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29/12/2011 15:17 CEST - ATP Tour

Il 2011 del circuito ATP: agosto

TENNIS - Il mese clou della stagione americana si apre con il ritorno al successo dopo due anni di Stepanek, ok a Washington. A Montreal, Nadal esce al debutto contro Dodig (sorpresa dell'anno), Federer in ottavi. Djokovic continua la sua marcia battendo Fish in finale. Ma Nole si arrende a Murray, e soprattutto all'infortunio alla spalla, a Cincinnati. Il britannico sarebbe arrivato al top allo Us Open, ma poi...Alessandro Mastroluca

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Il mese dedicato ai tornei sul duro americano si apre con l’ultima appendice della stagione europea sul rosso, il 250 di Kitzbuhel. L’anno scorso, con il torneo declassato a Challenger, aveva vinto Seppi. Quest’anno l’azzurro si è fermato ai quarti contro il futuro vincitore del titolo, Robin Haase. Resta un po’ di rammarico, però, per Seppi che non ha sfruttato un tabellone favorevole.

L’olandese che un paio d’anni fa era scivolato al 461 posto in classifica, dopo un intervento al ginocchio, trova in finale Albert Montanes, che non ha ancora perso un set. Haase vince 6-4 4-6 6-1 in un match di qualità decisamente mediocre in cui lo spagnolo, che non ha sfruttato cinque palle break nel primo set, esce dal match nel terzo, forse accusando la stanchezza della semifinale con Chela finita tardi e interrotta due volte per la pioggia.

Haase, alla prima finale in carriera, diventa l'ottavo giocatore che vince per la prima volta un torneo in questa stagione, dopo il sudafricano Anderson (vincitore a Johannesburg), il croato Dodig (Zagabria), Milos Raonic (San José), Andujar (Casablanca), Sweeting (Houston), il nostro Seppi (Eastbourne) e Dolgopolov (Umago). E’ il primo successo per un olandese nel circuito dal 2004 (Verkerk ad Amersfoort).

In contemporanea, a Washington, il quasi 33enne Stepanek è tornato a vincere un torneo dopo due anni e mezzo. Il ceco ha così conquistato il quinto titolo in carriera, tutti sul duro (e anche sei delle sette finali perse le ha giocate su questa superficie: fa eccezione quella persa sulla terra, peraltro atipica e veloce, di Amburgo nel 2006). Non ha avuto storia la finale, chiusa con un doppio 6-4 su Gael Monfils, che ha vinto solo tre delle 15 finali giocate in carriera.

Stepanek ha brekkato in avvio in entrambi i set e, pur giocando senza la prima (38%, 30 nel primo set), non ha mai rischiato al servizio: nessuna palla break concessa, 90% di punti realizzati con la prima e il 63 con la seconda.

I meriti di Stepanek vanno bilanciati con i demeriti di Monfils, stanco dopo la semifinale vinta con Isner 7-6 al terzo, dopo diverse interruzioni per pioggia. Poco incisivo al servizio (8 aces e 4 doppi falli), inesistente in risposta, estremamente passivo e falloso, il francese non ha mai dato l’impressione di potersi giocare la finale.

Il primo Masters 1000 della stagione, a Montreal, si apre con la sorpresa dell’anno. Dodig, quotato 26.89, elimina Nadal al secondo turno, al match d’esordio del maiorchino. Il croato, originario di Medjugorie come Cilic, ha giocato il match della vita e vinto in rimonta 1-6 7-6 (5) 7-6(5) dopo 3 ore e 8 minuti di fronte a 11.000 appassionati entusiasti, rimasti nonostante un inizio ritardato di due ore e altre due sospensioni per la pioggia. Rafa va avanti 6-1 3-1 e servizio, ma a suon di ace (19 a fine partita), Dodig allunga al terzo. Lo spagnolo va a servire per il match sul 5-3, ma gli è fatale l’unica palla break concessa. Al tiebreak, sul 5-5 Dodig piazza un ace a 217 kmh e chiude con un rovescio in cross al fulmicotone quando mancano 10 minuti alle 23 locali.

Agli ottavi cade anche Roger Federer, nella rivincita dei quarti di Wimbledon contro Tsonga. Nonostante un set point per Federer ed altre due palle break, nel primo set si arriva al tie-break, con il francese che allunga e chiude 7-3. Federer non ci sta, e con alcuni colpi strappa-applausi ottiene subito il break in apertura di secondo et e lo conserva fino alla fine. Gli scambi sono di alto livello, Tsonga cerca il punto soprattutto con il diritto appena ne ha l’occasione, e riesce molto spesso a trovare il campo. All’inizio del terzo parziale Federer si affievolisce dal punto di vista atletico quel tanto che basta per concedere all’avversario un vantaggio di 5-0 prima del 7-6 4-6 6-1 finale. E’ la sua terza sconfitta contro Tsonga dopo quella del 2009 sempre a Montreal, quando nel set decisivo si fece rimontare da 5-1.

Tsonga si fa male al braccio in semifinale contro Djokovic, che arriva in finale contro Mardy Fish, appena entrato in top-10 e con uno 0-6 nei confronti diretti. Nel secondo set, Fish gioca una delle migliori ore di tennis della sua carriera. Ma sull’1-2 nel terzo, Djokovic si prende un minuto extra al cambio campo per cambiarsi scarpe e calzini: da lì infila un parziale di 14 punti a 2, trova il break e gira la partita: il 6-2 3-6 6-4 gli vale il quinto Masters 1000 del 2011. Nole è il primo giocatore dal 1993 a vincere il primo torneo disputato dopo essere diventato numero 1 del mondo.

A Cincinnati, il due volte campione in carica Roger Federer esce nei quarti, battuto 6-2 7-6 da Tomas Berdych, a un anno dal loro ultimo confronto, a Toronto. Dopo un pessimo primo set, Federer alza il ritmo di gioco e il livello al servizio nel secondo, ma paga i troppi errori nel tiebreak. Berdych, invece, sfodera una prestazione deluxe, chiusa con un ottimo saldo di +17 tra vincenti ed errori gratuiti, e senza mai concedere una palla break.

Nel venerdì nero dell’Ohio va fuori anche Rafa Nadal. La resa contro Fish, dopo sei vittorie in altrettanti confronti diretti, è mentale prima che tecnica. Per la seconda volta di fila, il maiorchino esce ai quarti nell’unico Masters-1000 in cui non è mai arrivato in finale. Il doppio 6-4 certifica che Fish, fino all’anno scorso mai tra i primi 16 del mondo, sta vivendo a trent’anni una nuova giovinezza: è n.1 d’America e n.7 del mondo.

Soffre per un set e mezzo, invece, Djokovic, ma nonostante percentuali bassissime di resa con la seconda, rimonta un set e chiude 3-6 6-4 6-3 contro Monfils, che aveva umiliato una settimana prima a Montreal. Dopo 16 ore è già in campo per la semifinale contro Berdych, che però dura solo un set. Sul 5-4 il ceco chiede l’intervento del medico da cui riceve un antinfiammatorio per un fastidio alla spalla: da lì di 16 punti a 4 fino al 7-5 finale per Djoko che lo costringono ad abbandonare il match.

Nell’altra semifinale, Andy Murray si prende la rivincita (6-3 7-6) su Mardy Fish, che l’aveva battuto nei quarti a Cincinnati un anno fa (e lo aveva sconfitto nelle ultime tre sfide). Avanti di un set e tre volte di un break nel secondo set, Murray ha rischiato di essere trascinato al terzo da un Fish che ha confermato di essere uno dei giocatore più caldi del momento. Dopo aver annullato tre setpoint, il numero 4 del mondo si è imposto 10-8 al termine di un tiebreak intensissimo.

Ma in finale, Djoko si arrende a Murray e a un infortunio alla spalla destra, che lo costringe al ritiro con lo scozzese avanti 6-4 3-0. Arriva così la seconda sconfitta stagionale, dopo 57 vittorie, la prima nei Masters 1000 nel 2011 (dopo 31 successi di fila su 31 partite giocate). Murray, ottimo in difesa e molto  più mobile rispetto al suo avversario, vince il secondo torneo dell’anno e si impone per la terza volta in carriera a Cincinnati (settimo sigillo nei Masters-1000). Continuano le analogie tra la stagione di Djokovic e il magico 1984 di McEnroe: anche Big Mac perse le prime due partite dell’anno al Roland Garros e Cincinnati.

Prosegue anche il dominio dei Fab Four, come ricorda Stefano Rosato: dal 2007, nei 67 grandi tornei disputati (Slam, Masters, ATP 1000 e Olympics), 57 sono stati vinti da uno dei primi 4 giocatori del mondo, e solo in cinque occasioni nessuno di loro è arrivato almeno in finale: Paris Open 2008 (Tsonga-Nalbandian), Masters 2009 (Davydenko-Del Potro), Indian Wells 2010 (Ljubicic-Roddick), Miami 2010 (Roddick-Berdych) e Paris Open 2010 (Soderling-Monfils).

Prima degli Us Open si gioca solo a Winston-Salem, penultima tappa delle Us Open Series. In finale arrivano Isner e il sorprendente Benneteau, che arriva dalle qualificazioni e prima di questo non ha mai vinto tre partite di fila in stagione. Nonostante Irene incomba in Nord Carolina, si gioca. Isner riduce gli scambi al minimo, ma nel primo set il francese si muove meglio e sembra più a suo agio in ogni zona del campo. Isner comunque chiude in 2 ore e 3 minuti per 3-6 6-3 6-4. Conquista così il terzo titolo in carriera, il secondo dell’estate dopo Newport e la finale di Atlanta. Forse è il più importante essendo nato a pochi chilometri da Winston-Salem, a Greensboro.

Alessandro Mastroluca

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