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I cinque migliori momenti di Camila Giorgi

Dopo l’addio al tennis di Camila Giorgi, siamo andati a ripescare cinque momenti iconici della carriera della marchigiana, tra conferenze surreali e il giro in vespa con Ubaldo

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Camila Giorgi - Wimbledon 2018 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

3) Un’altra conferenza iconica: l’arte di far ridere se stessi

Torniamo al 2018, la miglior stagione della carriera di Camila Giorgi, quella in cui vinse più partite (29) e raggiunse il suo best ranking (n°26). Ad ottobre di quell’anno, la 32enne marchigiana conquistò a Linz il suo secondo titolo in carriera, dominando in finale Ekaterina Alexandrova.

Il passaggio più epico di quel torneo, tuttavia, si verificò tra la semifinale e la finale. Dopo aver battuto Alison Van Uytvanck al penultimo atto, Giorgi si presenta in conferenza stampa con il solito aspetto apparentemente serio e impenetrabile.

Dopo poco, però, Camila non riesce più a trattenersi, scoppiando a ridere senza più fermarsi e arrivando addirittura alle lacrime di felicità. “Ho giocato malissimo, in maniera disastrosa! Non era previsto giocare così” – dirà di fronte ai giornalisti presenti, anche loro molto divertiti.

4) Il controverso ma inscindibile rapporto con papà Sergio

Come accade in ogni rapporto famigliare trapiantato dalla sfera privata a quella pubblica, è inevitabile che le critiche siano più feroci quando le cose non vanno bene. Spesso, infatti, si tende forse a pensare che un genitore non voglia essere eccessivamente duro con un figlio, che al contrario potrebbe prendersi più libertà e ascoltare meno volentieri i consigli di un papà (o mamma) coach.

Quante volte, negli ultimi mesi, abbiamo sentito che Apostolos Tsitsipas non va più bene per Stefanos? Quante volte abbiamo letto che Aneke Rune dovrebbe lasciare Holger nelle mani di qualcuno più esperto?

È un po’ come se un genitore che a tutti gli effetti diventa un dipendente sia meno capace di altri generici allenatori. I quali, giustamente, ricevono critiche quando sbagliano, ma anche elogi quando svolgono al meglio il proprio lavoro. Meriti questi che, per qualche motivo, si fa molta più fatica a riconoscere ai genitori. Come se quando Rune vinceva un Masters 1000 a vent’anni battendo anche lo Spirito Santo o quando Tsitsipas arrivava in fondo agli Slam nei loro team Aneke e Apostolos fossero improvvisamente assenti.

Tornando però a Camila Giorgi e, di conseguenza, a papà Sergio, il rapporto tra i due ha portato a risultati più che onorevoli, ma è sempre stato visto da fuori come qualcosa di molto intimo, personale e, talvolta, anche un po’ inquietante. Come quella volta a Roma in cui, durante il match folle contro Sara Sorribes Tormo, Sergio ebbe una discussione con la giudice di sedia, andando poco dopo a sedersi alle sue spalle. Divenne subito virale il video in cui l’arbitra, quasi spaventata, chiese alla sicurezza di rimanere vicino al campo, perché il papà di Giorgi è veramente pazzo!”.

5) Camila Giorgi e Ubaldo Scanagatta sulla vespa a Wimbledon

Alla fine di questo viaggio (speriamo) entusiasmante, il momento più alto e iconico non poteva che riportarci a Wimbledon. Sono già passati ben 12 anni da quando una semi sconosciuta Camila Giorgi, all’uscita dal circolo più prestigioso al mondo, si fece dare un passaggio da Ubaldo Scanagatta sulla sua sfrecciante vespa rossa.

In piena estate 2012 – ma trovandosi a Londra il cielo era rigorosamente grigio – la marchigiana si presentò al mondo del tennis con i suoi primi ottavi di finale in uno Slam, raggiunti vincendo sei partite di fila. Giorgi era n°145 WTA, passò senza problemi i tre turni di qualificazione (senza perdere neanche un set) e al primo turno sorprese 6-4 6-3 Flavia Pennetta. Arrivarono poi altre due belle vittorie, contro Anna Tatishvili e Nadia Petrova, dopo le quali venne realizzata una delle interviste più brevi, inconsuete e famose.

“Non ho mai avuto una ragazza così bella sulla vespa” – scherzava il direttore Scanagatta, che poi raccontava del desiderio di Camila di comprarsi una vespa come la sua per poter andare in giro per Miami. “Vuoi guidare tu?” – chiese le poi Ubaldo, ma Giorgi non ebbe alcun dubbio: No no, meglio di no!”.

Buona vita, Camila! Non verrai dimenticata.

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