ATP
Pagelle degli italiani: difficile giudicare Sinner e Berrettini. Musetti da 8, Sonego sufficiente grazie alla Davis
Infortuni e sfortune rendono complicato valutare la stagione di Jannik e Matteo che meritano comunque un voto positivo. Fognini rimane sotto la soglia del 6

L’anno scolastico 2019/20 è stato probabilmente uno dei più difficili per gli insegnanti in termini di valutazione dei loro alunni. Ovviamente le problematiche non si sono limitate a quell’aspetto e non hanno riguardato i soli insegnanti, ma anche gli stessi ragazzi. Il riferimento è all’anno del primo lockdown dopo la diffusione del Covid che ha praticamente sospeso le attività ordinarie da marzo in avanti. A due anni di distanza, il movimento tennistico italiano al maschile ha vissuto una situazione simile. Il Covid c’entra solo in parte (una parte dolorosa, ovvero quella del forfait di Berrettini a Wimbledon dopo la finale del 2021), ma a stagione finita ci ritroviamo comunque nelle condizioni degli insegnanti scolastici nel giugno del 2020: valutare alcuni dei nostri giocatori e quindi la ‘classe’ nel suo complesso è compito arduo. Proviamoci comunque, e dopo le pagelle delle azzurre, arrivano anche quelle dei colleghi uomini.
Le peripezie che hanno coinvolto in particolare Sinner e Berrettini hanno segnato in maniera indelebile un anno iniziato con aspettative vertiginosamente alte (del resto, dopo aver visto due italiani alle Finals, seppur alternatisi tra loro, non poteva essere diversamente) e anche con buoni risultati. Questi non hanno fatto altro che rafforzare la convinzione che il 2022 sarebbe stato un continuo crescendo per il nostro tennis, fino ad arrivare – perché no – alla vittoria di uno Slam e/o alla conquista dell’insalatiera, proprio nell’anno in cui, grazie alla serie di Domenico Procacci, si è fatto finalmente vivo il ricordo della squadra che vinse l’unica Coppa Davis della storia italiana nel 1976. Non è stato così, anzi: è la stagione dei rimpianti, degli ‘avrei voluto, ma non ho potuto’, delle sfortune e degli infortuni. Il giudizio sulla storia è sempre però passibile di modifiche a posteriori: magari tra qualche anno penseremo al 2022 come ad un insignificante passaggio a vuoto in un percorso di costante salita verso i vertici del tennis mondiale, o alla stagione in cui ci siamo resi conto di cosa potesse diventare Musetti.
Non potendo avvalerci di un senno del poi così esteso, siamo tenuti a giudicare unicamente quanto si è visto dallo scorso gennaio fino alla conclusione della Coppa Davis di pochi giorni fa. E, come si diceva, è tutt’altro che una passeggiata: come gli insegnanti scolastici, nel 2020, si trovarono a dover fare la tara a verifiche e interrogazioni effettuate considerando le difficoltà logistiche e psicologiche generate dal contesto esterno e dalla famosa DaD, così noi oggi dobbiamo dare il giusto peso agli ostacoli, spesso incontrollabili, che si sono trovati di fronte i due ‘capiclasse’ Berrettini e Sinner. Un dato incontrovertibile, però, c’è: a fine 2021 l’Italia contava su ben otto giocatori in top 100, mentre oggi ne ha “solo” cinque. Le seconde linee, insomma, sono venute meno: si passa direttamente alle terze e alle quarte (con ben 11 giocatori tra il numero 101 e il 200), tra cui sono presenti, però, diversi giovani (da Passaro ad Arnaldi passando per Nardi, Cobolli e Bellucci) che hanno il potenziale per ricreare il supporting cast alla squadra di Davis, o magari anche per arricchirla. Anche in questo caso non possiamo fare altro che attendere gli sviluppi futuri. Nel frattempo, cerchiamo di razionalizzare il recente passato.
SINNER Jannik (#15) – il 2022 di Jannik sembrava essere partito sotto i migliori auspici: sette vittorie consecutive tra ATP Cup e Australian Open. Poi una sconfitta fin troppo netta contro Tsitsipas ha rotto degli equilibri già traballanti: l’altoatesino ha deciso di separarsi da Piatti – un padre oltre che un coach – per affidarsi alla guida di Vagnozzi, poi affiancato da Cahill. Dopo qualche mese di assestamento, i cambiamenti si sono fatti evidenti, ma l’azzurro non è mai riuscito a capitalizzare gli sforzi. Anzi, spesso il suo fisico l’ha tradito proprio sul più bello, come nel quarto di finale a Roma contro Tsitsipas o agli ottavi del Roland Garros contro Rublev.
I prati di Wimbledon (dove stato a un set dall’eliminare Djokovic) sono stati inaspettatamente rigeneranti e l’estate ha rappresentato sicuramente la fase migliore della stagione di Jannik: a luglio è arrivato anche l’unico titolo dell’anno, quello di Umago, conquistato con una prestazione stellare contro Alcaraz. Un altro match contro lo spagnolo ha costituito, però, la delusione più cocente dell’anno: la sconfitta al quinto set (dopo aver avuto match point a favore) nei quarti di finale dello US Open. Nonostante i problemi fisici (l’ultimo gli ha impedito di giocare la fase finale della Davis), insomma, Jannik è andato più volte vicinissimo al colpaccio. Il suo 2022 si è chiuso con un bilancio di 47 vittorie e 16 sconfitte e con cinque posizioni perse rispetto al 2021. Tre quarti di finale Slam sono tanti, ma sono molti anche gli otto tentativi falliti (su dieci) di raggiungere le semifinali nei vari tornei dell’anno.
VOTO: 6,5
BERRETTINI Matteo (#16) – Anche per Matteo, come per Sinner, l’anno era iniziato al meglio con la semifinale in Australia. E poi? Un errore di programmazione (la scelta di giocare sulla terra di Rio in una fase della stagione in cui prevale il cemento), un nuovo problema addominale (dopo quello nelle Finals), l’operazione al polso e il conseguente salto a piè pari dello swing sulla terra europea per puntare tutto su Wimbledon, il tanto discusso tampone positivo proprio prima dell’esordio ai Championships, le prestazioni al di sotto delle attese sul cemento nordamericano (dove ha comunque raggiunto i quarti dello US Open), l’infortunio al piede a Napoli e per concludere l’azzardo di Volandri di schierarlo nel doppio decisivo nella semifinale di Davis contro il Canada.
Quest’ultimo match potrebbe anche racchiudere in sé la sintesi di tutta la stagione: eccezion fatta per la trasferta australiana e per i tornei sull’erba in preparazione a Wimbledon (con i due successi a Stoccarda e al Queen’s), non si è mai visto un Matteo al 100% della condizione. Il romano ha sempre dovuto combattere con il suo fisico oltre che con gli avversari: è riuscito a cavarsela con giocatori di categoria inferiore, ma non ha potuto nulla contro quelli più forti. Il suo 2022 è infatti terminato con zero vittorie contro top 10 e solo una (ma in Laver Cup) contro un avversario meglio piazzato in classifica. In classifica ha chiuso subito dietro a Sinner (con un saldo di nove posizioni perse rispetto all’anno scorso), ma con tre finali, un titolo e una semi Slam in più.
VOTO: 6+
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ATP
ATP Miami: discontinuo ma cinico, Medvedev batte Khachanov ed è in finale
Khachanov prova a prendere l’iniziativa ma Daniil prende il controllo del match nei momenti importanti: affronterà Sinner o Alcaraz

[4] D. Medvedev b. [14] K. Khachanov 7-6(5) 3-6 6-3

Fra alti e bassi, errori e blackout, un discontinuo ma cinico Daniil Medvedev ha la meglio su Karen Khachanov, amico-rivale che ha disputato un match coraggioso, tentando di spezzare la ragnatela del suo avversario, riuscendoci, per altro, soprattutto nel secondo set; Ma non basta: Daniil raggiunge la prima finale a Miami, Karen manca il ritorno in top ten. L’avversario del numero cinque del mondo verrà deciso stanotte nel nuovo capitolo della recente ma promettente saga Sinner-Alcaraz.
Primo set
Prima semifinale del Miami Open. Nel giorno dell’annuncio della revoca del bando a Wimbledon, in campo due tennisti russi: Daniil Medvedev, in striscia positiva (se si esclude la finale contro l’intoccabile Alcaraz ad Indian Wells) dal torneo di Rotterdam, parte nettamente favorito contro l’amico Karen Khachanov, tornato dopo anni a battere un top ten (23 le sconfitte consecutive dalla vittoria a Bercy 2018 su Djokovic) e di nuovo a ridosso dei primi dieci dopo la recente semifinale slam in Australia. Daniil è in vantaggio 3-1 negli h2h, l’ultimo quest’anno ad Adelaide. Chi vince trova Jannik Sinner o Carlos Alcaraz, in campo nella notte italiana.
Dopo umide giornate di pioggia, il clima di Miami sembra quasi apprezzabile (al 62 per cento l’umidità). E sembra Khachanov il giocatore in grado di approfittare delle favorevoli condizioni climatiche: la testa di serie numero 14 si procura subito due palle break, ma Medvedev è bravo ad annullarle con i primi due ace della partita. I suoi turni al servizio rimarranno macchiati da qualche sbavatura, mentre intonsi saranno quelli di Khachanov, che tiene a zero i primi tre. Escluse alcune magie (non andate a buon fine) da parte di Medvedev, è calma piatta sul centrale, finchè sul 3-4, con le palle nuove, la striscia di Khachanov si interrompe all’improvviso: all’improvviso Daniil si accende, intrappola Karen nella sua tela, e basta qualche seconda che il numero cinque del mondo si prenda tutto il braccio, si procuri due palle break e si trovi a servire per il primo set.
Come si accende in un attimo, basta poco perché l’attenzione di Medvedev cali: un doppio fallo e un nastro sfortunato non arridono al campione dello US Open 2021, che si fa recuperare immediatamente il vantaggio, mancando fra l’altro un set point sul quale commette un doppio fallo. Ora Khachanov prova a sciogliere la trama del suo avversario, prende più volte l’iniziativa e tiene con autorità i turni successivi, nonostante l’esasperata difesa di Medvedev: è tiebreak. Qui fa tutto Daniil: si prende un minibreak, lo getta via con un errore di rovescio, se lo riprende e infine, nonostante il coraggio e i tentativi di Khachanov, chiude 7-5 dopo un’ora e due minuti. I numeri sono a favore di chi rincorre: 75 percento di seconde palle contro il 33 dell’avversario, addirittura tre punti in più, ma chi passa a condurre è col suo solito cinismo Medvedev, che ora si dirige verso il bagno dove sosterà per ben sette minuti e mezzo.
Secondo set
Il toilet break, in realtà, sembra favorire Khachanov piuttosto che Daniil: Il vincitore di Parigi Bercy 2018 parte forte, brekkando a 15 Medvedev, scomparso dal campo (a volte letteralmente: la telecamera fatica a inseguire le sue stoiche difese). La tattica del logoramento non sortisce più alcun effetto su Khachanov, che ora esce in maniera relativamente agevole dallo scambio: dopo i primi tre giochi in cui vince 12 punti su 15, Karen tiene il suo avversario a debita distanza, sia nel punteggio che dalla linea di fondo, e chiude in breve tempo, senza particolari patemi ed in completo controllo, per 6-3. Si va al terzo e decisivo set. Medvedev è chiamato a riaccendersi un’altra volta.
Terzo set
Il buon momento di Khachanov continua anche in apertura di terzo set: subito palla break nel game d’apertura, ma Medvedev alza le percentuali al servizio e suggella col nono ace un game molto complicato. È la svolta: i turni di battuta di Khachanov sono ora un lontano ricordo di quelli del primo set, e, probabilmente accusando la stanchezza fisica e mentale a cui il suo avversario l’ha inevitabilmente condotto, concede due palle break e con ben tre gratuiti perde il servizio e torna a inseguire. Per la prima volta, Medvedev è davvero in controllo della partita: i suoi game di battuta seguono trame predefinite e, nonostante alcuni caparbi colpi di coda di Khachanov in scambi da venticinque punti, il numero cinque chiude 6-3 e dopo due ore e diciassette si qualifica per la quinta finale consecutiva. Un Khachanov sfinito ci prova fino all’ultimo punto ma alla fine si avvicina alla rete con il sorriso sportivo dello sconfitto. Chiunque vinca stanotte, sarà una bella finale.
ATP
ATP Miami, Eubanks: “Sono passato al rovescio a una mano per imitare Federer, ma ora non lo rifarei”
Il giocatore statunitense entra nei primi cento del mondo grazie al quarto di finale raggiunto a Miami: “Ora so che posso stare a questi livelli”

La conferenza stampa di Christopher Eubanks dopo la sconfitta contro Daniil Medvedev che ha interrotto la sua corsa nei quarti a Miami: l’americano commenta così la settimana migliore della sua carriera. I quarti di finale raggiunti nel Masters 1000 gli permettono l’ingresso nei primi 100 giocatori del mondo per la prima volta in carriera e si sa che questo rappresenta un traguardo fondamentale nell’ottica del prize money e dell’ingresso nei tabelloni principali di molti tornei ATP.
IL MODERATORE: Partita dura oggi, ma come ci si sente? Come rifletti sulla settimana?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Nel complesso, è dura parlare subito dopo una partita, una partita che perdi. Ma facendo un passo indietro, è stata una settimana da sogno per me. Iniziando con le qualificazioni, cercando solo di ottenere una vittoria, cercando di trovare un po’ di slancio. Sono stato in grado di farlo. Nella partita contro Coric ero sotto di un set e un break. Ripensandoci, ora essere seduto qui è piuttosto surreale. Nel complesso sono soddisfatto del risultato ovviamente. Non vedo l’ora di avere, si spera, altri momenti come questo”.
D. Cosa tiri fuori da questa partita in termini di aumento di livello? C’erano opportunità che non hai davvero colto, e poi sembrava che ogni piccolo errore fosse punito da lui.
CHRISTOPHER EUBANKS: “Ovviamente il peso degli errori viene amplificato quando si affronta qualcuno come Daniil. Quindi piccole cose come, opportunità perse, o il modo in cui è andato il primo punto nell’ultimo game, ho avuto un po’ di indecisione, non ho inseguito la pallina, pensavo fosse fuori ma ha rimbalzato dentro. Sapevo di essere nei guai quando l’ho visto preparare il rovescio. Quelle sono opportunità che forse in alcuni tornei in cui ho giocato in passato non mi sembravano un grosso problema, perché è come se potessi uscire dai problemi con una buona prima di servizio, ma contro Daniil è un’altra cosa. Penso che sia quel salto di livello per cui sai che ogni piccola pausa sarà punita”
Q. Eri al servizio, poi la pioggia ha ritardato tutto, e poi sei tornato, e lui ti è saltato addosso. Cosa è cambiato?
CHRISTOPHER EUBANKS: Ha apportato alcune modifiche tattiche. Ho iniziato ad entrare in campo sulla mia seconda di servizio, penso sia una delle cose più importanti. Ovviamente ho potuto guardare Daniil per anni e ho visto tonnellate di video anche prima di questa partita. Non mi è dispiaciuta la mia seconda di servizio. Mi piace il mio kick sulla seconda di servizio. È alto quasi 2 metri con uno dei migliori rovesci del mondo, quindi ti mette dei dubbi. Quando ho visto il suo aggiustamento tattico, ho iniziato a cercare di indovinare un po’. La mia percentuale di prima di servizio è scesa, e non è mai una buona cosa quando giochi contro un avversario che risponde bene come lui. Una volta che la percentuale della prima di servizio ha iniziato a diminuire, ha apportato modifiche alla seconda per avvicinarmi al campo. Ma al game successiva mi ha breakkato. Lui è noto per essere uno dei giocatori più intelligenti del tour. Questa è la sua reputazione, e posso capire perché, sa trovare quei piccoli aggiustamenti che servono a gara in corso. Poi se il match prende una piega del genere, inizia a darti un po’ fastidio. Penso che sia quello che è successo dopo la sospensione per pioggia. Poi, onestamente, iniziato il secondo set, mi sentivo come se stessi giocando abbastanza bene, anche se mi ha breakkato, mi sentivo come se stessi giocando nel modo giusto”.
D. In vista della partita, su quali altre partite che avevi giocato hai riflettuto per prepararti ad affrontare qualcuno del suo livello?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Non proprio. Non ce ne sono state molte — voglio dire, ho giocato con Casper Ruud a Indian Wells, ho giocato con Jannik Sinner agli US Open. Diversi stili di gioco. È davvero difficile — non credo che nessuno in tour giochi davvero come Daniil. È difficile poter dire con chi ho giocato che può servire così e non sbagliare una palla dalla linea di fondo. Non capita così spesso. Daniil è un giocatore speciale”.
D. Ho visto sui social media che hai avuto il supporto dei tuoi amici, il supporto anche di altri tennisti. È qualcosa che pensi ti motivi ad andare oltre? O cos’altro pensi che ti motiva?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Non dirò che mi motiva ad andare oltre, ma è sicuramente bello averlo. Penso che soprattutto ricevere supporto dai tuoi colleghi sia probabilmente una delle cose più interessanti. Avere altri giocatori con cui ho giocato che mi contattano per congratularsi con me e dire di andare avanti, piccole cose del genere, sono quelle che probabilmente significano di più perché è come, wow, questi sono ragazzi con cui passo probabilmente più tempo che con la mia famiglia. Li vedo spesso, siamo in competizione l’uno contro l’altro, stiamo tutti lottando per la stessa cosa e si sono presi il tempo per mandarmi un breve messaggio solo per congratularsi. Mi piace pensare di avere una discreta quantità di motivazione ora, e penso che il successo probabilmente è più una motivazione ora. Ho dimostrato di poter giocare a questo livello. Mi sono sempre chiesto se il mio servizio fosse abbastanza buono, se il mio diritto fosse abbastanza buono, se mi muovo abbastanza bene, se posso colpire al volo, per competere con i ragazzi più forti. Ora che lo so, questo è più un fattore motivante per me a continuare. Ma non direi che il supporto è una forza trainante. È certamente carino, ma non direi davvero che sia così”.
D. Qual è la più grande differenza tra il Chris Eubanks del primo giorno di qualificazioni e quello di oggi?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Ora so che posso competere con alcuni dei migliori giocatori del mondo. Mi sono già allenato con dei giocatori davvero forti, ma è sempre diverso quando li affronti in una partita vera e propria. Penso che ora la convinzione per me sia più grande, perché l’ho visto, so che posso farcela, e penso che questa sia probabilmente la differenza più grande. Penso che da qui in poi, io avrò un’aspettativa più alta da me stesso e una fiducia ancora maggiore”.
D. La tua nuova classifica cambierà il tuo programma per la stagione. Come vedi il resto della stagione? Cosa devi migliorare per salire ancora?
CHRISTOPHER EUBANKS: “In teoria il piano era quello di giocare i Challenger in Corea per tre settimane fino alla fine di aprile. Ma quando ho iniziato a progredire in questo torneo, abbiamo iniziato a dire, va bene, aspettiamo e parliamone dopo il torneo. Ora devo valutare. Dobbiamo ancora parlarne. Probabilmente ne parleremo oggi o domani. Penso che la scadenza per il primo torneo su terra battuta sia lunedì prossimo. Quindi dovremo cercare di prendere una decisione abbastanza rapidamente. In termini di cose che devo migliorare, penso che stia solo continuando a fare quello che ho fatto negli ultimi forse circa sette, otto mesi. Penso che sia stato allora che ho davvero iniziato a giocare a un livello diverso. Penso che il momento chiave è stato quello degli US Open, a cui mi sono qualificato, ho ottenuto la mia prima vittoria del Grande Slam, da lì ho iniziato a mettere insieme alcune settimane davvero, davvero buone. Penso comunque che ogni area del mio gioco possa migliorare. Posso sempre migliorare il mio servizio, posso migliorare i miei movimenti, e così via Non c’è una cosa reale da individuare. Nel complesso, sto solo continuando la progressione per migliorare il mio gioco nel suo insieme”.
D. Una domanda sul tuo rovescio. Non molti giocatori americani hanno un rovescio a una mano. Hai sempre avuto il rovescio a una mano?
CHRISTOPHER EUBANKS: “No, ho iniziato che colpivo con due mani su entrambi i lati fino all’età di circa nove o dieci anni. Poi sono passato al diritto a una mano. E verso i 14 anni sono passato a un rovescio a una mano. Se potessi rifare tutto da capo, non so se manterrei quella decisione. Ci sono pro e contro. Ovviamente con il rovescio a una mano, hai molta varietà con lo slice, puoi aprire il campo, colpire un po’ più di angolo. Ma quella palla sopra le spalle, amico, con una mano sola è un po’ difficile colpirla. Lo farò funzionare. Proverò a rendere il rovescio a una mano il più efficace possibile. Abbiamo scherzato molto con i miei amici quando sono passato al rovescio a una mano. Volevo farlo perché amavo Federer. Ora vado da mio padre, e gli chiedo: perché mi hai permesso di farlo? Non avevi pensato che gli avversari mi avrebbero semplicemente tirato palle sopra la spalla per tutta la mia carriera?”
ATP
Italiani in campo oggi: tutto pronto per il sesto atto della rivalità Sinner-Alcaraz. A che ora e dove vederlo
Jannik vuole smentire chi lo definisce “un magnifico perdente”. Carlos vuol diventare il dodicesimo del Sunshine Double. La preview dell’incontro

Quando 12 giorni fa è stato sorteggiato il tabellone del 1000 di Miami, la prima cosa che tutti gli addetti ai lavori e gli appassionati di tennis italiani (e probabilmente non solo) hanno cercato era la distanza tra Sinner e Alcaraz per capire quando si sarebbero potuti affrontare nuovamente. Il responso è stato ‘semifinale’, proprio come a Indian Wells due settimane fa. Detto fatto, entrambi sono arrivati a destinazione: Carlitos ha rispettato tutti i pronostici dando lustro alla sua testa di serie numero 1; Jannik, invece, ha dimostrato di valere di più di quanto indichi il numerino che affianca il suo nome in tabellone (10) e anche in classifica (11, ma da lunedì 9 o 10), battendo Rublev e confermandosi attualmente più solido di altri giocatori che lo precedono nel ranking come Ruud. Così nella notte italiana (a partire dall’1:00 – la prima semifinale tra Medvedev e Khachanov sarà invece alle 19) chi sarà tornato tardi dalla movida del venerdì sera o chi non ha problemi di sveglia sabato mattina potrà godersi il sesto episodio della serie “Alcaraz-Sinner: presente e futuro del tennis”. I precedenti sono 3-2 per lo spagnolo, vincitore a Bercy 2021, US Open 2022 e Indian Wells 2023. L’azzurro ha avuto la meglio nel 2022 a Wimbledon e Umago. Dalla parte di Carlos c’è pure un precedente a livello Challenger (2019 Alicante).

I ritmi di questa rivalità sono elevati: per rendere l’idea Nadal e Djokovic avevano rispettivamente 21 e 20 anni quando si incontrarono per la sesta volta, Jannik e Carlitos ne hanno 21 e 19 (manca un mese ai 20 dello spagnolo). Insomma, siamo in linea e anche leggermente davanti. Il bilancio pende dalla parte del numero 1 del mondo che, dopo le sconfitte della scorsa estate a Wimbledon e a Umago, si è ripreso la leadership vincendo a New York e poi l’ultima sfida a Indian Wells. L’avvio di 2023 di Alcaraz è stato folgorante: 18 vittorie e una sola sconfitta (in finale a Rio de Janeiro contro Norrie complice un acciacco), 3 affermazioni su 3 nei confronti con altri top 10 e nessun set perso nelle 10 partite del Sunshine Double giocate fin qui. Così si spiega il suo terzo posto nella Race (che in teoria potrebbe diventare anche primo dopo Miami) nonostante l’infortunio muscolare che gli ha negato la trasferta australiana.
Sinner per smentire chi lo definisce “un magnifico perdente”
Nella stessa classifica Jannik è quinto grazie alla costanza di rendimento: ottavi a Melbourne, vittoria a Montpellier, finale a Rotterdam e semifinale a Indian Wells. La sensazione che manchi davvero poco all’acuto in un grande torneo è diffusa. Su L’Equipe, però, Romain Lefebvre avanza qualche dubbio. Dice che “l’impressione lasciata sul finire della stagione 2022 non è del tutto cambiata a tre mesi dall’inizio della successiva, quella di un giocatore capace di raggiungere picchi di potenza distruttiva, su tutte le superfici, ma che tarda a bucare il muro tra lui e i leader del circuito”. Le tre sconfitte (su quattro totali) di quest’anno contro Tsitsipas, Medvedev e Alcaraz darebbero, secondo il collega francese, ulteriore sostanza a quell’“immagine di un magnifico perdente, incapace di battere i migliori nelle grandi partite”, iniziata a formarsi dopo le dolorose battute d’arresto della scorsa stagione con Djokovic a Wimbledon e con lo stesso Carlitos – sempre lui – allo US Open.
La sfida di stanotte è quindi l’occasione per smentire quest’immagine, per dire a tutti che Sinner non è solo un ottimo giocatore, ma che è anche in grado di eliminare quelli ritenuti più forti. D’altro canto, siamo certi che l’azzurro non si farà condizionare dai giudizi esterni e dalla paura di un’altra sconfitta con uno dei top: di giocatori così fortemente consapevoli e convinti del percorso da affrontare in maniera graduale per raggiungere il successo se ne vedono pochi e perdere oggi di sicuro non gli farebbe passare una nottata serena, ma non cambierebbe nulla a livello di progressi fatti.
Alcaraz corre per diventare il 12° giocatore a vincere il Sunshine Double
Le pressioni sulle spalle di Alcaraz sono di tutt’altro genere. Sono quelle inevitabili per chi occupa il primo posto del ranking ed è considerato il futuro dominatore del circuito. Non sembra, però, che il murciano ne stia risentendo: anzi, come lui stesso ha affermato in conferenza stampa dopo la vittoria su Fritz, gioca con il sorriso e si sente bene in campo. E’ in corsa per diventare il dodicesimo tennista a fare doppietta tra Indian Wells e Miami: sarebbe l’ottavo uomo, il primo teenager (oltre che il primo dal 2017) e potrebbe anche essere il primo a farlo senza perdere un set. Not too bad, vero?
Per poter giocarsela alla pari, Sinner ha bisogno di un rendimento al servizio sicuramente superiore a quello avuto nella semifinale di due settimane fa: a Indian Wells si era fermato al 50% di prime e aveva anche commesso quattro doppi falli. Carlos, invece, sta battendo benissimo: contro Fritz ha tenuto in campo il 70% delle prime servite, vincendo il 76% dei punti iniziati con questo colpo e scagliando anche 6 ace. A Jannik servirà anche maggiore intraprendenza e incisività da fondocampo: 15 vincenti – quelli messi a segno nel match in California – non possono bastare. Insomma, per vedere l’azzurro vincente serve almeno una delle seguenti opzioni: o una sua prestazione ai limiti della perfezione o un calo dello spagnolo rispetto alle sue ultime partite.
ITALIANI IN CAMPO OGGI CIRCUITI ATP/WTA
ATP Miami, semifinali: Sinner-Alcaraz, ore 01.00 di sabato 1° aprile, diretta tv Sky Sport, streaming su Sky GO