Barazzutti e la candidatura alla presidenza FITP: "Vogliono cambiare le norme per bloccarmi"

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Barazzutti e la candidatura alla presidenza FITP: “Vogliono cambiare le norme per bloccarmi”

L’Assemblea Straordinaria in programma sabato 4 maggio sembra rendere ancora più stringenti i paletti per candidarsi. E ora c’è pure il pickleball

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Corrado Barazzutti - Montecarlo 2019 (foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
 

In un’intervista a “La Stampa” del 1° maggio l’ex capitano di Coppa Davis Corrado Barazzutti si è detto preoccupato in vista dell’Assemblea Straordinaria della FITP in programma per sabato 4 maggio che ha all’ordine del giorno alcune proposte di modifica dello statuto federale che andrebbero ad impattare sulle norme di candidatura alla Presidenza federale. Barazzutti aveva già raccolto sottoscrizioni atte allo scopo ma la situazione sarebbe complicata in caso di approvazioni delle modifiche come raccontato da Tennis Magazine Italia.

Questa la riproduzione dell’intervista uscita il 1 maggio.

Barazzutti, che succede?

«Che è stata convocata addirittura un’assemblea straordinaria il 4 maggio che prevede interventi sullo statuto che renderanno pressoché impossibile la candidatura di qualsiasi tesserato che non sia l’attuale Presidente Angelo Binaghi. Che governa da 24anni e ha anche beneficiato dell’abolizione al tetto dei mandati».

Evitando i tecnicismi, ci fa un esempio?

«Secondo le nuove regole potrei avere anche il sostegno di 300 circoli, ma se, fra i 68 atleti e i 34 tecnici che dovranno appoggiarmi, non ci saranno almeno due atleti e un tecnico eletti regionalmente, non potrò candidarmi».

Dall’esterno non sembra un compito impossibile.

«Ma che bisogno c’era di introdurre una norma del genere? Molti tecnici hanno legami contrattuali con la FITP, qualche amico che mi sostiene ha già ricevuto pesanti pressioni. Poi chiediamoci: sono norme che rispettano il principio democratico di libero accesso alla candidatura? Pensi che avrò solo 20 giorni per presentare i documenti relativi alle sottoscrizioni dopo che la FITP avrà spedito il relativo modulo: per raccomandata… No, sono norme anti-candidatura».

Chi le ha scritte?

«Derivano da direttive emanate dal CONI, che però ogni federazione può applicare a sua discrezione, e già questo è bizzarro. Lo stesso Coni che a metà maggio dovrà poi ratificare le modifiche allo statuto».

Fra i vertici del Coni e la FITP non scorre buon sangue. Il ministro Abodi che dice?

«Mi appello anche a lui: aveva dichiarato che le deleghe vanno abolite, ma nel nuovo regolamento ci saranno ancora».

Dopo 20 anni in federazione, diranno che si candida perché ha litigato con Binaghi.

«Dalla FITP sono uscito per ché non c’era più un rapporto di fiducia. Ma non ho deciso io di candidarmi, me l’hanno chiesto».

Da chi?

«Da un gruppo che rappresenta la base del movimento, i maestri, i circoli e gli atleti che si impegnano ogni giorno, feste comprese, e senza i quali il momento d’oro del tennis italiano non sarebbe possibile».

A Binaghi va riconosciuto un successo organizzativo: il rilancio di Roma, le ATP Finals a Torino, i bilanci in grande attivo. O no?

«È vero che la cima del movimento è in salute, ma la ricchezza deve essere ridistribuita alla base, ai circoli, ai maestri, agli atleti. E che invece sono in sofferenza».

È questo il suo programma?

«Sì, ma il mio primo e vero scopo è aprire uno spazio di democrazia, evitando il candidato unico. Io cerco solo un confronto, poi vinca il migliore: se i circoli voteranno per Binaghi, sarò contento per il presidente e per loro».

Chi ci sarà con lei, se riuscirà a candidarsi? Circola il nome di Flavia Pennetta.

«Circola. Ci sono altri nomi eccellenti, ma ora non li faccio».

Se ci sarà un secondo candidato, Binaghi per essere rieletto stavolta dovrà ottenere almeno il 66,7 per cento. Lei a che percentuale punta?

«Io penso di potercela fare. Ma vorrei che mi fosse almeno consentito provarci».

***

Fin qui abbiamo riportato l’intervista uscita su La Stampa.

Nell’assemblea straordinaria di questo 4 maggio, quindi, verrà molto probabilmente approvato un numero di cambiamenti allo Statuto federale che renderanno molto complicato a Corrado Barazzutti (o a chiunque altro) di presentarsi come candidato all’opposizione alle prossime elezioni federali.

Modifiche di solito apportate per alzata di mano, come accadde quella volta nel dicembre 2009 in cui fu cambiata la norma relativa a come ci si poteva candidare alle elezioni federali. Allora fu introdotta una prima serie di imponenti steccati a chi volesse candidarsi in alternativa al presidente in carica: occorrevano cioè almeno 300 circoli di tennis che dovevano firmare per un candidato diverso dal presidente reggente, con il temutissimo rischio di esporsi a qualche …dispetto lungo tutto il periodo pre e post elettorale; occorrevano le firme di almeno 200 atleti maggiorenni in attività appartenenti a cinque regioni, con un minimo di quindici per regione; e occorrevano anche le firme di almeno venti tecnici maggiorenni in attività appartenenti a cinque regioni, con un minimo di tre per regione) .

Il cambiamento di fatto recepisce i Principi Fondamentali degli Statuti delle Federazioni Sportive che il CONI ha emesso il febbraio scorso, ma lo fa in una maniera che pare fornire un vantaggio consistente alla Presidenza uscente (che poi, di fatto, nonesce da quasi un quarto di secolo).

Vengono posti vincoli di natura soprattutto burocratica, di dubbia utilità e opportunità, sulla raccolta delle sottoscrizioni da parte dei nuovi candidati (bisogna utilizzare un modulo timbrato dalla FITP che ancora non esiste e che darà poco più di un mese ai potenziali candidati per raccogliere le firme) e su quali candidati siano necessari perchè la candidatura sia valida (almeno due atleti e un tecnico devono essere stati eletti a cariche regionali, quindi facenti parte dell’attuale gruppo dirigente).

A livello formale servirà il 20% di presenze alla riunione di questo weekend per far passare le 62 pagine di cambiamenti allo Statuto: quello non dovrebbe essere un problema. , mentre potrebbe essere un po’ più problematico per Angelo Binaghi ottenere una presenza sufficiente di aventi diritto al voto nel giorno dell’assemblea elettiva.

Rispetto all’ultima assemblea elettiva del 2020 a Roma, perchè l’assemblea sia valida, dovrebbe avere molte ma molte più presenze. Non certo il 29% come allora, ma circa il 44% in più, secondo i calcoli di chi è esperto in materia e attribuisse a Barazzutti anche soltanto il 10% di consensi.

Per questo motivo, i Comitati Regionali stanno già iniziando ad organizzare pullman per portare il maggior numero possibile di presidenti dei circoli sportivi aventi diritto al voto (e loro delegati, dai numeri ridotti a seguito della legge dello scorso febbraio) all’assemblea elettiva, che con ogni probabilità avrà luogo durante la prima decade di settembre in una località ancora da destinarsi, ma probabilmente in centro Italia per favorire il maggiore afflusso possibile di votanti. Il tour della Coppa Davis in giro per varie regioni d’Italia è servito anche a fare incontrare Binaghi con tanti presidenti di circoli e di comitati regionali.

Mentre a Barazzutti, e a qualsiasi altro candidato basterebbe il 50%+1 dei voti per diventare presidente già al primo turno, Binaghi avrebbe bisogno di conquistare i due terzi dei voti (il 66,67%) per per essere rieletto Presidente per la settima volta consecutiva. Nelle prime due, 2000 e 2004, Binaghi ebbe almeno un avversario, nel 2008, 2012, 2016, 2020, neanche uno. Se vi fossero più di due candidati oltre a Binaghi, il dirigente sardo che non avesse conquistato oltre il 66% dei voti degli aventi diritto (nel numero legale) al primo turno, non potrebbe poi partecipare al ballottaggio.

C’è chi vorrebbe suggerire a Barazzutti e ai suoi seguaci – ove fossero persuasi di non poter raggiungere comunque il 50% + 1 di voti – il consiglio (discutibile sotto un profilo etico, ma pragmaticamente forse efficace in funzioane anti Binaghi…) di non presentarsi neppure alle elezioni per abbassare ulteriormente il quorum di presenze già così difficile da raggiungere. Così come c’è chi suggerisce a Binaghi, che teme sia di non raggiungere il quorum (rappresentato dalla metà dei circoli esistenti, ovvero circa 2000) necessario di presenze per rendere valida l’assemblea elettiva sia di mancare quel fatidico 66,66%, di far candidare uno dei suoi attuali consiglieri più fidati (Milan? Alvisi?) di modo che, se nessuno – nè lui nè Barazzutti – superasse il primo turno, il terzo candidato potrebbe però partecipare al ballottaggio e diventare quasi certamente presidente, un presidente “fedelissimo” di Binaghi. Stessa strategia potrebbe utilizzare un Barazzutti non persuaso di poter raggiungere il 50% +1 al primo turno, per avere però qualche chance di far conquistare la presidenza a un suo fedele sostenitore (si sussurra il nome di Flavia Pennetta, moglie del suo ex pupillo Fognini, anche se Flavia non è fin qui mai uscita allo scoperto) attraverso il ballottaggio

Ma come fare a raccogliere tutte le firme necessarie su quel modulo che la FITP sembra voler inserire fra le sue modifiche statutarie in discussione questo weekend? Forse a fine assemblea straordinaria ne sapremo qualcosa di più. Certo è che la situazione è molto ingarbugliata e non troppo facile da ricostruire (e, peggio ancora, da capire per i non addetti alla res politica federal-elettorale), fra chi vuole far tutto il possibile per mantenere la proprio poltrona e chi gliela vorrebbe sfilare da sotto…perchè ci andasse a sedersi un nome nuovo, magari neppure uno di quelli di cui è stato fatto il nome fino ad oggi. A questo proposito i due primi contendenti (sulla carta…) fanno ancora i misteriosi. Ma non potranno farlo troppo a lungo.

Intanto però oggi l’Ansa ha pubblicato nella giornata del 3 maggio questa notizia fatta sapere, – si legge , da ambienti federali. La riportiamo integralmente con il titolo del lancio:

Tennis:modifiche statuto, Fitp ‘urgenza di inserire pickleball’
Domani assemblea, nuovo sport affidato dal Coni alla federazione
(ANSA) – ROMA, 03 MAG – Modifiche allo statuto in primo piano nell’assemblea straordinaria della Federazione tennis e padel convocata per domani. Un passaggio che accomuna la Fitp ad altre federazioni, ma che – fanno sapere da ambienti federali – si rende necessario per l’inserimento del pickleball. Anche la Fitp
infatti, come altre federazioni, porta le modifiche
all’attenzione dell’assemblea: nel suo caso, però, “è stata costretta a farlo perché il commissario ad acta può solo recepire le modifiche imposte dalla legge e dai principi informatori del Coni, mentre la Fitp ha l’esigenza immediata di inserire nello statuto anche il pickleball, recentemente
affidatole seppure in modo non esclusivo dal Coni” sottolineano.


“Il rapporto che quindi la Fitp ha avuto con l’avvocato Michele Signorini, a capo della struttura del Coni che vigila
sulla conformità delle norme e dei regolamenti sportivi – sottolineano -, è stato quello doveroso, com’è prassi, di condividere e concordare il testo delle modifiche statutarie che presenterà in assemblea”. Al Coni comunque spetterà l’ultima ratifica per stabilire se le modifiche che eventualmente passeranno in assemblea sono conformi o meno. (ANSA).

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