Le semifinali di Wimbledon: Barty contro Kerber, attrazione fatale per Angie

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Le semifinali di Wimbledon: Barty contro Kerber, attrazione fatale per Angie

Le caratteristiche strutturali delle due giocatrici hanno finito per indirizzare il match verso una conclusione quasi obbligata: la vittoria di Barty

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Ashleigh Barty - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)
 

Wimbledon 2021 si avvia alla conclusione, e lo fa dopo averci consegnato due belle partite di semifinale, con tre delle quattro protagoniste che hanno concluso il match con una saldo vincenti/ errori non forzati ampiamente positivo. Ecco i numeri: Barty +22 (38/16), Pliskova +15 (32/17), Sabalenka +18 (38/20). Una sola giocatrice con saldo negativo: Kerber ha infatti chiuso con -7 (16/23). Come mai?

Difficile dire come sarebbero andate le cose se nella semifinale di questi Championships invece che incontrare Ashleigh Barty si fosse trovata di fronte Sabalenka o Pliskova. Una statistica di partenza però ci aiuta: negli scontri diretti l’unica giocatrice con la quale Kerber non era in vantaggio era proprio Barty. Erano 2 a 2, ma si trattava di una parità ingannevole, visto che una delle vittorie di Angelique era arrivata quando Ashleigh era al rientro dopo i due anni di stop dal circuito, ed era ancora arrugginita (allora numero 271 del ranking).

In realtà penso che in questo momento Barty rappresenti per Kerber una delle peggiori avversarie da affrontare, per motivi sia mentali che tecnico-tattici. Cominciamo dalla questione mentale. Ho scritto più volte, anche di recente, quanto aumenti il rendimento di Kerber quando la partita si fa intensa e combattuta. In una parola: “calda”. Barty invece è una giocatrice che per natura tende ad avere in campo atteggiamenti che finiscono per raffreddare il match, spostando il confronto dagli aspetti agonistici verso quelli più strettamente tecnici. In questo modo, quasi senza volerlo, Ash toglie ad Angie una delle sue migliori armi.

Veniamo alle questioni tecnico-tattiche. Di certo Kerber è una tennista fortissima in difesa, però contro una giocatrice completa come Barty è quasi impossibile vincere il match aspettando solo gli errori della avversaria, a meno di non incrociarla in una giornata-no. Ash è troppo intelligente nella costruzione del gioco per “buttarsi via” da sola, e di sicuro non va in sofferenza se lo scambio si allunga.

Quindi Kerber ha bisogno di ottenere qualche punto anche prendendo l’iniziativa in prima persona. E qui arriviamo al cuore del problema. Perché Kerber ha un angolo di attacco preferito, ed è quello che corrisponde alla parte del dritto delle giocatrici destre. Angie (che è mancina) ama infatti spingere con il dritto lungolinea e il rovescio incrociato, mentre fatica a essere incisiva con il dritto incrociato e il rovescio lungolinea. Anzi, la maggior parte delle volte non ci prova nemmeno a chiudere lo scambio verso il lato “sfavorito”, ma si limita a utilizzarlo come versante di manovra. E se vi sembra una tesi strana, che non vi convince, per una spiegazione estesa rimando a questo articolo del 2016, che analizza nel dettaglio la questione.

Una infinità di match hanno evidenziato questa preferenza e anche i dati della partita appena disputata lo confermano senza dubbio: su 16 vincenti totali di Kerber, ben 13 sono atterrati in quella porzione di campo, sotto forma di 9 dritti lungolinea e 4 rovesci incrociati. Gli altri 3 vincenti sono arrivati da uno smash, un lob e un rovescio anomalo a uscire. Vincenti di dritto incrociato e di rovescio lungolinea: zero.

Kerber non ha ottenuto alcun vincente di volo e nemmeno ace. Sedici vincenti su 140 punti disputati nel match non sono un gran numero, e testimoniano della difficoltà di Angie nel chiudere gli scambi con colpi definitivi. Ecco lo schema che individua la posizione dei vincenti di Kerber:

In sostanza la preferenza di Kerber per certe esecuzioni offensive non va considerata come una blanda predilezione, ma come una tendenza profonda, strutturale, che a 33 anni non è più in grado di modificare. E se prova a rinunciare a queste esecuzioni optando per altre soluzioni, aumentano di parecchio gli errori non forzati.

A questo punto la conclusione del ragionamento è già evidente per chi conosce le caratteristiche di Barty. Il lato più forte di Ash nello scambio da fondo (aspetti difensivi inclusi) è proprio quello del dritto. E non stiamo parlando di un dritto qualsiasi, tanto che lo scorso anno mi ero permesso di considerarlo come il migliore del circuito.

In sostanza, quando scende in campo contro Barty, la preferenza di Kerber per quell’angolo si rivela una “attrazione fatale”. Una attrazione fatale molto vicina a una scelta suicida. E la Barty attuale, che non si trova in cima alla classifica WTA per caso, lo ha dimostrato capitalizzando il vantaggio tecnico in modo da chiudere il confronto in due set (6-3, 7-6).

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