Laver Cup, Djokovic dopo la sconfitta con Aliassime: "Ho un problema al polso da qualche giorno. Ma giocherò per qualificarmi alle Finals"

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Laver Cup, Djokovic dopo la sconfitta con Aliassime: “Ho un problema al polso da qualche giorno. Ma giocherò per qualificarmi alle Finals”

Nole non è sembrato allarmato: “Credo che dipenda anche dalle due partite che ho giocato ieri sera”

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Novak Djokovic - Laver Cup 2022 Londra (foto Twitter @lavercup)
 

In una giornata trionfale per il team World sono in due a contendersi il titolo di MVP del weekend: Auger-Aliassime e Tiafoe. Se quest’ultimo ha dato alla sua squadra i tre punti decisivi per la vittoria finale, la svolta della sfida con il team Europe è da rintracciare nel match tra il canadese e Djokovic: sulla carta, infatti, sarebbero dovuti esseri punti assicurati o quasi per Nole & co. Invece, a scombinare i piani ci hanno pensato Aliassime con una prestazione impeccabile e il polso del serbo che, come rivelato dallo stesso Djokovic in sala stampa, ha iniziato a fare i capricci qualche giorno fa: “Ho tenuto sotto controllo il problema, mentre oggi non è stato facile. Non sono riuscito a servire con la velocità e la precisione che avrei voluto. Questo ha influito sull’intera partita”.

Nel prosieguo della conferenza stampa, comunque, Djokovic non ha mostrato di essere troppo preoccupato. Ha infatti parlato del suo programma per il finale di stagione senza prendere in considerazione l’ipotesi che il polso possa costringerlo a fermarsi (tra l’altro non si tratta dello stesso che lo tormentò tra il 2016 e il 2017): “L’obiettivo è cercare di qualificarmi per le Finals di Torino. Sono in una buona posizione (è 15esimo nella Race e in quanto vincitore di uno Slam in stagione deve restare tra i primi 20 per ottenere la qualificazione, ndr) ma non al sicuro. Giocherò a Tel Aviv la prossima settimana e dopo un 500 in Kazakistan. Poi il programma prevede di giocare Bercy e Torino. Vediamo se rimane così o se cambia qualcosa. Il mio pensiero è ovviamente rivolto alle prossime settimane e poi ci penserò”.

La tranquillità del serbo deriva anche dalla convinzione che il disagio si sia manifestato durante questo weekend di Laver Cup per una serie di motivi contingenti: “Potrebbe essere dettato dal fatto di non aver giocato per quasi tre mesi e poi le condizioni qui rendono le palle davvero molto grandi e lente. Quando le si usa un po’, si fermano sul campo e quindi bisogna sempre generare un sacco di azione al livello del polso e di velocità, e questo potrebbe essere il motivo per cui ho avvertito dolore al polso destro negli ultimi quattro giorni in cui mi sono allenato e ho giocato qui. Ma credo che dipenda anche dalle due partite che ho giocato ieri sera (singolo contro Tiafoe e doppio con Berrettini, ndr), in cui ero entusiasta e ho giocato alla grande, mi sentivo bene in campo, ma forse la mancanza di partite nell’ultimo periodo è un qualcosa che oggi ho accusato”.

C’è stato poi spazio per ascoltare il pensiero di Djokovic su una delle peculiarità della Laver Cup, ossia il fatto che i giocatori ricevano consigli e incitamenti dai loro colleghi durante i cambi campo, e su una delle possibili strade che potrebbe intraprendere in futuro Federer, quella che lo vedrebbe impegnato come ‘super coach’: “E’ davvero un’esperienza unica avere sempre qualcuno al proprio fianco a quasi ogni cambio campo. È molto interessante capire come gli altri leggono una partita, e possono dare consigli di grande aiuto. Penso che sia un’esperienza molto diversa da quella che si vive normalmente. Mi piace. Credo che Roger possa dare molto (ride, ndr). È logico aspettarsi che sia in grado di condividere tante cose preziose. Se mai dovesse prendere in considerazione l’idea di farlo, sono certo che apporterebbe molte cose positive per il miglioramento di quel giocatore in ogni aspetto dentro e fuori dal campo”.

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