ATP Parigi-Bercy, preview del torneo: la corsa alle Finals, il taboo di Sinner, il ritorno di Djokovic

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ATP Parigi-Bercy, preview del torneo: la corsa alle Finals, il taboo di Sinner, il ritorno di Djokovic

Nell’ultimo 1000 stagionale in palio gli ultimi posti per Torino. Sinner non vuole fermarsi, Djokovic torna dopo due mesi e si allena con Alcaraz

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Novak Djokovic – ATP Masters 1000 Parigi-Bercy 2022 (foto via Twitter @RolexPMasters)
 

Il Rolex Paris Masters è l’ultimo 1000 della stagione e di conseguenza, a solo un paio di settimane dalle ATP Finals di Torino, mette in palio gli ultimi punti pesanti della stagione. È un torneo che nel corso degli anni ha spesso riservato grandi sorprese grazie alla sua particolare collocazione in calendario: la maggior parte dei giocatori arriva a fine ottobre con poca benzina nelle gambe e senza particolari motivazioni, con la fatica accumulata nel corso di una dura e lunga stagione e le vacanze alle porte. Dal 1994 solamente Novak Djokovic è riuscito a vincerlo due volte consecutivamente e in generale, scorrendo l’albo d’oro (vincitori e finalisti), troviamo tutta una serie di nomi sorprendenti, di tennisti di seconda o terza fascia che a Bercy hanno acceso la loro carriera, che l’hanno coronata o che invece si sono semplicemente fermati lì, in un sogno autunnale durato giusto qualche giorno. In questo senso per l’edizione del 2023 ispira parecchio il nome di Arthur Fils, 19enne francese che nel corso di questa stagione ha guadagnato oltre 200 posti in classifica, arrivando ormai a bussare alle porte dei primi 30 deo mondo.

LA CORSA ALLE FINALS- Come al solito il torneo di Bercy mette in palio gli ultimi, decisivi punti validi per la qualificazione alle ATP Finals. Già cinque i tennisti certi di esserci a Torino (Djokovic, Alcaraz, Medvedev, Sinner e Rublev) con Tsitsipas che ha quasi staccato il biglietto per l’Italia nonostante una stagione piuttosto mediocre (per lui nel corso del 2023 nessuna vittoria con tennisti classificati in top15). Al settimo posto troviamo il due volte ‘Maestro’ Alexander Zverev (3505 punti) mentre l’ottavo posto è attualmente occupato da Rune (3290 punti), che, dopo aver annunciato la nuova collaborazione con Boris Becker, la scorsa settimana a Basilea è tornato finalmente a vincere dei match a livello ATP (sconfitto in semifinale da Auger-Aliassime dopo aver battuto Kecmanovic, Baez e Etcheverry) dopo mesi di crisi nerissima (sette sconfitte in otto partite dopo i quarti di finale raggiunti a Wimbledon).

Il campione in carica di Bercy (epica finale con Djokovic) ha un vantaggio di circa 200 punti su Hubert Hurkacz (vittoria a Shanghai e finale a Basilea nelle ultime tre settimane, 3075 punti) e su Taylor Fritz (3065 punti), reduce da tre sconfitte sanguinose negli ultimi tre tornei con Schwartzman, Mochizuki e Shevchenko (rispettivamente Shanghai, Tokyo e Basilea), tutti match nei quali ha servito per vincere la partita (con Shevchenko a Basilea anche due match point consecutivi sprecati nel terzo set). Più indietro e ormai quasi spacciati Ruud (2825 punti, finalista a Torino nel 2022), Paul (2630) e de Minaur (2570). Il tabellone di Bercy propone oltretutto degli accoppiamenti interessanti, che potrebbero diventare dei veri e propri spareggi, come ad esempio il potenziale ottavo di finale proprio tra Fritz e Rune o quello tra Ruud e Hurkacz (sempre ottavi, ma Ruud al secondo turno potrebbe e dovrebbe rischiare con Monfils mentre Hurkacz ha pescato Korda all’esordio). Anche Zverev (che nelle ultime settimane sta pagando una rimonta estiva piuttosto clamorosa) non ha un tabellone comodo: esordio con Fucsovics, poi il vincente di Humbert-Giron e negli ottavi uno tra Tsitsipas e Aliassime. 

SINNER E I TABU’- Jannik, dopo lo splendido trionfo di Vienna e a meno di forfait dell’ultimo momento, esordirà col vincente del derby americano tra Wolf (qualificato) e McDonald per poi affrontare eventualmente negli ottavi di finale uno tra Murray e de Minaur. Sinner non ha mai vinto un match nel Masters 1000 francese: nel 2021 perse la prima sfida a livello ATP con Carlos Alcaraz, dicendo addio alle speranze di qualificarsi direttamente per le prime Finals di Torino (alle quali poi in effetti partecipò lo stesso, in quanto riserva, dopo l’infortunio di Matteo Berrettini) mentre lo scorso anno, completamente scarico e spento dopo una stagione complessa dal punto di vista fisico ed emotivo uscì nettamente, sempre all’esordio, con lo svizzero Huesler.

Recentemente Sinner (in linea con la Legge Tommasi) ha sempre faticato nel corso della settimana successiva a una vittoria di un torneo: dopo Pechino soffrì (molto) più del previsto nei primi due turni di Shanghai con Giron e Baez (prima di perdere con Shelton) mentre nella settimana successiva al titolo di Toronto fu sconfitto al secondo turno (ma Jannik al primo turno aveva avuto un bye) del 1000 di Cincinnati da Dusan Lajovic, non esattamente uno specialista del cemento. Non escludiamo un forfait dell’ultimo momento (anche se Jannik in quanto tds numero 4 dovrebbe esordire mercoledì sera, con tre giorni di riposo) ma se Sinner dovesse sfatare questi due mini-tabù nei quarti di finale potrebbe ritrovare Rublev in una rivincita dell’incontro austriaco mentre poi in semifinale dal suo lato del tabellone ci sarebbe Novak Djokovic.

IL RITORNO DI NOLE- Il numero 1 del mondo tornerà in campo dopo quasi due mesi dall’ultima partita (la finale dello US Open che gli ha permesso di conquistare il 24esimo titolo slam della carriera) con l’obiettivo di conquistare il settimo titolo a Bercy e di prepararsi al meglio in vista delle due ‘Finals’ che lo aspettano, quelle di Torino e di Malaga (coppa Davis).

Nel 2022 il campione serbo, non avendo potuto mettere piede negli Stati Uniti a causa della questione legata al vaccino, disputò due tornei autunnali (vittorie a Tel Aviv e Astana) prima di perdere la finale di Bercy con Rune e di trionfare a Torino (un solo set perso in sei partite, sesta vittoria al Masters): la scelta di non difendere i 750 punti conquistati tra Tel Aviv e Astana sembrava lasciare uno spazio enorme a Carlos Alcaraz in corsia di sorpasso, con lo spagnolo (360 punti da difendere post US Open contro i quasi 3000 di Djokovic) destinato a riprendersi la prima posizione del ranking mondiale. Alcaraz ha però tradito le aspettative nel corso della trasferta asiatica (semifinale a Pechino, ottavi a Shanghai) dando inoltre forfait per il torneo di Basilea (niente di grave, giocherà Bercy e poi le prime Finals della carriera) e ora per ricucire il distacco di 500 punti (nella race) dal numero 1 gli servirà sfoderare il suo miglior tennis sperando oltretutto in qualche inciampo del serbo: una specie di mezzo miracolo. I due attore protagonisti a livello ATP nel corso della giornata di domenica si sono allenati insieme e tennistv non ha ovviamente perso l’occasione, trasmettendo in diretta la sessione.

GLI ALTRI ITALIANI- Le Finals di Coppa Davis sono alle porte e il capitano Filippo Volandri è a caccia di risposte, in particolare per il ruolo di secondo singolarista (Sinner ovviamente giocherà da numero 1) e i dubbi sono tanti: Arnaldi ha dato forfait a Bercy a causa di un problema familiare, Sonego ha perso al primo turno delle qualificazioni (sconfitta in volata con Dominic Thiem) mentre Musetti, che a Bercy difende gli splendidi quarti di finale del 2022, è reduce da un periodo molto difficile (tre sconfitte consecutive, tutte nette, e solamente tre vittorie nelle ultime dieci partite disputate) e nella serata di lunedì cercherà l’impresa contro un Grigor Dimitrov in forma smagliante (la scorsa settimana a Vienna Dimitrov ha battuto Lorenzo sempre al primo turno col punteggio di 6-3 6-3). Berrettini, oltre al cambio di allenatore, ha anche annunciato la fine in anticipo del suo 2023 e quindi non giocherà nella capitale francese. Il torneo di Parigi-Bercy oltretutto non è mai stato in generale un torneo favorevole per gli azzurri: un solo quarto di finale dal 1994 (quello proprio di Musetti dello scorso anno) e solamente altri tre ottavi di finale (Pozzi nel 2000, Seppi nel 2012 e Fognini nel 2018).

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