Sara Errani, 28 anni a colori

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Sara Errani, 28 anni a colori

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Sara Errani oggi spegne 28 candeline. Da alcuni anni, ormai, accende la sua carriera con i “colori” più luminosi, incamerando successi e record. Finalista al Roland Garros e a Roma, ex n. 5 in singolare. Career Grand Slam e n. 1 in doppio. E non è ancora finita

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Devo ammettere che, quando penso a Sara Errani, tra le cose che mi vengono in mente, ce ne sono due che predominano sulle altre. Sembra strano, ma si tratta di due colori: l’azzurro e il rosso. Due colori che, in effetti, simboleggiano perfettamente le caratteristiche di questa piccola grande campionessa. L’azzurro che contraddistingue gli atleti italiani è, forse, l’aspetto più importante per la sua storia sportiva così come per quella del nostro paese. Grazie alle imprese di Sara Errani, infatti, lo sport italiano, e il tennis in particolare, si sono ulteriormente impreziositi di risultati e record straordinari. I titoli ottenuti dalla squadra azzurra in Fed Cup sono 4 (2006, 2009, 2010 e 2013) ma, nelle ultime 3 vittorie, c’è anche Sara, che diventa così una delle grandi protagoniste dell’Italrosa a squadre. Inoltre, la tennista romagnola conferisce ulteriore lustro al tennis italiano raggiungendo la finale al Roland Garros nel 2012 e al Foro Italico nel 2014, sconfitta rispettivamente da Maria Sharapova e Serena Williams. Diventa così, dopo Francesca Schiavone, l’unica italiana donna a disputare, in singolare, non solo una finale slam, ma altre due semifinali nei major (US Open, 2012 e Roland Garros, 2013). Ma l’azzurro le dona quel tocco in più anche grazie agli occhi turchini che ne illuminano il volto e che si accendono ancor di più nella rincorsa della fatidica pallina gialla. E, grazie all’argento di tutti i suoi trofei, ragiunge così il n. 5 in classifica, suo best ranking. Nel 2012 e nel 2013 è, inoltre, una delle 8 protagoniste del “viola” dei Wta Championships a Istanbul.

Che dire del rosso? Colore della passione che Sarita mette in tutti i suoi match ma, soprattutto, dell’amatissimo mattone tritato su cui riesce a modulare al meglio il proprio tennis e ottiene gran parte dei suoi successi. Degli 8 sigilli di Sara, 7 vengono conquistati sulla terra, e delle altre 9 finali disputate, 4 vengono giocate sul rosso. Nelle altre 5 la romagnola dimostra tuttavia di trovarsi a proprio agio anche sul duro. Del resto, la Errani nasce e si forma sul rosso (anche se a 12 anni trascorre un periodo nella Academy di Bollettieri) e, dopo anni di preparazione e allenamenti in Spagna, è seguita ormai da tempo da Pablo Lozano.

Se per anni, invece, i successi stentano ad arrivare sul verde dell’erba, tuttavia, il 2014 è il momento dell’exploit, seppur in doppio, sul manto di Wimbledon. Sara Errani e Roberta Vinci formano da tempo un duo vincente tant’è che, dal 2013 fino a poche settimane fa, occupano saldamente la prima posizione mondiale del ranking Wta di doppio. Insieme conquistano ben 22 titoli, di cui, i più preziosi, sono i 5 major: Roland Garros e US Open (2012), Australian Open (2013) e Australian Open e Wimbledon (2014). Le cichis diventano così le prima coppia italiana ad ascrivere nel proprio palmares il Career Grand Slam. Si issano inoltre in altre 12 finali, tra cui in quella del 2012 a Melbourne e nel 2013 e 2014 a Porte d’Ateuil. Insomma, le due azzurre si elevano ormai a vere e proprie eccellenze del nostro sport tant’è che anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ci tiene a riceverle a Palazzo Chigi. Purtroppo il loro sodalizio è giunto al termine poco più di un mese fa, cogliendo di sorpresa tutti il mondo del tennis. Cosa sarà successo tra le due? Contrasti, disaccordi o solo il desiderio di un cambiamento?

L’unico “colore” che non le dona molto è quello non ben definito del servizio, dalle tinte ancora troppo sbiadite. La battuta della Errani infatti non riesce ancora a decollare e a impensierire le avversarie più potenti. La seconda palla risulta ancora troppo lenta o per lo meno poco incisiva, sicché la rende particolarmente vulnerabile con tenniste dalla risposta devastante come Serena o Maria. Ma se dovessimo attribuire una caratteristica cromatica all’insieme del suo tennis, potremmo scegliere l’esempio di un prisma sfaccettato, vista la varietà che Sara riesce a mettere in campo, soprattutto grazie alla sua grande esperienza di doppista. Abilissima e instancabile nell’ingaggiare la lotta da fondocampo, Sara è capace di variare a piacimento i colpi, nella traiettorie e negli effetti, propinando, inoltre, smorzate velenose e millimetriche, nonché volé piazzate ad hoc.

Nonostante il successo a Rio lo scorso febbraio, la stagione 2014 in singolare è per Sara un periodo transitorio, che le fa perdere alcune posizioni in classifica (ora infatti è n. 15). Raggiunge infatti “solo” due finali (Roma e Parigi Indoor). Si tratta, in generale, di una fase leggermente “sbiadita” che culmina, inoltre, nella fine del duo Errani/Vinci poco dopo il tie sofferto di Fed Cup a Genova contro la Francia di Amélie Mauresmo. Un momento forse alquanto nero, ma che lascia spazio, adesso, ad altre pagine bianche tutte da scrivere. Quest’anno, al Foro Italico, tutti gli sguardi e le attese saranno rivolti verso l’azzurra che dovrà difendere i punti della finale dell’anno scorso. E speriamo che Sara, con la tavolozza del suo talento, ne faccia vedere di tutti i colori alle sue future avversarie… Buon compleanno!

Ubaldo Scanagatta arriva in vespa all’ingresso del Roland Garros (2012) con Sara Errani (guarda il video)

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