Tennis tedesco: fine di un'epoca? - Pagina 4 di 4

Al femminile

Tennis tedesco: fine di un’epoca?

Il ritiro di Julia Goerges, l’infortunio di Sabine Lisicki, il calo di Andrea Petkovic e le difficoltà di Angelique Kerber. Con pochi nomi nuovi all’orizzonte, per la Germania non sarà un futuro semplice

Pubblicato

il

La Germania di Fed Cup 2014: Petkovic, Groenefeld, Goerges, Rittner, Kerber, Lisicki
 

Passato, presente e futuro del tennis tedesco
Cominciamo con una tabella che sintetizza tutte le giocatrici capaci di entrare almeno fra le prime cento del ranking negli ultimi dieci anni:

Come si vede, la Germania non è stata solo Kerber, Petkovic, Goerges, Lisicki, ma negli anni ’10 ha proposto altre giocatrici interessanti. Due di loro sono riuscite a entrare in Top 30: Mona Barthel (numero 23 nel 2013) e Laura Siegemund (numero 27 nel 2016).

Barthel e Siegemund hanno vissuto carriere opposte: Barthel un avvio quasi folgorante, con un best ranking raggiunto a 22 anni, nel 2013, quando sembra vicinissima al salto di qualità che le avrebbe permesso di entrare stabilmente nell’elite del tennis femminile. Ma, almeno sinora, non è riuscita a compiere davvero quel salto di qualità, anche a causa di problemi fisici.

Siegemund si è affermata tardivamente, quando sembrava ormai destinata a una attività di retroguardia, e invece partendo dalla finale raggiunta da qualificata nel torneo di casa (Stoccarda 2016), ha saputo costruirsi una seconda parte di carriera con diverse soddisfazioni. Purtroppo nel 2017 ha subito un serio infortunio al ginocchio che le ha richiesto parecchio tempo per tornare ad alti livelli. Siegemund è la giocatrice tedesca che ha ottenuto il miglior risultato Slam nel 2020, con il quarto di finale del Roland Garros.

Se però vogliamo ragionare in chiave futura, dobbiamo concentrarci sui nomi più giovani della tabella. E sotto questo aspetto la situazione delle giocatrici attorno ai 25 anni non è positiva. Annika Beck (campionessa junior al Roland Garros 2012), dopo un anno pieno di problemi fisici ha deciso di lasciare il tennis alla fine del 2017, a soli 23 anni. Ha scelto di iscriversi alla facoltà di medicina con l’obiettivo di diventare medico.

Anna-Lena Friedsam è un altro talento a oggi inespresso, soprattutto a causa di frequenti infortuni. Un serio problema alla spalla l’aveva fatta precipitare nel ranking, ma l’abbiamo ritrovata su buoni livelli nel marzo 2020 a Lione, dove è riuscita ad arrivare in finale, sconfitta 6-2, 4-6, 6-4 da Sofia Kenin. Sarebbe stato un ottimo trampolino di lancio per svoltare nella stagione, ma la pandemia ha bloccato tutto.

Infine c’è il caso della giocatrice più giovane, Carina Witthoeft. Curiosamente (come tutte le sei più giovani della tabella) anche Witthoeft ha ottenuto il proprio best ranking a 22 anni, dopo aver lasciato intravedere qualità interessanti: terzo turno all’Australian Open 2015 da teenager, e nel 2017 il successo in Lussemburgo (finale su Puig).

Poi però è andata incontro a problemi sia fisici che mentali: dopo essere stata ferma per dolori alla schiena, una volta guarita ha deciso di non rientrare subito nel tennis agonistico, perché i match le creavano uno stress quasi insopportabile. Per questo è ormai ferma dal gennaio 2019. Lei stessa ha raccontato: “Avevo spesso un senso di nausea allo stomaco. La tensione fisica e la tensione mentale erano così grandi che non avevo mai appetito e non potevo mangiare. Prima delle partite, a volte non dormivo per tutta la notte. Ho preso tutto molto sul serio, e alla fine sono stata semplicemente sopraffatta dall’intera situazione”.

La capitana di Fed Cup Barbara Rittner, ha criticato Witthoeft: “La generazione di Angie, Jule e Petko ha raggiunto traguardi incredibili anche in termini di costanza, lavorando sempre in modo estremamente professionale. È evidente che, al contrario, la generazione successiva non è stata all’altezza. Iniziamo da Carina Witthöft: tutto quello che so è che avuto molti problemi e si sta prendendo una pausa, sia fisicamente che mentalmente. Ecco cosa intendo citando ad esempio la generazione precedente: loro sapevano resistere e continuare a lavorare”. Witthoeft non ha gradito, come testimonia questo tweet, in cui definisce “irrispettose” le parole di Rittner.

Alla fine della stagione 2020, il tennis tedesco si ritrova con due sole top 100: Kerber numero 25 e Siegemund 50. Per incontrare in classifica altri nomi occorre andare oltre: Petkovic è numero 102, Maria 109 e Friedsam 111. Ma i dati negativi non finiscono qui, perché le prime quattro sono tutte oltre i 32 anni e non si intravedono all’orizzonte nuove leve: zero giovani fra le prime 200 del mondo e nessuna teenager fra le prime 500. Per questo la Germania rischia di diventare una nazione marginale nella prossima geografia WTA.

Se così fosse occorrerebbe attendere una eventuale affermazione di giocatrici junior, augurandosi che qualcuna riesca a compiere con successo il salto di categoria. Al momento la junior meglio piazzata è Alexandra Vecic, nata nel gennaio 2002, numero 8 del ranking e semifinalista all’Australian Open 2020. A livello professionistico è ai primissimi passi: numero 945 del ranking WTA con una classifica ancora tutta da costruire.

Stando così le cose, la sensazione è che la più concreta possibilità di raggiungere risultati significativi a breve termine vada ancora riposta in Angelique Kerber, nella speranza che sia capace di una risalita nel rendimento, come del resto le è già riuscito più volte in carriera. Ma se si ragiona a medio termine, in mancanza di un autentico ricambio generazionale, è difficile essere ottimisti per il futuro del tennis tedesco.

Pagine: 1 2 3 4

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement