I migliori colpi in WTA: volée e schiaffo di rovescio

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I migliori colpi in WTA: volée e schiaffo di rovescio

Nona puntata della serie dedicata alle giocatrici migliori nel singolo colpo. Da Kuznetsova a Venus Williams, da Pliskova a Martic: hi possiede i colpi al volo di rovescio più efficaci del circuito?

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Karolina Muchova - WTA Elite Trophy 2019
 

Le puntate precedenti:
1. I migliori colpi in WTA: il servizio
2. I migliori colpi in WTA: la risposta
3. I migliori colpi in WTA: il dritto
4. I migliori colpi in WTA: il rovescio a due mani
5. I migliori colpi in WTA: i rovesci a una mano
6. I migliori colpi in WTA: la smorzata
7. I migliori colpi in WTA: il pallonetto
8. I migliori colpi in WTA: volée e schiaffo di dritto


Per la serie dedicata ai migliori colpi in WTA, ecco l’articolo che affronta il secondo tema del gioco di rete: volèe e schiaffi al volo di rovescio. Ricordo che la classifica è riservata alle tenniste in attività, comprese fra le prime 100 del ranking. Trovate la spiegazione completa sui criteri utilizzati per definire le graduatorie nella prima parte dell’articolo dedicato al dritto. Mentre per quanto riguarda le logiche che mi hanno portato alla suddivisione del gioco di rete in quattro temi, rimando all’articolo della scorsa settimana. In sintesi, le categorie previste sono queste:
– Volée e schiaffo al volo di dritto
– Volée e schiaffo al volo di rovescio
– Demivolée
– Overhead

Volée e schiaffo al volo di rovescio
Cambiano le epoche, cambiano gli attrezzi, cambiano le tecniche e le esecuzioni dei colpi, e di conseguenza devono cambiare anche i criteri di valutazione. Nell’epoca delle racchette di legno e del rovescio prevalentemente a una mano, probabilmente era più semplice e naturale eseguire la volée di rovescio che quella di dritto. Oggi non sono sicuro sia più così. Del resto, nell’epoca della racchette di legno, non esisteva nemmeno lo schiaffo al volo (swinging volley) come colpo codificato; il primo a utilizzarlo regolarmente direi che è stato Andrè Agassi e poi si è diffuso con successo nel tennis femminile, per esempio grazie alle sorelle Williams.

Per quanto riguarda il gioco di volo, dalla parte del rovescio si sono avuti cambiamenti ancora più evidenti rispetto al dritto. Nel tennis contemporaneo la gran parte delle giocatrici esegue il rovescio da fondo a due mani in topspin, e una tecnica simile viene riproposta per lo schiaffo. Ma la volée classica prevede l’uso di una sola mano: in sostanza si è determinata una differenza profonda tra due opzioni che a volte possono essere quasi intercambiabili, almeno su alcune traiettorie.

Ma questo è solo un aspetto, le cose sono più complesse di così. Per la giocatrice che si presenta a rete, infatti, non si tratta semplicemente di decidere se staccare o no una mano prima di colpire, perché schiaffo o volée implicano non solo gesti differenti, ma anche differenti impugnature (e questo vale anche per il dritto). Alla fine tutto questo si traduce in un ulteriore problema per chi decide di abbandonare lo scambio da fondo e avventurarsi in avanti.

Per chi nello scambio da fondo si affida quasi esclusivamente al rovescio bimane in topspin, l’esecuzione della volée classica è diventata qualcosa di molto lontano, dalla meccanica del tutto a sé stante, a volta anche abbastanza indigesta. Tanto è vero che capita di vedere perfino volée bimani; anche se la presa doppia implica limiti oggettivi e ineliminabili negli allunghi.

Una volée bimane di Barbora Strycova a Wimbledon

Se aggiungiamo che quando si è a rete i tempi per decidere sono più ristretti, si capisce quanto diventi importante possedere un istinto capace di scegliere in un attimo l’esecuzione più adatta a cui affidarsi. E forse per alcune tenniste la difficoltà nel districarsi tra le diverse opzioni contribuisce alla riluttanza nel muoversi in avanti.

Tutto sommato, oggi si percepisce una maggiore sicurezza nei confronti della volée classica di rovescio da parte delle giocatrici che da fondo campo sono abituate a colpire anche slice a una mano; questo perché ritrovano anche nel colpo senza rimbalzo una esecuzione affine.

A tutto ciò va aggiunta una questione fondamentale, che vale sia per i colpi di dritto che di rovescio: per essere una buona giocatrice di rete in singolare, è indispensabile sapere eseguire nel modo migliore la transizione. Ne ho già parlato a lungo la scorsa settimana, qui ci ritorno in sintesi. Innanzitutto questo: per scendere a rete, se si è veloci e scattanti è meglio, ma in realtà per eseguire una buona discesa occorre innanzitutto avere sensibilità tattica. Sensibilità per capire quando partire in avanti, quando effettuare lo split step, e quando terminare l’avanzamento con l’esecuzione del colpo vero e proprio.

Chi è più tempista, ed è capace di far coincidere al centesimo di secondo lo split step con la lettura della direzione del colpo avversario, poi si troverà con i tempi ideali per direzionare la corsa e finalizzarla con l’esecuzione del colpo. Chi invece non riuscirà a sviluppare la sequenza in modo appropriato, trovandosi in ritardo (o peggio ancora in controtempo) probabilmente avrà perso il punto prima ancora di avere raggiunto la rete.

Ecco perché non conta poi così tanto essere buone doppiste: è molto diverso eseguire la volée o lo schiaffo al volo in continuità con la corsa in avanti, rispetto alla situazione più statica del gioco di coppia. E così, se dovessi dire chi sono oggi le migliori volleatrici di rovescio, più che alle doppiste penserei alle giocatrici in possesso di due caratteristiche. Primo: la capacità di effettuare la transizione al meglio. Secondo: avere familiarità con le esecuzioni in backspin, cioè con il rovescio slice da fondo campo.

Prima di presentare la classifica delle prime dieci, il solito spazio dedicato alle escluse dell’ultima scrematura. Citerei intanto qualche singolarista ottima anche nel doppio: Elise Mertens, Kiki Mladenovic, Hsieh Su-Wei. Ma a loro aggiungerei anche Top 30 meno vincenti nel tennis di coppia come Johanna Konta, Garbiñe Muguruza e Donna Vekic.

Ultima nota. Sono stato tentato di inserire fra le prescelte Camila Giorgi, penalizzata però da una stagione 2019 opaca; di sicuro nel 2018 aveva dimostrato di avere sviluppato una ottima fase di transizione, caratterizzata da tempi precisi e grande rapidità. E questa dote le aveva permesso di vincere partite importanti a Wimbledon, sino a raggiungere i quarti di finale. Ricordo una statistica di quel torneo: fra le otto giocatrici approdate almeno ai quarti, nessuna aveva vinto tanti punti a rete quanto Camila. Come interpretare il dato? Anche se con una tecnica di volo non proprio fluidissima (però molto decisa), Giorgi aveva dimostrato che grazie alla qualità nella transizione si possono ottenere risultati significativi a rete.

a pagina 2: Le posizioni dalla 10 alla 6

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