire tali colpi in una sola classifica è basata su diversi motivi. Il primo è che, pur essendo esecuzioni anche molto lontane tra loro, possono presentarsi come alternative differenti su parabole simili. Il secondo motivo è che tutti questi colpi richiedono alcune doti comuni che di solito non sono richieste dalle altre esecuzioni, a partire dalla capacità di muoversi per il campo guardando verso l’alto. Potrebbe sembrare una cosa banale, ma in realtà significa riuscire a spostarsi senza perdere l’equilibrio atletico e il senso della posizione.
Ci sono giocatrici capaci di discrete volée che faticano sugli smash perché tendono a perdere il senso dello spazio una volta che sono obbligate a guardare verso l’alto, senza avere più sott’occhio gli abituali riferimenti del campo. Per esempio Peng Shuai (che in doppio è stata anche numero 1 del mondo) in singolare ha dato prova di cavarsela sulle volée classiche, ma di combinare disastri sui lob da colpire in movimento, proprio per la sua difficoltà nel mantenere la corretta percezione dello spazio mentre si sposta guardando verso l’alto.
Ma questa è appena una parte del problema. Giocare bene uno smash non significa solo eseguire il gesto nel modo corretto; è qualcosa di più complesso, perché richiede innanzitutto una valutazione tattica, e solamente in seguito la sua realizzazione tecnica. Per prima cosa significa infatti stabilire se colpire quella specifica palla a parabola alta con uno smash al volo oppure in altri modi. Perché ci sono strade alternative per rimandare oltre la rete un pallonetto. Una opzione è lo smash, un’altra lo smash al rimbalzo, un’altra ancora lasciare scendere un po’ di più la parabola per colpirla con una volée o con uno schiaffo al volo. Ma si può perfino decidere di lasciar perdere, e attendere il rimbalzo e la successiva ricaduta della palla per gestirla con un “normale” dritto o rovescio al rimbalzo.
Le variabili da considerare sono molte: la profondità del lob, il tipo di curva che propone, la sua velocità, la posizione di chi deve colpire e quella di chi deve difendere. Sono decisioni tecnico-tattiche complesse da prendere però in una frazione di secondo. E tantissimo dipende anche dalla sicurezza che un tennista sente di avere nei confronti del colpo.
Di recente per esempio si è discusso sulla solidità esecutiva di Novak Djokovic negli smash. Ecco cosa ha detto Boris Becker durante la telecronaca della semifinale di Wimbledon 2018, poi vinta da Nole contro Nadal: “Ogni giocatore ha una debolezza. Posso dirti che la debolezza di Djokovic è il suo smash. Se prendi i primi 100 del mondo, lui è il peggiore. E lo dico io (che l’ho allenato)”. “Niente ha funzionato (per migliorarlo). Abbiamo provato di tutto”.
Evidentemente da telecronista Becker ama le iperboli, ma forse avere delle incertezze nei confronti degli smash è un tratto dei grandissimi campioni, visto che un grosso rimpianto legato a questo colpo deve averlo avuto Venus Williams. Lo dico perché probabilmente l’ultimo treno in carriera per vincere uno Slam, Venus se l’è visto sfuggire in occasione della semifinale dello US Open 2017, persa in volata contro Sloane Stephens (6-1, 0-6, 7-5). Ricordo che in finale Stephens avrebbe facilmente vinto il titolo contro Madison Keys, una Keys bloccata dalle paure e forse anche da problemi fisici a una gamba.
Ebbene, nella semifinale Williams – Stephens, uno dei punti fondamentali era stato determinato anche da un mancato smash di Venus, che decidendo di colpire un lob con un più prudente dritto al volo aveva contribuito a mantenere in gioco la sua avversaria; a fine scambio Sloane l’avrebbe addirittura scavalcata con un secondo lob. Ecco lo scambio in questione:
Un pallonetto interpretato male, costato carissimo a Venus. Perché perdere scambi del genere pur trovandosi in chiara situazione di vantaggio può pesare molto sull’equilibrio di un match, visto che si possono innescare dinamiche psicologiche che incidono anche sui punti successivi. Dal 5-5 terzo set, Venus perse quel punto e poi anche il game (di battuta) e infine il match, con un parziale di 8 punti a 1. E lo Slam lo vinse Sloane Stephens.
Forse non c’è nessun altro colpo che pesa tanto sul piano mentale quanto lo smash, perché nasconde una insidia profonda. Mi spiego. Visto che quasi sempre è un colpo che si esegue in condizioni di vantaggio, chiuderlo a proprio favore sembra quasi obbligatorio. Ecco perché quando lo si sbaglia rimane nella mente del giocatore (e anche degli spettatori) come una specie di fallimento. La logica dovrebbe suggerirci che si tratta solo di un quindici, e invece sbagliare uno smash suona quasi come una piccola, pubblica umiliazione. Anche se non esiste tennista che non l’abbia provata almeno una volta, dal più scarso dei dilettanti al più forte dei professionisti.
Insomma, smashare non è poi così facile, e anche per questo sono stati adottati colpi alternativi, con l’obiettivo di trovare la soluzione più efficace ai diversi tipi di traiettoria. Il gancio, per esempio, è un modo di gestire le palle alte che stanno per scavalcare il giocatore, ed è una “invenzione” attribuita a Jimmy Connors, probabilmente il primo a utilizzarlo con regolarità. Quando poi si è passati a utilizzare con regolarità anche lo schiaffo al volo, logicamente si è sviluppata anche la versione alta.
Infine va considerata un’ultima variabile. Sui colpi sopra la testa influiscono più che mai le condizioni atmosferiche. Smashare contro sole, per esempio, può diventare improbo, così come tenere sotto controllo la traiettoria di un lob nelle giornate di forte vento, o peggio ancora quando il vento soffia incostante, a folate. In questi casi il coefficiente esecutivo sale in modo esponenziale, probabilmente più che per qualsiasi altro colpo.
Ecco per esempio una terribile situazione di luce (si tratta della nuova sede del torneo di Miami) che di fatto obbliga anche una giocatrice super-esperta come Serena Williams a rinunciare allo smash, finendo poi per perdere il punto:
Veniamo alla classifica di questa settimana. Per stabilirla in piccola parte mi sono basato su uno studio di Jeff Sackmann della fine 2017 pubblicato da TennisAbstract, che proponeva un interessante approccio per valutare l’efficacia delle diverse giocatrici di fronte alle opportunità di smash. Vale a dire: quando decidevano di colpire con uno smash e quando no, e con quale percentuale di riuscita. Rimando alla traduzione italiana (vedi QUI) per chi fosse interessato ad approfondire la questione.
Ma visto che la nostra classifica è stabilita sul rendimento 2019-20, ho in gran parte dovuto fare ricorso alle mie sensazioni, perché non dispongo di numeri aggiornati. Per questo suggerisco di interpretare la classifica senza dare troppa importanza alla sua graduatoria interna. Ritengo tutto sommato più attendibile la scelta dei dieci nomi, consapevole che sono comunque rimaste fuori alcune giocatrici che potrebbero a buona ragione reclamare un posto.
Questa volta però il nome che più mi spiace sia rimasto escluso è quello di Anna Lena Friedsam, non eleggibile perché attualmente è fuori dalle prime 100 (numero 106 per l’ultimo ranking). Friedsam (finalista in marzo a Lione) è stata a lungo ferma per problemi fisici, ma rimane a mio avviso una delle più efficaci nel colpire sopra la testa, grazie al superiore controllo del corpo in questi frangenti. Ecco comunque quali sono i 10 nomi scelti:
a pagina 2: La posizioni dalla 10 alla 6
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WTA Strasburgo, il tabellone: le prime due teste di serie sono Linette e Mertens, nessuna italiana presente nonostante l’ottima tradizione
A seguire, terza e quarta forza del seeding francese rispettivamente, la cinese Shuai Zhang e la croato-statunitense Bernarda Pera. Impossibilitata a difendere il titolo conquistato nel 2022 Angelique Kerber, impegnata con il primo bebè

E’ in procinto, a partire dalla prossima settimana, di prendere piede quella che si prospetta una sette giorni ricca di bellezza tennistica sulla terra rossa del capoluogo della regione francese dell’Alsazia: il WTA 250 di Strasburgo.
Il torneo, che si svolge nello storico impianto del Tennis Club de Strasbourg, è giunto a quella che sarà la sua 37esima edizione dato che la fondazione e la conseguente introduzione nel Tour professionistico risale al lontano 1987.
Un albo d’oro di primissimo livello con fior fior di campionesse Slam
L’evento ha sempre goduto di un parterre de Roi – per dirla alla transalpina – grazie alla propria posizione strategica nel calendario anticipatrice del Roland Garros, l’appuntamento conclusivo di questa parte di stagione, ma soprattutto perché offre condizioni praticamente quasi del tutto assimilabili con quelle che poi si ritrovano allo Slam di Bois De Boulogne in termini di superficie e palle utilizzate.
Non a caso, infatti, l’albo d’oro può mettere in mostra nomi illustri del calibro di Jana Novotna, Lindsay Davenport, Steffi Graff, Jannifer Capriati o ancora Maria Sharapova. Ossia tutte campionesse Major che hanno scritto, di questo sport, pagine di storia eterna per poi giungere a tempi più recenti ed appurare come nulla sia cambiato: le ultime vincitrici della manifestazione sono manco a dirlo una campionessa del Roland Garros (2021) e, la detentrice del trofeo, una il cui palmares è sprovvisto proprio del “solo” Open di Francia per potersi fregiare del riconoscimento del Career Grand Slam.
Stiamo parlando di due mancine, la ceca Barbora Krejcikova e la tedesca Angelique Kerber. La 35enne di Brema, però, quest’anno non sarà ai nastri di partenza per difendere il titolo poiché affaccendata con la maternità, dato che meno di tre mesi fa è nata la figlia Liana e quindi la priorità assoluta al momento non può che essere direzionata verso la famiglia, con il tennis che inevitabilmente è scalato in secondo piano.
A guidare il tabellone dell’Internationaux de Strasbourg saranno la polacca Magda Linette, ad inizio anno spintasi clamorosamente sino alle semifinali dell’Australian Open ma ora alla ricerca di nuovi risultati che le ridiano fiducia dopo un periodo di forma abbastanza opaco, e la belga Elise Mertens.
La 31enne di Poznan ricoprendo il ruolo di prima testa di serie del tabellone, presiederà la parte alta del seeding e avvierà la sua campagna opponendosi alla rumena Cristina Bucsa; mentre a far compagnia alla 27enne di Lovanio – nella serata romana in campo per la finale di doppio (lei che è ex n. 1 di specialità) degli Internazionali BNL d’Italia in coppia con l’australiana Hunter per giocarsi il titolo al cospetto del forte duo a stelle e strisce Gauff/Pegula: n. 3 e n. 4 della classifica di doppio, prima accoppiata per quanto concerne la Race grazie anche alle due finali 1000 dell’anno con successo a Miami e KO a Madrid -. Nella metà bassa fra le altre sarà ai nastri di partenza pure Elina Svitolina, ancora in cerca della forma migliore dopo il ritorno nel Tour in seguito alla gravidanza prima e alle ripercussioni psicologiche del conflitto scoppiato in Ucraina poi.
Qualora Elise ed Elina vincessero i rispettivi match d’esordio, per Mertens l’avversaria è l’americana Katie Volynets, si incrocierebbero al 2°T.
Terza e quarta forza del main-draw, che vorranno certamente recitare un ruolo da protagoniste, saranno rispettivamente la cinese Shuai Zhang e la croata – naturalizzata statunitense – Bernarda Pera. Da segnalare anche, tra le giocatrici in odore di percorso importante, la recente semifinalista al WTA 1000 di Miami Sorana Cirstea e la svizzera Jil Teichmann, quest’ultima con l’obiettivo di dare linfa alla sua stagione dopo alcuni mesi di mero compitino: sono state sorteggiate in due lati diversi del tabellone, con la 25enne nativa di Barcellona pronta ad insidiare la favorita numero uno Linette partendo dal secondo spicchio; al contrario la rumena è stata dislocata nel terzo, il primo della parte sottostante.
Tante francesi, nessuna azzurra nonostante l’ottima tradizione
Infine evidenziamo, come sempre, la nutrita truppa francese al via: ben 6 giocatrici presenti nel tabellone principale di un torneo che in passato è stato testimone di tre conquiste casalinghe, Aravane Rezai – di origini iraniane – nel 2009, Alizé Cornet nel 2013 e l’attuale n. 1 di Francia Caroline Garcia nel 2016. L’unica di queste a ballare anche nel 2023 sarà la 33enne di Nizza, che debutterà con la bulgara Viktorija Tomova.
Mentre non ci sarà alcuna italiana a giocarsi le sua chances, nonostante l’ottima tradizione tricolore che può infatti vantare ben 5 allori: la prima in assoluto ad alzare il trofeo nella sede del Parlamento Europeo fu Sandra Cecchini nel 1988 alla seconda edizione dell’evento – e che fu finalista anche nella prima -, poi fu la volta della tripletta di Silvia Farina tra il 2001 e il 2003 e dulcis in fundo Flavia Pennetta nel 2012.
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Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane
Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.
Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.
Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.
Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.
Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.
Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.
Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.
In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.
Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.
Il febbraio delle principali tenniste italiane.
6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni
13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha
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United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik
Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.
Grecia – Bulgaria 4-1
Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1
Sakkari – Tomova 6-3, 6-2
Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4
La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.
USA – Repubblica Ceca 4-1
Kvitova – Pegula 7-6, 6-4
Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac
Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7
Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.
Francia – Argentina 4-0
Garcia – Podoska 6-2, 6-0
Mannarino – Coria 6-1, 6-0
La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.
Australia Gran Bretagna 1-3
Dart – Inglis 6-4, 6-4
Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)
Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.
Svizzera – Kazakhistan 4-0
Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2
Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)
Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.