I maestri di Londra: Stan Wawrinka

ATP

I maestri di Londra: Stan Wawrinka

A tre giorni dall’inizio delle Finals di Londra, vi presentiamo i protagonisti. Oggi è il turno di Stan Wawrinka, sorteggiato nel girone con Murray, Nadal e Ferrer

Pubblicato

il

 

I maestri di Londra: Rafael Nadal
I maestri di Londra: Kei Nishikori
I maestri di Londra: David Ferrer
I maestri di Londra: Tomas Berdych

Nel suo stupendo “Momenti di trascurabile felicità”, Francesco Piccolo raccoglie in un centinaio di pagine tutti quei dettagli della vita quotidiana che per una manciata di secondi ci mettono in pace con noi stessi. Strappare un appuntamento di lavoro al bar sotto casa invece che in ufficio, rimanere seduti qualche minuto in silenzio dopo aver ospitato una grande festa, ascoltare una moglie dare ragione al marito. E per qualcuno, vedere Stan Wawrinka alzare il pugno, impassibile, dopo aver vinto il suo primo Slam a Gennaio 2014, deve essere stato uno di quei momenti. Un attimo in cui nella propria vita ovviamente non cambiava nulla, ma in quella di Wawrinka stesso e in quella del mondo ATP stava cambiando tutto: Nadal smetteva di essere l’Iron Man dell’anno prima, nessuno dei Fab Four a sollevare il trofeo. Iniziava il cammino di quello che si era stancato di essere il numero due di Svizzera, e trovava finalmente una propria identità, complice anche l’ormai sempre più fondamentale apporto di coach Norman.

L’antifona delle ultime due stagioni la sappiamo tutti: Wawrinka ha aggiunto un Masters 1000 e un secondo alloro Major alla collezione e si è consacrato come l’alternativa numero uno ai sovrani del circuito, spesso andando a far loro lo sgambetto o quanto meno ad impensierirli seriamente. Contro Djokovic, quest’anno inavvicinabile, ha vinto due degli ultimi sei incontri, ma di fatto quelli con il cartellino del prezzo più alto (quarti di finale a Melbourne nel 2013, con i due clamorosi errori di Nole nell’ultimo game, e finale del Roland Garros quest’anno, negando al serbo, ancora una volta, il Career Grand Slam). Sempre a Parigi quest’anno, ma in quarti, la soddisfazione di spazzare via in tre set l’avversario nella cui ombra aveva sempre vissuto, bissando quindi il successo su Federer della finale di Montecarlo 2014, sebbene il bilancio tra i due elvetici continui a pendere in maniera imbarazzante per il più titolato. Nadal sembra essere stato la miccia che ha fatto detonare definitivamente Wawrinka: dodici sconfitte in fila contro il maiorchino, ma tre vittorie negli ultimi quattro confronti da quando Rafa applaudiva mestamente e lo svizzero maneggiava il trofeo d’Australia. L’unico Beatle a non averlo ancora affrontato da quando Stan è esploso è Andy Murray, che conserva un head-to-head confortante seppur non troppo disequilibrato.

Al di là dei gelidi numeri, comunque, palese è il cambiamento di rotta, psicologica più che tecnica, che Wawrinka ha imposto alla sua vita negli ultimi anni. Non è un caso se dopo vittorie sofferte o punti decisivi, lo svizzero si gira verso il proprio angolo indicandosi la tempia: una maggiore serenità, una leggerezza ritrovata, che per contrappasso carica di peso i suoi colpi da fondo campo, diventati autentiche mine. Addirittura tali da aver suscitato le ire dei suoi colleghi. Così come minato è stato il suo cammino personale, soprattutto quest’anno: la vittoria in Australia lo aveva riconciliato con la moglie, da cui si era separato per dedicarsi completamente alla propria carriera, ma a Montecarlo è sembrato scoppiare, tanto da rilasciare un comunicato poche ore dopo la sua ingloriosa uscita dal torneo. I suoi flirt sono poi diventati di dominio pubblico prima, e oggetto di scherno poi, utili alla fine (almeno apparentemente) a dare una scossa comportamentale a Nick Kyrgios. Ma con una classe figlia dei risultati e delle motivazioni ritrovate, Stan ha continuato a non curarsi troppo di quanto succedesse all’esterno del suo mondo dopo il fattaccio di Montreal, macinando prestazioni convincenti senza mai perdere contro qualcuno che non fosse campione Slam, tranne che in due occasioni (Metz da Kohlschreiber e Basilea da Karlovic versione sparapalline).

Chennai, Rotterdam, Roland Garros e Tokyo gli squilli di questa stagione. Alle Finals di Londra ci arriva con la consapevolezza di poter ambire all’Oscar come attore non protagonista, dovesse riuscire soprattutto ad eliminare le scorie della sua ultima partecipazione, doppiamente amara: non solo i match point non sfruttati contro Federer in semifinale, ma anche il ritiro del connazionale prima della finale del giorno dopo, che aumentò i rimpianti e probabilmente il gonfiore del fegato di Wawrinka. Ci sarà da vedere se ogni eventuale vittoria, sarà un momento di trascurabile felicità.

ATP Ranking: 4

Precedenti con gli altri finalisti:

vs Federer 3-17
vs Nadal 3-13
vs Djokovic 4-19
vs Murray 6-8
vs Ferrer 6-7
vs Berdych 11-5
vs Nishikori 3-1

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement