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WTA

Williams e Sharapova, chiamate a non deludere per la gloria

Last updated: 19/10/2014 18:12
By Giulio Fedele Published 19/10/2014
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7 Min Read

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TENNIS WTA TOUR CHAMPIONSHIPS – Ultimo appuntamento con i profili delle 8 campionesse qualificate per le WTA Finals di Singapore. Quest’oggi ripasseremo il cammino delle favorite, le prime due del ranking, Serena Williams e Maria Sharapova

Maria Sharapova

Se non c’è Serena Williams, la favorita d’obbligo è lei. Non importa la classifica, non importa lo stato di forma, non importa la superficie. Nell’immaginario collettivo, Maria Sharapova rappresenta la principale alternativa ed antagonista al dominio dell’americana. Sarà che durante questi anni è riuscita a dimostrare il cinismo, la determinazione e il killer instinct necessari per primeggiare, sarà che ha già completato il Career Grand Slam, sarà che probabilmente è una delle tenniste più famose anche al di fuori del tennis stesso, sta di fatto che quando esce di scena la Williams, la siberiana diventa automaticamente quella da battere, soprattutto da quando è uscita di scena Viktoria Azarenka. Lo sanno bene i bookmarkers, che negli Slam l’hanno sempre posizionata al secondo posto tra le quote più basse, tranne proprio all’Australian Open, dove non si erano ancora palesati i guai della bielorussa e Maria risultava terza ai blocchi di partenza. Ma le previsioni non sono state sempre soddisfatte. E’ stato un inizio di stagione altalenante quello della russa, che non ha raccolto grandi vittorie. In Australia è stata domata da una fenomenale Cibulkova. In America è uscita prematuramente a Indian Wells, ed ha poi però raggiunto la semifinale a Miami.

Ma i veri risultati non sono giunti fino all’inizio della stagione su terra rossa. Come è ormai consuetudine da un paio di anni (dall’operazione alla spalla, a dir la verità) Maria riesce ad esprimersi a pieno su questa superficie, tant’è che molti si domandano se non sia diventata una specialista, una “terraiola”. Vittoria a Stoccarda, vittoria a Madrid, vittoria e bis al Roland Garros. Unico neo quell’eliminazione agli ottavi a Roma, da parte di una superlativa Ana Ivanovic.

La maggior parte dei punti che l’hanno portata a Singapore derivano da questa striscia di vittorie, tant’è che, dopo Parigi, Maria aveva addirittura conquistato la vetta della Race. Da lì in poi ancora fiammate, per una seconda parte di stagione sull’erba e sul cemento con luci ed ombre. Una sconfitta amara a Wimbledon contro Angelique Kerber, ed un’altra battaglia persa a New York contro Caroline Wozniacki. Ma la qualificazione anticipata per le Finals dopo gli US Open, seconda giocatrice in ordine di tempo, l’ha sicuramente liberata da parte dello stress accumulato, permettendole di sfruttare al meglio la tournée asiatica. A Pechino, battendo Petra Kvitova, s’è assicurata meritatamente la posizione numero due del ranking mondiale, presentandosi a Singapore con la seconda testa di serie, e la seria intenzione di arrivare al titolo …Serena Williams permettendo.

L’ultima vittoria di Maria Sharapova alle WTA Finals risale a 10 anni fa, quando vinse Wimbledon ed aveva 17 anni. Allora vinse in tre set, proprio ai danni di Serena Williams. Per Sharapova è la quarta partecipazione alle WTA Finals. (2004, 2007, 2012, 2014)

 

Serena Williams

Uno Slam portato a casa su quattro che la vedevano favorita indiscussa. Gli US Open sono l’unico torneo maggiore dove è giunta alla seconda settimana di programmazione, l’unico poi dove si è spinta fino al titolo. Agli Australian Open Serena è uscita agli ottavi contro Ana Ivanovic, al Roland Garros al secondo turno contro Garbine Muguruza, a Wimbledon al terzo turno, stavolta contro Alizé Cornet. L’età che avanza? Uno stato di forma che vacilla? Un periodo di declino? Guai fisici? Il fatto che più sorprende di questa stagione di Serena Williams è che le sue prestazioni sono state sempre interamente avvolte dall’ombra e dall’incertezza. Un giorno era capace di violentare la concorrenza e dominare i tornei (vedi Brisbane, Miami, Roma, Cincinnati, New York), il giorno dopo era capace di perdere contro la prima che passava causa un problema non del tutto chiaro. Serena Williams quest’anno è stata un’incognita perenne. Contro Ana Ivanovic a Melbourne ha perso in tre set, e poi si è scoperto che dietro c’era un guaio alla schiena. A Wimbledon ha perso dalla maledizione-Cornet (tennista con la quale ha perso gli ultimi 3 incontri), ed il giorno dopo si è temuto per la sua salute, a causa di alcune immagini shockanti della partita di doppio che affrontava con la sorella Venus, dalle quali era evidente che Serena attraversasse uno status di malessere. Se due coincidenze fanno un indizio e tre una prova, molti hanno sospettato anche della sconfitta abbastanza netta (6-2 6-2) rimediata al Roland Garros da Muguruza, adducendola per esempio a problemi mestruali.

6 sono stati i suoi ritiri stagionali dai tornei (non contando i problemi di Wimbledon e Melbourne), ultimi della serie quello a Wuhan e quello a Pechino. Tant’è che la performance di Serena a Singapore non è scontato che sia all’altezza dei suoi standard: un flop potrebbe essere dietro l’angolo. Oppure, alla stessa maniera, le altre giocatrici potrebbero non avere una sola chance. Secondo il ranking, secondo i pronostici, secondo qualsiasi persona razionale, parte sicuramente da favorita, anche se il gruppo che affronta non è dei più semplici. Comunque, nel bene e nel male, dipenderà tutto da lei.

2001, 2009, 2012, 2013: quattro i suoi successi alle WTA Finals, su sei partecipazioni totali. Vincendo quest’anno farebbe una tripletta consecutiva, cosa che non riesce ad una tennista dal triennio 1990-1992: allora era Monica Seles a imporsi sul circuito WTA. Il record di vittorie consecutive appartiene a Martina Navratilova, a quota 5.

I profili delle altri sei qualificate alle WTA Finals:

Ivanovic e Wozniacki, la stagione del riscatto

L’esplosione di Bouchard, l’altalena di Radwanska

Kvitova dai due volti, Halep si consacra “grande”


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